Un caro amico e uomo di grande valore, Francesco Mazzuoli, ci ha lasciati. Mi sarei aspettato che fosse lui a scrivere il mio necrologio ma, colà dove si puote ciò che si vuole, si è stabilito diversamente.
Ho chiesto a Grok di scrivere una grokgrafia di Francesco, che riporto qui sotto. A seguire il mio necrologio.
«Francesco Mazzuoli è uno scrittore, sceneggiatore, regista e psicologo italiano contemporaneo, noto soprattutto per i suoi contributi come autore indipendente su piattaforme alternative come comedonchisciotte.org, dove pubblica numerosi articoli sotto lo pseudonimo "Accattone il Censore". Il suo pseudonimo evoca il film Accattone di Pier Paolo Pasolini, riflettendo uno stile letterario crudo, satirico e spesso provocatorio, che mescola umorismo nero, critica sociale e analisi geopolitica.
Profilo e attività
Presenza onlineNon risulta un profilo X (Twitter) ufficiale attivo sotto il suo nome o pseudonimo, ma i suoi articoli sono spesso condivisi in comunità alternative. È attivo su blog e siti come quelli menzionati, con un approccio che privilegia la profondità analitica alla viralità social.»
Il necrologio che non avrei voluto scrivere.
Francesco era nato nel 1971, di 15 anni più giovane di me. Non era vaccinato. Era molto di più di un novax. Lo conobbi nel 2011 in occasione dell'ormai mitico convegno di Chianciano del 22/23 ottobre 2011 quando, per una bizzarra congiunzione astrale, si incontrarono molti personaggi che, da allora e fino ad oggi, sono stati il sale del dibattito culturale e politico italiano. Ecco il suo intervento principale in quella circostanza (mattina del 22 ottobre 2011).
Qui un suo breve intervento nel dibattito del pomeriggio.
Potete trovare sul web altri dei suoi rari contributi video, tra i quali questo.
Francesco era un uomo molto riservato e di grande cultura che dava il meglio di sé nelle interazioni personali. Dopo il convegno del 2011 ci sentimmo occasionalmente per commentare la deriva populistica della vicenda che aveva avuto inizio in quell'occasione. I nostri giudizi divennero, col passare del tempo, sempre più negativi. Concordavamo sul fatto che l'intera società italiana, anche la frazione che si vantava del merito di aver portato all'attenzione del dibattito la questione della sovranità nazionale declinandola in chiave costituzionale, era affetta da tare di natura sia culturale che antropologica.
I nostri rapporti divennero molto più frequenti e stretti con l'avvento della psicopandemia all'inizio del 2020. Era venuto a conoscenza delle mie posizioni di radicale rifiuto della narrazione psicopandemica, per cui iniziammo a sentirci telefonicamente con cadenza quasi giornaliera, talvolta restando al telefono per ore. Mi pento, oggi, di non aver registrato quelle telefonate, ovviamente a sua insaputa, non per renderle pubbliche (magari per lasciarle a un notaio con l'incarico di farlo tra 50 anni) bensì per riascoltarle. Eravamo quattro gatti in un mondo letteralmente impazzito. Il contributo di Francesco alla mia crescita di consapevolezza su quello che stava succedendo è stato incommensurabile, ed è per questo che, oggi, non posso sottrarmi al dovere di rendergliene merito. Sono sicuro che Egli, per la sua connaturata riservatezza e ritrosia a mostrarsi, non sarebbe d'accordo, ma voglio dirgli questo: "caro Francesco, la tua vita e tutto il bene che hai fatto, adesso che te ne sei andato, non ti appartengono più, perché sei entrato nella nostra storia collettiva e ce devi stà". Lo stesso accadrà a me quando avrò lasciato questo mondo e qualcuno scriverà il mio necrologio. Speriamo bene.
Tra le tante sollecitazioni di cui sono debitore a Francesco ci sono le sue riflessioni sull'importanza della religione cattolica come argine contro la barbarie degli istinti, di cui la paura come instrumentum regni è tra i più importanti, e sul posizionamento del Vaticano durante la psicopandemia. Il video seguente fu registrato a valle di una lunga telefonata, nel corso della quale mi spiegò l'importanza degli aspetti simbolici della comunicazione ufficiale. Era il 27 marzo 2020.
