domenica 20 luglio 2014

Riflessioni personali di mezza estate

Poiché questo è un blog, e non un sito di informazione, mi sento libero di scriverci quello che mi pare, anche le mie personali riflessioni. Magari sarò banale, dirò cose risapute, tirerò conclusioni ovvie, ma che importa? A volte si scrive più per se stessi che per gli altri.

E' sera. Dalla finestra giunge l'eco di una festa di paese, una di quelle occasioni in cui si incontrano tutti alle quali normalmente non manco di partecipare. Oggi no. Oggi non ho voglia di uscire per incontrare tante persone che hanno un'idea di come vanno le cose ormai totalmente diversa dalla mia; non ho voglia di fare la fatica di ascoltarli, di cercare di fargli intendere un briciolo di quello che oggi penso della situazione. Resto a casa e scrivo. Per me.

La domanda che mi pongo, dalla quale voglio partire per sviluppare questa riflessione, è: perché quasi tutta la nostra classe politica vuole ad ogni costo salvare l'€uro e l'Unione Europea? Quali interessi è costretta a tutelare la classe politica che sta dando vita alle larghe intese, così larghe da valere la salvezza di Berlusconi? Perché non possiamo uscire dall'€uro e denunziare i trattati?

Io penso che ciò accada perché il grande capitale italiano è sotto ricatto. Penso, cioè, che se appena l'Italia tentasse di fare un passo verso l'uscita alcune grandi banche salterebbero in aria, e con esse i patrimoni di quello che, ai tempi di Cuccia, si chiamava il salotto buono della finanza italiana. Penso, in definitiva, che la classe politica italiana non abbia alcuna reale autonomia rispetto ai suddetti grandi interessi patrimoniali, e ciò principalmente perché sono scomparsi i partiti di massa.

Se questo è vero, allora l'unica strada percorribile è quella di farli rinascere. Impresa non facile, poiché gli attuali maggiordomi del salotto buono si stanno impegnando in sommo grado al fine di renderla ancor più aspra e difficoltosa. La riforma costituzionale che prevede un senato non elettivo, con poteri non ancora chiari ma, temo, tali da garantire una seconda linea di difesa nella malaugurata ipotesi di uno sconvolgimento degli equilibri elettorali; addirittura la possibilità che alla camera dei deputati rimangano le liste bloccate; le soglie di sbarramento che potrebbero aggirarsi intorno all'8%; magari l'imposizione per legge di scegliere una quota delle candidature attraverso primarie aperte, limitando così l'autonomia decisionale di nuovi partiti di opposizione, ebbene tutto ciò ha, per me, il sapore di una manovra preventiva in vista della possibilità che la crisi produca un'eruzione dal basso capace di aprire la porta alla rinascita dei partiti di massa. Tutto ma non questo, è quello che io leggo nelle "riforme" di Matteo Renzi!

Se leggiamo in questa prospettiva il dibattito sulle liste bloccate, ricordando altresì l'ipotesi ventilata da Matteo Renzi di imporre le primarie per legge, appare chiaro qual è il dilemma davanti al quale si trovano i maggiordomi delle larghe intese. Le liste bloccate garantiscono sì la scelta puntuale degli eletti in parlamento, ma hanno la controindicazione di permettere ai nuovi partiti di opposizione di scegliere, come propri candidati, i militanti più appassionati e, per ciò, meno gestibili una volta eletti. Di converso, imporre la scelta di una quota delle candidature attraverso le primarie aperte, pur indebolendo il controllo delle élites sui partiti esistenti potrebbe avere effetti devastanti per i nuovi partiti di opposizione.

Il grande terrore dei maggiordomi politici, schierati a difesa degli interessi patrimoniali privati che hanno ucciso la democrazia, è la rinascita dei partiti di massa; vale a dire partiti nei quali la selezione delle candidature proceda dal basso attraverso la partecipazione di migliaia e migliaia di militanti che, uniti da vincoli etici e comunitari, ne animano le sezioni. Ed è anche il terrore dei loro padroni.

Nel frattempo le grandi speranze che aveva suscitato il M5S si stanno spegnendo miseramente. Non solo il M5S si sta confermando come portatore di una visione anti statalista (e questa non è una novità), ma sempre più appare chiaro come il potere reale della sua base, nel determinarne la linea, sia del tutto marginale.

In questa notte della democrazia, mentre venti di guerra spirano sempre più intensamente nell'Europa "pacificata" dall'€uro, l'unica speranza contro la barbarie, inevitabile conseguenza della difesa ad oltranza degli interessi dei grandi capitali privati, è il ritorno del maggior numero possibile di uomini e donne alla militanza politica.

Ci libereremo!


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