1 – IL NUOVO QUADRO INTERNAZIONALE. LA
CRISI DELLA GLOBALIZZAZIONE NEO-LIBERISTA.
Il mondo intero è immerso in una fase di profondi e decisivi
cambiamenti.
La nuova fase politica, inaugurata a livello globale
dall’insediamento dell’amministrazione Trump negli USA e dall’affermazione
della BREXIT in Gran Bretagna, ha innescato una serie di mutamenti negli
assetti e negli equilibri tra poteri i cui effetti è difficile prevedere ma di
cui non è impossibile leggere fin da adesso le caratteristiche predominanti.
L’attuale fase è contraddistinta in via principale da uno scontro
in atto, nel campo occidentale, che vede da una parte un capitalismo che ha
l’esigenza impellente di rilanciare quanto prima la produzione di beni
materiali e, dall’altra parte, il cosiddetto “finanz-capitalismo” ossia un capitalismo finanziario speculativo,
parassitario e improduttivo che ha costruito negli ultimi decenni le sue
fortune sui meccanismi della cosiddetta “globalizzazione
neo-liberista” e sulla messa in circolazione di una quantità immane di
denaro virtuale.
Lo scontro tra le due fazioni o cordate oggi contrapposte nel
campo occidentale è diventata ormai evidente a tutti nel corso dell’ultima
riunione del G7 in Canada.
La cordata del capitalismo produttivo è apertamente decisa a porre
fine ai principali trattati di libero commercio (che hanno fatto la fortuna
della Cina) ed a rilanciare la centralità della produzione manifatturiera
anglo-statunitense, il tutto in vista di uno scenario, non ancora per molto
procrastinabile, che prima o poi vedrà contrapposto l’intero blocco occidentale
al blocco delle forze dominanti nel campo dei Paesi emergenti, riunite attorno
ai BRICS.
La seconda cordata attualmente operante nel campo occidentale,
quella globalista, ancora fortemente connessa agli interessi del capitale
finanziario speculativo e improduttivo (per semplificare, una cordata che
include Soros, i democrats americani
e l’intera impalcatura tecnocratica della U.E.) oggi avverte il fiato corto,
dopo avere inanellato una serie clamorosa di sconfitte e sente ormai vicino
anche il prossimo e probabile processo di implosione dell’€urozona, uno
scenario per il quale è chiaro che lavorano alacremente gli ambienti attualmente
dominanti negli USA e in Gran Bretagna, a cominciare dall’amministrazione
Trump.
2 – IL NUOVO QUADRO POLITICO IN ITALIA.
Nel nostro Paese, la faticosa e travagliata nascita del Governo
Conte deve essere vista e letta alla luce del contesto internazionale appena
descritto e può a giusta ragione essere interpretata come una ulteriore
vittoria della fazione anti-globalista.
Infatti, è apparso evidente a tutti che all’atto di ostacolare in
ogni modo l’insediamento del nuovo Governo giallo-verde si è segnalato
l’ostruzionismo clamoroso della Germania e dei noti ambienti della finanza
parassitaria occidentale riuniti attorno alla figura di Mario Draghi,
attualmente messi in difficoltà dagli esponenti della fazione anti-globalista
ma decisi a vendere cara la pelle: la spiegazione dell’ostruzionismo di tali
ambienti (di cui l’azione del Presidente Mattarella è stata espressione) verso
l’insediamento di Conte a Palazzo Chigi è semplice, in quanto il destino dei
loro interessi è fortemente legato al mantenimento degli schemi della
globalizzazione/liberalizzazione dei mercati ed alla stessa persistenza in vita
dell’Unione Europea, le cui istituzioni e i cui Trattati hanno rappresentato in
questi decenni la più perfetta materializzazione dell’ideologia neo-liberista (libertà
di circolazione del capitale finanziario, controllo ossessivo dei prezzi,
privatizzazione di tutti i principali servizi pubblici, svalutazione e
precarizzazione sistemica del lavoro dipendente).
