martedì 31 gennaio 2017

Sfida all'€uro corral

Il Governatore della BCE Mario Draghi, rispondendo per lettera a un'interrogazione degli eurodeputati Vanni e Zanni conclude con la frase: "Se un paese lasciasse l’Eurosistema, i crediti e le passività della sua BCN nei confronti della BCE dovrebbero essere regolati integralmente." (qui il testo completo)

La prima cosa che mi ha colpito è la scelta del termine: "regolati", e non "saldati". Poiché Draghi ha risposto per iscritto, e non nel corso di un'intervista, ciò mi induce a ritenere che la scelta del verbo sia voluta, e che lo scopo sia quello di lasciar intendere che l'eventuale uscita di un paese sarebbe gestita con una trattativa politica, nella quale la "regolazione" dei saldi Target2 avrebbe ovviamente il suo peso.

Per una comprensione del sistema Target2 rimando a questo equilibrato contributo del 2013 di  Enzo Michelangeli pubblicato su NFA. Per facilitarne la comprensione riporto sinteticamente la definizione di "Conto delle partite correntitratta da wikipedia, e di "Conto finanziario".

Il Conto corrente (detto anche Conto delle partite correnti - cpc) registra le transazioni internazionali in merci e servizi, redditi e trasferimenti unilaterali correnti.

Il Conto finanziario (cf) registra le transazioni internazionali in termini di investimenti diretti, di portafoglio, e altre voci meno significative ai fini di questo articolo sub divulgativo.

Salvo errori ed omissioni, la somma dei saldi del Conto delle partite correnti e del Conto capitale (cc), dovrebbe essere uguale in valore assoluto, ma col segno opposto, al saldo del Conto finanziario. In linea di principio, infatti, ad ogni debito registrato nei primi due conti (acquisizione di un'attività, sia essa una merce, una prestazione di lavoro o un brevetto) dovrebbe corrispondere un credito finanziario (uscita di denaro o altro come mezzo di pagamento); viceversa per i crediti. Dovrebbe quindi essere (salvo errori ed omissioni):

cpc+cc=-cf

Poiché la componente cc è, in condizioni normali, di entità piuttosto bassa rispetto alle altre due, in prima approssimazione si può adottare l'equazione:

cpc=-cf

La situazione fino al 2013, per l'Italia, è riportata in figura.


Una situazione più aggiornata è reperibile qui.

Ora, poiché il saldo del conto delle partite correnti (cpc) è positivo da tre anni, ma al contempo i nostri saldi T2 sono in declino più o meno dallo stesso arco di tempo, come si vede dalla figura seguente:


se ne deduce che, in questi ultimi tre anni, l'assunto normale - per cui i movimenti in conto capitale (cc) sono trascurabili rispetto alle transazioni commerciali (cpc) e rispettivi trasferimenti finanziari (cf) - non è più valido!

Dunque, il passivo T2 è causato, ab origine, da un deflusso di capitali verso l'estero, in particolare i paesi core dell'eurozona.

Se ne può dedurre, a questo punto, che la richiesta di Draghi di regolare i saldi T2 in caso di fuoruscita dell'Italia dall'eurozona sia infondata? In fondo i capitali trasferiti all'estero sono pur sempre "italiani", dunque perché andrebbero restituiti?

Piano merlo che la fratta è longa! (proverbio ciociaro)


Cosa ci facevano i capitali fuorusciti, in Italia, prima di fuoruscirne? Venivano investiti in titoli del debito pubblico. Quando ciò non è più accaduto (sono volati via, andando a comprare il debito pubblico tedesco, a tassi di interessi negativi) è arrivato lo spread. Ecco allora che Mario Draghi ha tirato fuori dal cappello il Quantitative Easing: la BCE ha iniziato a rifornire di liquidità i sistemi bancari nazionali. 
Il risultato è che una parte considerevole del passivo T2 è in realtà una misura degli acquisti di BOT e BTP operati dalle banche italiane con i fondi del QE, ottenuti dalla BCE in cambio di collaterale da queste posto a garanzia. Ma cos'è questo famoso collaterale? Quote di proprietà di miniere, pozzi di petrolio, assets da brevetti e altro del genere, detenuto dalle banche? Niente di tutto ciò, solo il nulla elevato al cubo. Cioè pezzi di carta ai quali la BCE ha unilateralmente assegnato un valore. Lo so che è difficile da credere, ma il sistema bancario funziona così. 

