Video: Anche la CNN "a suo modo" è costretta ad ammettere che TRUMP HA VINTO!
lunedì 30 novembre 2020
domenica 29 novembre 2020
sabato 28 novembre 2020
mercoledì 25 novembre 2020
martedì 24 novembre 2020
lunedì 23 novembre 2020
Euromomo, ovvero della schizofrenia dei dati statistici
Signori, io non ne posso più di questa costante menzogna propalata dal mondo della comunicazione (non più giornalismo) sulla cosiddetta pandemia da covid-19. Amo i dati, cioè la realtà oggettiva, non sono disposto a sentirmi dare del negazionista da citrulli che non sanno risolvere un'equazione di primo grado, cioè persone che non sono nemmeno al livello dei miei studenti del primo anno, eppure strogolano a più non posso. Quella che segue è un'accurata analisi a partire dai dati messi a disposizione dal sito euromomo.eu. Con grande pazienza ho tabellato con excel i valori dello z-score, un indice statistico che normalizza i dati di mortalità generale, così da consentire un confronto tra popolazioni diverse e in tempi diversi. Tali dati, che coprono 26 paesi europei, sono in gran parte completi al 100%, ad eccezione di Italia (14%) Francia (77%) Spagna (93%) e Germania - che ha fornito i dati completi ma riferiti solo alla città di Berlino e al land dell'Assia. Inoltre i valori delle ultime tre settimane, per ammissione di Euromomo, sono da intendersi come proiezioni e pertanto non affidabili. Ciò nonostante li ho utilizzati ugualmente, insieme ai dati definiti come affidabili, con il criterio di scegliere tra i valori affidabili e quelli ancora in fase di elaborazione quelli che maggiormente asseverano l'esistenza della cosiddetta pandemia epocale.
I dati di euromomo coprono un intervallo temporale dal 2015 ad oggi. In considerazione dell'avvenuta scomparsa dell'influenza, come da tutti riconosciuto, possiamo assumere che il confronto dei dati del 2020 con gli anni precedenti sia a tutti gli effetti un confronto tra il covid-19 e le precedenti influenze. Oppure, se preferite, tra il morbo causato dalla variante di coronavirus del 2020 e quelle che l'hanno preceduta.
Nella tabella che segue ho organizzato i dati in ordine decrescente in base allo scarto percentuale tra il massimo picco di z-score nel 2020 e il più alto valore di z-score degli anni precedenti, e ciò per ogni paese. In giallo sono evidenziati i paesi per i quali ho utilizzato i peggiori dati, nel senso che maggiormente asseverano l'allarme da covid-19 ma non sono ancora certi, secondo quanto afferma euromomo.
A titolo di esempio prendiamo il grafico dell'Italia:Per costruire la tabella ho considerato il picco della prima ondata nella primavera 2020 (z-score: 16,94), il picco (su dati non ancora asseverati) della seconda ondata nell'autunno 2020 (z-score: 15,01) e il picco delle precedenti stagioni influenzali, che in Italia si è verificato nel 2017 (z-score: 11,07). Ho poi calcolato lo scarto percentuale tra picco del covid nel 2020 (usando sempre il valore più alto tra quello della prima e seconda ondata, che nel caso dell'Italia è il valore 16,94 della scorsa primavera) e il picco della precedente epidemia influenzale (nel nostro caso il valore 11,07 del 2017). Per l'Italia si ottiene un incremento del 53%.
Approfondimento
Ricordate che, nel caso dell'Italia, stiamo esaminando dati estremamente incompleti, cosa sulla quale varrebbe la pena farsi qualche domanda. La linea tratteggiata rossa rappresenta la soglia di attenzione, la banda grigia l'intervallo di normalità. Come potete vedere, l'intervallo temporale di superamento della linea rossa è stato estremamente breve (dalla settimana 11 alla settimana 17), come molto rapidi furono i picchi nel 2017 e nel 2018, ma con un valore molto meno pronunciato. Inoltre, come è noto, la maggior parte dell'eccesso di mortalità si è verificato in una piccola zona del paese, tolta la quale il 2020 sarebbe stato un anno particolarmente fortunato. Osserviamo infine che i dati non asseverati (in giallino) ci parlano di una seconda ondata molto veloce ma già in fase di rientro.
