lunedì 23 novembre 2020

Euromomo, ovvero della schizofrenia dei dati statistici

Signori, io non ne posso più di questa costante menzogna propalata dal mondo della comunicazione (non più giornalismo) sulla cosiddetta pandemia da covid-19. Amo i dati, cioè la realtà oggettiva, non sono disposto a sentirmi dare del negazionista da citrulli che non sanno risolvere un'equazione di primo grado, cioè persone che non sono nemmeno al livello dei miei studenti del primo anno, eppure strogolano a più non posso. Quella che segue è un'accurata analisi a partire dai dati messi a disposizione dal sito euromomo.eu. Con grande pazienza ho tabellato con excel i valori dello z-score, un indice statistico che normalizza i dati di mortalità generale, così da consentire un confronto tra popolazioni diverse e in tempi diversi. Tali dati, che coprono 26 paesi europei, sono in gran parte completi al 100%, ad eccezione di  Italia (14%) Francia (77%) Spagna (93%) e Germania - che ha fornito i dati completi ma riferiti solo alla città di Berlino e al land dell'Assia. Inoltre i valori delle ultime tre settimane, per ammissione di Euromomo, sono da intendersi come proiezioni e pertanto non affidabili. Ciò nonostante li ho utilizzati ugualmente, insieme ai dati definiti come affidabili, con il criterio di scegliere tra i valori affidabili e quelli ancora in fase di elaborazione quelli che maggiormente asseverano l'esistenza della cosiddetta pandemia epocale.

I dati di euromomo coprono un intervallo temporale dal 2015 ad oggi. In considerazione dell'avvenuta scomparsa dell'influenza, come da tutti riconosciuto, possiamo assumere che il confronto dei dati del 2020 con gli anni precedenti sia a tutti gli effetti un confronto tra il covid-19 e le precedenti influenze. Oppure, se preferite, tra il morbo causato dalla variante di coronavirus del 2020 e quelle che l'hanno preceduta.

Nella tabella che segue ho organizzato i dati in ordine decrescente in base allo scarto percentuale tra il massimo picco di z-score nel 2020 e il più alto valore di z-score degli anni precedenti, e ciò per ogni paese. In giallo sono evidenziati i paesi per i quali ho utilizzato i peggiori dati, nel senso che maggiormente asseverano l'allarme da covid-19 ma non sono ancora certi, secondo quanto afferma euromomo.


A titolo di esempio prendiamo il grafico dell'Italia:

Per costruire la tabella ho considerato il picco della prima ondata nella primavera 2020 (z-score: 16,94), il picco (su dati non ancora asseverati) della seconda ondata nell'autunno 2020 (z-score: 15,01) e il picco delle precedenti stagioni influenzali, che in Italia si è verificato nel 2017 (z-score: 11,07). Ho poi calcolato lo scarto percentuale tra picco del covid nel 2020 (usando sempre il valore più alto tra quello della prima e seconda ondata, che nel caso dell'Italia è il valore 16,94 della scorsa primavera) e il picco della precedente epidemia influenzale (nel nostro caso il valore 11,07 del 2017). Per l'Italia si ottiene un incremento del 53%.

Ripetendo il calcolo, e graficando i risultati, si ottiene un quadro di insieme interessante. Innanzi tutto esaminiamo il grafico dell'incremento percentuale dello z-score:


Possiamo notare un andamento tra uno scarto massimo positivo del 315% nel Galles e uno negativo del -68% in Danimarca. I paesi con uno scaro positivo sono: Galles, Inghilterra, Spagna, Belgio, Svezia, Francia, Irlanda, Olanda, Slovenia, Italia, Scozia, Svizzera, Cipro. Tutti gli altri hanno uno scarto negativo, ovvero il massimo picco del covid-19 è stato inferiore al picco della peggiore influenza dei cinque anni precedenti.

