lunedì 18 maggio 2015

La catena di comando


Vi invito a guardare il video del prof. Giovanni Cocchi, in risposta a Matteo Renzi sulla riforma detta "La buona scuola". Il collega è chiaro ed esaustivo nell'esporre i principali punti della proposta, tutti da respingere.

Vorrei però aggiungere qualcosa, nel mio stile, alle pacate parole del prof. Cocchi, al fine di evidenziare un aspetto della riforma, così eclatante da non essere creduto possibile da molti colleghi: la libertà per i presidi di scegliere gli insegnanti. Il prof. Cocchi ne parla da 12'45'' a 16'45''.

Una premessa: vi risulta che gli impiegati del catasto, o dell'INPS, o di un ministero... siano scelti dal capo ufficio? L'ENI, o l'ENEL, o la Telecom, quando devono assumere personale, lo fanno scegliere direttamente da coloro che ne saranno i capi, lasciandogli anche il diritto di decidere, a scadenza, se confermarli o licenziarli? Mio nonno lavorava nelle Ferrovie, era un capo squadra che "comandava" una trentina di manovali. Si era ai tempi del fascismo, badate, ma non era lui a decidere chi assumere e chi licenziare! Nella scuola fascista, invece, l'assunzione era già (dal 1923) per chiamata diretta.

Vi domando: perché nella scuola, oggi come ai tempi del fascismo, si vuole l'assunzione per chiamata del diretto superiore, laddove ciò non è previsto per altri tipi di impiego? Perché io, e non il mio amico impiegato al catasto - ad esempio, devo dipendere per lavorare dal placet di un diretto superiore? Forse perché faccio un lavoro "speciale", sebbene molto peggio pagato di quello del mio amico, il quale per altro è diplomato mentre io sono laureato? Mi piacerebbe capirlo.

Ecco allora che vorrei chiedere, ai tanti che non ci trovano niente di strano nel fatto che sia il Preside a scegliere arbitrariamente i docenti, come si sentirebbero sapendo che il loro posto di lavoro dipende dal loro diretto superiore! Non sarebbe giusto che questo principio, una volta applicato alla scuola, venisse esteso a tutte le categorie di lavoratori? O noi insegnanti siamo meno lavoratori degli altri?

O non è che, come al solito, qualcuno si diverte facendo il frocio con il culo degli altri?

Cosa c'è, nella scuola pubblica, democratica, con reclutamento su base concorsuale, che dà tanto fastidio ai nemici della Costituzione? Ve lo spiego con un esempio. Questa mattina, mentre i ragazzi si sistemavano ai loro posti, ho aperto la home-page del quotidiano "La Repubblica". Il secondo articolo riportava la seguente frase:

"Migranti, flotta Ue contro gli scafisti"

Ho detto: "ragazzi, oggi lezione anomala!". Le "lezioni anomale" sono quelle in cui si esce dal programma e si discute di qualche argomento, non necessariamente di attualità. Ho copia&incollato la frase sulla lavagna LIM e ho chiesto ai miei studenti di individuare l'errore concettuale nel titolo. Ho ripetuto l'esperimento in tre classi, spendendo una decina di minuti in ognuna, e solo in un caso un ragazzo ha dato la risposta corretta: l'Ue non ha una flotta.

Ora domandatevi: preferite che uno degli insegnanti di vostro figlio abbia la libertà di fargli notare queste "perle di propaganda", o vorreste che il suo diretto superiore avesse la facoltà di riprenderlo, minacciando di non confermargli l'incarico?

Ecco, la buona scuola di Matteo Renzi è il secondo scenario. E' semplice, è tutto lì. Quanto al resto sono pinzellacchere, come quella di immettere in ruolo centomila insegnanti ai quali, anni fa, fu assicurato che l'unico canale di accesso all'insegnamento sarebbe stato, in futuro, il triennio di specializzazione post laurea, con selettivo esame finale. Centinaia di migliaia di insegnanti hanno frequentato le scuole di specializzazione, centomila hanno superato l'esame selettivo finale, lavorano da anni nella scuola coprendo cattedre vacanti.... e Matteo Renzi che fa? Dice che, se non accettiamo il preside sceriffo, non immetterà in ruolo quei centomila colleghi!

Questo, cari colleghi insegnanti, è l'uomo Matteo Renzi! Questo è il suo governo, sostenuto da PD e NCD, più scaglie varie come Partito Socialista, UDC, Democrazia Solidale, Popolari per l'Italia, Scelta Civica.

Colleghi, la "buona scuola" è una scuola fascista, e nessuno di noi dovrà, mai più, sostenere i partiti che l'hanno proposta, né le organizzazioni di qualsiasi genere, ad esempio la CISL, che l'accettano! La scuola è un baluardo della democrazia, e non arretrerà di un solo passo!

10 commenti:

  1. E' la scuola baronale, diventa ciò che l'università è sempre stata. Se ne parlò già diversi anni e fa ricordo ancora la dirigente di scuola specializzazione lamentarsi amareggiata, proprio lei che baronessa è, della macabra figura del preside-barone (certo non usò questi termini ma questa era la sostanza).