Considerazioni analoghe possono essere svolte per altri paesi. A titolo di esempio esaminiamo la curva della Francia a paragone di quella italiana.
I due andamenti sono molto simili, fin dagli anni passati. Anche in Francia i dati non asseverati (in giallino) ci parlano di una veloce seconda ondata già in fase di remissione. Quello che colpisce della Francia è la maggiore rapidità del picco di primavera e il suo valore (24,31).Sono dati sorprendenti, perché né a Berlino né in Assia nel 2020 è mai stata superata la soglia di attenzione (valore dello z-score: 4) segnalata dalla linea tratteggiata rossa.
Considerazione simile vale anche per l'Austria, salvo una piccola e rapida recente oscillazione (su dati non asseverati). Inoltre, in Austria, i valori massimi dello z-score nel 2020 sono stati inferiori, e di molto, ai picchi del 2015, 2017, 2018.
Considerazioni
- Un gruppo di paesi con un picco estremamente pronunciato quanto rapido (Spagna, Inghilterra, Francia, Olanda, Belgio, Italia, Scozia)
- Differenze notevoli tra i precedenti paesi sia in termini di valori di picco che di scarto percentuale rispetto alla peggiore epidemia influenzale del quinquennio precedente
- Un gruppo consistente di paesi (Irlanda del nord, Estonia, Lussemburgo, Ungheria, Portogallo, Finlandia, Malta, Austria, Grecia, Norvegia, Germania, Danimarca) nei quali l'epidemia di covid-19 è stata addirittura meno pesante della peggiore epidemia influenzale del quinquennio precedente)
E allora?
domenica 22 novembre 2020
sabato 21 novembre 2020
giovedì 19 novembre 2020
mercoledì 18 novembre 2020
martedì 17 novembre 2020
lunedì 16 novembre 2020
domenica 15 novembre 2020
sabato 14 novembre 2020
La piramide del Potere - "ma allora perché lo fanno?"
La piramide del Potere
venerdì 13 novembre 2020
Il cigno nero
giovedì 12 novembre 2020
martedì 10 novembre 2020
Io genio, io poeta, io fallito
domenica 8 novembre 2020
Il "GREAT RESET" e la mia sfera di cristallo
IL "GREAT RESET" CHE DOBBIAMO COMPIERE NOI SOVRANISTI E SOCIALISTI, DI FRONTE ALLA FINE DI UNA FASE STORICA E ALL'AVVENTO DI UNA NUOVA - di Riccardo Paccosi
Una brevissima fase post-global si è appena conclusa dopo essere durata appena un lustro e, adesso, si materializza di fronte ai nostri occhi una nuova fase di turbo-globalismo.
Se non un globalismo mondiale, sicuramente un'unificazione normativa dell'occidente: come ha detto Jacques Attali, un'unica "rule of law" dovuta alla necessità di disporre, in seguito alla pandemia, di normative sanitarie sovranazionali.
Domani spero d'avere tempo di scriverne in modo più articolato, ma, per ora, anticipo che il punto cruciale riguarda come le aree che svolgono o provano a svolgere un'opposizione sistemica - sovranisti, neo-socialisti e via dicendo - non abbiano capito almeno cinque cose cruciali (intendo ovviamente l'area complessivamenta intesa, al netto cioè delle differenze tra organizzazioni e al netto del maggiore o minore acume dei singoli).
