Ho chiesto ai lettori di questo blog, come pre-requisito per poter scrivere commenti, di farsi riconoscere, ma ho incontrato qualche resistenza. Adesso vorrei rivolgere una domanda diretta a quanti, tra essi, hanno deciso di non fornire informazioni nel proprio profilo blogger, google+, wordpress, livejournal o quant'altro, atte a identificarli come persone reali.
Voi, su FacciaLibro, vi fate riconoscere???
Scommetto di sì! E come mai su FacciaLibro vi fate riconoscere mentre sulla blogosfera venite a fare i fantasmini? Guardate, sono sincero: io 'sta cosa non la capisco! Forse perché su FacciaLibro, se non dichiarate chi siete veramente, i vostri amici non vi trovano? Cosa vi costa mettere nel profilo con cui navigate nella blogosfera le stesse cazzo di info che mettete su FacciaLibro?...
...che sono più che sufficienti per consentirvi di pubblicare qui, come su ogni blog serio che sfankulen gli anonimen?
La cosa non mi tange perché non ho un account su Faccialibro.
RispondiEliminaSono sceso nella fogna di Twitter perché c'era Illo altrimenti non ci avrei mai messo piede.
Qualunque cosa io dica di me stesso nessuno la può verificare mentre chiunque può verificare se le mie argomentazioni sono fondate o meno.
A te interessa di più ciò che non può essere verificato (il mistico) o ciò che può essere verificato (il reale) ?
Pubblico qui una mia risposta su FacciaLibro a un amico che mi dà ragione in questa battaglia per il metterci la faccia.
RispondiElimina«Il fatto è che non ne posso veramente più degli anonimi. L'anonimato contribuisce allo sviluppo di personalità presuntuose e saccenti che pontificano su tutto perché possono sbagliare senza pagarne il prezzo in termini di credibilità. A me può essere rinfacciato quello che ho scritto dieci anni fa, e ciò mi rende accorto; costoro, invece, possono dire la qualunque. Perché devo perdere tempo con soggetti che, alla lunga, non possono che diventare degli squilibrati? Ne ho incontrati anche troppi sulla mia strada...»
Personalmente non ho motivi di "sicurezza personale" per tenere celata la mia identità. Le mie obiezioni sono alla pubblica ostensione - che tu esigi - delle generalità complete e della professione svolta da chi intende commentare sul blog.
RispondiEliminaProva a intavolare una discussione, ad esempio, con un piccolo imprenditore del nord est in tema di tasse o di spesa pubblica senza dirgli quale mestiere fai e prova invece a fare la stessa cosa informandolo che sei un insegnante (leggasi; dipendente pubblico). Credi che il modo di dialogare del tuo interlocutore sarebbe lo stesso in entrambi i casi?
Poiché generalmente ai piccoli imprenditori del nord est i dipendenti pubblici stanno pesantemente sui coglioni (lo so perché vivo nel nord est), è altamente probabile che nel secondo caso le tue argomentazioni, per inoppugnabili che siano, non sarebbero prese in considerazione "a prescindere" dal tuo ruspante interlocutore. Ciò, per il semplice fatto che provengono da uno che il piccolo imprenditore del nord est tende a considerare uno spregevole parassita per mantenere il quale egli è da sempre salassato dal fisco. Egli non tenterà neppure di capire se ciò che esponi è giusto o sbagliato, in quanto sarà mosso dall'unico impulso di aggredirti per ciò che sei (ossia per ciò che rappresenti nella sua mente infestata dai più retrivi luoghi comuni sui dipendenti pubblici parassiti e fannulloni).
Il risultato sarà che ben presto la discussione finirà in caciara (accuse reciproche, insulti e via discorrendo).
CONTINUA (per motivi di spazio).
Continuano ad arrivare post di autori che non si preoccupano di avere un profilo che consenta di identificarli. A quanto pare non serve nemmeno scrivere nell'intestazione "QUESTO NON E' UN BLOG PER ANONIMI".
RispondiEliminaIn ogni caso insistere non serve a niente: su questo blog gli anonimi non commenteranno più.
Dice: ma come fai ad essere sicuro che qualcuno non costruisca un falso profilo? E infatti l'approccio è, e sarà, altamente conservativo: dovrò essere VERAMENTE CONVINTO che una persona esista, per inserirla tra i "commentatori certificati".
Come farò senza commenti? Ah, sarà tragica! Vivrò più tranquillamente, farò post più lunghi e meditati, magari avrò il tempo di innamorarmi ancora...
Agli anonimi: non insistete, non c'è trippa per gatti.
II PARTE
RispondiEliminaCosa c'entra il piccolo imprenditore del nord est con il tuo blog? Il tipo di risposta data dal verace artigiano veneto dopo che gli hai detto cosa fai per vivere, ahimè, costituisce un modulo di comportamento assai diffuso in ogni ambiente e trasversalmente a tutte le classi e categorie sociali indipendentemente dal grado d'istruzione delle persone.
