Abbiamo parlato nei post precedenti del M5S, ma la lista dei nemici che marciano alla testa del corteo non si esaurisce con Grillo. Non meno grave è il tradimento della CGIL, svelato per l'ennesima volta (ovviamente per chi ha occhi per vedere, cioè noi anime semplici e i pochi veri grandi intellettuali) dalla vicenda del referendum sull'articolo 18. Il quale è stato bocciato dalla Consulta.
Che cattivoni quelli della Consulta! Impediscono l'esercizio di uno strumento democratico! Sono infiltrati dai poteri forti! Povera CGIL baricadera, povera Susannuccia Camusso!
Scusate, ma perché la CGIL baricadera ha formulato il testo in modo che fosse sicuramente bocciato? Non sapeva, la CGIL baricadera, che un referendum può essere solo abrogativo, e non propositivo? E siccome queste sono menti raffinatissime, hanno ben pensato di formulare il testo del referendum per l'abrogazione dei voucher in modo corretto, così da consentirne l'eventuale svolgimento. Ma solo se converrà a lor signori ordoliberisti, magari se dovessero intuire che potrebbe essere respinto visto che, al netto delle polemiche mediatiche strapompate ad arte, per le piccole e piccolissime imprese, spesso a conduzione familiare, è un modo per sopravvivere. Se, invece, il referendum sui voucher finisse con l'assumere la forma di un ulteriore pronunciamento popolare contro lor signori ordoliberisti, allora c'è sempre la possibilità di evitarlo con una piccola modifica legislativa, il cui iter è già in corso.
Insomma, il gioco è sempre nelle loro mani. Dalla notte dei tempi una delle tecniche della lotta politica consiste nell'infiltrare il campo avverso per indurlo a uno scontro nel quale verrà massacrato. Ci siamo dimenticati dell'occupazione a oltranza della FIAT nel 1981, guidata dal compagno in cachemire Fausto Bertinotti, che portò alla marcia dei quarantamila? La CGIL ci sta riprovando: vuole trascinare i lavoratori in uno scontro di importanza marginale, nel quale possono essere sconfitti, atteggiandosi per di più a organizzazione baricadera.
La lotta politica non è un gioco per ingenui: i bastardi vincono, i fessi perdono. E questa è la $toria.
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