venerdì 9 marzo 2018

Non ha shtato Putin, ha shtato Sam. Tonne dell'otto marzo andatevene affanculo!

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Confronto tra USA e EU

Cosa ci dicono giornaloni e televisioni? Che la Cina, e i Brics, e il surplus cinese, e dunque le frizioni tra USA e Cina, oddio la Ciiiina! Ah davvero?

Cos'altro ci dicono giornaloni e televisioni? Ah sì, che Putin ha hakerato le elezioni in USA, il referendum sulla Brexit, il referendum costituzionale in Italia, e naturalmente le ultime elezioni italiane. Non so se sia vero, può darsi, ma stiamo ai dati economici, che sono oggettivi: le due più grandi aree economiche del mondo sono gli USA e l'UE. Tutto quel che accade al di fuori del rapporto tra gli USA e l'UE è secondario. Sul lungo periodo (quando saremo tutti morti) le cose saranno diverse, magari ci saranno i robot che ci rubano il lavoro dicono i deficienti, ma intanto oggi il ventricolo sinistro del cuore del problema è quel che accade tra USA e UE.

Ora chiedetevi: qual è il ventre molle dell'UE, dal punto di vista dell'eventuale ricerca di un'influenza politica degli USA? Potrebbe essere un paese nel quale gli USA hanno più basi militari che in ogni altro, che è anche quello che ospita più militari USA dopo la Germania?

I paesi con la maggiore presenza di militari USA



Ma come si fa ad influenzare la politica di un paese occupato che entra a far parte di un progetto continentale che rischia di costruire un'entità non allineata agli interessi strategici dell'impero USA? Non basta infiltrare e condizionare i partiti esistenti, il principale dei quali - l'ex PCI - ha sposato una linea che, seppur liberista, è parte di un progetto che confligge con l'ambizione imperiale degli USA. A mali estremi, estremi rimedi: bisogna creare nuovi partiti, magari dal basso. Si chiamano rivoluzioni colorate.

Ed ecco che, dal nulla, dal basso (daje a ride), nasce il M5S (movimento cinque scontrini). Ah, sublime sapienza dell'imperium!

Sono stanco, forse sono pazzo. Ebbene, se per pazzia si intende il vedere le cose in modo diverso dalla stragrande maggioranza della tribù dei primati, allora io sono pazzo. E questo è il blog di un pazzo. Ma io questo vedo: che il movimento cinque scontrini è l'esercito politico colorato dell'impero USA in Italia e nell'UE. La quale resta, non servirebbe ripeterlo ma lo faccio, una monnezza rivoltante.

Sono stanco, solo e sconfortato, ma una cosa voglio aggiungere a conclusione di questo post "visionario": tonne dell'otto marzo andatevene affanculo!

11 commenti:

  1. Fiorenzo, condivido.
    Quindi, possiamo dire che gli USA, benché danneggiati dall'export tedesco (artificialmente favorito dalla moneta unica), hanno sempre interesse a mantenere in piedi la UE e l'euro in quanto piattaforma anti russa.
    Giusto?....
    Grazie, ciao
    s.

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    1. Sì, giusto. Purtroppo questa cosa non riesce a entrare in testa (e francamente sono sempre più sorpreso da ciò) a un gruppo di persone che ho molto frequentato in questi ultimi anni, che arrivano al punto di pubblicare un articolo come questo. Domani li vedrò, porrò con decisione la questione, e credo che li saluterò cordialmente, ma anche con fermezza.

      La nostra Patria è stretta tra Bruxelles e Londra, con gli USA che hanno come interesse irrinunciabile il mantenimento dell'UE nell'orizzonte di un'integrazione atlantica sempre più spinta ma, attenzione MA, secondo un modello di liberoscambismo coordinato e con l'UE in posizione politicamente subordinata. Dunque stop ai surplus europei verso gli USA, e doppio stop all'idea di esercito europeo (che è ben altra cosa rispetto a Eurogenfor, essendo questa "solo" una polizia sovranazionale interna all'UE).

      Ti dirò una cosa: probabilmente c'è poco da fare, ma almeno bisogna cercare di capire come stanno realmente le cose, e non raccontarci la frottola che il Movimento 5 Scontrini sia una forza anti sistema. Io non ne posso più di sentire una simile panzana!