Ricorderai che alcuni cattedratici rilasciarono dichiarazioni in cui fecero intendere che Bagnai non è da prendere sul serio perchè, in fin dei conti, insegna in un ateneo di provincia. In sostanza costoro, nonostante tutta la loro "sapienza", hanno affermato che se Bagnai insegnasse alla Bocconi o alla Luiss, ciò che professa sarebbe automaticamente degno di maggiore considerazione, perché quel che unicamente conta (secondo questo schema pseudo-logico di interpretazione della realtà) non è l'intrinseca correttezza o erroneità delle posizioni che uno esprime, ma il fatto che queste provengano da chi garba o non garba a loro, ossia da chi essi ritengono avere titolo per rendere fideisticamente credibile la qualunque cosa dica.
Analogamente al greve artigiano del nord est, i raffinati soloni in questione, forse, sarebbero stati più costruttivamente indotti ad esprimersi sull'intrinseca validità delle tesi di Bagnai se non avessero saputo che a propugnarle era, per l'appunto, il collega di "serie b" (cioé che insegna nelle università di provincia).
Per farla breve, è innegabilmente giusto e opportuno che il gestore di un blog conosca le generalità reali di chiunque gli chieda di pubblicare, ma non risponde ad alcuna esigenza di correttezza e di buon funzionamento del blog - e, anzi, costituisce un elemento di distorsione e di perdita di costruttività del dibattito - il fatto che gli "ospiti" del blog conoscano le generalità degli gli altri "ospiti".
In definitiva, è importante che TU (e solo tu) sappia in ogni momento chi sta scrivendo sul tuo blog ed è quindi giusto che chi vuole commentare comunichi a te (e solo a te) le proprie generalità, la professione, la residenza ecc...
P.S.: di facialibro personalmente me ne fotto, per il semplice fatto che non sono registrato e mai mi registrerò.
Premessa: il presente post è privato e non è destinato ad essere pubblicarlo.
RispondiEliminaIl problema, per quanto mi riguarda, non sta nel comunicare a te le mie generalità, ma nel fatto che tu, esigendo da tutti coloro che vogliono commentare nel tuo blog un "profilo pubblico" comprensivo di una serie di dati personali, pretendi che queste persone mettano in piazza informazioni che AI VISITATORI DEL BLOG NON SERVONO (i quali visitatori, ove si ritenessero diffamati da qualche commentatore, potrebbero tranquillamente rivolgersi a te, come titolare del blog, per conoscere l'identità del diffamatore).
E' vero che l'anonimato fornisce una vile copertura a quanti intendono lanciare impunemente merda su tutto e tutti, ma a frendare questo istinto è sufficiente che il solo "padrone di casa" sappia chi si cela detro il nik di fantasia.
Invece, pretendere da chi vol commentare nel blog non semplicemente di notificare al relativo titolare i propri dati personali, ma di renderli pubblici, in modo qualunque visitatore del blogo li conosca, non è solo ultronea rispetto alla dichiatata finalità di "elevare" il dibattito, ma costituire determina addirittura un fattore altamente distorsivo del dibattito stesso, perché il piccolo o grande ignavo che alberga in noi finisce inevitabilmente per attribuire alle posizioni e osservazioni degli interlocutori non già il significato oggettivo intrinseco che è giusto attribuirvi, ma quello "processato" attraverso gli infiniti luoghi comuni che fungono da inesauribili generatori di rancore e contrapposizioni individuali e sociali fra gli uomini (italiano/non italiano, comunitario/extracomunitario, meridionale/settentrionale, professore/maestro, docente di univerità metropolitane/ docente di università di provincia, lavoratore autonomo/lavoratore dipendente, dipendente pubblico/dipendente privato, pisano/livornese...e chi più ne ha più ne metta).
Credere che l'elevato livello culturale di un soggetto lo protegga dal becero stereotipo è segno di ingenuità. La mia esperienza di partecipante (con rigoroso "profilo pubblico") ad alcuni web-forum frequentati da professionisti e gente il cui cursus studiorum farebbe supporre al di sopra del trito luogo comune, mi fa concludere che quest'ultimo ed il suo uso dialetticamente strumentale nelle discussioni sono assiduamente frequentati e praticati da quel genere di persone (spesso e volentieri questi "illuminati studiosi", quando sono messi dialetticamente in difficoltà, vanno immediatamente a controllare il tuo profilo pubblico per vedere se possono sceditarti in ragione del mestiere che fai, della origine geografica, dell'età anagrafica ecc..., con il risultato che la discussione finisce inesorabilmente in caciara).
Quindi, perché non ti limiti a chiedere a chi vuole partecipare alla discussione con uno peudonimo che comunichi a te (e solo a te) le proprie generalità reali?