Approfondimento

Occorre tener presente che i dati sullo z-score sono per settimana, pertanto i picchi devono essere valutati anche in funzione della loro durata, in sostanza effettuando un integrale. A titolo di esempio, torniamo sul grafico per l'Italia.


Ricordate che, nel caso dell'Italia, stiamo esaminando dati estremamente incompleti, cosa sulla quale varrebbe la pena farsi qualche domanda. La linea tratteggiata rossa rappresenta la soglia di attenzione, la banda grigia l'intervallo di normalità. Come potete vedere, l'intervallo temporale di superamento della linea rossa è stato estremamente breve (dalla settimana 11 alla settimana 17), come molto rapidi furono i picchi nel 2017 e nel 2018, ma con un valore molto meno pronunciato. Inoltre, come è noto, la maggior parte dell'eccesso di mortalità si è verificato in una piccola zona del paese, tolta la quale il 2020 sarebbe stato un anno particolarmente fortunato. Osserviamo infine che i dati non asseverati (in giallino) ci parlano di una seconda ondata molto veloce ma già in fase di rientro.

Considerazioni analoghe possono essere svolte per altri paesi. A titolo di esempio esaminiamo la curva della Francia a paragone di quella italiana.

I due andamenti sono molto simili, fin dagli anni passati. Anche in Francia i dati non asseverati (in giallino) ci parlano di una veloce seconda ondata già in fase di remissione. Quello che colpisce della Francia è la maggiore rapidità del picco di primavera e il suo valore (24,31).

Guardiamo ora l'Inghilterra.


Anche in questo caso possiamo fare considerazioni analoghe a quelle di Italia e Francia, salvo la presenza di un picco davvero mostruoso nella scorsa primavera (36,11).

Passiamo ora alla Germania, esaminando le curve della città di Berlino e dell'Assia.


Sono dati sorprendenti, perché né a Berlino né in Assia nel 2020 è mai stata superata la soglia di attenzione (valore dello z-score: 4) segnalata dalla linea tratteggiata rossa.

Considerazione simile vale anche per l'Austria, salvo una piccola e rapida recente oscillazione (su dati non asseverati). Inoltre, in Austria, i valori massimi dello z-score nel 2020 sono stati inferiori, e di molto, ai picchi del 2015, 2017, 2018. 


Passiamo alla Svezia. Qui abbiamo un picco primaverile di ampiezza limitata (12,93 contro, ad esempio, il valore di 36,11 per l'Inghilterra e di 24,31 per la Francia).

Il caso peggiore è stato la Spagna, sia in termini di valore di picco (41,97) che di rapidità di arrivo e scomparsa della prima ondata:


Vi è infine il Belgio, che presenta un andamento anomalo con 3 picchi, sebbene con un valore massimo dello z-score non particolarmente alto (18,83).

Qui, infine, i picchi della prima ondata per tutti i paesi:


Considerazioni

Non è affatto facile tirar fuori una qualsiasi correlazione davanti a una così grande differenza nei dati dell'indice z-score. In sostanza abbiamo:
  1. Un gruppo di paesi con un picco estremamente pronunciato quanto rapido (Spagna, Inghilterra, Francia, Olanda, Belgio, Italia, Scozia)
  2. Differenze notevoli tra i precedenti paesi sia in termini di valori di picco che di scarto percentuale rispetto alla peggiore epidemia influenzale del quinquennio precedente
  3. Un gruppo consistente di paesi (Irlanda del nord, Estonia, Lussemburgo, Ungheria, Portogallo, Finlandia, Malta, Austria, Grecia, Norvegia, Germania, Danimarca) nei quali l'epidemia di covid-19 è stata addirittura meno pesante della peggiore epidemia influenzale del quinquennio precedente)
Sappiamo inoltre che differenze dello stesso genere sono rilevabili anche allargando lo sguardo a tutto il mondo. E allora?

E allora?