Secondo alcuni calcoli, i 2/3 del passivo T2 dell'Italia derivano dall'acquisto di titoli di Stato con la liquidità così ottenuta dalla BCE. La rimanente parte deriva dalle transazioni commerciali. Ad aggravare la situazione vi è la circostanza per cui, dal 2013, cioè da quando con la cura Monti il saldo del conto delle partite correnti (cpc) è tornato in attivo (grazie alla compressione salariale indotta dall'uccisione della domanda interna) sono in vigore le Clausole di Azione Collettiva (CAC). In base ad esse, una frazione rilevante del debito pubblico italiano non potrà essere ridenominato in nuove lire in base alla lex-monetae.

Da gufinomics: "Le CACs, introdotte obbligatoriamente ai sensi del Trattato sul Meccanismo Europeo di Stabilità (articolo 12, paragrafo 3), sono clausole relative ad 'ogni modifica, cambiamento, integrazione o rinuncia ai termini ed alle condizioni dei Titoli, ovvero agli accordi che ne governano l’emissione o l'amministrazione' e determinano le regole con le quali è possibile modificare i termini e le condizioni dei Titoli stessi."

Si tratta, ad oggi, di una cifra di circa 1000 miliardi di € di debito pubblico, non ridenominabile nella nuova lira. Salvo accordi politici.

In sintesi, siamo circondati da un esercito di normative concepite e proposte dalla finanza internazionale e ratificate da una classe politica nostrana, arruolata nelle file dell'€uroliberismo, che si è piegata alle sue esigenze. La vera posta in gioco essendo la conquista del potere. Questo è un concetto da tenere a mente: il problema non è contabile, ma di potere. Se così non fosse, ad esempio, gli industriali italiani non avrebbero mai sostenuto, negli anni 80, l'avvio del percorso che ci ha portato al trattato di Maastricht: guadagnavano di più con la liretta, lo sapevano, ma il vero problema era "comandare in fabbrica". 

Se non si capisce il punto fondamentale, ovvero che l'€uro è uno strumento di governo, ogni sforzo di comprendere i complessi meccanismi tecnici e normativi posti a presidio della moneta unica e, di conseguenza, dell'Unione Europea, è del tutto inutile. Siamo alla sfida all'€uro corral, e non dobbiamo fare il tifo per i fratelli Earp. 

La battaglia per uscire dall'euro è solo un episodio, doloroso quanto inevitabile (e tanto più doloroso quanto più procastinato), di un cambiamento di maggiore portata: la reintroduzione, su scala mondiale, di limiti alla circolazione dei fattori produttivi, cioè capitali, merci, servizi e persone. Una nuova guerra dei trent'anni, ma su scala mondiale. Come allora, con tanti rovesciamenti di alleanze, e alla fine l'unica pace possibile all'insegna del cuius regio eius religio. Che è come dire "padroni a casa propria", oppure "prima gli americani/italiani/inglesi/spagnoli...giapponesi/...". 

Tutto ciò può non piacere alle anime belle. Ce ne faremo una ragione.

3 commenti:

  1. Però ,Fiorenzo , leggendo il tuo post , ottimo come sempre , sembrerebbe che il problema maggiore per l'Italia sia quello finanziario e non quello industriale ,il vero vincolo esterno .Bisogna dirlo chiaramente alle anime belle che limiteremo le importazioni delle bmw , audi , mercedes , visto che con la Germania , nostro patner commerciale principale , siamo in deficit perenne di conto corrente .

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    1. In questo post non parlo del problema strutturale dell'Italia, ma della crisi contingente determinata dalla fuoruscita di capitali. Questa fuga è registrata nei saldi T2 e ha concentrato l'attenzione su di essi, mentre il vero problema sono le cacs. Un cappio che si stringe al nostro collo, con il passare del tempo. Non capisco perché se ne parli così poco.

      In questo momento il nostro problema non è la bilancia commerciale (cpc nel post) perché, sebbene al prezzo dell'uccisione della domanda interna, questa è in attivo (e il conto finanziario, cf, è specularmente in passivo: vedi la prima figura del post). Il nostro attuale problema è il fatto che i titoli del debito pubblico, acquistati con la moneta stampata dalla BCE (visto che i capitali italici sono andati a comprare i titoli tedeschi) sono soggetti dal 2013 alle cac, e un contenzioso sulle cac lo vedo di più difficile soluzione di un contenzioso sui saldi T2.

      Insomma siamo nella CAC.....

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    2. Si , siamo proprio nella CAC..., infatti ,ieri a Omnibus , sulla 7 , Claudio Borghi non ne ha fatto mininimamente riferimento , anzi ha detto che tutto il debito estero sarà assoggettato alla Lex Monetae .Ma , il suo sodale amico , Illo , però mi sembra che ne sia a conoscenza , se non erro .

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