lunedì 23 ottobre 2017

Il virus liberista

Su FB mi imbatto in questo post:

"CATALOGNA.
L'uomo nasce libero e dovrebbe rimanere libero per tutta la vita. Lo Stato, nel quale si trova per sua ventura, è una sovrastruttura, il massimo delle sovrastrutture di potere, con le quali dovrà combattere per tutta la vita o, semplicemente, alle quali dovrà sottostare. Un popolo, che vuole essere libero, ha tutto il diritto di pretenderlo. La ricerca di una convivenza pacifica, altro bene supremo, deve portare alla soluzione. Se non si fa, significa che si vuole fare vincere la prevaricazione, magari mascherata da legalismo o giustizialismo."

L'autore è un tal Roberto Culatti, amministratore della pagina "sinistrasocialista" collegata a "Risorgimento Socialista".

Essendo rimasto "perpleto" gli ho così risposto:

"L'uomo non nasce libero ma totalmente dipendente e già inserito in una struttura familiare, sociale, culturale e politica. Nel corso della vita può scegliere se lottare o meno per essere libero, e se farlo da solo o insieme agli altri."

La domanda che mi pongo è come sia possibile che uno, che si dichiara socialista ed è amministratore di una pagina riferita a un movimento politico denominato "Risorgimento Socialista" possa, aldilà della questione catalana, aprire un suo intervento dichiarando che:
  • L'uomo nasce libero
  • Lo Stato, nel quale si trova per sua ventura, è una sovrastruttura, il massimo delle sovrastrutture di potere, con le quali dovrà combattere per tutta la vita o, semplicemente, alle quali dovrà sottostare
Naturalmente il Culatti ha il pieno diritto di avere queste idee, anzi: sono pronto a morire per consentirgli di esprimerle! Quello che il Culatti non può fare, invece, è sostenere tali idee e contemporaneamente autodefinirsi "socialista". Nella migliore delle ipotesi, infatti, le due affermazioni sono ascrivibili al pensiero anarco-libertario, se non al liberismo tout-court, certo non al socialismo. Von Hayek avrebbe una polluzione nell'oltretomba, nel vedere un socialista sostenerle.

Non conosco Roberto Culatti, il quale è magari persona in buona fede e per bene, solo affetta da un po' di confusione. Oppure, Roberto Culatti è un avatar dietro al quale si nasconde un operatore della disinformazione del PUD€ (Partito Unico dell'€uro)? Faccio una googlata e, dopo una breve analisi dei risultati, giungo a questo articolo che dovrebbe essere stato scritto da lui di pirsona pirsonalmente. Lo leggo, rimanendone contraddittoriamente impressionato. Se infatti il Culatti dell'articolo critica le figure più compromesse del liberismo "de sinistra", da Clinton a Blair passando per Prodi, è pur vero che insiste su un concetto che è, come minimo, poco definito, allorquando scrive: "Fatto è che molti ex PCI , dopo il 1989, hanno guardato agli Stati Uniti piuttosto che all’Europa (erano profondamente ignoranti in tema di socialdemocrazia)".

Voi capite: qui si parla dell'ente "Europa" post 1989! E che roba è? Stiamo parlando dell'ente "Europa" che poco più di due anni dopo, febbraio 1992, firmò il trattato di Maastricht? Stiamo parlando dell'ente "Europa" che, già nel 1986, aveva firmato l'Atto Unico?

Insomma, cos'è questo ente "Europa" al quale si sarebbe dovuto guardare invece che agli Stati Uniti? E soprattutto, per quale ente "Europa" il Culatti si batte? Qualcosa in cui ogni individuo nasce libero e non oppresso da una sovrastruttura chiamata "Stato"? Qualcosa in cui non esistono né lo Stato né altre organizzazioni dotate di potere legislativo e regolatorio, compreso quindi il sistema bancario, il mercato finanziario, quello delle merci, gli organi di sicurezza pubblica, le frontiere nazionali o, se preferisce, europee? Oppure lo Stato no, ma le organizzazioni private sì? E' forse, il Culatti, un anarco-libertario? E può, un anarco-libertario, essere anche socialista? Ma se il Culatti è socialista, come se lo immagina uno Stato Socialista? Questo Stato avrà un territorio delimitato da frontiere? Questo Stato sarà nazionale o formato da una federazione di Stati nazionali? I cittadini che nasceranno in questo Stato anarco-socialista, vagheggiato dal Culatti, dovranno anch'essi combatterlo per tutta la vita, o sottostare ad esso?

Sono solo domande, per carità. Nulla impedisce al Culatti di pensare che essere socialista, e contemporaneamente considerare lo Stato il massimo delle sovrastrutture di potere, con le quali l'uomo nato libero (sic!) dovrà combattere per tutta la vita o, semplicemente, alle quali dovrà sottostare, non sia una contraddizione.

E che sono sono lo Stato, io, per impedirglielo?

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