domenica 29 giugno 2014

L'ovetto di Colombo

Furio Colombo
Il signore qui a fianco è Furio Colombo, per cinque anni (dal 2001 al 2005) direttore dell'Unità. Oggi ha scritto nel suo blog sul FQ un articolo dal titolo "Europa, piccoli uomini contro il resto del mondo".

E' un uomo anziano Furio Colombo, e solo per questo dovrebbe essere trattato con rispetto. Sono un tipo all'antica (lo siamo tutti, noi ciociari di Castro dei Volsci), per cui vorrei tanto essere rispettoso nei confronti di Furio Colombo.

Solo che non ci riesco.

Non ci riesco perché una frase come "Fra gli uomini-numero del cosiddetto rigore, e i nani delle frontiere chiuse, mancano i testimoni del percorso grandioso da cui l’Europa ha deragliato, e per la quale alcuni grandi esuli e confinati avevano a lungo lavorato e testimoniato" mi manda letteralmente in bestia.

Già, perché questo signore, che è stato direttore dell'Unità per cinque anni, e dunque ha avuto il privilegio e il potere di poter spiegare ai suoi lettori la sostanza reale del processo di unificazione europea, oggi altro non sa fare che dare un colpetto al cerchio e uno alla botte, di fatto lavandosi le mani del casino immenso nel quale ci ritroviamo. Questo signore è oggi, per me, un esemplare stupendo di narratore di frottole, alle quali ha anche (purtroppo) la colpa di credere. Eppure è stato, per cinque anni, il direttore dell'Unità!

Ha raccontato, e continua a raccontare a coloro che gli prestano ascolto, favolette per bambini. Allude ai cosiddetti fondatori del sogno europeo contrapponendoli ai protagonisti del presente, equamente divisi in uomini-numero e nani delle frontiere.

E mi domando: perché un essere così banale è stato il direttore di un giornale come L'Unità per ben cinque anni, mentre tanti blogger, di ben altro spessore e qualità, non sono neppure giornalisti? C'è un nesso tra le carriera di Furio Colombo (e di tanti come lui) e la vacuità di ciò che scrive? Eppure, a ben pensarci, Furio Colombo è stato perfino un direttore scomodo del giornale fondato da Gramsci! Pensate, osava chiamare "guerre" le "missioni di pace"! E allora? Chi è veramente Furio Colombo, uno scribacchino al servizio del potere, o egli stesso una vittima?

Poiché è un uomo ormai anziano, e anche pensando al fatto che io stesso porto su di me una parte della responsabilità della sua carriera, avendo letto e trovato interessanti, nel passato, tanti suoi articoli, sposo la seconda tesi: Furio Colombo è, anch'egli, una vittima dell'enorme inganno del quale tutti noi siamo stati vittime. Un inganno la cui natura non consiste tanto nel fatto di averci propinato una narrazione di parte della realtà, quanto nell'averci indotto ad accettare, e prendere per buono, un modo di raccontare gli eventi vacuo e favolistico: è questa la vera colpa di Furio Colombo, che egli condivide con tutti noi!

Una colpa dalla quale possiamo emendarci solo riconoscendo noi stessi, per primi, la responsabilità di essere stati ingannati. Per questo penso che sia ingiusto prendersela con Furio Colombo...

Solo che non ci riesco.

2 commenti:

  1. In generale però, gli uomini anziani che leggo, incontro, ascolto, hanno lo stesso approccio al problema attuale : quello della difesa di posizione. Nessuna discriminante tra la costruzione dello stato sociale della loro gioventù e quello di oggigiorno. Il cambio di paradigma economico-politico-sociale che hanno subito è da loro stato assimilato senza traumi. Anzi, da vecchi fruitori dell'assetto costituzione votato al pieno impiego ( inconsciamente o meno sfruttato per il loro benessere ) sono diventati accaniti difensori della sua antitesi. Se i giovani "pudini" difendono il più europa perché non hanno vissuto che quello, gli anziani dovrebbero almeno intuire la differenza e ammonire i primi sul pericolo imminente. Invece nulla, zero, vuoto assoluto. La memoria storica buttata nel cesso, la figura saggia del vecchio nonno si sbriciola davanti alla cieca difesa delle proprie conquiste. Tristezza.

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  2. I vecchi nonni credono alla teoria del salvadanaio. Ma il guaio è che ci credono anche i giovani virgulti, ragion per cui entrambi hanno cominciato a detestarsi e a scaricarsi addosso le colpe. Eppure nell'un campo come nell'altro ci sono persone raziocinanti. Sono loro quelli che dobbiamo pensare a coinvolgere, perché ragionare con gli stupidi è tempo perso.

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