martedì 2 giugno 2015

Ulteriori e spero definitive note sul tema degli anonimi

Continuano ad arrivare critiche, più o meno argomentate, alla mia decisione di non consentire più, a chi si nasconde dietro l'anonimato, di commentare in questo blog. Devo dire che sono sorpreso. Al più mi aspettavo che qualcuno dicesse "Capisco la tua scelta ma purtroppo, per ragioni che non posso/voglio spiegare, non mi è possibile rivelare la mia identità. Grazie di tutto e arrivederci".

E invece no, sembra che quello di esprimersi in ogni luogo di Internet in forma anonima sia percepito come un diritto, ma ciò è evidentemente infondato. In Italia c'è il diritto di esprimersi, non quello di farlo in forma anonima. L'anonimato può essere un fatto consentito, tollerato, ma non è un diritto. Ciò è ancor più vero quando si parla di un blog, che ha un proprietario responsabile, e non di un semplice social network come FacciaLibro.

E' vero che ho tollerato gli anonimi (almeno quelli che avevano un nickname) ma l'ho fatto perché, fino a poco tempo fa, le piattaforme di autenticazione non erano ancora sufficientemente evolute, e inoltre perché ho voluto/dovuto attendere che un numero sufficiente di persone si abituasse ad usarle. Oggi chi non ha un profilo pubblico atto a consentirne l'identificazione è perché non vuole averlo, non perché non sia possibile o troppo difficile farlo!

Consentitemi ora di rispondere ad alcune obiezioni che mi sono state fatte.

1) Come faccio ad essere sicuro che un nome apparentemente reale, con informazioni verosimili, corrisponda a una persona in carne ed ossa?

Miei cari, voi mi sottovalutate! In ogni caso, in caso di dubbio, contatterei la persona chiedendole di specificare meglio la sua identità e, in caso di rifiuto, non pubblicherei.

2) "Tu devi avere qualche disturbo mentale"

Caro simpaticone che mi scrivi questa bella diagnosi, devi sapere che io ho ri-cominciato a fare politica nel 2005 pubblicando un giornale cittadino cartaceo. Nasco quindi come giornalista di strada e tale sono rimasto anche quando sono passato sulla blogosfera. Certo, ci sono anche giornali che pubblicano lettere di anonimi, ma non è il mio caso. Sono un uomo del novecento e, se avrai un po' di pazienza, con il tempo spariremo dalla scena. A quel punto voi "socialnetters" potrete fare come meglio vi pare, non prima. 
Il tipo che dice che ho un disturbo mentale mi chiede "C'è un post dove spieghi come mai uno debba sbattersi tanto per consegnare dati personali nelle mani di uno che non dimostra troppo equilibrio mentale?". Qualcuno può spiegare a questo genio che non deve consegnare dati personali a me, ma dati pubblici a tutti? Se vuole partecipare da protagonista al dibattito pubblico, ovviamente! Altrimenti può continuare a fare il coro. Che poi, nelle traGGedie, il coro è indispensabile...

3) Cosa penso di ottenere impedendo agli anonimi di commentare?

Ci sono molti modi di intendere il dialogo con gli altri. Ad esempio su un blog si possono disabilitare i commenti, oppure si può scegliere una piattaforma che sia visibile solo agli iscritti. Io ho scelto di avere un blog visibile, copia&incollabile, dai contenuti condivisibili sui social network, ma di filtrare i commentatori. Lo faccio perché non mi va di dialogare con persone che non si assumono la responsabilità pubblica delle loro idee. Mi dispiace per quella minoranza - che pure esiste - che ha ragioni moralmente valide per nascondere la sua identità, ma costoro (ai quali va la mia solidarietà) possono sempre condividere i post e, successivamente, commentarli in modo anonimo su un'altra piattaforma non sotto la mia responsabilità. Pertanto questo "amaro caso" può essere risolto in cotal guisa.

Io faccio politica, non autocoscienza. Penso che la vita pubblica debba essere, lo dice la parola, trasparente sul piano dell'assunzione di responsabilità di ciò che si dice e si fa. Chi si impegna nella vita pubblica può certo rivendicare una parziale tutela della privacy (non chiedo ai commentatori di rendere note le loro preferenze sessuali, o quanto dichiarino al fisco.... etc.) ma credo sia necessario che le idee siano "tracciabili" nel corso del tempo. Affinché ciò sia possibile, quando ci si esprime in pubblico si deve usare l'unica identità che non cambia dalla nascita fino alla morte: quella vera.

Un altro problema, e questo l'ho capito da poco, discende dal fatto che molti che condividono le idee e le posizioni espresse in questo blog sono però coinvolti, in termini di concretissimi interessi, con il regime eurista; al punto di avere problemi ad esporsi pubblicamente. A costoro ricordo che non si può avere la botte piena, la moglie ubriaca e... l'uva alla vigna (cioè commentare su questo blog). Si arrangino! Anche perché non mi fanno alcuna tenerezza...

4) L'anonimato serve a scambiarsi opinioni senza che entrino in gioco pregiudizi.

Questa, semmai, è un'ottima conferma del fatto che sto facendo bene. Perché dovrei perdere tempo con soggetti che hanno pregiudizi? Per intenderci con un esempio: tipi che, se sanno che sono un dipendente pubblico, gli viene la bava alla bocca? Ci sono infiniti posti su Internet per sfogarsi, proprio qua dovete venire? 

Conclusioni

Non c'è trippa per gatti. Questo è un blog pubblico dove si parla di politica. Coloro che ci scrivono, sia come autori che come commentatori, devono possedere una personalità pubblica. 

Ciò detto, nulla impedisce, a chi ha una personalità pubblica, di commentare anonimamente nei blog che lo consentono. Io, per esempio, ho frequentato a lungo, prima di dedicarmi anima e corpo alla passione politica  - cioè prima di essere troppo vecchio - n.d.r., posti dove si discuteva di fimmine vastase, ovviamente con un nickname che mi guardo bene dal rivelarvi.

In politica però, cioè nella vita pubblica, sempre fui, sono e sarò il vostro antipaticissimo Fiorenzo Fraioli.

Statemi bene.

4 commenti:

  1. Chi vuol partecipare ad un dibattito su un blog restando anonimo mi ricorda quelli che vanno ad un party con scambio delle mogli, facendosi però accompagnare da una prostituta...

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    1. Tu quoque, Brute, fili mi!

      Il tuo profilo pubblico è incompleto. Ovviamente devo applicare una disciplina E S E M P L A R E !

      Ti do 12 ore per rimediare. Per sapere come fare ti suggerisco questo link.

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  2. Uno a casa sua fa quello che vuole. Chi non vuole mettere le pattine non entra. Mi pare lapalissiano.

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  3. Penso di aver ottemperato al mio dovere di frequentatore di questo blog!
    ClaudionMartino

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