Dobbiamo tener presente che stiamo parlando di mortalità generale, e non di attribuzioni di causa di morte per le quali si potrebbe sospettare una fallacia interpretativa. Questi dati, normalizzati con il parametro z-score, ci parlano di variazioni della mortalità. Possiamo prenderli per quello che sono, ovvero come una descrizione statistica di quanto è avvenuto, ed eventualmente polemizzare con i governi in merito ai provvedimenti di contenimento che sono stati adottati, tenendo però a mente che chi governa ha sulle spalle la responsabilità di evitare il peggio davanti a un'improvvisa esplosione dei decessi, che in alcuni paesi c'è stata, è stata rapidissima e, per fortuna, è velocemente rientrata, in altri è stata completamente assente. Lascio agli amici del Fronte Sovranista Italiano, che per primi hanno scelto una chiave di lettura di quanto è accaduto che si focalizza sull'efficienza ed efficacia delle misure di contenimento, nonché sulle carenze dei sistemi di sanità pubblica determinate da decenni di privatizzazioni, il compito di condurre questo genere di polemica, che potrebbe essere ben fondata. 

Vi è tuttavia un altro modo di leggere dati così schizofrenici, che è quello di ipotizzare un comportamento intenzionale. Questa seconda chiave di lettura, che potrebbe conciliarsi con la prima qualora emergesse la circostanza per cui la pandemia da covid-19 è stata di origine naturale o al più accidentale, e dunque che le élites non abbiano fatto altro che approfittare delle circostanze per imporre una sterzata autoritaria in direzione di una limitazione delle libertà e dei diritti individuali, è fortemente incentrata sull'ipotesi di intenzionale volontà di diffondere un agente patogeno instabile e non particolarmente letale per indurre una crisi globale. E' inutile negarlo, questa è la direzione verso la quale mi sono incamminato fin dall'inizio, la cui plausibilità mi appare ancora oggi maggiore della prima.

Entrambe le spiegazioni hanno dignità, entrambe devono essere indagate e approfondite, senza che l'inveramento dell'una o dell'altra scavi fossati di animosità che danneggerebbero tutti noi. Sono certo che sarà così, così come sono certo che le contrapposizioni che l'evento covid ha fatto nascere siano, in ultima analisi, il segno di una inesausta vitalità del mondo del lavoro e delle professioni, quel mondo che è capace di rispettare le regole senza però considerarle leggi divine. 

Tutte le leggi sono fatte dagli uomini, quindi sono imperfette, esse dunque possono essere migliorate oppure peggiorate.

7 commenti:

  1. Buongiorno Fiorenzo
    ho un'altra ipotesi sul picco di mortalità.
    Il virus esiste, non è letale ma è nuovo. All'inizio non si sapeva come curarlo.
    In quelle zone bergamo, Brescia, val seriana, etc.. Se lo sono preso in massa perchè sono corsi in ospedale.
    E li si è diffuso a gente che di base stava male.
    Poi per il primo mese non si faceva altro che aspettare che il paziente peggiorasse per poi intubarlo.
    Ed è sbagliato, sia aspettare che peggiori senza intervenire con cure preventive che l'intubazione.
    Ora la prassi, nonostante la mancanza di un protocollo nazionale che non sia solo paracetamolo, è diversa e si interviene non appena i sintomi peggiorano.
    Quindi il picco di mortalità io lo spiego ad ignoranza medica (giustificata essendo il virus nuovo), contagiosità fuori dal comune e conseguente impossibilità di prestare attenzioni a tutti.
    Senza contare la mortalità dovuto al blocco delle cure per gli altri malati. Almeno un mese di sanità sospesa.
    Ho parlato con giovani medici che vedevano gente superscompensata e la dovevano mandare via perchè era pieno di gente con il covid.

