così, per segnalare... http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/03/02/vendola-padre-il-post-violento-del-leghista-pini-su-facebook-che-poi-viene-rimosso/2511689/
Mah, non lo so... A botta calda, ci tenevo a dirti che a 'sto giro non mi hai granché convinto, 'a Fiore'! Alludo alla questione "froci e lesbiche", per intenderci; non certo alla questione dell'orecchiuto Vendola e della mercificazione - cui il Salò pasoliniano fa oramai un baffo (pubico?...). Personalmente, per quello che conta, pur avendo passato da un po' l'età delle smanie più ingovernabili, resto fautore di "una sessualità espansa e sudaticcia". Ergo... SQUADRISTI! SQUADRISTI!!!
Non ho messo in discussione le preferenze individuali, ma semplicemente posto il problema di quantificarle. Tra l'altro, per quanto mi riguarda, da tempo in queste faccenduole sono entrato in clandestinità, per cui non mi sogno minimamente di discutere le scelte di chicchessia.
Ciò detto e premesso, provo a spiegarmi per iscritto con una piccola analogia. Devi sapere che a me non piace la carne di cavallo, ma innumerevoli volte molti me l'hanno caldamente consigliata, a partire (e insistentemente) dall'oratorio, ma nessuno riuscì a convincermi nemmeno ad assaggiarla. Gli è che sono anch'io un cavaliere, sebbene un cavaliere rosso, e puoi ben capire che considero il mangiare carne di cavallo quasi alla stregua dell'antropofagia.
Tuttavia in un'occasione un buongustaio, approfittando di un momento di debolezza (una fame da lupo) riuscì farmela assaggiare. Che dire? Di certo non vomitai, ma non sono diventato un mangiatore di carne di cavallo. Ora la domanda che ho posto è: quanti sono quelli che hanno talvolta mangiato carne di cavallo, magari solo per fame, e quanti invece quelli che la preferiscono al punto di mangiare solo quella? Io dico che sono il 4% circa, e il 30% o 40% quelli che l'hanno solo assaggiata, ma senza trovarla gustosa. Se vuoi possiamo discutere di queste cifre, sicuramente campate in aria perché ricavate dalle mie esperienze di conoscenza personale degli altri. Tu come la vedi?
Aggiungo un'altra domanda: come mai l'esigua minoranza degli ippofagi (Ippolito tranquo: nessuno vorrebbe mangiarti mai) gode di cotanto sostegno da parte dei media? Forse perché i proprietari dei media sono anche grandi allevatori di cavalli?
... Il fatto è fatticcio, caro Fiorenzo! Nel senso che, come notavate pure voi lì in studio, la questione è vasta, appassionante, e pregna (mi si passi il tecnicismo) di plurime implicazioni; forse troppo pregna per tagliare certi giudizi a colpi d'accetta (benché affilata dall'ironia), sull'onda di qualche bicchierozzo di buon rosso. Dove sta l'accetta, tu mi dirai? Innanzitutto nelle parole. Parole che, per citare il solito Moretti d’annata, sono importanti, c'è poco da fare. Per quanto mi riguarda - e lo dico spassionatamente, non ritenendo di rientrare nella categoria - il termine frocio può avere anche una valenza ironica, liberatoria rispetto ai tremori del politicamente corretto, ma questo dipende molto - ça va sans dire - da chi parla e da chi ascolta. Ora, di certo tu conoscerai il tuo "pubblico" meglio di me, ma perché esporsi a critiche sulla forma che darebbero l'alibi per sorvolare sul contenuto del tuo ragionamento? (Oltretutto, mi tralasci la nutrita schiera delle checche, le quali potrebbero giustamente lamentare questa tua inspiegabile esclusione! ... SQUADRISTA! SQUADRISTA!!!) No, perché il tuo ragionamento mi intriga. Anche e soprattutto in quanto mi trova in rispettoso disaccordo. Proverò a sviscerarlo restando nei termini dell'analogia equina.
Io - proprio come te, suppongo, e la stragrande maggioranza di nostri "simili" - sono stato tirato su a botte di proteine animali sin dalla più tenera età; ho poi proseguito di mia sponte nell'età della ragione, sino a smettere, qualche anno fa, per ragioni etiche nonché scientifiche. Adesso come adesso, l’abbandono della mia precedente condizione di vigliacco predatore indiretto, per così dire, mi pare la cosa più naturale del mondo (mentre mi secca non poco il fanatismo autoghettizzante di chi si definisce vegano). Al contempo, mi chiedo cosa sia naturale. Ciò che avviene in natura, mi rispondo con una logica senz’altro rudimentale. E dunque la mia scelta, per esempio? Certo. Ma nelle dinamiche di natura rientrerebbe pure la scelta di quelli che - con tutta la buona fede del mondo, per carità! Core de mamma sua!!! - decisero al posto mio, quand’ero infante e poi giovincello? Direi di sì. Così come andrebbero definite naturali anche le scelte predatorie che con tutta la malafede del mondo fanno molti miei "simili", obbedendo alla crapula ed a quell'istinto distruttivo ed autodistruttivo che contraddistingue il genere umano.