In questo contesto, è più che plausibile che il Governo Conte
abbia ricevuto il decisivo imprimatur
proprio da quei settori anglo-americani che hanno deciso di ridimensionare il
mercantilismo tedesco e che, per raggiungere tale obiettivo strategico, hanno
in mente di favorire un allentamento delle assurde politiche di austerità che
in questi ultimi anni hanno innescato un circuito perverso di recessione,
deflazione salariale e disoccupazione record
in tutti i Paesi deboli dell’area latino-mediterranea dell’Europa, tra cui il
nostro Paese (le cui cifre sulla denatalità sono impressionanti).
Se i nuovi equilibri geopolitici
dovessero consentire al Governo Conte, alla Lega di Salvini ed al Movimento 5
Stelle di attuare un’effettiva inversione di marcia rispetto al quadro
ordo-liberista e globalista degli anni recenti, nonché di accantonare le folli
politiche di austerità tutte “tagli e
sacrifici” e di porre mano ad una inedita iniziativa di investimenti
pubblici funzionali alla ripresa dell’economia e dell’occupazione, ciò andrà
indubbiamente a vantaggio di tutte le classi sociali del popolo italiano e
meriterà un convinto sostegno politico da parte delle nostre imprese, dei
lavoratori e dei giovani precari, angariati da anni di impoverimento frutto
delle errate ricette di Bruxelles e della Troika.
Che il nuovo Governo Conte sia
stato accolto con freddezza ed ostilità da parte dell’establishment del capitalismo finanziario occidentale è ampiamente
confermato dalla recente decisione di Mario Draghi di porre fine al meccanismo
del quantitative easing (che per un
certo periodo ha avuto un effetto calmiere sulla impennata dello spread sui titoli del debito pubblico
italiano) nonchè dalla improvvisa ripresa degli sbarchi di un gran numero di
immigrati clandestini decisi a raggiungere ad ogni costo le coste del Belpaese.
Sotto quest’ultimo punto, è
apparso apprezzabile l’atteggiamento di grande fermezza con il quale ha mosso i
primi passi il neonato Governo italiano, apparso deciso a riaffermare i
principi di autorità, sovranità e sicurezza dei nostri confini, ben conscio delle
finalità perverse sottese al fenomeno dell’immigrazione clandestina e degli
interessi poco limpidi del circuito di certe ONG europee e della criminalità
nordafricana, le quali strumentalizzano il dramma di tanta gente disagiata per
spingerla deliberatamente verso il nostro Paese, con dei numeri insostenibili
per la nostra società, già al collasso per il crollo del PIL e per lo
smantellamento del nostro sistema di stato sociale.
Nel discorso inaugurale del
Presidente Conte pronunciato al Senato, è apparso oltremodo positivo
l’intendimento del nuovo Esecutivo di volere affermare un rasserenamento delle
relazioni con la Russia, muovendo dall’abrogazione delle assurde sanzioni
economiche fatte scattare dall’amministrazione Obama in coincidenza con la crisi
ucraina.
E’ altresì auspicabile che il
nuovo Governo prosegua col suo annunciato intendimento – espresso nei discorsi
di Salvini e Di Maio – di intervenire con dei correttivi incisivi sulle
famigerate controriforme di marca ordo-liberista di questi ultimi anni, come la
legge Fornero, il JOB’S ACT di Renzi
e la cosiddetta “buona scuola” (sic), provando a rimediare in qualche
modo alle conseguenze drammatiche prodotte dai pesantissimi interventi dei
Governi a guida PD.
Non da ultimo, meritano sostegno e
comprensione anche le parole pronunciate dal neo Ministro della Famiglia
Fontana, consapevole dell’utilizzo strumentale che negli ultimi anni la
sinistra politica ha fatto delle tradizionali rivendicazioni dei movimenti omosessualisti
col malcelato obiettivo di scardinare la centralità del modello della famiglia
tradizionale e di colpire alla radice la stessa distinzione valoriale tra le
due figure genitoriali di madre e padre.
