lunedì 24 settembre 2018

Perché la Francia può fare il 2,8% di deficit e noi no? Una spiegazione macroeconomica a cura del vostro subdivulgatore di paese

Volete capire perché la Francia può fare deficit e l'Italia no? Guardate la tabella (fonte Ministero dello sviluppo economico)


Esportiamo quasi 56 mld verso la Germania e 46 verso la Francia, in totale più di 100 mld. I due dati sono simili ma nascondono un'enorme differenza, perché la Francia ha un passivo commerciale di 60 mld, la Germania un attivo di 280 mld. Noi abbiamo un attivo di 50 mld, conseguenza della cura Monti-Renzi-Gentiloni che, abbassando il costo del lavoro, ci ha consentito di tornare in surplus. Perché alla Francia è consentito di fare deficit, e ancor di più alla Spagna e ad altri paesi, mentre a noi è vietato? Per via del debito pubblico? Suvvia.

Il punto è che la Germania ha accettato di entrare nell'euro rinunciando con fatica al suo marco forte. Ma come, diranno i cultori della illoeconomics, non sapeva la signora bionda che ci avrebbe guadagnato dal cambio dell'euro, più debole del marco? Eh no, perché la Germania non vende scarpe e magliette, prodotti molto sensibili al prezzo e dunque che si vendono meglio con un cambio debole, la Germania vende prodotti industriali per i quali il prezzo è relativamente importante. Col marco forte la Germania acquistava i semilavorati di cui la sua industria aveva bisogno in marchi (quindi comprava bene) e vendeva altrettanto bene in marchi, cioè in moneta "pesante", perché quello che produceva era roba che si vendeva comunque.

Accettando di entrare nell'euro la Germania (sapete: quella che stava segando il ramo su cui era seduta) si è ritrovata a vendere in euro, una moneta più debole del suo marco. Quindi da questo lato ci ha perso. Ma il fatto è che, poiché importava, e importa, una quota rilevante di semilavorati industriali proprio dai paesi dell'eurozona, in primis l'Italia, ovviamente non ha mai visto di buon occhio una crescita dei prezzi di tali importazioni. Il paese critico per la Germania è l'Italia, a seguire tutti gli altri, per cui il primo paese la cui dinamica dei prezzi essa ha interesse a comprimere è proprio il nostro. Il debito pubblico è un pretesto per boccaloni.

In sostanza la Germania (sì, proprio lei, la signora bionda) poiché perde nel vendere i suoi prodotti in una moneta più debole del marco, non può accettare di perdere anche per il fatto che il paese da cui principalmente la sua industria si approvvigiona, per i semilavorati industriali, abbia un'eccessiva dinamica dei prezzi.

Voi direte: ma la signora bionda potrebbe acquistarli altrove. Per cominciare non è così semplice, ma poi c'è il fatto che l'Unione Europea è ordoliberista, cioè nelle mani di una cricca di esaltati che hanno tanta fiducia nel mercato da sentire il bisogno di controllarlo fino alla curvatura delle zucchine.

La soluzione, per accontentare la signora bionda e placare le sue angosce, è quella di deflazionare i paesi dell'eurozona da cui la sua industria si approvvigiona, per prima l'Italia e a seguire tutti gli altri. Di poco la Spagna, da cui la signora bionda importa beni di consumo il cui prezzo non ha impatto sulla competitività della sua industria, e infatti le ha concesso deficit fino all'11% senza batter ciglio. Alla Francia, considerando anche altre non secondarie faccenduole, si può concedere un 2,8% che desta da noi maraviglia, ma all'Italia no, proprio no, decisamente no!

Perché la Lega di Salvini è la longa manus della signora bionda


Dispongo di una ramificata rete di agenti nella padania (si noti la minuscola) i quali mi informano che da quelle parti c'è una forte ripresa. Tutte i CEO delle aziende che, agganciate alla filiera produttiva tedesca, la riforniscono di semilavorati industriali, si stanno stropicciando le mani. Infatti a fronte di una domanda costante, la dinamica dei loro costi di produzione è ampiamente sotto controllo grazie all'abbattimento del costo del lavoro. Il risultato è il saldo record della nostra bilancia commerciale: oltre 50 mld di euro, secondi in Europa solo alla signora bionda.

Il guaio è che, per favorire un'area geografica e alcune categorie socio-economiche, il resto del paese è costretto a far vita grama, col rischio che le predicazioni di brutti ceffi come il vostro umile reporter prendano piede. Servono contromisure, che sono state trovate.

La Lega di Salvini, cresciuta dal 3% al 30% in pochi anni, è la risposta. E come è cresciuto questo partito? Semplice, andando a prendere voti al centro e al sud, cioè proprio nelle regioni che meno si avvantaggiano della ripresa dell'export verso la Germania, o non se ne avvantaggiano affatto, ma sono chiamate a fornire lavoro a basso costo a sostegno dello sforzo produttivo del segmento industriale che si sta integrando sempre di più con quello germanico. Il risultato è un'Italia sottoposta a una tensione nord-sud che finirà col dividerla, e tenuta momentaneamente insieme (ma solo fino a quando servirà) dalla speculazione sulla crescita del fenomeno migratorio e dagli allarmi securitari di Matteo Salvini. Viene quasi il sospetto che l'aumento degli arrivi dall'Africa negli ultimi anni, oltre che da ragioni economiche (abbattere in prospettiva il costo del lavoro) sia stato anche un'arma politica per favorire il cambio di regime che dovrà consegnare l'Italia a Salvini.