Noi, come area sociale d'opposizione sistemica, non abbiamo capito che:
a) il sovranismo è, da poco meno di dieci anni, un'istanza internazionale; quindi, quello che accade in tale ambito esteso, pregiudica le strategie di riconquista della sovranità popolare nei vari territori nazionali; per tale motivo di non riconoscimento della valenza internazionale del sovranismo, è inevitabile che molti sovranisti oggi neghino di trovarsi di fronte a una sconfitta politica pesante;
b) non abbiamo capito e continuiamo a non capire che l'incombente fase di turbo-globalismo è - come vaticinato da Kissinger, Attali e Bill Gates, nonché come reso programma concreto e operativo dal World Economic Forum - strettamente connessa alla gestione dell'emergenza covid-19; di più: abbiamo perso mesi a interpretare la pandemia come "emergenza" quando, fin dalla metà di marzo, era già evidente e palese che ci si trovava, al contrario, di fronte a una strategia di edificazione d'un nuovo paradigma statale o, per dirla col già citato World Economic Forum, d'un "nuovo contratto sociale";
c) non stiamo capendo che la democrazia si è conclusa e, stavolta, in via definitiva; il nuovo mondo ha già un nuovo potere costituente - composto dai governi e dalle multinazionali riunitesi intorno al progetto da loro stessi denominato "Great Reset" - che relega in soffitta il costituzionalismo e la sovranità popolare; questo significa che il paradigma d'intervento fin qui adottato - presentarsi alle elezioni, seguire la legalità istituzionale - andrebbe oggi, come minimo, integrato da ulteriori livelli d'intervento;
d'altro canto, anche la strada movimentista risulta preclusa: il processo di coercizione e reclusione dei corpi, rende l'insorgenza di massa tecnicamente complicata e, progressivamente, obliata dalla coscienza collettiva anche solo come possibilità;
d) non stiamo capendo che la nostra strategia dei tempi lunghi non è affatto condivisa dal nemico; non si può combattere, cioè, facendo finta che quest'ultimo non stia modificando il terreno di gioco; il progetto d'un nuovo mondo bio-tracciabile, globalizzato e - dicono - con reddito universale garantito, si appresta a giocare la propria partita entro un arco temporale di soli due anni;
e) non stiamo capendo la sproporzione di rapporti di forza che si sta determinando: eppure, abbiamo visto che il controllo dei media da parte delle forze globaliste ha consentito a queste ultime, solo nella giornata di ieri, di silenziare tanto sui programmi televisivi di news quanto sui social nientemeno che il Presidente in carica degli Stati Uniti;
f) stiamo vedendo un'adesione di massa alla narrazione dominante che, dal punto di vista della semi-unanimità espressa dall'opinione pubblica, ha come unico possibile paragone storico la Germania di Hitler; e, come abbiamo visto fin dai primissimi giorni di lockdown, proprio come nel Terzo Reich assistiamo all'avvento di un ordine sociale basato sulla creazione del "nemico interno"; con una nuova Borghesia Nera - stavolta non di matrice fascista bensì progressista - che invoca la repressione della devianza sociale ed esprime pubblicamente l'auspicio che la polizia spari sui disoccupati che protestano.
Dinanzi a uno scenario di tale portata, tutto dev'essere ripensato. A partire da cosa sia, oggi, il fare politica.
A fianco del Great Reset orchestrato dai padroni, in altre parole, s'impone la necessità di una resettazione anche da parte nostra.
Sicuramente, bisognerà riflettere intorno a possibilità finora non considerate e a sentieri finora non battuti.
Le prime due cose che mi vengono in mente, a riguardo, sono il fare comunità inteso come contro-potere costituente che s'insinui fra le pieghe ed entro le incrinature del nuovo spazio totalitario e, in secondo luogo, nell'era del controllo digitale dei corpi, la necessità di tornare ad apprendere il paradigma politico della cospirazione.
Tutto questo trascende ampiamente i concetti di ottimismo e di pessimismo.
La volontà di non sottomettersi al nuovo totalitarismo e il conseguente ottimismo di tale volontà, necessitano infatti e preliminarmente di una coraggiosa rinuncia alle illusioni.
Mai come oggi, l'imperativo etico di Giacomo Leopardi, ovvero la ricerca indefessa e costante de "l'arido vero", rappresenta l'unica strada percorribile. Anche se, purtroppo, si tratta di una strada oltremodo dolorosa.
sabato 7 novembre 2020
venerdì 6 novembre 2020
La nazione italiana
COME E' STATA ORGANIZZATA LA DESTABILIZZAZIONE/STABILIZZAZIONE POLITICA IN ITALIA
Il 23 dicembre 1984 una carrozza del treno Rapido 904 esplose a causa di una carica dinamitarda, mentre attraversava la galleria presso San Benedetto Val di Sambro, provocando 16 morti e 267 feriti.
Per la strage sono stati condannati mafiosi siciliani (Pippò Calò) e camorristi napoletani di estrema destra (Guido Cercola).