    Ad ogni modo apprezzo molto le tue analisi sui numeri.
    Io penso che Euromomo usi questo sito per i dati:
    http://www.salute.gov.it/portale/caldo/dettaglioContenutiCaldo.jsp?lingua=italiano&id=4547&area=emergenzaCaldo&menu=vuoto

    Che include circa il 20% della popolazione italiana (molto vicino al 14 dichiarato da euromomo)

    Penso invece che questo:
    https://www.istat.it/it/archivio/240401
    opportunamente elaborato può dare molte risposte (tu hai già fatto un video su questi?...mi ricordo che però non avevi preso le provincie più colpite)


    PS - Vorrei capire cosa intendi per privatizzazione della sanità, perchè forse si che il problema è li. Ma bisogna capirsi bene.

    PPS - scusa forma, sintassi e rotografia. Gia sono un disastro ma poi scrivo in fretta perchè devo lavorare. (questo è uno "svago", pensa te!)
    Ciao

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  2. Ciao Fiorenzo,

    ti ringrazio per il lavoro molto interessante e stimolante che hai fatto e continui a fare.


    Sul COVID premetto che la mia visione è molto simile alla tua, e per quanto mi riguarda, ho visto da parte del governo un'evidente "non volontà" di prevenire la seconda ondata, in particolare voglio portare all'attenzione questi aspetti che non mi pare di averti sentito trattare nello specifico:

    -Non aver stabilito (o diffuso) a reti unificate quando una persona malata di COVID o comunque con sintomatologia NON è necessario che si rechi in ospedale, cercando così di evitare il più possibile affollamenti ingiustificati.
    Insomma, dal mio punto di vista sarebbe servito spiegare a tutti quali sono i parametri critici da valutare prima di ricorrere all'ospedalizzazione.

    So che a questa argomentazione spesso si risponde che "ci sono i medici di base", ma è altrettanto vero che molte persone li bypassano.

    -Non aver fatto una campagna di informazione durante l'estate su come mantenere efficiente il nostro sistema immunitario, che (questo è innegabile) è la prima e la migliore arma che abbiamo contro qualsiasi malattia, anzi, in alcuni casi sono stati addirittura messi in ridicolo quelli che consigliavano di integrare nella propria dieta vitamine, alimenti specifici o altre sostanze fondamentali per le nostre difese naturali.

    E' sottinteso che questo non previene il COVID, ma sicuramente dà una mano nell'affrontarlo.

    -Non aver parlato delle cure che hanno avuto buoni (in alcuni casi ottimi) risultati, lasciando credere che una volta infettati c'è poco altro da fare se non sperare nel Singore.
    Però capisco che quest'ultimo punto potrebbe avere il risultato di far sentire troppo al sicuro le persone, dato che, a quanto pare, l'obiettivo del governo in questo periodo è proprio il non far sentire al sicuro le persone.

    Il discorso andrebbe avanti all'infinito, per esempio, mi tornano in mente le notizie dei telegiornali dove denunciavano che per un cavillo burocratico i nuovi laureati non potevano essere assunti e quindi c'era carenza di personale, cosa assurda se consideriamo che da Febbraio il PdC con dei DPCM ha sospeso e/o limitato le libertà costituzionalmente riconosciute ed inviolabili per tutti gli italiani, oppure sentire che a fine ottobre c'era la corsa per allestire nuovi campi (tende) per i malati COVID (perchè non si sapeva che ci sarebbe stata una seconda ondata?).

    E infine c'è anche da considerare quanto dice Francesco con cui concordo pienamente, ma quello si applica specialmente alla prima ondata.

    Insomma, dal mio punto di vista la seconda ondata ha reso più evidente una certa volontà di prolungare questo stato di allarme.

    Credo proprio che tu sia dello stesso avviso.

    Ciao, buona giornata :)

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    1. Alla lucida analisi del 24 novembre 2020 di @Edoardo mancava un tassello fondamentale, la disponibilità dei vaccini.

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  3. Segnalo che oggi 3 gennaio 2021, i dati di Euromomo riguardanti l'Italia non sono più visualizzati (a meno che io non abbia le traveggole...).

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    1. Proprio ieri volevo fare un aggiornamento sui dati di euromomo e, sorpresa, i dati dell'Italia non ci sono più. E' tutto follemente "strano".

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