giovedì 13 novembre 2025

Ero sempre ubriaco - il vaccino Pinguì

Mi sto riguardando i video del 2020. Ero quasi sempre ubriaco perché quello che stava succedendo mi sconvolgeva. Addirittura, in molti video, sbagliavo la data di registrazione, e oltre a ciò la mia voce era spesso impastata. Ricordo il mio stato d'animo, un misto di ira e stupefazione nel vedere i miei simili quasi tutti vittime di quella incredibile menzogna che è stato il covid. Bere vino in quantità eccessive era diventato un modo per cloroformizzarmi e resistere al pietoso spettacolo del mio popolo che si era lasciato terrorizzare da una evidente e volgare menzogna. Avevo tentato, all'inizio, di contrastarla attraverso l'esposizione di dati statistici tratti da fonti ufficiali ma, ben presto, mi ero reso conto che ciò non sortiva alcun effetto, salvo un ristretto numero di persone ancora in grado di ragionare. Eravamo circondati da topi impazziti incapaci di osservare la realtà, sostituita dai bollettini terroristici serali durante i quali venivano sciorinate cifre decontestualizzate. Ricordo, in particolare, la circostanza per cui molti non riuscivano a cogliere la differenza fra dati assoluti e dati in percentuale, perché la televisione citava i primi ma ignorava i secondi. Era come parlare a dei sonnambuli.

Litigai con tante persone, volarono parole dure e insulti, io che li accusavo di essere dei cretini e loro che mi davano del novax, la parolina magica con cui fummo etichettati. Era ancora il tempo in cui mi sforzavo di trovare una motivazione razionale per quello che accadeva: perché ci stanno facendo questo? Qual è la ragione della menzogna? Quali erano gli interessi economici che la sostenevano? Non ho mai trovato una risposta veramente convincente, eppure restava il fatto che ci trovavamo davanti a una menzogna manifesta.

Un argomento che utilizzai nel tentativo di far ragionare i topi impazziti fu che, se davvero ci fosse stata un'emergenza sanitaria, i governi avrebbero tentato di sminuirla nel tentativo di conservare l'ordine sociale ed economico, e invece accadeva il contrario col governo che utilizzava ogni possibile tecnica comunicativa per accrescere l'allarme. Gridavo ai miei amici di guardare i manifesti funebri e le luci delle case vicine, ché se ci fosse stata una vera crisi sanitaria si sarebbero dovuti riempire i primi e spegnere le seconde, ma inutilmente. E così bevevo, tanto. E oggi, per scrivere questo testo, ho intenzionalmente deciso di ubriacarmi di nuovo nella speranza, così, di evocare quel terribile e disperato stato d'animo. Poi è arrivato il vaccino Pinguì.


E qui permettetemi di ricordare un caro amico veggente che ormai non c'è più, Romeo che qui vedete poco tempo prima della sua dipartita quando ormai le sue facoltà mentali erano ridotte al lumicino.

Ancora oggi non riesco a credere che un intero popolo sia stato incapace di cogliere l'aspetto ridicolo, dunque manifestamente menzognero, della sceneggiata dell'arrivo del vaccino Pinguì. Seguirono altre sceneggiate altrettanto ridicole, come la corsa alle prime dosi in Sicilia dove una infima classe dirigente e politica mosse le leve del proprio miserabile privilegio per accaparrarsele. Ero sconvolto, e bevevo. Ma era solo l'inizio, il peggio della vergogna nazionale sarebbe arrivato di lì a poco.

Ci furono le prime reazioni avverse che tuttavia vennero minimizzate e, tra i fedeli della nuova religione, si manifestò un'ignobile tendenza all'omertà, con gente che chiedeva di non renderle pubbliche onde non compromettere la salvifica inoculazione di massa. Emerse tuttavia il caso della povera Camilla Canepa, l'unico al quale fu data rilevanza, sospetto al fine di sostituire il vaccino Astrazeneca (ampiamente somministrato al personale scolastico) con il vaccino Moderna-Pfizer. Poco dopo ebbe inizio il tempo dei balletti negli ospedali. Quella, per me, fu un'occasione di riflessione perché, davanti alla constatazione che neppure quelle ridicole e oscene esibizioni avevano l'effetto di aprire gli occhi alle masse di topi impazziti, smisi di ubriacarmi e cominciai a pensare seriamente a come cavarmela. Non c'era da fare affidamento sui miei connazionali anche se, a onor del vero, cominciavano ad emergere segnali di resistenza. Tuttavia la mia fiducia era compromessa per cui sposai la linea "io speriamo che me la cavo" e cominciai a programmare la mia fuga dall'Italia, anche perché troppi, tra i personaggi che affollavano la scena novax, mi sembravano ambigui. Percezione poi confermata, e ampiamente, dai fatti successivi.