Il 29 dicembre 1984 Rino Formica, parlamentare del PSI, Capogruppo alla Camera e componente del Comitato di Controllo sui servizi segreti, commentando la strage, dichiarò: " Ci hanno avvertito, ci hanno mandato a dire che l'Italia deve stare al suo posto sulla scena internazionale. Un posto di comparsa, di aiutante. Ci hanno fatto sapere con il sangue che il nostro Paese non può pensare di muoversi da solo nel Mediterraneo. Ci hanno ricordato che siamo e dobbiamo restare subalterni. E noi non abbiamo un sistema di sicurezza nazionale capace di opporsi a questi avvenimenti. I nostri sevizi di sicurezza sono inefficienti perché così li hanno voluti gli accordi internazionali. Non difendono l'Italia perché non debbono difenderla. Sono funzionali alla nostra condizione di inferiorità. Altro che strage fascista: è accaduto qualcosa di totalmente nuovo, qualcosa che pone il problema della nostra autonomia internazionale."
Queste dichiarazioni dirompenti sono tratte da Doppio livello (Come si organizza la destabilizzazione in Italia) di Stefania Limiti, Ed. Chiarelettere.
L'autrice, una delle più documentate, brillanti e acute giornaliste d'inchiesta a livello mondiale, consente al lettore degli approfondimenti straordinari sulla c.d. strategia della tensione, che ha attraversato la vita politica e sociale dell'Italia dagli anni '60 sino alla metà degli anni '90.
Un trentennio insanguinato e atroce, che ha visto lentamente retrocedere la nostra già limitata sovranità popolare a semplice espressione geografica o protettorato.
Un testo molto importante perché si diffonde in modo documentatissimo e si propone, riuscendoci perfettamente, di spiegare le modalità strategiche, tattiche e operative dell'opera di destabilizzazione a cui siamo stati e siamo ancora sottoposti.
Questo attraverso un preciso percorso storico che parte dalla fine della II Guerra mondiale e arriva ai giorni nostri.
L'Autrice spiega in modo preciso quali siano le tecniche di guerra psicologica, dalle false flags, alle intossicazioni, al doppio livello.
Da leggere assolutamente per chi vuole conoscere, capire e per formarsi una vera coscienza civile e politica.
Link correlato: MARINA MILITARE VS TÜRK DENIZ KUVVETLERI (MARINA MILITARE TURCA) - Difesaonline.it
giovedì 5 novembre 2020
martedì 3 novembre 2020
lunedì 2 novembre 2020
domenica 1 novembre 2020
Ciociaristan atque Ravanusistan
Gli infami obiettivi dell’oligarchia.
di Roberto PECCHIOLI
Dmitry Orlov è un ingegnere, scrittore e scenarista russo-americano molto popolare nel mondo degli oppositori al sistema dominante. Il suo tema preferito è l’idea del collasso della potenza degli Stati Uniti e di riflesso del mondo occidentale, per motivi economici, ecologici e politici. La “crisi permanente “degli Usa, a suo avviso, condurrà al collasso per l’azione congiunta di insostenibili budget militari, disavanzi pubblici, un sistema politico non in grado di fornire risposte adeguate e per il calo della produzione di petrolio. Le sue convinzioni sono esposte in due libri mai tradotti in italiano, Reinventare il collasso e Le cinque fasi del collasso. Personalità bizzarra, vive da anni su una barca dotata di pannelli solari, con una fornitura per sei mesi di gas propano e una cambusa in grado di immagazzinare una grande quantità di generi alimentari. Chiama la sua barca una “capsula di sopravvivenza”. La sua massima è che “di fronte a un’economia al collasso, si dovrebbe smettere di pensare alla ricchezza in termini di denaro”.
Le sue analisi sulla crisi mondiale da Covid 19 suscitano riflessioni. Uno dei suoi ultimi interventi, rilanciato dai siti “alternativi”, definisce infami, famigerati, gli obiettivi dell’oligarchia mondialista, nella cui agenda la pandemia riveste un ruolo centrale. Supponi di essere uno dei geni del male che gestiscono l’economia mondiale, propone Orlov ai lettori. Naturalmente, vorresti perpetuare il tuo potere in modo stabile, sicuro e redditizio. Vorresti risolvere i problemi in modo rapido ed efficace senza attirare l’attenzione su te stesso e sulle tue pessime abitudini. Per Orlov, tra i principali problemi da risolvere in maniera rapida e preventiva, dal punto di vista dell’oligarchia, vi è l’approvvigionamento energetico.