E poi, giusto per intrigare ancora un pochetto il vetusto nodo tra natura e cultura, chi ce lo dice che in presenza di diverse condizioni, naturali o culturali che dir si voglia, le scelte non sarebbero state diverse, ma magari non definitive? Ecco, tutto questo pippone allucinante aveva l’ardire di avanzare qualche dubbio su quella che definirei una rassicurante smania classificatoria. Trasferendo i miei dubbi sul piano della sessualità - che come avrai capito io auspico “espansa e sudaticcia”, pur restandomene oramai ai margini di ciò che la vecchia lenza di Houellebecq chiama “dominio della lotta” -, non posso che rifuggire tanto da parolacce come eterosessuale quanto da parolacce come omosessuale - oltre a prendere con le pinze quell'altra parolaccia di ultima generazione, ossia bisessuale. Non so, una simile semantica mi ricorda un po’ l’ignoranza della destra che si contrappone alla stupidità della sinistra. Vedi, per me la gratificazione fisica ed emotiva che passa per il rapporto (e non necessariamente per il contatto, si badi bene) con il prossimo è - o meglio, sarebbe, se non ci affannassimo a mortificarne l’essenza - un qualcosa di assai più complesso e sfuggente, che si sottrae per sua natura - qualsiasi cosa ‘sta cacchio di natura sia! - alle gabbie concettuali come alle gabbie materiali. Un qualcosa con cui l’apparato cardiaco e l’apparato genitale hanno a che fare senza dubbio, ma magari meno di quanto siamo portati a credere…
E per il momento chiuderei qui, perché temo, sennò, di giocarmi il diritto d’asilo in questi lidi, nei bigi giorni a venire. Ma resto a disposizione per approfondire, magari stappando qualche sughero ben stagionato, chissà… A presto!
Non si sceglie di nascere cavallo nè di diventare omosessuale, si può scegliere di diventare padri o madri a volte anche in maniera caricaturale scimmiottando la famigliola del " Mulino Bianco ". Quello che non è accettabile è che un bambino diventi merce e spero che su questo si sia tutti d' accordo.
Alessandro non fissarti sul caso specifico, l' utero si può anche affittare per embrioni a coppie infertili per motivi anatomici, per esempio io non vedo cosa ci sia di male se si usano le cellule germinali dei genitori che poi avranno il loro bambino dopo che si sarà sviluppato in un utero in affitto, certo sarebbe meglio che ciò accadesse senza vincoli commerciali come è accaduto per sorelle che hanno prestato il loro utero.A qualcuno potrà dare fastidio anche questa pratica, ma ammetterai che è cosa diversa che vendere un bambino.
Non mi pare di essermi fissato sul caso specifico né di aver parlato di medesimi piani o piani diversi. Ho solo rivolto un pensiero alle madri, oltre che ai nascituri. Cosa che per te è forse inopportuna. Beh, in tal caso non saprei che dirti. Senza strascichi polemici. Ciao!
OK, nessuna polemica, non mi sembra l' argomento adatto proprio per la complessità del tema. Volevo aggiungere una riflessione: tutti siamo concentrati sulla figura morale di Vendola o sulle donne che vendono ovociti o affittano uteri o sulle società che lucrano sulle debolezze umane,nessuno parla del compagno di Vendola, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate ( non per polemizzare, ma perchè apprezzo i vostri commenti) di quel padre biologico.
Stemperando i toni, dico solo che non vorrei essere al suo posto, pover'uomo! Pensa che dev'essere dormire assieme a Vendola! (Che poi, fosse solo dormire...) L'amore è orbo, in certi casi.
Io vi trovo fantastici sono anni che vi guardo siete una botta di assoluta allegria alcooooolica
RispondiEliminacosì, per segnalare... http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/03/02/vendola-padre-il-post-violento-del-leghista-pini-su-facebook-che-poi-viene-rimosso/2511689/
RispondiEliminaMah, non lo so... A botta calda, ci tenevo a dirti che a 'sto giro non mi hai granché convinto, 'a Fiore'! Alludo alla questione "froci e lesbiche", per intenderci; non certo alla questione dell'orecchiuto Vendola e della mercificazione - cui il Salò pasoliniano fa oramai un baffo (pubico?...).
