martedì 4 luglio 2017

Un imperativo morale

Tra meno di nove mesi ci saranno le elezioni politiche, in una situazione di completo disfacimento del progetto ordoliberista di unione europea, eppure, nonostante ciò, non v'è ancora traccia visibile di un effettivo processo costituente per la creazione di una proposta credibile di uscita da questa follia antipopolare e antinazionale. L'aspetto grave di questa situazione è che non mancano le forze e le risorse per organizzare una partecipazione alle elezioni politiche, ma queste risultano divise e del tutto scoordinate, col risultato che siamo ridotti a sperare che siano la Lega Nord e/o Fratelli d'Italia a inserire questa prospettiva nei loro programmi. Tutto ciò è assolutamente vergognoso, dirò di più: rivoltante.

E' rivoltante e disgustoso, soprattutto sul piano morale, il fatto che, mentre assistiamo alla distruzione del popolo italiano e alla disarticolazione della sua Patria, coloro che pure hanno ben compreso i meccanismi che sono alla base di questo processo di accelerato strangolamento non trovino la forza di agire e, soprattutto, la determinazione necessaria a superare le reciproche animosità. Le quali traggono origine, di ciò vi è ormai evidenza cristallina, non da effettive divergenze nelle analisi, bensì dall'egoistico e disgustoso attaccamento al miserevole ruolo che ogni gruppuscolo sovranista è riuscito a ritagliarsi, del quale è sommamente geloso. Una responsabilità che non è solo dei sedicenti e cosiddetti "grandi capi", ma anche dei seguaci che all'uno o all'altro fanno riferimento, essendone creditori di vane promesse di ricompensa il dì glorioso in cui il partituncolo o l'associazioncella dovesse, prevalendo sulla concorrenza, addivenire all'immancabile conquista del potere. Immancabile perché fondata sull'analisi più stringente e corretta, mentre tutte le altre sono lacunose, e quindi errate.


Questa disamina fuori dai denti, che vi arriva d un paesello della Ciociaria da parte di uno che si è speso molto senza chiedere mai nulla, e nulla aspettandosi dal suo impegno, non è rivolta ai capi ma ai seguaci, ed è corredata dal seguente appello:

RINGRAZIATE I VOSTRI CAPI, FATE LORO UN GRAZIOSO INCHINO E SALUTATELI!

Tra chi diceva, anni fa, che era troppo presto mentre adesso sarebbe troppo tardi, e chi ha sempre parlato di tempi lunghi ma talmente lunghi che la pasta s'è scotta, scegliete, vi imploro, di seguire l'imperativo morale della vostra coscienza. Ascoltatela, mettete da parte ogni calcolo e agite come essa vi ordina. Gettiamoci nella lotta, non ci sono calcoli da fare, né scranni da conquistare. Quello che dobbiamo fare è togliere il nostro destino dalle mani dei folli che oggi ne sono padroni. La prossima battaglia sono le elezioni politiche, dobbiamo esserci ovunque ciò sarà possibile. Io ci sto: se dobbiamo perdere, che ci sia almeno una battaglia in cui siamo sconfitti. Ma non è detto...

Voglia il Cielo concederci l'opportunità, prima che la vecchiezza e la morte ghermiscano il nostro cuore, di lottare per quello che crediamo vero, giusto e buono.

2 commenti:

  1. Bravi! E' proprio questa la sostanza delle cose, ovviamente è quanto di più ambizioso ci si possa porre ma personalmente ho sempre creduto sia l'unica strada realmente perseguibile avere soggetti politici eticamente fondati.

    Mi piacerebbe incontrarvi, se in luglio e agosto ci sono incontri simili...

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