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    2. Corrobora la mia lettura dei fatti questo passo (tratto da "LA VALENZA GEOPOLITICA DEL COMPLOTTO" - post pubblicato su fasaleaks.it dello storico Giovanni Fasanella):

      «Per quanto sia noto che la politica di avvicinamento a Mosca condotta dal nostro governo dell’epoca fosse molto invisa Oltreoceano, è piuttosto probabile che il tentativo di condizionare il destino politico del nostro paese vada ricondotto a un disegno più complesso, che aveva a oggetto le prospettive a lungo termine dell’euro e quelle a breve della politica monetaria europea. L’ex premier spagnolo José Luis Rodríguez Zapatero lo avrebbe ben chiarito nelle pagine del suo El dile-ma dedicate al summit del G20 di Cannes, raccontando delle fortissime pressioni esercitate da Barack Obama in quella occasione affinché almeno un grande Stato dell’Eurozona venisse sottoposto alla tutela del Fondo monetario internazionale. L’Italia resistette, ma la reputazione della divisa unica subì un colpo dal quale non si sarebbe più ripresa. (J.L. Rodríguez Zapatero, El Dilema, 600 dias de vértigo, Barcelona 2013, Planeta, pp. 290 ss. L’ex premier spagnolo vi spiega anche come riuscì, attraverso la mediazione di Angela Merkel, a sottrarre il proprio paese all’agguato che si stava mettendo in essere, lasciando da sola l’Italia. Bologna. Rubettino.)»

      Nel passo riportato si ritrova la tesi di un'ostilità di fondo degli USA alla deriva che il processo unionista europeo ha intrapreso. A mio avviso, fin dall'inizio, come peraltro ho argomentato qui:

      "Il vertice di Rambouillet del 1975 (Germania, Francia, Italia, Regno Unito, Stati Uniti e Giappone) poneva momentaneamente in secondo piano il processo di integrazione europea, sia economica che politica, promuovendo una strategia trilaterale mirante a coordinare le politiche delle aree industrializzate (USA, Europa e Giappone). La partecipazione dell’Italia (che inizialmente era stata esclusa) rappresentata da Aldo Moro, fu infine accolta perché il nostro Paese aveva, in quel momento, la Presidenza di turno della Comunità Europea, e anche per volontà degli Stati Uniti, ben al corrente del sostanziale disinteresse della DC dell’epoca, e in particolare proprio di Moro, per un’accelerazione del processo di integrazione europea. Ciò nonostante, per volontà della Francia e della Germania, il progetto non venne abbandonato. Le ragioni furono di natura sia politica che economica. L’interesse politico era soprattutto dalla Francia, un paese che non si rassegnava al ruolo subalterno assunto dopo la fine della guerra mondiale, mentre la Germania coltivava un interesse soprattutto economico - Fiorenzo Fraioli."

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    3. Ci tengo tuttavia a sottolineare che non ho l'assoluta certezza della veridicità della tesi che espongo. Più semplicemente, sono sconcertato e sorpreso per l'appiattimento degli ambienti sovranisti sulla sola tematica dell'euro, e corrispondente interpretazione secondo il frame "élites vs popolo", dei processi politici-economici-militari in corso.

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    4. Di conseguenza spero di animare un piccolo dibattito, almeno in questo blog, dal quale mi aspetto soprattutto di imparare e, possibilmente, capire di più.

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    5. Credo di aver capito a cosa ti riferisci, se avessero omesso il "non" nel titolo (Il Popolo è un bue) e aggiunto le virgolette alle "forze antisistema vincenti" (Lega, M5s) sarebbe stato coerente con l'individuazione nel Pd e Forza Italia delle forze sistemiche sconfitte (senza virgolette).
      Però se blandire l'elettorato compiacendosi della sconfitta del pallino fisso di AB, i piddini, è troppo ottimistico, perché si rischia di accreditare Salvini e Di Maio di meriti che non hanno, al contrario sbattere in faccia un'analisi geopolitica nuda e cruda come la tua provocherebbe considerazioni troppo pessimistiche, come tu stesso fai.
      Quanto il popolo sia distante dal tema "moneta unica" e dalla struttura militare industriale a sua difesa non dipende solo dall'informazione disponibile ma anche dalla disponibilità e apertura del popolo a strappare il velo di maya: bisogna tener conto di quanta angoscia ciascuno è in grado di sopportare, la differenza la fa, secondo me, il modo di comunicarla.
      Intanto il velo di maya davanti al Pd-Leu-Fi-+Eu-etc sembra essere stato strappato, per quanto riguarda il giogo coloniale che teniamo al collo, e da tempi non sospetti (Benito al soldo dell'UK), prima di incominciare a parlarne (Nato, Sigonella, Gladio, De Gaulle, Libia, etc.) per non essere sopraffatti dall'angoscia forse dovremmo prima mettere a fuoco la dimensione (dis)umana delle personalità che dietro le quinte fanno la Storia, tra un finanziamento a Hitler e un programma che attraverso torture puntavano a creare soldati-killer.
      https://it.wikipedia.org/wiki/Allen_Welsh_Dulles