RispondiEliminaPersonalmente, per quello che conta, pur avendo passato da un po' l'età delle smanie più ingovernabili, resto fautore di "una sessualità espansa e sudaticcia". Ergo... SQUADRISTI! SQUADRISTI!!!
Non ho messo in discussione le preferenze individuali, ma semplicemente posto il problema di quantificarle. Tra l'altro, per quanto mi riguarda, da tempo in queste faccenduole sono entrato in clandestinità, per cui non mi sogno minimamente di discutere le scelte di chicchessia.
EliminaCiò detto e premesso, provo a spiegarmi per iscritto con una piccola analogia. Devi sapere che a me non piace la carne di cavallo, ma innumerevoli volte molti me l'hanno caldamente consigliata, a partire (e insistentemente) dall'oratorio, ma nessuno riuscì a convincermi nemmeno ad assaggiarla. Gli è che sono anch'io un cavaliere, sebbene un cavaliere rosso, e puoi ben capire che considero il mangiare carne di cavallo quasi alla stregua dell'antropofagia.
Tuttavia in un'occasione un buongustaio, approfittando di un momento di debolezza (una fame da lupo) riuscì farmela assaggiare. Che dire? Di certo non vomitai, ma non sono diventato un mangiatore di carne di cavallo. Ora la domanda che ho posto è: quanti sono quelli che hanno talvolta mangiato carne di cavallo, magari solo per fame, e quanti invece quelli che la preferiscono al punto di mangiare solo quella? Io dico che sono il 4% circa, e il 30% o 40% quelli che l'hanno solo assaggiata, ma senza trovarla gustosa. Se vuoi possiamo discutere di queste cifre, sicuramente campate in aria perché ricavate dalle mie esperienze di conoscenza personale degli altri. Tu come la vedi?
Aggiungo un'altra domanda: come mai l'esigua minoranza degli ippofagi (Ippolito tranquo: nessuno vorrebbe mangiarti mai) gode di cotanto sostegno da parte dei media? Forse perché i proprietari dei media sono anche grandi allevatori di cavalli?
... Il fatto è fatticcio, caro Fiorenzo! Nel senso che, come notavate pure voi lì in studio, la questione è vasta, appassionante, e pregna (mi si passi il tecnicismo) di plurime implicazioni; forse troppo pregna per tagliare certi giudizi a colpi d'accetta (benché affilata dall'ironia), sull'onda di qualche bicchierozzo di buon rosso. Dove sta l'accetta, tu mi dirai? Innanzitutto nelle parole. Parole che, per citare il solito Moretti d’annata, sono importanti, c'è poco da fare. Per quanto mi riguarda - e lo dico spassionatamente, non ritenendo di rientrare nella categoria - il termine frocio può avere anche una valenza ironica, liberatoria rispetto ai tremori del politicamente corretto, ma questo dipende molto - ça va sans dire - da chi parla e da chi ascolta. Ora, di certo tu conoscerai il tuo "pubblico" meglio di me, ma perché esporsi a critiche sulla forma che darebbero l'alibi per sorvolare sul contenuto del tuo ragionamento? (Oltretutto, mi tralasci la nutrita schiera delle checche, le quali potrebbero giustamente lamentare questa tua inspiegabile esclusione! ... SQUADRISTA! SQUADRISTA!!!) No, perché il tuo ragionamento mi intriga. Anche e soprattutto in quanto mi trova in rispettoso disaccordo. Proverò a sviscerarlo restando nei termini dell'analogia equina.
RispondiEliminaIo - proprio come te, suppongo, e la stragrande maggioranza di nostri "simili" - sono stato tirato su a botte di proteine animali sin dalla più tenera età; ho poi proseguito di mia sponte nell'età della ragione, sino a smettere, qualche anno fa, per ragioni etiche nonché scientifiche. Adesso come adesso, l’abbandono della mia precedente condizione di vigliacco predatore indiretto, per così dire, mi pare la cosa più naturale del mondo (mentre mi secca non poco il fanatismo autoghettizzante di chi si definisce vegano). Al contempo, mi chiedo cosa sia naturale. Ciò che avviene in natura, mi rispondo con una logica senz’altro rudimentale. E dunque la mia scelta, per esempio? Certo. Ma nelle dinamiche di natura rientrerebbe pure la scelta di quelli che - con tutta la buona fede del mondo, per carità! Core de mamma sua!!! - decisero al posto mio, quand’ero infante e poi giovincello? Direi di sì. Così come andrebbero definite naturali anche le scelte predatorie che con tutta la malafede del mondo fanno molti miei "simili", obbedendo alla crapula ed a quell'istinto distruttivo ed autodistruttivo che contraddistingue il genere umano.