In questo campo, la crisi è nota ai livelli di vertice da oltre vent’anni, ma è stata finora mascherata e la soluzione rimandata per motivi tecnologici e geopolitici. La crisi finale si avvicina sempre di più. L’ultima grande scommessa per gli Stati Uniti e il mondo, l’energia fossile ottenuta per fratturazione idraulica (fracking) sta fallendo, non essendo riuscita a realizzare profitti. La maggior parte delle aziende è in via di fallimento: un vantaggio per l’ambiente, visto l’inquinamento delle falde acquifere prodotto dal fracking. Le energie rinnovabili, sotto forma di elettricità ricavata da energia eolica e solare, si sono rivelate troppo costose e poco attraenti per le reti elettriche a causa della loro intermittenza e dell’incapacità di immagazzinare grandi quantità di elettricità. Le manovre geopolitiche, come il tentativo di rovesciare il governo del Venezuela per rubarne il petrolio e le sanzioni nei confronti della Russia sono fallite.
Il tasso di “ritorno” di energia, continua a diminuire. Si tratta dell’indice EROEI, ossia il ritorno energetico sull’investimento, noto con la sigla EROEI, Energy Returned On Energy Invested, ovvero energia ricavata su energia consumata, il coefficiente che indica la convenienza di una fonte di energia in termini di resa netta. Quando il rapporto tra resa e consumo impiegato per produrla è inferiore a due, non ha più senso utilizzare quella fonte energetica.
L’oligarchia è pienamente consapevole della fine imminente dell’era dei combustibili fossili. Dall’avvento della prima industrializzazione basata sul carbone, la crescita economica è sempre stata accompagnata da un aumento proporzionale dell’uso di combustibili fossili. Quell’incremento sembra adesso impossibile. L’economia globale, per rimanere solvibile, fa affidamento sul credito per sostenere la produzione e la crescita continua. In questo schema, l’unica alternativa alla crescita continua è il collasso economico. L’oligarchia sta quindi lavorando alla ricerca di modalità per riequilibrare la complicata equazione energetica, chiudendo parti dell’economia globale per consentire alle altre di continuare a crescere. Una gigantesca partita a scacchi nella quale si sacrifica una parte delle pedine per salvare il gioco. I perdenti devono essere indotti a correre volontariamente al macello, “per il loro bene”.
Le più esposte sono le economie indebitate, tra le quali l’Italia. Il rischio più grande di collasso, tuttavia, lo correrebbero gli Stati Uniti, che vivono da decenni di prestiti e il cui gigantesco debito oscura tutti gli altri. In parallelo con la graduale perdita dello status di valuta di riserva del dollaro USA e dell’immenso privilegio di stampare moneta secondo necessità, ciò ha posto gli Stati Uniti all’epicentro di un possibile collasso finanziario. L’oligarchia ha compreso la portata del panico dell’agosto 2019 sul mercato dei pronti contro termine, il Repo, (repurchase agreement) l’impianto idraulico del sistema finanziario che tratta due trilioni di dollari al giorno. In quei giorni convulsi, l’interesse sui prestiti overnight (il tasso al quale le banche prestano denaro per la durata massima di 24 ore) con garanzia del debito federale degli Stati Uniti è salito al dieci per cento. Una crepa vistosa sulla facciata del sistema finanziario.
Gli Stati Uniti non sono più in grado di finanziare i deficit di bilancio con prestiti dall’estero, poiché molti fondi e Stati sono ora venditori di titoli di debito statunitensi. Il governo americano prende in prestito quasi la metà della sua spesa, accumula debito a breve termine due volte più velocemente di quanto potrebbe sperare di ripagarlo. L’immagine usata da Orlov è quella di un toro testardo in piedi in mezzo ai binari che cerca di fermare con lo sguardo feroce un treno in arrivo. Questo non è propriamente vero, poiché la politica di potenza americana si basa in gran parte su una superiorità militare e tecnologica in grado di gettare sulla bilancia il peso della spada, come Brenno al tempo di Roma.