Un'operazione non facile perché, all'inizio del 2021, avevo la sensazione di essere circondato e che non ci fosse nessun luogo del mondo in cui rifugiarmi. Per non parlare della difficoltà di abbandonare tutto, con pochi mezzi a disposizione, e tentare la fortuna nel vasto mondo. A sciogliere ogni indugio fu la famosa esternazione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con la sua imperitura allocuzione "Non si invochi la libertà per sottrarsi alla vaccinazione".


A ciò si aggiunga il fatto che, dal febbraio 2021, era entrato in carica il famigerato governo Draghi sostenuto dall'intero sistema dei partiti ad eccezione di FdI. Fu così che presi la decisione di spostarmi in Bulgaria, con l'idea che sarebbe stata la prima tappa di un esilio molto più lungo. La decisione si rivelò intelligente perché mi permise di sottrarmi alla fase più aspra e demenziale nella narrazione terroristica che raggiunse il suo acme tra novembre e dicembre con l'approssimarsi del periodo natalizio. Realizzai una serie, il Diario bulgaro, che sto riproponendo sui social proprio in questo periodo, a 4 anni di distanza.

Con l'inizio del nuovo anno, il 2022, tutto sembrava perduto e mia moglie aveva cominciato a programmare la tappa successiva della nostra fuga, in Turchia o in Africa. Sono contento di avere al mio fianco questa donna che, sebbene meno esposta di me in pubblico, ha sempre condiviso la stessa lettura di quanto stava accadendo e non mi ha fatto mai mancare il suo sostegno. Eppure ebbi un vago sentore, una cosa che non so spiegarvi, e all'inizio di gennaio 2022, dopo un pomeriggio passato a scandagliare le notizie dal vasto mondo, le dissi che, secondo me, qualcosa stava cambiando. Non volle credermi per cui non ho mai pubblicato un video con quella "premonizione", tuttavia è un fatto che a partire dal 24 febbraio 2022, giorno dell'invasione dell'Ucraina, le cose cominciarono a cambiare. Poiché seguivo con attenzione l'evolversi dei fatti presi la decisione di rientrare, e in effetti nel breve volgere di pochi mesi la cosiddetta pandemia, meglio psicopandemia mediaticamente indotta, è scomparsa per lasciar posto ad altre preoccupazioni.

Si è così aperta una nuova fase, quella delle conseguenze sanitarie dell'inoculazione forzata di massa, anche ai giovanissimi, dei farmaci ad azione genica, ma questa volta il governo si sta muovendo lungo sentieri tradizionali consistenti nel minimizzare, quando non negare, le conseguenze sulla salute pubblica di quella scellerata decisione. Tutto ciò può indignare ma, almeno, risponde a un criterio di razionalità nell'azione di governo che invece, durante la psicopandemia, si era mossa in direzione diametralmente opposta. Perché questo è quello che devono fare i governi: minimizzare l'allarme sociale e, al contempo, predisporre i necessari rimedi, quando questi ci sono. Tuttavia, se il comportamento dell'attuale governo obbedisce a tali criteri di razionalità e governabilità del corpo sociale, barcamenandosi fra parziali ammissioni e inevitabili omissioni, c'è un dato che continua ad indignarmi: la completa rimozione da parte dei pasdaran della vaccinazione di massa (chiedo scusa ai pasdaran per la citazione) in merito alle loro immense responsabilità. Le quali sono, in primo luogo, di ordine culturale e politico. Culturale perché è vergognoso, e in misura immonda, non riconoscere il grave errore commesso del quale in cuor loro sono ormai ampiamente edotti, e politico perché, fatta salva la crescita della non partecipazione al voto, essi continuano a sostenere gli stessi partiti che hanno avvelenato il popolo, loro stessi per primi. Per di più, continuando a dividersi secondo gli stessi e falsi schieramenti destra/sinistra, immemori del fatto che la psicopandemia è stata gestita e promossa da tutto l'arco politico. La circostanza per cui FdI, un partito senza particolari meriti e anzi con il demerito di discendere dalle formazioni neo-fasciste del dopoguerra, sia oggi maggioritario, è la plastica dimostrazione di quanto affermato. Gli italiani, incapaci oggi di una effettiva coscienza politica, si attaccano al meno peggio sulla base di una coppia di ragionamenti: Giorgia Meloni è stata l'unica a non far parte del governo Draghi e appare reticente, almeno in parte, a coinvolgere il nostro paese nella guerra con la Russia.

È poco, veramente molto poco, ma è già qualcosa in più di quanto mi sarei aspettato, alla fine del 2021, da questo popolikkio di topi terrorizzati. Agli italiani, nelle circostanze odierne, torna addirittura utile essere dei vigliacchi: ebbero paura di un virus inesistente ma, almeno, hanno paura dei missili che, loro sì, esistono e possono pioverci sulla testa. Se il fine è salvare la nazione, in attesa di tempi migliori, allora possiamo parlare di eterogenesi dei fini.

Alla prossima finché ci sarà una prossima.

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