RispondiEliminaE poi, giusto per intrigare ancora un pochetto il vetusto nodo tra natura e cultura, chi ce lo dice che in presenza di diverse condizioni, naturali o culturali che dir si voglia, le scelte non sarebbero state diverse, ma magari non definitive? Ecco, tutto questo pippone allucinante aveva l’ardire di avanzare qualche dubbio su quella che definirei una rassicurante smania classificatoria. Trasferendo i miei dubbi sul piano della sessualità - che come avrai capito io auspico “espansa e sudaticcia”, pur restandomene oramai ai margini di ciò che la vecchia lenza di Houellebecq chiama “dominio della lotta” -, non posso che rifuggire tanto da parolacce come eterosessuale quanto da parolacce come omosessuale - oltre a prendere con le pinze quell'altra parolaccia di ultima generazione, ossia bisessuale. Non so, una simile semantica mi ricorda un po’ l’ignoranza della destra che si contrappone alla stupidità della sinistra. Vedi, per me la gratificazione fisica ed emotiva che passa per il rapporto (e non necessariamente per il contatto, si badi bene) con il prossimo è - o meglio, sarebbe, se non ci affannassimo a mortificarne l’essenza - un qualcosa di assai più complesso e sfuggente, che si sottrae per sua natura - qualsiasi cosa ‘sta cacchio di natura sia! - alle gabbie concettuali come alle gabbie materiali. Un qualcosa con cui l’apparato cardiaco e l’apparato genitale hanno a che fare senza dubbio, ma magari meno di quanto siamo portati a credere…
RispondiEliminaE per il momento chiuderei qui, perché temo, sennò, di giocarmi il diritto d’asilo in questi lidi, nei bigi giorni a venire. Ma resto a disposizione per approfondire, magari stappando qualche sughero ben stagionato, chissà… A presto!
RispondiEliminaNon si sceglie di nascere cavallo nè di diventare omosessuale, si può scegliere di diventare padri o madri a volte anche in maniera caricaturale scimmiottando la famigliola del " Mulino Bianco ".
RispondiEliminaQuello che non è accettabile è che un bambino diventi merce e spero che su questo si sia tutti d' accordo.
D'accordo, mi pare chiaro. Con l'aggiunta di un pensierino rivolto alla merce rappresentata dalle madri - o contenitori di figli che dir si voglia.
RispondiEliminaNon confondiamo per favore che si rischia di mettere nello stesso calderone l' affitto del proprio corpo con la vendita di esseri umani inermi.
RispondiEliminaAh, perché chi affitta se stessa dici che lo fa unicamente come diversivo? Com'era quella storia della piddinitas?...
RispondiEliminaAlessandro non fissarti sul caso specifico, l' utero si può anche affittare per embrioni a coppie infertili per motivi anatomici, per esempio io non vedo cosa ci sia di male se si usano le cellule germinali dei genitori che poi avranno il loro bambino dopo che si sarà sviluppato in un utero in affitto, certo sarebbe meglio che ciò accadesse senza vincoli commerciali come è accaduto per sorelle che hanno prestato il loro utero.A qualcuno potrà dare fastidio anche questa pratica, ma ammetterai che è cosa diversa che vendere un bambino.
RispondiEliminaNon mi pare di essermi fissato sul caso specifico né di aver parlato di medesimi piani o piani diversi. Ho solo rivolto un pensiero alle madri, oltre che ai nascituri. Cosa che per te è forse inopportuna. Beh, in tal caso non saprei che dirti. Senza strascichi polemici. Ciao!
RispondiEliminaOK, nessuna polemica, non mi sembra l' argomento adatto proprio per la complessità del tema.
RispondiEliminaVolevo aggiungere una riflessione: tutti siamo concentrati sulla figura morale di Vendola o sulle donne che vendono ovociti o affittano uteri o sulle società che lucrano sulle debolezze umane,nessuno parla del compagno di Vendola, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate ( non per polemizzare, ma perchè apprezzo i vostri commenti) di quel padre biologico.
Stemperando i toni, dico solo che non vorrei essere al suo posto, pover'uomo! Pensa che dev'essere dormire assieme a Vendola! (Che poi, fosse solo dormire...) L'amore è orbo, in certi casi.
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