giovedì 15 marzo 2018

La "buona scuola" e la stregoneria

L'antefatto: un neo senatore eletto leghista, Simone Pillon, fondatore del Family Day, annuncia che la sua prima interrogazione parlamentare sarà contro la stregoneria negli istituti di Brescia. Tutto nasce da un progetto didattico, approvato l'anno precedente per una prima elementare, che prevedeva l'intervento di un'esperta esterna alla scuola, tal Ramona Parenza scrittrice, illustratrice ed esperta di Intercultura, sul tema "Fiabe e racconti dal mondo". L'incontro si è svolto, ma i bambini a casa hanno raccontato cose che non sono piaciute a molti genitori; la polemica è cresciuta fino all'intervento del senatore Pillon, al quale ha fatto eco un articolo sull'espresso online dal titolo:

"Dopo il Gender è allarme streghe": la battaglia del neosenatore leghista nelle scuole

Nell'articolo la vicenda viene minimizzata, e venduta ai lettori come l'ennesimo caso di arretratezza culturale sul quale il leghista starebbe speculando. La Preside:

Il progetto prevedeva la drammatizzazione, l’interpretazione teatrale delle fiabe: un viaggio immaginario su una piroga, un piccolo libro sui cui scrivere la frase significativa di questo percorso, la consegna di una conchiglia. La signora si è vestita in costume tipico perché l’obbiettivo era la condivisione di una cultura altra

Al coro di deprecazioni si è unito anche Globalist.it con questo articolo:
Zucchero filato per il lettore piddino medio che si ritiene laico, progressista e più intelligente di questi ignorantoni che non capiscono il concetto di drammatizzazione. E frutta candita per i piddini a loro insaputa, che pensano di essere alternativi perché frequentano siti alternativi. Peccato che, ad una ricerca un minimo attenta, emergano particolari a dir poco inquietanti, che rimandano ad un contesto più ampio del quale i sapientoni che sanno di essere tali evidentemente non sono edotti.
Per completare il quadro dei diversi punti di vista, credo sia utile visionare questo filmato in cui compare Ramona Parenzon, nel corso di un dibattito sul multiculturalismo:


C'è però un aspetto della vicenda che nessuno ha colto, quali che siano le opinioni di ognuno, ed è che Ramona Parenzon è un'esperta esterna al mondo della scuola, chiamata per svolgere un progetto educativo. Quello di aprire la scuola alla collaborazione di esperti esterni, che spesso operano nel quadro di collaborazioni con agenzie di formazione finanziate da canali di diversa natura, è uno dei capisaldi della "Buona Scuola". La crescita di questo fenomeno ha l'effetto di ridurre il ruolo e il peso educativo degli insegnanti, i quali sono assunti per concorso e rappresentano, statisticamente, il clima culturale generale, facendo invece crescere quello di tali agenzie, i cui orientamenti culturali, e dunque politici, sono più facilmente determinabili a monte, grazie a oculate strategie di finanziamento.

Posso fare un esempio, del quale sono stato testimone e protagonista. Un paio di mesi fa, in prossimità delle elezioni politiche, una comunicazione interna mi informava che per il giorno X i miei alunni avrebbero dovuto recarsi nella sala videoconferenze per assistere a un dibattito sul processo di integrazione europea. Notai con sconcerto che l'incontro rientrava nel quadro di una serie di iniziative promosse dalla Gioventù Federalista Europea - GFE, ragion per cui mi recai immediatamente presso gli uffici di dirigenza per esporre la mia forte contrarietà, comunicando altresì che avrei sicuramente preso la parola per esporre agli studenti presenti il mio punto di vista, ovviamente opposto alla fiabetta che avrebbero raccontato gli "esperti" della GFE. Sul momento non venni preso in considerazione, ma un paio di giorni dopo una comunicazione interna avvisava che l'incontro era stato annullato. Sono soddisfazioni.

Ma quello che è avvenuto nella circostanza testé descritta potrebbe non accadere in moltissime altre. A mio parere, va combattuta, con la massima decisione, la prassi di far crescere il contributo formativo di agenzie esterne al mondo della scuola, a discapito del ruolo di noi insegnanti che, sempre di più, siamo ridotti a quello di meri sorveglianti dell'incolumità fisica degli studenti, nonché di estensori di inutile e ridondante documentazione burocratica. Se ciò non avverrà, allora assisteremo al ripetersi di vicende simili a quella che ha suscitato la polemica sulla stregoneria a scuola, probabilmente, ma non solo, nell'ambito della promozione dell'ideologia gender. Anche in questo caso, si ripeterà lo scontro tra i sapientoni che sanno di sapere e il popolo dei genitori, che queste scemenze non se le bevono.

La questione veramente centrale è che la scuola, se è un universo democratico così come previsto dalla nostra Costituzione, non deve diventare uno strumento per inoculare ideologie nel corpo sociale in base a decisioni promosse da centrali ideologiche meglio organizzate e più favorite di altre; al contrario essa, riscoprendo e rivalutando la centralità degli insegnanti, deve continuare a riprodurre al suo interno i numerosi punti di vista già presenti nella società, di cui ognuno di noi trasferisce in classe un piccolo frammento. Tutti abbiamo avuto docenti socialisti e liberali, nello stesso anno scolastico o in tempi diversi, così che abbiamo potuto ascoltare campane diverse, e fare le nostre scelte. Quando il mondo esterno era più socialista, allora c'era un maggior numero di insegnanti socialisti; oggi, che il mondo esterno è globalista... bè care élite... lo so che vi dispiace ma ci sono più insegnanti sovranisti. Forse la cosa dà fastidio, ed è per questo che si pensa di usare il cavallo di Troia degli "esperti esterni". #Macedovetestà!

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