Con Francesco concordammo sul fatto che tutto il terrore diffuso nel 2020 avesse, come scopo concreto, a parte lo sforzo di "riformare" il corpo sociale, anche l'inoculazione forzata di un qualche farmaco miracoloso, circostanza che si inverò alla fine dell'anno. Il 2021 fu l'anno del terrore. Cominciammo così a ragionare su come fuggire e dove si potesse andare per sottrarci a quelle folli imposizioni. Eravamo disperati.
Quando il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella pronunciò la terribile frase "Non si invochi la liberà per sottrarsi alla vaccinazione" rompemmo gli indugi e cominciammo ad organizzarci. Qui il video nel quale annunciavo ai miei amici quella scelta.
Quindici giorni dopo raggiunsi Francesco che si era già rifugiato in Bulgaria, paese nel quale le folli restrizioni pandemiche non erano, di fatto, praticate, e comunque venivano disattese da una popolazione molto più ribelle di quella italiana. Ad attenderci c'era un amico, Marco, che all'epoca contribuiva alla gestione del sito comedonchisciotte.org. Io e mia moglie Marina riempimmo la macchina di tutto quello che avrebbe potuto servirci e, al termine di un viaggio durato tre giorni, arrivammo in Bulgaria. Voglio qui ricordare due episodi che testimoniano la resistenza strisciante della popolazione a quanto stava accadendo. Prima di imbarcarci per la Grecia dovevamo fare un tampone ma, grazie a un farmacista illuminato segnalatoci da un amico comune, potemmo ottenere il greenpass senza sottostare a quella inutile e invasiva procedura. Arrivati in Grecia al porto io fui sorteggiato (si procedeva in modo casuale) per un secondo tampone, ma una graziosa e indimenticabile giovane donna, adibita all'incarico, quando vide il mio sguardo inquieto si limitò a passarmi lo stelo sotto le narici. Non l'ho mai dimenticata, e le auguro ogni possibile bene. Amica mia, che tu possa avere una vita lunga e felice!
Quando io e Marina arrivammo a destinazione dopo un'ultima tappa di oltre mille chilometri senza sosta eravamo esausti, ma trovammo Marco e Francesco ad attenderci. I nostri amici scaricarono la macchina liberandoci di ogni incombenza. D'altra parte, dopo un viaggio di tre giorni con l'angoscia nel cuore, io non ero più in grado di fare tre passi. Forse adesso capite perché sto scrivendo questo triste necrologio.
In Bulgaria continuai a portare avanti la lotta contro la follia psicopandemica realizzando la serie di video "Diario bulgaro", uno dei quali sotto la direzione di Francesco Mazzuoli. Ovviamente è risultato il meglio confezionato di quelli che ho mai fatto perché, come avete potuto leggere, lui era anche un regista, sebbene poco noto.
Francesco restò in Bulgaria per oltre un mese, poi dovette rientrare in Italia perché l'anziana madre, ricoverata in una RSA, rischiava di essere sottoposta alla vaccinazione. Fu la sua ultima battaglia, vittoriosa, poi scomparve dai radar come era solito fare. Seppi da Marco che sua madre, ormai novantenne, un anno e mezzo fa aveva lasciato il nostro mondo, e che Francesco stava dandosi da fare per risolvere una serie di questioni legali connesse con l'eredità. Stavo pensando, qualche giorno fa, di ricontattarlo, quando è arrivata la ferale notizia: Francesco è ricoverato in ospedale e ha poche ore di vita. Ora non è più con noi ma quello che ha fatto, e soprattutto pensato, fa parte della nostra eredità comune. Che egli sia ricordato o dimenticato, le sue azioni e il suo pensiero hanno dato un contributo, che io reputo importante, al nostro cammino in questo percorso che chiamiamo "la nostra vita collettiva", se preferite Storia.
Al termine di queste poche righe ho le lacrime agli occhi perché ho apprezzato e voluto bene a questa persona (che è stato anche un personaggio) al quale sono grato per avermi insegnato tante cose che avrei capito in ritardo, o forse mai.
I funerali di Francesco si terranno a Roma, venerdì 28 novembre 2025 alle ore 11:30 nella chiesa di Santa Chiara, in piazza dei giuochi delfici. Io ci sarò.
