mercoledì 6 settembre 2017

La sezione di palta

Ad ora tarda, riflettendo sulla necessità di agire politicamente dal basso partecipando al confronto elettorale, mi viene in mente un'analogia. E' un discorso un po' strampalato, senza alcuna pretesa, ma può servire per aprire la mente a quanti sono scoraggiati perché pensano che, per fare un partito, ci vogliono gli sghei. E dunque che un movimento dal basso vero e genuino, non finanziato dall'alto, non possa nascere.

Per chiarire cosa intendo con la dizione "movimento dal basso" vi dirò subito che

non è un fronte dei poveri ma belli e buoni contro i ricchi malvagi e senza cuore!

Le cose sono un po' più complicate, perché complicata è la realtà sociale e politica. Tuttavia possiamo semplificare e immaginare di dividerla in due fronti, che chiameremo i "governanti" e i "governati". L'immagine seguente, una leva del primo genere, rappresenta l'equilibrio delle forze tra le due classi:


Il blocco da 10 kg rappresenta i governanti, se preferite le classi dominanti; quello da 1 kg i governati, cioè le classi subalterne. La lunghezza dei bracci, rispetto al fulcro, è inversamente proporzionale ai rispettivi pesi. Nell'analogia il fulcro rappresenta il centro del potere reale, al quale sono ovviamente più vicini i governanti. Orbene, qual è il rapporto ottimale tra i due bracci, cioè quel valore per il quale vengono ad essere massimizzate le opposte esigenze di governabilità e di democrazia?

Mumble che ti mumble oplà!

La sezione aurea


Il segmento totale  sta al segmento più lungo  come quest'ultimo  sta al segmento più corto 

La sezione aurea, o costante di Fidia, è un numero irrazionale il cui valore approssimato è 1,6180339887...

Se assumiamo la sezione aurea come optimum, allora la distanza dei governati dal centro del potere (il fulcro) deve essere circa 1,6 volte la distanza da esso dei governanti. Il che, trasposto sul piano dei risultati elettorali, significa che, fatto 100% il totale dei voti validi, i governanti dovranno ottenere, a conti della serva eseguiti, circa il 61.8%, e i governati il 38.2%. Ovviamente senza premi di maggioranza né soglie di sbarramento.

Stessero così le cose, ovvero se davvero i governati riuscissero ad avere un peso elettorale reale di circa il 40%, allora potremmo affermare che sì, esiste un blocco sociale egemone, al quale si oppone però una sostanziosa minoranza. Il problema, in Italia ma non solo in Italia, è che questa ripartizione della forza politica tra governanti e governati è ben lungi dall'essere conseguita. Come ha giustamente osservato un anonimo commentatore sul blog Sollevazione «Gli euristi hanno già a disposizione il 99% della propaganda mascherata da "informazione", che altro vogliono i corifei di complemento del capitale multinazionale, la lobotomizzazione di massa?». Se quanto afferma il commentatore è vero, allora siamo ben lontani dalla sezione aurea, direi che siamo invece alla sezione di palta. Lascio ai volonterosi il compitino di calcolarla.

Che fare in queste condizioni? Lo capite che, con la sezione di palta, la democrazia è bella che morta? Avete idea di quanto sia rischiosa una cosa così? Vi è chiaro perché, a dispetto del fatto che l'impresa appaia disperata, sostengo la necessità imperativa di agire dal basso per riequilibrare questa drammatica situazione? Guardate, il vero obiettivo non è neanche quello di condurre i governati di oggi a diventare i governanti di domani, ma vivaddio non si può subire, senza reagire, la sezione di palta! E non venitemi a dire che, per fare il partito, ci vogliono i soldi, perché allora non avete capito nulla. Chi pensa che, con la sezione di palta in auge, ci si possa muovere solo se si hanno i soldi, è un perdente ontologico!

Dobbiamo muoverci, agitarci come moscerini impazziti, gridare che no! non si può accettare l'assoluto, totale e paternalistico dominio del pensiero unico, perché questa condizione è mortale per la nostra civiltà. Dobbiamo non dico prendere il potere, ma almeno contrastare l'attuale squilibrio dei rapporti di forza mobilitando tutte le forze sane e razionali della nazione. E non solo della nazione, ma anche di tutta l'Europa, perché se è vero che siamo sovranisti, e dunque ci battiamo per l'autodeterminazione del popolo italiano, questo è un problema anche di tutti gli altri popoli europei, tedeschi compresi che sono seduti, anch'essi, su un vulcano prossimo a eruttare. La lotta per la sovranità popolare, quindi nazionale, è oggi una battaglia per la salvezza della democrazia e della civiltà europea. Nessuno può tirarsene fuori, perché la campana suonerà per tutti.

E il primo passo è questo: avvicinarci almeno al 5%. Lasciare questo piccolo ma importante risultato, dopo anni di controinformazione, di convegni, di discussioni, a chi verrà dopo di noi.





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