sabato 23 maggio 2015

Le ragioni dell'euro (presso la CCIA di Frosinone 22-05-2015)

L'IRASE, la UIL e la UILScuola di Frosinone hanno organizzato, lo scorso VENERDI’ 22 MAGGIO alle ORE 9.30 presso la Camera di Commercio Industria e Artigianato di Frosinone, un incontro dal titolo "Le ragioni dell’euro", nel corso del quale sono intervenuti numerosi ospiti, tra i quali i professori Gennaro ZezzaCarmelo Cedrone; autore, quest'ultimo, del libro "Dove va l’€uro?".

Quello che segue è l'ottimo intervento del prof. Gennaro Zezza.



Era meglio tacere da piccoli! (Il significato dell'iniziativa nel quadro della politica locale)


Gabriele Stamegna
Tra i presenti anche Gabriele Stamegna, segretario generale della Uil di Frosinone. L'iniziativa, politicamente ascrivibile alla UIL, potrebbe da un lato essere interpretata come un segnale di interesse per le ragioni della crisi dell'euro, ma anche come l'ennesima conferma dello schiacciamento di questo sindacato sulle ragioni della scelta eurista. Il segnale interessante consiste nell'aver invitato Gennaro Zezza le cui posizioni, sul tema, sono notoriamente critiche.

Purtroppo gli interventi di almeno due dei relatori, Roberto Garofani e Salvatore Cuccurullo, sono andati nella direzione opposta. Molto più prudente, invece, l'intervento di uno storico esponente locale di questo sindacato, Maurizio Cesari.

In effetti Roberto Garofani si è esibito in una rievocazione entusiasta, quanto acritica, del sogno di un'Europa di pace, la cui realizzazione, udite udite, sarebbe stata inevitabilmente e giustamente posta in capo ad una tecnocrazia illuminata. Ascoltate per credere:


Molto più cauto e prudente, come detto, l'intervento dell'esperto e navigato Maurizio Cesari, il quale ha messo le mani avanti dichiarandosi incompetente in materia economica. Di Maurizio Cesari ricordo alcune appassionate rievocazioni della resistenza, pronunciate agli studenti in occasione delle ricorrenze del 25 aprile quando insegnavamo nella stessa scuola. A Maurizio Cesari va il mio plauso convinto.


Non altrettanto cauto, anzi fin troppo eurofilo, l'intervento di Salvatore Cuccurullo, il quale ha suggerito l'inserimento, nei piani di Studio delle superiori, della materia "Diritto dell'Unione Europea". Al buon Cuccurullo sfugge, forse, un aspetto critico della sua proposta: metterla in pratica significherebbe dare alle nuove generazioni gli strumenti per intendere, molto più facilmente, l'insanabile contraddizione presente nella vulgata mediatica (ce lo chiede l'Europa) di trattati europei falsamente descritti come sovraordinati alla nostra Costituzione! Chissà, magari è proprio questo quello che si augura Salvatore Cuccurullo!

Veniamo al momento clou degli interventi dei relatori ciociari (a parte il saluto del Presidente della CCIA Marcello Pigliacelli, ça va sans dire!), quello di Carmelo Cedrone, autore del libro "Le ragioni dell’euro". Ascoltiamolo:


Gli argomenti di Cedrone sono ben noti e possono essere sintetizzati così: si è fatta l'Europa monetaria, ma non si è fatta l'Europa politica. Messa così, la posizione di Cedrone potrebbe apparire come l'ennesima giaculatoria in favore di un fantomatico "più Europa" invocato come soluzione di tutti i guai, ma forse c'è dell'altro. Se mettiamo insieme un po' di fatti, dalla presenza di Gennaro Zezza alla circostanza che la UIL è, da sempre, il meno euro-entusiasta tra i sindacati, per non dire del fatto che la CCIA di Frosinone è, da decenni, un contrappeso agli interessi del settore bancario locale o, quantomeno, un'Istituzione dove questo non è mai riuscito a dilagare, ecco allora che questo convegno potrebbe significare qualcosa di più della semplice presentazione di un libro.

Né va dimenticato che il Grexit si avvicina. Ecco perché, nei titoli dei video di Roberto Garofani e Salvatore Cuccurullo, ho inserito la scritta "era meglio tacere da piccoli", mentre in quello dell'esperto e navigato Maurizio Cesari ho scritto "è bene tacere da piccoli"! In altre parole: chi, come me e pochi altri in questa città, è schierato da anni contro l'euro e l'UE, ormai è compromesso, non ha nulla da perdere e può solo sperare che i fatti gli diano ragione; ma conviene a chi, come Garofali e Cuccurullo (evidentemente non conoscendo i fatti perché hanno dedicato il tempo e l'intelligenza ad altro, sia chiaro!) continuare ad esporsi in favore di una scelta eurista che potrebbe essere alla vigilia del suo otto settembre? Forse, sottolineo "forse", qualcuno nella UIL locale comincia a porsi qualche domanda. Sono troppo ottimista? E' la disperazione a farmi parlare così?

Una cosa è certa: a Frosinone anche il solo parlare di qualche difetto della meravigliosa scelta eurista apportatrice di pace, benessere e civiltà, fino a poco tempo fa sarebbe stato impensabile, e chi osava criticare veniva, inevitabilmente, accusato di essere di destra o leghista. E' capitato anche a me. In questa occasione, finalmente (e vivaddio! lasciatemelo ripetere: finalmente!) almeno la moneta unica è stata criticata, alla presenza di uno dei più noti economisti italiani che, da anni, si spende in tal senso.