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    6. La questione che poni è a mio parere assolutamente importante. Non è solo questione di disinformazione, perché, se si parla con la gente, dopo un po' emerge un fatto sconcertante: è vero che parlano di fesserie (tipo gli stipendi dei parlamentari) ma come funzionano davvero le cose lo sanno in tantissimi, forse tutti.

      Il problema è che questa cruda realtà deve essere rimossa, perché il farsene carico genererebbe un sovrappiù di angoscia, insostenibile per chi ha già tanti problemi. E' la conferma, per via psicologica, del fatto che le persone sono più disposte a considerare la possibilità di cambiamenti radicali quando stanno bene, e molto meno quando stanno male. Se questo è vero, ed io credo che lo sia, allora la speranza della rivoluzione che verrà quando la situazione economica sarà più grave è destinata ad essere amaramente delusa. Questo perché la gente, quando sta economicamente male, chiede per prima cosa che il senso di angoscia che ne deriva sia rimosso, e lo fa affidandosi prioritariamente a chi propone soluzioni autoritarie e securitarie.

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    7. Osservazioni interessanti, su cui riflettere. Mi chiedo solo quanto la gente eviti di pensare per angoscia e quanto lo faccia per disinteresse verso temi tanto generali da perdere ogni contatto colla sua vita quotidiana. Spesso c’è una vaga consapevolezza fatta anche di (sano) cinismo levantino, la quale, stimolata da un interlocutore consapevole, gli viene incontro – anche questa una tendenza molto italiana, si cerca di mettere l’interlocutore a proprio agio assentendo alle sue osservazioni – trasformandosi in qualcosa che l’altro scambia per una consapevolezza marcata.

      Per quanto poi riguarda la mancata tendenza del gregge a rivoltarsi, io credo che prioritaria sia la trasformazione dell’ex “popolo” in una congerie di individualità consumistici, che condividono i valori del capitalismo terminale e – anche se non lo dicono esplicitamente – gli rimprovano di non metterli in condizione di consumare a tempo pieno.

      Mardochai-Marx, colla sua teoria della lotta di classe, ha inculcato in generazioni di studiosi e opinionisti l’idea che il popolo tenda naturalmente a rivoltarsi ai suoi padroni. Di naturale c’è solo la voglia del gregge di campare in pace, colla pancia piena e il microcervello in vacanza. Per mobilitarlo ci vogliono la religione (in versione originale o secolarizzata in ideologia) e le personalità carismatiche, e queste atteschiscono male in epoca consumistica, in una società sempre più anziana e in un panorama mediatico controllato al 95% dai poteri forti.

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    8. Ciao, Vop, avevi socchiuso (bene) la tua bocca della verità, premettendo che dubiti (di qualcosa, mi basta) circa le capacità di contenimento dell'angoscia da parte del gregge (sul quale pretendi con altri di levitare levantino, grazie alle capacità ascetiche della tua pancia e al macrocervello), per poi inferire e concludere alla tua maniera:

      1) Che qualcuno del gregge possa avere una vaga consapevolezza dell'ordine dei problemi in oggetto (non solo geopolitici), la quale se bonariamente incoraggiata, da parte di chi evidentemente ce l'ha meno vaga, diventerebbe marcata;
      2) Che il gregge con vaga o marcata consapevolezza non si rivolta più in quanto popolo, reclamando diritti, poiché avendo assorbito il paradigma del mercato può solo (invidiare?) rimproverare il sistema capitalistico per non poter consumare a tempo pieno;
      3) Che il gregge ha solo bisogno di sicurezza e cibo, essendo sprovvisto di senso critico;
      4) Che Marx con generazioni di studiosi (altri cinici levantini?) si sono illusi pretendendo di infondere una coscienza di classe nel gregge;
      5) Che il gregge ha bisogno di un pastore con l'oppio o senza (torna indietro di una casella, punto 4).