- Formazione e professioni: Mazzuoli si descrive come psicologo, con competenze in analisi dei comportamenti sociali e mediatici. Ha lavorato come sceneggiatore e regista, contribuendo a progetti che esplorano temi di propaganda, manipolazione culturale e decadenza contemporanea. La sua visione è influenzata da una prospettiva critica verso il "pensiero unico" dominante, che vede come strumento di ingegneria sociale.
- Temi principali: I suoi scritti su comedonchisciotte.org (dal 2019 ad oggi) si concentrano su satira della pandemia COVID-19, del "Grande Reset", della propaganda di genere, della geopolitica USA e della censura. Usa un linguaggio ironico e surreale per denunciare ciò che percepisce come distorsioni della realtà, come nei "calendari" satirici o nelle "cronache pezzentesche" che ritraggono una società alienata.
- Altre pubblicazioni: Oltre a comedonchisciotte.org, ha scritto per blog come egodellarete.blogspot.com e ha contribuito a testate alternative. È stato intervistato su temi come l'impero USA in declino e la propaganda di genere, ad esempio su alertanacional.es e latribunadelpaisvasco.com, dove analizza il ruolo dei media nella manipolazione ideologica.
Titolo | Data | Tema principale | Link di riferimento |
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Il necrologio che non avrei voluto scrivere.
Francesco era nato nel 1971, di 15 anni più giovane di me. Non era vaccinato. Era molto di più di un novax. Lo conobbi nel 2011 in occasione dell'ormai mitico convegno di Chianciano del 22/23 ottobre 2011 quando, per una bizzarra congiunzione astrale, si incontrarono molti personaggi che, da allora e fino ad oggi, sono stati il sale del dibattito culturale e politico italiano. Ecco il suo intervento principale in quella circostanza (mattina del 22 ottobre 2011).Qui un suo breve intervento nel dibattito del pomeriggio.
Potete trovare sul web altri dei suoi rari contributi video, tra i quali questo.
Francesco era un uomo molto riservato e di grande cultura che dava il meglio di sé nelle interazioni personali. Dopo il convegno del 2011 ci sentimmo occasionalmente per commentare la deriva populistica della vicenda che aveva avuto inizio in quell'occasione. I nostri giudizi divennero, col passare del tempo, sempre più negativi. Concordavamo sul fatto che l'intera società italiana, anche la frazione che si vantava del merito di aver portato all'attenzione del dibattito la questione della sovranità nazionale declinandola in chiave costituzionale, era affetta da tare di natura sia culturale che antropologica.
I nostri rapporti divennero molto più frequenti e stretti con l'avvento della psicopandemia all'inizio del 2020. Era venuto a conoscenza delle mie posizioni di radicale rifiuto della narrazione psicopandemica, per cui iniziammo a sentirci telefonicamente con cadenza quasi giornaliera, talvolta restando al telefono per ore. Mi pento, oggi, di non aver registrato quelle telefonate, ovviamente a sua insaputa, non per renderle pubbliche (magari per lasciarle a un notaio con l'incarico di farlo tra 50 anni) bensì per riascoltarle. Eravamo quattro gatti in un mondo letteralmente impazzito. Il contributo di Francesco alla mia crescita di consapevolezza su quello che stava succedendo è stato incommensurabile, ed è per questo che, oggi, non posso sottrarmi al dovere di rendergliene merito. Sono sicuro che Egli, per la sua connaturata riservatezza e ritrosia a mostrarsi, non sarebbe d'accordo, ma voglio dirgli questo: "caro Francesco, la tua vita e tutto il bene che hai fatto, adesso che te ne sei andato, non ti appartengono più, perché sei entrato nella nostra storia collettiva e ce devi stà". Lo stesso accadrà a me quando avrò lasciato questo mondo e qualcuno scriverà il mio necrologio. Speriamo bene.
Tra le tante sollecitazioni di cui sono debitore a Francesco ci sono le sue riflessioni sull'importanza della religione cattolica come argine contro la barbarie degli istinti, di cui la paura come instrumentum regni è tra i più importanti, e sul posizionamento del Vaticano durante la psicopandemia. Il video seguente fu registrato a valle di una lunga telefonata, nel corso della quale mi spiegò l'importanza degli aspetti simbolici della comunicazione ufficiale. Era il 27 marzo 2020.