3 – IL COLLASSO DELLA SINISTRA ITALIANA E LA NECESSITA’ DI UNA NUOVA
CULTURA POLITICA DEL PATRIOTTISMO COSTITUZIONALE. L’ESIGENZA DI CONIUGARE IL
RECUPERO DELLA SOVRANITA’ NAZIONALE CON L’AMBIZIONE A VIVERE IN UNA SOCIETA’
PIU’ GIUSTA E PIU’ EQUA.
Nel contesto di grandi cambiamenti
appena descritto, appare raccapricciante il ruolo politico che oggigiorno viene
svolto da tutte le soggettività storicamente appartenenti al campo della
“sinistra”: dal PD renziano fino alla estrema sinistra dei centri sociali
raccolti attorno alla esperienza demagogico-velleitaria di Potere al Popolo, passando per gli epigoni dalemiani di Liberi e Uguali e di Sinistra Italiana, l’intero campo della
sinistra oggi getta la maschera e si presenta a tutti per ciò che realmente è,
ossia la componente “sinistrata”
della globalizzazione neo-liberista.
La demonizzazione del concetto di
sovranità nazionale così diffuso nella impresentabile sinistra odierna, il suo
semplicistico (e delirante) accostamento di ogni rivendicazione connessa al
ripristino della dimensione nazionale quale tradizionale terreno di lotta per
le rivendicazioni sociali delle classi subalterne ad un presunto scivolamento
verso posizioni “egoiste”,
“nazionaliste” o addirittura “fasciste”,
ci dà la più evidente conferma di quale sia il ruolo della sinistra odierna al
giorno d’oggi, quello di cavallo di Troia o quinta colonna dei poteri forti
globalisti nel loro disegno di smantellamento degli Stati nazionali, da essi
percepiti come ultimo ostacolo da abbattere per l’affermazione di un nuovo
ordine mondiale in cui non è prevista la presenza di alcuna barriera alla
circolazione del capitale finanziario speculativo e in cui si prevede che,
accanto alla caduta di tali barriere, saranno eliminati confini nazionali,
identità etno-culturali e tutte le forme di vita comunitaria al di fuori di
quelle strettamente connesse alla dimensione del consumismo individualistico.
Appare oggi sinistro e rivelatore
l’endorsement dell’avvocato Gianni
Agnelli il quale, intervenendo al convegno dei giovani di Confindustria
nell’ormai lontano ottobre del 1996, ebbe ad affermare pubblicamente che “oggigiorno la sinistra è il migliore
schieramento politico per realizzare delle buone politiche di destra”.
La rassegnazione e lo smarrimento
politico-culturale in cui sono caduti negli ultimi anni milioni di lavoratori,
giovani precari e disoccupati italiani, abbandonati a sé stessi da un ceto
politico-sindacale di sinistra fellone e strutturalmente al servizio dei poteri
forti finanziari, è un fenomeno drammatico che grida giustizia.
La sinistra di questi ultimi anni
è oggettivamente invotabile da chiunque abbia conseguito un minimo di
comprensione su tutte le principali dinamiche della globalizzazione
neo-liberista e sui meccanismi che un quarto di secolo fa portarono alla
nascita della nostra famigerata “seconda
Repubblica”: liberalizzazione selvaggia dei salari e dei prezzi,
smantellamento di diritti sociali frutto di un secolo e mezzo di lotte sociali
del movimento operaio, appiattimento ideologico sui dogmi dell’europeismo,
smantellamento del welfare,
distruzione della scuola pubblica, tutte le controriforme di questi ultimi anni
hanno sempre ottenuto il sostegno politico, talora aperto talaltra subdolamente
occultato, da parte della dirigenza politica e sindacale della sinistra
italiana.
