Desidero ringraziare pubblicamente Claudio Messora - con il quale in passato ho polemizzato per questioncelle di poco conto (ho un cattivo carattere) - per il post di oggi 8 gennaio 2017. Complimenti Claudio, e ancora grazie. Consiglio vivamente la lettura del post e la visione dei filmati in esso contenuti.
Wikipedia: "Il nome della stella Aldebaran deriva dalla parola araba al-Dabarān (الدبران), "che sta dietro", in riferimento al modo in cui la stella appare nelle vicinanze e subito dopo l'ammasso delle Pleiadi nel loro moto notturno".
La domanda che tutti noi dovremmo porci è "Chi o cosa al-Dabarān il M5S?"
Sono stato tra i primi attivisti del M5S, fin dai tempi dei meetup. Tra l'altro ho frequentato assiduamente gli attivisti del meetup 280, che tra il 2006 e il 2009 era di fatto il think-tank del MoVimento. Realizzai all'epoca moltissimi filmati, oggi non più in rete ma gelosamente custoditi nei miei archivi digitali: sono un piccolo pezzo della nostra storia recente. Mi allontanai dal MoV nel 2008 (sebbene abbia continuato a frequentare i miei amici del 280 per un paio di anni, fino al 2010). Ciò avvenne sia per ragioni politiche, in particolare non ero affatto convinto della bontà e/o praticabilità della democrazia diretta, sia perché cominciai ad avere dubbi, sempre più seri, sulla natura stessa del MoVimento.
Con il tempo i miei dubbi sono diventati certezze. Il (non) MoVimento di Grillo è, a mio avviso, il più antidemocratico esperimento politico nato in Italia dai tempi del fascismo. Dirò di più: il M5S è, a mio avviso, ancora più antidemocratico del PNF perché la natura dittatoriale del fascismo era esplicita, mentre il M5S è riuscito, finora, a presentarsi come campione della democrazia, addirittura diretta. Una finzione portata avanti con un uso sapiente del linguaggio: il non partito, il non statuto, la retorica del "devono decidere i cittadini", il voto online su una piattaforma privata priva di una seria certificazione pubblicamente verificabile. Il M5S è riuscito a diventare il primo partito in Italia senza aver mai celebrato un congresso, non ha delegati eletti dalla base, non ha una linea politica ufficiale sulle questioni fondamentali, non ha stabilito meccanismi tali da consentire un confronto interno reale, e dunque la sua direzione è, per definizione, non contendibile.
Ovviamente mi defilai, ed ebbi un bel da fare, qualche anno dopo, per spiegare ai miei conterranei per i quali ero rimasto "il grillino" (a Frosinone, ma anche a Castro dei Volsci, sono stato, senza ombra di dubbio, il primo grillino in ordine di tempo) perché non ero stato eletto in Parlamento. "Perché non ti sei candidato?", mi chiedevano, e io a spiegargli che una cosa era la base, o almeno una sua parte, ben altro il MoV. No, non è stato facile, ma ora credo che le cose diverranno più chiare.
Beppe Grillo ha gettato la maschera. In assoluta solitudine il "portavoce" del M5S ha indetto un referendum tra gli iscritti alla piattaforma Rousseau, quella controllata da una società privata che fa capo a Davide Casaleggio - se preferite Casaleggio II figlio di Casaleggio I - per chiedere se il M5S debba o meno aderire al gruppo ALDE del Parlamento europeo. Nel momento in cui scrivo la votazione è in corso ma, comunque vada a finire, l'iniziativa è scandalosa sia nel merito che nella forma. Lo è nel merito perché, come ricorda Messora nel suo post, il gruppo ALDE è su posizioni fanaticamente europeiste, dunque in aperta contraddizione con la linea eurocritica fin qui seguita dal M5S, soprattutto per le forti pressioni della parte più attiva e consapevole della sua base; lo è nella forma perché l'indizione di un referendum su un tema così impegnativo non è stata preceduta da alcun dibattito, e anzi è caduta dall'alto come un fulmine a ciel sereno.
O forse sì, un dibattito c'è stato, ma nelle segrete stanze dove si studia la strategia comunicativa per influenzare e indirizzare la gran massa degli elettori del M5S, i quali hanno votato il (non) partito di Grillo più per un sentimento di rabbiosa protesta che sulla base di una reale consapevolezza dei loro interessi di classe. Una consapevolezza che il primo (non) partito d'Italia si è ben guardato dal coltivare, ad esempio attingendo ai fondi dei rimborsi elettorali, demagogicamente restituiti, per costruire una scuola politica che operasse nel senso di una corretta divulgazione delle partite politiche in gioco: l'euro, l'Unione Europea, perché Monti, la deflazione, la crisi del sistema bancario, le guerre scatenate dalla Nato. Al contrario, il M5S ha adottato una linea che, oltre a promanare rigorosamente dall'alto, attraverso il megafono del blog di Beppe Grillo, è risultata sistematicamente contraddittoria, confusa, cerchiobottista, con l'unico vero e spregiudicato obiettivo di catturare consenso onde sottrarlo ad ogni eventuale alternativa che tentasse di sorgere dalle pieghe del corpo sociale. Una parte da Emmanuel Goldstein che, da consumato attore, ha interpretato con grande perizia. Sotto quale regia non ci è dato saperlo.
Resta da capire perché proprio ora, ma forse la risposta è nell'accelerazione della crisi italiana ed europea in questo anno elettorale, in uno scenario mondiale che sta cambiando con vertiginosa rapidità. Forse, qualcuno ha chiamato e ha ordinato: "Fate presto!".
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