    ENI, ENEL ... tempo al tempo che le privatizzazioni incalzano ... e su cosa cosa portano ... ENRON docet.

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  2. Francamente io non vorrei che un insegnante facesse notare alcunchè che non sia attinente alla sua materia.
    Quindi io la metterei giù così:
    preferite che tutti gli insegnanti diventino obbligatoriamente megafono del sistema, indottrinando ad ogni occasione gli studenti all'ideologia dominante, o che siano liberi di fare lezione sulla base di un programma didattico?

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    1. "Francamente io non vorrei che un insegnante facesse notare alcunchè che non sia attinente alla sua materia"

      Io non sono d'accordo. E non sto neanche ad argomentare. Diciamo che è una cosa che, se potesse essere capita, non andrebbe spiegata.

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  3. Magnifico esempio di "piddinus constitutionalis" (nel senso di "genetico"). Si coglie a pieno che i suoi insegnanti si attenevano pedissequamente alla loro materia (come avviene in quelle scuole a pagamento dei cui destini si preocupano tanto i nostri governanti di destra e di sinistra da vent'anni).

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  4. Stavolta Fiorenzo non sono d' accordo con te, l' anello più debole dell' insegnamento è il discente e non il docente, ho l' idea un po' banale ( o piddina se vuoi ) che la scuola debba dare gli strumenti cognitivi distribuiti uniformemente e non quelli ideologici distribuiti a caso per interpretare e far tesoro delle esperienze. Questo non vuol dire che non si debba difendere il valore fondamentale della libertà di insegnamento.
    P.s. domani sciopero dei medici di famiglia per difendere i diritti dei malati ( non dei medici ) che sono l' anello debole del sistema sanitario.

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    1. Caro Ippolito, lo vedi che sei "piddino dentro"? Facciamo così, domani o dopodomani, quando sarò convalescente per un'operazione ai denti, posterò una lezione di quelle che faccio a scuola, senza aggiungere o togliere nulla. Che so, potrei parlare del codice ASCII... vedrai quante cose "non attinenti alla materia" ci sono nel banale codice ASCII!

      Vedi Ippolito, la scuola è come la vita: è bella perché è varia. Ed è varia perché diversi sono i prof che incontri. C'è quello introverso, quello estroso, quello rigidamente attento al programma e quello che spazia in ambiti diversi, e non è affatto detto che il prof rigido sia migliore di quello che svagola a dritta e manca, anzi! per svagolare bisogna avere un po' di cultura, aver avuto degli interessi, delle passioni, essere vivi dentro, mentre chi segue rigidamente il programma magari ha una seconda professione alla quale dedica le sue migliori energie, e a scuola "segue il programma".

      Ma basta, vado a letto che domani mi smontano la mascella. Vedrai, ti divertirò svelandoti le mille cose che ci sono dietro il codice ASCII. C'entra anche la politica sai? E non solo... Uno parte dal codice ASCII e arriva alla globalizzazione e alla Ciiiiinaaaa.

      Ti saluto, che qui c'è l'amico Claudio che è curioso e vuole la leZZZioncina in anteprima.

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    2. Io continuo a non capire perché ci si debba quasi vergognare di scioperare per difendere sé stessi e si debba passare per la forma del "difendo i diritti dei fruitori dei miei servizi".

      Mi sembra figlio di quel pensiero individualista secondo che ti dice: "dimostra ciò che vali, nessuno ti deve un lavoro, vorrai mica assistenzialismo", pensiero incompatibile con la forma sociale stabilità dalla nostra costituzione.

      Allora andiamo anche oltre nel negare la costituzione e diciamo: "nessuno ti deve un lavoratore, nessuno ti deve un servizio". Se nessuno deve al singolo un lavoro allora nessuno gli deve neppure un insegnate che formi i suoi figli o un medico che lo curi. Tutte queste cose dipendono dai rapporti sociali vigenti. Solo che ci scorda sempre quelli relativi al "fornitore di lavoro".

      Passare sempre per la forma del "difendo il diritto del fruitore di servizio" somiglia molto al Papa nel marchese del grillo quando dice:

      a voi [..] devo affidare non la custodia e la salvezza della mia persona alla quale non tengo (come no n.d.r.) ma la dignità e l'onore della chiesa di cristo

      Sono proprio queste forme che devono essere superate.

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    3. Sono sicuro che riuscirai a convincermi, è sempre facile giudicare con severità il lavoro degli altri, sono consapevole di questo. Se solo riuscissimo a rispettare il lavoro altrui ed ascoltare più che declamare...
      È un rimprovero che faccio esclusivamente a me stesso.
      Buonanotte e in bocca al lupo.

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  5. Solo una notarella.
    La scuola di Gentile non era per il popolo. Diversi anche di gran valore hanno combattuto perché lo potesse diventare. Alla fine degli anni sessanta del secolo scorso il passo era maturo ma lo stato abbandona la scuola. Il resto è noto.

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