Il quadro non è completo perché non tiene conto del ruolo del m5s, che il vostro unile reporter di paese continua a ritenere una rivoluzione colorata esodiretta, eppure potrebbe essere, nella fase attuale e prima che prenda forza una forza popolare e costituzionale, un argine contro il nuovo tentativo confindustriale di mantenere la sua presa sulla nostra Patria. La Lega non sarà fascista, ma dietro la Lega io vedo l'ombra degli  stessi poteri che consegnarono il potere ai fascisti.

8 commenti:

  1. Sfonda una porta aperta….Salvini e la Lega sono sempre della stessa opinione, che e' riassunta in questo articoletto del 2012: http://www.milanotoday.it/politica/salvini-euro-sud.html. Ora Salvini fa il paladino anti-euro...si, come no!
    Per questo, pur essendo schifato dal PD, mai e poi mai potrei dare il mio voto alla Lega....bhe' anche per questo: https://www.youtube.com/watch?v=5fOaT5PsE4Q
    Saluti,

    Giuseppe Mignanelli

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  2. Hai fatto bene a sottolineare che i famosi "salvataggi che non ci salveranno" di cui blaterava Bagnai, cioè la distruzione della domanda interna ottenuta tramite consolidamento fiscale di Monti e rafforzata dalla precarizzazione e la svalutazione salariale di Renzi, non solo hanno salvato il nostro paese, ma hanno anche consentito ai maggiori esponenti del sovranarismo di guadagnare ambite poltrone e respirare il Pvofumo del Poteve.

    Come al solito nella storia umana si è posto il problema di chi o meglio quali classi sociali debbano pagare il prezzo delle crisi.


    Come al solito i costi della crisi sono stati scaricati sulle classi più basse arrivando addirittura a riproletarizzare parte della piccola borghesia.

    Il surplus commerciale di 50 miliardi ottenuto con le lacrime, il sudore ed il sangue di operai, disoccupati, giovani italiani costretti ad emigrare pur di non competere con gli immigrati nel mercato del lavoro dei lavapiatti o dei raccoglitori di pomodori, lavoratori del pubblico impiego, insegnanti, infermieri, forze dell' ordine etc...
    Ottenuto con il suicidio della sinistra…. viene ora consegnato a quelli che a parole dovrebbero portarci fuori dalla gabbia dell' euro ed invece ora esitano gongolanti su un "tesoretto" che parrebbe volersi incrementare di anno in anno.


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  3. Analisi perfetta, il mio umile plauso. Lo dico sempre agli amici tedeschi che sono loro che hanno bisogno di noi e non il contrario.

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  4. mah...in realtà le industrie tedesche i semilavorati oramai li comprano sempre più dai paesi del gruppo di visegrad e sempre meno dai mediterranei.

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    1. Quindi questi 50 mld di surplus commerciale come lo realizziamo? Esportando canzonette?

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    2. Guarda quanto surplus hanno quei 4 paesi con la germania messi assieme.
      Noi il nostro surplus lo realizziamo anche vendendo ad altri Paesi anche prodotti su cui siamo in competizione coi tedeschi - chi dice che le imprese italiane fanno solo subfornitura taglia il prosciutto con l ascia da boscaiolo.
      Difatti con la Germania siamo in deficit...seppur relativamente contenuto.
      Poi ovvio che l Italia da sola ha il peso democratico del gruppo di visegrad messo assieme.
      Ma le esportazioni del gruppo di visegrad verso i tedeschi sono relativamente molto più consistenti di quelle italiane.

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    3. Luca, leggi bene quello che ho scritto. Non che all'Italia convenga stare alle regole europee per commerciare con la Germania, ma che a una parte dell'Italia (quella in cui la Lega ha il suo zoccolo duro) ciò conviene, anche se il prezzo lo paga l'intero paese. Ho aggiunto che questa cosa crea una tensione che tende a spaccarlo, col nord che sempre più si integra con l'area economica mittle europea, perché ci guadagna, e il centro sud che paga il prezzo.

      Non so, cosa ci trovi di errato in questa descrizione?

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    4. che in realtà una parte del nord, quella più produttiva, compete con la Germania per vendere nel mondo.
      Mentre quella meno produttiva, che fa subfornitura, compete con l'europa dell'est per vendere in Germania.

      Ma non tutto il nord italia è come il Veneto dove in effetti si vende principalmente ai tedeschi.

      I più produttivi invece per competere con la Germania hanno a loro volta bisogno di importare semilavorati a basso valore aggiunto dall'est europa a basso prezzo.

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