Vero è che l’economia finanziaria resta un gigantesco schema Ponzi piramidale legalizzato. Tutti gli schemi piramidali falliscono, e tendono a farlo più o meno istantaneamente. Di qui la certezza che l’oligarchia stia cercando un modo per anticipare il collasso mantenendo il controllo. Il principale obiettivo a breve termine, se questa interpretazione ha senso, è di evitare il peggio (per gli iperpadroni) facendo precipitare l’economia mondiale in una specie di coma farmacologico, alimentandola artificiosamente con un’infusione di denaro gratuito. Questa interruzione temporale fornisce l’opportunità di apportare correzioni di sistema drammatiche per le popolazioni.
La tesi è che non ci sarà più abbastanza energia per far funzionare l’economia globale; ecco perché interi settori devono essere abbandonati. Essenziale è comprendere che l’iperclasse che gestisce il mondo non ha alcun senso e vincolo morale o nazionale; ciò che conta è che alla fine della ristrutturazione (il Grande Reset) ciò che resterà sia solido, intatto nelle loro mani e sufficientemente ampio da comprendere la parte dell’umanità che lorsignori non ritengono superflua.
Un’ottima opportunità, immediatamente realizzabile grazie alla paura amplificata artificialmente della pandemia, è distruggere la mobilità di massa, il turismo internazionale e il grande settore ricreativo. Molto è già stato fatto: l’industria alberghiera e il settore dei trasporti sono devastati, trascinando con sé ristoranti, terme e tutte le altre attività che accolgono lo svago di massa. Le navi da crociera verranno smantellate per essere rottamate. Ciò riduce il consumo di distillati di petrolio. A differenza della benzina, che serve per spostarsi in piccoli veicoli ed è in gran parte uno scarto creato dalle raffinerie di petrolio, i distillati di petrolio come cherosene, carburante per bunkeraggi, olio combustibile e gasolio sono la linfa vitale dell’economia globale. Il loro utilizzo per trasportare i turisti verso luoghi di villeggiatura è diventato, agli occhi di lorsignori, uno spreco enorme, insostenibile.
Ma se l’uso di distillati di petrolio è in calo, lo è anche la benzina, che rappresenta circa la metà dei prodotti di raffinazione del petrolio greggio. La soluzione pensata è impedire a milioni di persone di recarsi al lavoro facendoli lavorare da casa. È puro spreco fornire agli impiegati un posto dove dormire e un altro dove lavorare; possono fare tutto dalla loro stanza e con connessione Internet personale, utilizzando lo stesso computer e il medesimo telefono cellulare. Se non c’è più bisogno di muoversi, scompare anche l’esigenza di mantenere gli uffici nelle grandi città. Città e periferie possono spopolarsi. La popolazione può “telelavorare” altrettanto facilmente in città, in periferia e in campagna. La necessità di recarsi al supermercato per le provviste può essere sostituita da un camion per le consegne settimanali, che consente anche la chiusura della maggior parte delle attività commerciali al dettaglio.
Una volta che non è più necessario fare il pendolare e guidare verso i negozi, diventa possibile ridurre la mobilità complessiva della popolazione, riducendo ulteriormente il consumo di energia. Il modo migliore per farlo è eliminare il trasporto privato a lunga distanza introducendo tasse, pedaggi autostradali molto elevati e allo stesso tempo istituendo norme rigorose per consentire ai passeggeri l’accesso a bordo dei mezzi pubblici, dei treni o aerei. Questo sembra essere il ruolo a lungo termine delle misure di salute e sicurezza pubblica che stiamo sperimentando.
Un effetto collaterale della dispersione della popolazione lavoratrice limitandone la mobilità è che la protesta politica diventa inutile. Una volta che le persone non sono più autorizzate a riunirsi e manifestare in massa, i loro movimenti di protesta diventeranno virtuali, circoscritti alle piattaforme dei social media che possono facilmente essere chiuse, e già assolvono egregiamente al ruolo di profilazione individuale e censura preventiva. Le autorità possono monitorare senza ostacoli il traffico Internet e telefonico e limitare o impedire il movimento fisico di chiunque ritengano sospetto. Anche i costi per mantenere l’ordine, disperdere le manifestazioni e reprimere le rivolte si ridurranno notevolmente.
