sabato 14 novembre 2020

La piramide del Potere - "ma allora perché lo fanno?"


La piramide del Potere

Benvenuti al telegiornale dei nazionalisti arcaici. Oggi affronteremo il problema di come rispondere all'obiezione che molti ci fanno quando, dopo aver mostrato l'enorme discrepanza tra i provvedimenti restrittivi e i numeri della cosiddetta pandemia, dobbiamo rispondere alla domanda "ma allora perché lo fanno?".

La difficoltà è simile a quella che incontra chi deve spiegare cosa sia il colore verde a chi, soffrendo di discromatopsia, che è una forma parziale di daltonismo, non lo vede. In politica la discromatopsia consiste nell'incapacità di comprendere, addirittura di concepire, la natura profonda del potere. Stiamo parlando non solo delle forme di potere oligarchico o dittatoriali, ma di ogni forma di potere, anche democratico. Quale che sia la fonte di legittimità di una forma di potere, questo è caratterizzato dal conferimento ad esso, da parte degli individui, della delega a governarli. In virtù di questa delega il potere ha il diritto e il dovere di difendere gli individui e può farlo solamente emanando ordini ai quali si deve obbedienza.

Da questo consegue la necessità che il potere si doti di una struttura di comando che non può che essere di natura gerarchica. Ogni tentativo di elaborare modelli di strutture di comando non gerarchico è sempre rimasto sul piano della speculazione ideale. Tutti questi tentativi, alla fine, hanno dovuto fare ricorso al concetto di "homo novus", o "nuova umanità", la cui pratica realizzazione ha prodotto orrende distopie che hanno segnato la storia dell'umanità. Ciò a causa di un'insanabile contraddizione, poiché ogni sforzo di rimodellamento sociale non può che essere guidato, e dunque ha bisogno di una struttura di comando già esistente. Gli spiriti più idealisti hanno allora immaginato percorsi di palingenesi sociale attraverso l'elevazione morale dell'umanità, ma anche in questo caso il problema si ripropone, venendo traslato dal piano politico a quello ideologico o religioso.

Non vi è dunque alternativa alla constatazione che ogni forma di potere non può che essere gerarchico. La conseguenza di ciò è che il potere è costretto ad obbedire alla sua pulsione di fondo, che è quella di incrementare e rafforzare gli strumenti di cui può disporre per controllare gli individui dai quali ha ottenuto, in qualsiasi modo, la delega a governarli.

Il corollario di questo ragionamento è che, se esistono nuovi strumenti di controllo, vi sarà la tendenza a usarli. Quando ciò accade in modo veloce, come nella nostra epoca caratterizzata dall'esplosione delle tecnologie, in particolare quelle digitali e biologiche, l'intera struttura di potere si affretta ad impossessarsene. Questo processo si sviluppa inizialmente in modo caotico, perché l'acquisizione dei nuovi strumenti di controllo non avviene in modo da rispettare il peso dei diversi strati di cui è formata la piramide gerarchica del potere. Accade così che alcuni strati della piramide riescono ad accrescere il proprio peso relativo a scapito degli altri, determinando una variazione della geometria della stessa. La piramide può trasformarsi assumendo un angolo maggiore al vertice, come è accaduto in alcune epoche storiche che consideriamo più democratiche, oppure restringendolo, come si teme che stia accadendo oggi.

In ogni caso il conflitto che si determina deve essere sempre interpretato come interno alla struttura piramidale del potere già esistente, senza abbandonarsi né a sogni di avvento di una nuova era di democrazia basata sul paradigma della rete, errore che moltissimi hanno fatto, e coltivato per anni oltre ogni buon senso, né arrendersi a una visione pessimistica e distopica del futuro che ci attende. La partita, come sempre, è aperta ad ogni soluzione, e l'esito finale non è predeterminato.

Bisogna infatti comprendere che ognuno di noi, per quanto debole e infima sia la sua condizione, oppure migliore e addirittura privilegiata, è inserito in un certo strato della piramide gerarchica del potere, il cui funzionamento, ovvero le molteplici relazioni di comando-esecuzione di ordini, sono regolate da un gran numero di norme giuridiche e vincoli di altra natura. La modifica dell'insieme di queste norme e vincoli non sopravviene automaticamente solo perché nuovi strumenti di controllo si rendono disponibili, ma certo coloro che se ne avvedono per primi acquisiscono un grande vantaggio, mentre chi tarda a capire perde importanti occasioni per conservare o incrementare il proprio peso relativo nella piramide gerarchica del potere.

Ad essere più penalizzati sono gli strati sociali che soffrono di discromatopsia o daltonismo politico, nell'analogia quelli che non vedono il colore verde o il colore rosso, oppure entrambi. Sono, essi, quelli che ci chiedono ingenuamente "ma allora perché lo fanno?". Con grande pazienza dobbiamo spiegar loro quello che abbiamo appena detto, e molto altro. Questo è uno dei compiti che noi nazionalisti arcaici perseguiamo con fede profonda nell'umanità, in particolare la parte costituita dal popolo italiano, anche quando sembra che ogni sforzo sia vano. 

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