La sinistra di oggi è ormai del
tutto lontana dal rappresentare gli interessi delle componenti deboli della
società capitalistica ed anzi è diventata un prodotto trans-genico, in quanto raccoglie
un impasto di pensieri moralistici e “politicamente
corretti” del tutto funzionali agli interessi del capitalismo finanziario globalista:
un mix di liberismo economico,
europeismo demenziale, omosessualismo corporativo, femminismo isterico, immigrazionismo
dogmatico e, dulcis in fundo,
l'antifascismo di maniera in assenza di fascismo.
E dunque, oggigiorno, per tutte le persone libere e che vogliano aiutare l’Italia a venire fuori dalle secche dell’ultra-liberismo, è prioritariamente essenziale mantenersi ben lontani da tutto ciò.
E dunque, oggigiorno, per tutte le persone libere e che vogliano aiutare l’Italia a venire fuori dalle secche dell’ultra-liberismo, è prioritariamente essenziale mantenersi ben lontani da tutto ciò.
Al contempo, è divenuto quanto mai
necessario ed urgente battersi per la nascita anche qui in Italia di una nuova
area politica a carattere popolare, socialista e patriottico con l’obiettivo di
rimettere al centro dell’agenda i diritti sociali della gente che vive del
proprio lavoro e che negli ultimi anni, priva di rappresentanza politica, ha
assistito inerme ad una cinica operazione di arretramento del nostro sistema di
relazioni sociali a livelli pre-novecenteschi.
Nel breve periodo, sarà giusto e
saggio che tale area politica si rapporti in modo dialettico con la neonata
compagine di Governo targato Lega e Movimento 5 Stelle, senza farle sconti ma
senza nemmeno coltivare inutili pregiudizi ideologici: i fautori del patriottismo
costituzionale dovranno dimostrarsi sempre pronti a sostenere ogni iniziativa
del Governo giallo-verde che andasse effettivamente nella direzione di un
accantonamento delle folli ricette di austerità finanziaria e di un rilancio
della nostra economia e dell’occupazione giovanile sulla base di iniziative di
ispirazione neo-keynesiana, semprechè gli inediti rapporti di forza tra Roma e
le istituzioni di Bruxelles consentano dei reali margini di azione per mettere
in atto gli auspicabili interventi finalizzati agli investimenti ed alla spesa
pubblica produttiva.
Da questo punto di vista, la
designazione del prof. Alberto Bagnai alla Presidenza della Commissione Finanze
al Senato e la nomina a sottosegretario agli Affari Europei di Luciano Barra
Caracciolo, due insigni intellettuali che hanno animato per anni un fecondo
dibattito tra le pur esigue nicchie del libero pensiero ancora residue nel
campo cosiddetto “progressista”,
potrebbero costituire una irripetibile opportunità per la erigenda area del
patriottismo costituzionale, consentendole di costruire un ponte di
collegamento con l’attuale maggioranza parlamentare, non senza provare – ove le
concrete circostanze lo consentissero - ad influenzarne in ogni modo possibile
l’operato.
L’appello rivolto a tutti i
patrioti, ai socialisti, ai lavoratori, ai giovani disoccupati e precari, a
tutte le forze popolari desiderose di ritrovarsi finalmente in una nuova
comunità politica a cui affidare la rappresentanza dei propri interessi è,
prima di tutto, quello di affrancarsi definitivamente da una sinistra fellona e
traditrice, da decenni posta al servizio permanente del finanz-capitalismo e,
in secondo luogo, quello di serrare le fila per ritrovarsi tutti quanti nel progetto ambizioso e non più rinviabile di dare vita ad
una nuova area politica del patriottismo costituzionale.
Giuseppe Angiuli
Dove sta la sovranità monetaria in questo diluvio di propositi?
RispondiEliminaMi è sfuggito il concetto o lo devo ritenere implicito?
Implicito.
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