Vedi Fiorenzo che si torna al solito problema ? 'Ammettere di essersi sbagliati' è la cosa più difficile, per chi 'sbagliare è peccare'. E i capataz ammettono difficilmente i loro errori (soprattutto se metodologici) anche perché sanno (o immaginano) che il loro stesso sequame (seguito+liquame) ritiene che 'sbagliare è peccare'. Purtroppo, la vergogna di aver sbagliato e di ammetterlo (che impedisce di indagare l'ignoto e di apprendere) è instillata sin dalla più tenera età. Il principio empirico del consenso non è la conoscenza ma la rassicurazione: "voglio sentirmi dire ciò che desidero", "voglio avere conferme e non confutazioni", etc... Buona fortuna a tutti i liberi (e onesti) pensatori !
Vedi Fiorenzo che si torna al solito problema ? 'Ammettere di essersi sbagliati' è la cosa più difficile, per chi 'sbagliare è peccare'. E i capataz ammettono difficilmente i loro errori (soprattutto se metodologici) anche perché sanno (o immaginano) che il loro stesso sequame (seguito+liquame) ritiene che 'sbagliare è peccare'. Purtroppo, la vergogna di aver sbagliato e di ammetterlo (che impedisce di indagare l'ignoto e di apprendere) è instillata sin dalla più tenera età. Il principio empirico del consenso non è la conoscenza ma la rassicurazione: "voglio sentirmi dire ciò che desidero", "voglio avere conferme e non confutazioni", etc... Buona fortuna a tutti i liberi (e onesti) pensatori !
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