Per capire di più, urge un'intervista al segretario generale della UIL di Frosinone Gabriele Stamegna. Stay tuned.

7 commenti:

  1. Credo che ci sia, forse anche in te, una sottovalutazione della portata della questione euro.
    Se la consideriamo una questione a sè stante come fa la maggioranza degli antieuro, allora davvero non si capisce perchè tante resistenze all'abbandono di una scelta così palesemente dannosa per tanti paesi.
    Io credo invece che a seguito della caduta dell'euro, crolla la stessa unione europea e si porta dietro conseguenze sulla questione fondamentale, quella che riguarda la globalizzazione neoliberista.
    Il fatto che non vi sia chiarezza, che neanche nel fronte antieuro si riesca a discutere della scelta successiva, delle conseguenze, delle alternative possibili, rischia da una parte di prolungare l'agonia eurista, dall'altra di determinare una paralisi post-euro perchè concentrandosi esclusivamente sul primo passaggio, ci si azzufferà ferocemente per i passaggi successivi.

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    1. Non è che sottovaluto la questione euro, è che posso solo immaginare quel che accadrà dopo, ma non ho gli strumenti sufficienti per avere una ragionevole certezza degli scenari successivi e farmene sub-divulgatore. Se il problema fosse solo economico, allora darei ragione a Bagnai, ma so fin troppo bene che le reazioni degli uomini, dei corpi sociali e degli interessi economici organizzati, in seguito a perdite improvvise, possono essere altamente non-lineari.

      Poiché non so quello che accadrà, cerco di non sbilanciarmi troppo. Una cosa però la so: se il casino può arrivare con la fine dell'euro, a maggior ragione può arrivare se si difende l'euro oltre la soglia della ragionevolezza. Una soglia che temo sia già alle nostre spalle.

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    2. Tu dici che non hai una ragionevole certezza sugli scenari successivi, ma davvero credi che sia possibile fare una scelta così netta senza immaginare, pur con i limiti che giustamente tu segnali, cosa sarà necessario fare il giorno successivo?
      Con questa cautela che certamente ha il merito di essere responsabile, tuttavia si finisce per dare un argomento a favore dello status quo. Come la metti tu, sembra la soluzione del meno peggio, che è un approccio politico discutibile.
      Forse oggi sarebbe il momento del coraggio o forse di un pizzico di temerarietà, senza cui la politica rimarrebbe sempre confinata nel continuismo.
      Come forse sai, io sono ferocemente antiglobalista e credo che un'opzione così radicale vada proposta alla cosiddetta opinione pubblica senza timidezze, articolando opportunamente una ipotesi credibile, a cui qualcuno dovrebbe lavorare.

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    3. Immagino tu sappia che sono un sovranista e che sono stato iscritto all'ARS. Tuttavia, un conto è avere in mente una soluzione, altro è essere sicuri che sia la migliore, se non l'unica possibile. e proporla con sicurezza agli altri. Io l'unica cosa che mi sento di chiedere a tutti è di avere il coraggio di sbagliare con la propria testa, poi vada come vada. Ovviamente per sbagliare con la propria testa è necessario sapere come stanno le cose... altrimenti si sbaglia con la testa di qualcun altro.

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  2. Ho appena scaraventato nello spam il commento firmato con un nick non riconducibile a soggetto pubblicamente identificabile. Come spesso accade per i commenti degli anonimi, il tono e il contenuto era offensivo e altezzoso.

    Forti dell'anonimato, questi vigliacchi alzano la cresta e diventano dei Rodomonte. Se il suddetto commentatore vuole essere pubblicato, che si qualifichi certificando la sua identità. Immediatamente sarà pubblicato e, con altrettanta celerità, le sue offensive parole riportate alla persona interessata la quale, se vorrà, potrà chiedergli di contribuire al miglioramento della sua qualità di vita...

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  3. Fiorenzo, si può essere anonimi anche con un nome ed un cognome, non trovi?

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    1. Provo a spiegarmi. Poco fa un tizio con un nick anonimo ha commentato sul blog. Dico "anonimo" perché non c'è modo di capire chi sia. Costui ha usato parole poco simpatiche a proposito di uno dei partecipanti al convegno il quale, io credo, avrebbe bene il diritto di chiedermi: "Fiorenzo, chi è quel tipo che mi ha diffamato? Vorrei querelarlo...".

      Capisci bene, quindi, che essendo io il responsabile di questo blog, sarà mio onere quello di verificare che le informazioni associate a un nickname siano o no sufficientemente veritiere, e tali da identificare il commentatore. Se mi sbaglierò, pazienza, ma io ce la metterò tutta per far sì che chi commenta qui sia una persona in carne e ossa, e riconoscibile.

      Adotterò pertanto dei criteri selettivi, invitando eventuali nicknames non sufficientemente identificabili a completare il loro profilo. Chi non è d'accordo può benissimo fare a meno di commentare, o può andare da qualche altra parte, so what?

      Nel tuo caso non ci sono problemi: sei sufficientemente "pubblico" per poter commentare qui, se e quanto ciò ti fa piacere.

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