mercoledì 15 febbraio 2017

Elezioni: a la guerre comme a la guerre

Anni fa, parlando con un amico rifondarolo, gli dissi che di lì a qualche anno si sarebbe parlato solo di Europa. Mi rispose, paternalisticamente, che l'Europa era lontana e che altri erano i problemi.

Dunque si vota, sembra a settembre, e il tema di questa campagna elettorale sarà (rullo di tamburi):

L'EUROPA!

Il famoso movimentodalbasso non c'è. Avrebbe potuto/dovuto esserci ma non c'è. Punto. Per ora è così, un giorno si vedrà. Restano tre partiti che hanno espresso critiche all'euro: il M5S, la Lega di Salvini e Fratelli d'Italia. Gli ultimi due sono partiti di destra, il M5S è un non partito con un non statuto che non ha mai celebrato un congresso. Cosa sia il M5S lo ha descritto in modo inequivocabile e definitivo Marco Zanni in questo articolo.

[...dopo la svolta moderata voluta dai vertici del Movimento 5 Stelle nel giugno 2016, le posizioni dei pentastellati e del PD sul futuro dell’Unione Europea sembrano molto simili a quelle del Partito Democratico di Renzi: critici sull’attuale impostazione della governance europea, ma vogliosi e pronti per ridiscuterla e cambiarla da dentro. In questo senso vanno anche lette le dichiarazioni di Di Maio, candidato premier in pectore, che si è detto disponibile a discutere di “una nuova moneta unica con nuove regole”. Quindi a mantenere l’euro ma a ridiscuterne la governance. Esattamente la stessa posizione di Renzi e del PD, che criticano questa Europa e vogliono cambiarla da dentro. Il terzo indizio è la recente convergenza dei partiti mainstream su un punto che il Movimento 5 Stelle ha messo al centro del suo programma politico e della sua azione parlamentare, sia a Roma sia in Europa: il reddito di cittadinanza (così impropriamente chiamato perché non è universale e incondizionato). Infatti sia il PD (e Renzi), sia Berlusconi e Forza Italia hanno iniziato a parlare e puntare forte su politiche simili al reddito di cittadinanza di Grillo.]

Spiace dirlo, ma per i sovranisti resta solo la scelta tra Salvini e Meloni, entrambi di destra. Improbabile che, in così breve tempo, possa proporsi una forza sovranista e costituzionale di sinistra. Ma, se la posta in gioco è un referendum sull'Unione Europea, ciò significa che il risultato elettorale verrà letto in quest'ottica, e dunque non ci si può astenere. Questo passa il convento.

Che fare? La mia ricetta per gli schizzinosi è: votare, nel segreto dell'urna, per uno di questi due partiti di destra, incrementando al contempo l'azione divulgativa con tutti i mezzi a disposizione, dai social media al volantinaggio. A la guerre comme a la guerre!

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