      Scusa, Verità, non odiarmi, quanto la fai ar chilo, la caciotta?

      P.S. Giorni fa chiacchierando con amici della mia Sangha su temi esistenziali come l'angoscia così ho (provato, with my little english) commentato il 28 February, 2018 at 10:25 pm.
      http://sannyasnews.org/now/archives/7561#comments

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  2. Credo di aver capito a cosa ti riferisci, se avessero omesso il "non" nel titolo (Il Popolo è un bue) e aggiunto le virgolette alle "forze antisistema vincenti" (Lega, M5s) sarebbe stato coerente con l'individuazione nel Pd e Forza Italia delle forze sistemiche sconfitte (senza virgolette).
    Però se blandire l'elettorato compiacendosi della sconfitta del pallino fisso di AB, i piddini, è troppo ottimistico, perché si rischia di accreditare Salvini e Di Maio di meriti che non hanno, al contrario sbattere in faccia un'analisi geopolitica nuda e cruda come la tua provocherebbe considerazioni troppo pessimistiche, come tu stesso fai.
    Quanto il popolo sia distante dal tema "moneta unica" e dalla struttura militare industriale a sua difesa non dipende solo dall'informazione disponibile ma anche dalla disponibilità e apertura del popolo a strappare il velo di maya: bisogna tener conto di quanta angoscia ciascuno è in grado di sopportare, la differenza la fa, secondo me, il modo di comunicarla.
    Intanto il velo di maya davanti al Pd-Leu-Fi-+Eu-etc sembra essere stato strappato, per quanto riguarda il giogo coloniale che teniamo al collo, e da tempi non sospetti (Benito al soldo dell'UK), prima di incominciare a parlarne (Nato, Sigonella, Gladio, De Gaulle, Libia, etc.) per non essere sopraffatti dall'angoscia forse dovremmo prima mettere a fuoco la dimensione (dis)umana delle personalità che dietro le quinte fanno la Storia, tra un finanziamento a Hitler e un programma che attraverso torture puntavano a creare soldati-killer.
    https://it.wikipedia.org/wiki/Allen_Welsh_Dulles

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  3. Questo spiegherebbe anche la televisione ansiogena e necrofila, non riesco a guardare più nemmeno Blob, tenerci nell'angoscia per poi librarci sulle nuvole rosa del pettegolezzo, che per non puzzare chiamano "gossip".
    Insomma, tecniche militari, né più né meno.
    Eppure basta un cazzuto (o cazzone) alla De Gaulle che decide di fare esperimenti nucleari in proprio, o quel coglione coreano amico di Razzi (e dei razzi), e gli americani "fanno pippa".
    Come dici tu ci sta chi "capisce solo le botte".
    Forse è il caso di incominciare a prendere di mira il paradigma in "the american dream", "recensendo" quello che produce la sua fabbrica, anzi, addirittura censurando come risposta ai dazi doganali, "ma anche" no, a prescindere, come direbbe Cetto: "into o culo a ollivudd!!!"

    Prima di Internet e i suoi algoritmi, questa gabbia virtuale dove perdiamo ogni prospettiva sulle dimensioni dell'esistenza, appiattite ed edulcorate nel pantano postmoderno, c'era la fede religiosa.
    Ma non mi risulta che Dio impedisse guerre e crudeltà, al contrario spesso le giustificava.
    Da buddista, l'angoscia umana (esistenziale, by default), a prescidere dalle guerre, è un'elemento di crescita spirituale-etica, se non si soccombe ad essa e ci si prende la responsabilità della propria vita, senza bisogno di scommettere con Pascal di ricevere un premio.
    Questo implica diventare Maestri di se stessi, creativi, autopoietici, insomma sovrani di se stessi, per cominciare.

    https://it.wikipedia.org/wiki/Organizzazione_del_Trattato_dell%27Atlantico_del_Nord

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