Una misura di cui stiamo vedendo i primi segni consiste nel cessare di mantenere l’ordine nei grandi agglomerati, il che consente ai criminali e ai saccheggiatori di spadroneggiare liberamente e quindi provocare un esodo volontario dalle città. Un altro effetto del declino delle grandi città sotto il peso di ondate di criminalità e proteste, assai gradito al sistema, sarà che i residui manifestanti e rivoltosi potranno essere immediatamente individuati, arrestati e usati come schiavi. La sorveglianza elettronica contemporanea, con monitoraggio del telefono cellulare, videosorveglianza e riconoscimento facciale basato sull’intelligenza artificiale, semplifica l’identificazione e la localizzazione. Negli Stati Uniti masse di semi schiavi lavorano duramente nelle prigioni privatizzate. La popolazione sgradita o eccedente si trasforma in lavoro gratuito, ovvero, se le parole hanno un senso, in schiavitù.
Un’importante fonte di spesa energetica è dedicata ai lussi, o meglio alle scelte individuali. In un’economia di libero mercato, la scelta del consumatore è sacrosanta e un gran numero di aziende si occupa di tutto, dai saloni di bellezza alla cura dei cani, bar, ristoranti, servizi di ogni tipo, palestre, studi di massaggi e yoga, abbigliamento firmato, ecc. Nessuna di queste attività è essenziale e quindi può essere chiusa a condizione che si trovi una scusa di pubblica sicurezza. Al posto di tutto questo, potrebbe essere individuato un paniere di beni di consumo essenziali da consegnare a domicilio, gratuitamente e regolarmente, da squadre armate.
Lo scenario può sembrare eccessivo o folle, ma quello che stiamo vedendo in questi mesi è forse tanto diverso? Normalmente, ci si aspetterebbe che precipitare l’economia mondiale in un coma indotto incontri una forte resistenza. La soluzione dei padroni universali è spaventare per sottomettere, con lo spauracchio di un virus sufficientemente serio da terrorizzare le masse. L’allarmismo più fosco si è impadronito della comunicazione mainstream proprio nel momento in cui frange di opinione iniziano a non credere alla narrazione ufficiale e interi comparti produttivi avvertono la morsa della povertà incombente. Comincia ad affiorare un certo discredito degli allarmisti “ufficiali”. Tuttavia, sinora nel gioco sporco della paura sta vincendo l’oligarchia.
I più reattivi stanno cominciando a rendersi conto che le misure d’emergenza tese a fermare la diffusione del virus stanno causando danni – economici ed esistenziali – più gravi di quelli causati dal contagio. Ma niente di tutto questo conta: il coma economico globale è stato indotto come previsto e solo le nazioni e le economie più forti ne usciranno. Questo terribile tempo sospeso darà all’oligarchia globale la possibilità di risolvere, in base ai suoi interessi di dominio, alcuni fastidiosi problemi prodotti dai popoli: innanzitutto la longevità, il sovraffollamento di pensionati. I fondi pensione si svuoteranno per diminuzione dei contribuenti e non ci saranno risorse per la sanità, interamente dedicata al Covid 19.
Potranno generalizzare l’automazione e la robotizzazione, ridurre l’intensità energetica dell’economia, mantenere un controllo molto stretto sulla forza lavoro, dispersa e probabilmente costretta al precariato di massa. La distruzione sistematica della scuola, di cui vediamo non i sintomi, ma i risultati, consentirà di ottenere un declino dell’intelligenza, con la diminuzione delle funzioni cognitive del cervello umano, consegnate ai server che eseguono algoritmi di intelligenza artificiale. I sistemi di istruzione pubblica sono già stati separati dallo sviluppo intellettuale e limitati all’insegnamento di abilità strumentali, a premere pulsanti e obbedire ai comandi della macchina.
Forse abbiamo torto e siamo catastrofisti: lo scopriremo vivendo e saremo i primi a essere felici di essere stati inutili Cassandre. Ma tu, buon cittadino del mondo, impaurito e ridotto a maschera di uomo, continua a credere che è tutta colpa dell’orribile coronavirus. Non c’entra nulla la bolla finanziaria, il problema energetico, la guerra commerciale Usa-Cina, la Grande Trasformazione imposta alla tua vita. Sì, proprio alla tua vita, se avrai la fortuna di sopravvivere alla seconda e terza ondata del contagio per merito delle provvide misure della Gran Madre governativa per offrire fiducioso il braccio al vaccino che salverà i superstiti. Ti desterai dal coma e tutto, magicamente, tornerà come prima.