Con Francesco concordammo sul fatto che tutto il terrore diffuso nel 2020 avesse, come scopo concreto, a parte lo sforzo di "riformare" il corpo sociale, anche l'inoculazione forzata di un qualche farmaco miracoloso, circostanza che si inverò alla fine dell'anno. Il 2021 fu l'anno del terrore. Cominciammo così a ragionare su come fuggire e dove si potesse andare per sottrarci a quelle folli imposizioni. Eravamo disperati.
Quando il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella pronunciò la terribile frase "Non si invochi la liberà per sottrarsi alla vaccinazione" rompemmo gli indugi e cominciammo ad organizzarci. Qui il video nel quale annunciavo ai miei amici quella scelta.
Quindici giorni dopo raggiunsi Francesco che si era già rifugiato in Bulgaria, paese nel quale le folli restrizioni pandemiche non erano, di fatto, praticate, e comunque venivano disattese da una popolazione molto più ribelle di quella italiana. Ad attenderci c'era un amico, Marco, che all'epoca contribuiva alla gestione del sito comedonchisciotte.org. Io e mia moglie Marina riempimmo la macchina di tutto quello che avrebbe potuto servirci e, al termine di un viaggio durato tre giorni, arrivammo in Bulgaria. Voglio qui ricordare due episodi che testimoniano la resistenza strisciante della popolazione a quanto stava accadendo. Prima di imbarcarci per la Grecia dovevamo fare un tampone ma, grazie a un farmacista illuminato segnalatoci da un amico comune, potemmo ottenere il greenpass senza sottostare a quella inutile e invasiva procedura. Arrivati in Grecia al porto io fui sorteggiato (si procedeva in modo casuale) per un secondo tampone, ma una graziosa e indimenticabile giovane donna, adibita all'incarico, quando vide il mio sguardo inquieto si limitò a passarmi lo stelo sotto le narici. Non l'ho mai dimenticata, e le auguro ogni possibile bene. Amica mia, che tu possa avere una vita lunga e felice!
Quando io e Marina arrivammo a destinazione dopo un'ultima tappa di oltre mille chilometri senza sosta eravamo esausti, ma trovammo Marco e Francesco ad attenderci. I nostri amici scaricarono la macchina liberandoci di ogni incombenza. D'altra parte, dopo un viaggio di tre giorni con l'angoscia nel cuore, io non ero più in grado di fare tre passi. Forse adesso capite perché sto scrivendo questo triste necrologio.
In Bulgaria continuai a portare avanti la lotta contro la follia psicopandemica realizzando la serie di video "Diario bulgaro", uno dei quali sotto la direzione di Francesco Mazzuoli. Ovviamente è risultato il meglio confezionato di quelli che ho mai fatto perché, come avete potuto leggere, lui era anche un regista, sebbene poco noto.
Francesco restò in Bulgaria per oltre un mese, poi dovette rientrare in Italia perché l'anziana madre, ricoverata in una RSA, rischiava di essere sottoposta alla vaccinazione. Fu la sua ultima battaglia, vittoriosa, poi scomparve dai radar come era solito fare. Seppi da Marco che sua madre, ormai novantenne, un anno e mezzo fa aveva lasciato il nostro mondo, e che Francesco stava dandosi da fare per risolvere una serie di questioni legali connesse con l'eredità. Stavo pensando, qualche giorno fa, di ricontattarlo, quando è arrivata la ferale notizia: Francesco è ricoverato in ospedale e ha poche ore di vita. Ora non è più con noi ma quello che ha fatto, e soprattutto pensato, fa parte della nostra eredità comune. Che egli sia ricordato o dimenticato, le sue azioni e il suo pensiero hanno dato un contributo, che io reputo importante, al nostro cammino in questo percorso che chiamiamo "la nostra vita collettiva", se preferite Storia.
Al termine di queste poche righe ho le lacrime agli occhi perché ho apprezzato e voluto bene a questa persona (che è stato anche un personaggio) al quale sono grato per avermi insegnato tante cose che avrei capito in ritardo, o forse mai.
I funerali di Francesco si terranno a Roma, venerdì 28 novembre 2025 alle ore 11:30 nella chiesa di Santa Chiara, in piazza dei giuochi delfici. Io ci sarò.

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