mercoledì 8 agosto 2018

Außengeld & Innengeld

H.W.Sinn
Possiamo dire che H.W.Sinn è a/simmetrico ad Alberto Bagnai: il primo si preoccupa per l'impossibilità della Germania di rivalutare, il secondo per l'impossibilità dell'Italia di svalutare! Il primo è interprete delle preoccupazioni del capitale finanziario tedesco, il secondo di quelle del capitalismo produttivo italiano.

Su Voci dalla Germania è stato pubblicato un articolo in due parti che riprende il tema dei saldi Target2.

Nei mesi scorsi anch'io me ne ero occupato:
In entrambi i casi si fa riferimento alla differenza tra moneta esterna (di Banca Centrale, ad alto potenziale) e moneta interna (moneta circolante nell'economia reale).

Voci dalla Germania: «La Bundesbank con gli ordini di trasferimento produce del cosiddetto "denaro esterno" (Außengeld), per il quale a differenza del "denaro interno" (Innengeld), prestato alle banche nazionali, riceve un credito Target nei confronti dell'eurosistema e quindi indirettamente nei confronti delle altre banche centrali dell'eurosistema.»

L'Ego della rete: «Sul sito della BCE ci viene spiegato come funziona la moneta. Potete leggervi l'articolo, magari integrandolo con la sintesi che vi offro. In sostanza la BCE ci dice che esistono due tipi di moneta: la moneta esterna al sistema economico, detta anche "riserva di banca centrale", e la moneta interna al sistema economico. La moneta esterna, completamente controllata dalla BCE e considerata moneta ad alto potenziale, si muove in un circuito distinto e separato da quello in cui circola la moneta interna.»

Coloro che sposano la tesi secondo cui i saldi Target2 sono delle mere registrazioni contabili argomentano che, allorquando un agente economico italiano, ad esempio, acquista una BMW tedesca, lo scambio avviene in termini di moneta a basso potenziale, rappresentativa del valore-lavoro in essa incorporato: l'italiano ha lavorato per ottenere la moneta a basso potenziale, che usa per acquistare un bene da un tedesco, il quale accredita sul suo conto la cifra che riceve. Secondo questa impostazione, il rapporto si conclude con la transazione in moneta a basso potenziale, ragion per cui il debito è estinto, mentre il saldo target2 corrispondente altro non è che una mera registrazione contabile di quanto accaduto.

Questa impostazione viene severamente criticata da alcuni economisti tedeschi, in particolare il più prestigioso tra essi, H.W. Sinn, che invita a non banalizzare la questione nei termini testé descritti. Credo sia utile capire il ragionamento di Sinn e, in tal senso, l'articolo di VdG è prezioso. Il cuore della questione è in questo passaggio (grassetto aggiunto):

«i saldi Target misurano i trasferimenti netti da altri paesi verso la Germania. Trasferimenti che hanno obbligato la Bundesbank ad eseguire degli ordini di pagamento per conto delle altre banche centrali. Sono stati rimborsati dei debiti in Germania e poi con il denaro incassato sono stati realizzati degli acquisti nel paese. In questo modo è finita in mani estere una quantità netta di beni e attività come azioni, titoli di debito, società, case e conti bancari per un valore complessivo di circa 1.000 miliardi di euro, senza che per questo sia tornata indietro alcuna sostanza reale.»

Il periodo appare oscuro, ma leggendolo passo per passo spero di riuscire a spiegarvelo. 

«i saldi Target misurano i trasferimenti netti da altri paesi verso la Germania» significa che denaro a basso potenziale è affluito verso la Germania, e i saldi Target2 ne misurano l'entità.

«Trasferimenti che hanno obbligato la Bundesbank ad eseguire degli ordini di pagamento per conto delle altre banche centralisignifica che, nel momento in cui il contratto di vendita/acquisto della famosa BMW viene perfezionato, la Bundesbank è obbligata ad accreditare la cifra corrispondente sul conto del venditore tedesco, così come la BdI è obbligata ad addebitarla sul conto dell'acquirente italiano. A prima vista non sembra esservi alcunché di strano, ma andiamo avanti. La sorpresa è in fondo.

«In questo modo è finita in mani estere una quantità netta di beni e attività come azioni, titoli di debito, società, case e conti bancari per un valore complessivo di circa 1.000 miliardi di euro, senza che per questo sia tornata indietro alcuna sostanza reale.»

Per capire quest'ultimo fondamentale passaggio è utile sostituire alla famosa BMW un altro bene, ad esempio un pacchetto di azioni della BMW. Dunque l'italiano ha acquistato un pacchetto di azioni di BMW e la Bundesbank è stata obbligata ad accreditare sul conto del venditore tedesco la cifra corrispondente. La questione posta da Sinn, ecco la sorpresa, consiste nel fatto che l'acquirente italiano si è impossessato di un pacchetto di azioni della BMW utilizzando del denaro a basso potenziale che gli è stato prestato dal sistema bancario tedesco, a sua volta collettore del risparmio in moneta a basso potenziale dei tedeschi. Quello che Sinn contesta è esattamente l'obbligo, il quale scaturisce da un accordo tra privati sul quale il sistema bancario tedesco non ha alcun controllo, né di tipo diretto (per il tramite di leggi dello Stato) né indiretto (per il tramite di una modifica del cambio, come avverrebbe se Italia e Germania avessero monete distinte).

Possiamo dire che H.W.Sinn è a/simmetrico ad Alberto Bagnai: il primo si preoccupa per l'impossibilità della Germania di rivalutare, il secondo per l'impossibilità dell'Italia di svalutare! Il primo è interprete delle preoccupazioni del capitale finanziario tedesco, il secondo di quelle del capitalismo produttivo italiano.

Il prof. H.W.Sinn è perfettamente cosciente che l'eurozona, per come è costituita, può funzionare solo a condizione che vi sia un continuo, e crescente, flusso di credito dai paesi in surplus ai paesi in deficit, ma teme che questo processo possa condurre a sempre maggiori acquisizioni di beni reali da parte di operatori esteri in Germania, operato con capitali prestati dagli stessi tedeschi, e che questo stato delle cose possa giungere al punto che, per evitare un disastro, la Germania sarà presto o tardi costretta ad accettare un'unione di trasferimento.

Poco importa, al prof. H.W.Sinn, che, nel mentre il processo si svolge, la base produttiva della Germania si sviluppi a spese dei paesi della periferia, perché egli è un vero nazionalista interprete degli interessi e del punto di vista dei grandi proprietari di beni finanziari e di assets reali. Il pericolo che egli vede all'orizzonte, neppure troppo lontano, è che prima o poi si arriverà ad una crisi, e il suo paese sarà costretto ad accettare la temuta unione di trasferimento.

Vista nella prospettiva testé descritta, la strategia economica del governo gialloverde comincia ad essere decifrabile. Si tratta di giocare sulla frontiera del possibile, premendo per deficit maggiori ma non tali da configurarsi come un'intenzionale azione di rottura dell'eurozona, aspettando che le contraddizioni della moneta unica si manifestino nella stessa Germania. Una strategia intelligente, sebbene rischiosa, il cui punto debole non risiede tanto sul piano economico, quanto su quello politico. Ma di ciò parlerò in un'altra occasione.

2 commenti:

  1. E' parecchio tempo che ci penso, Fiorenzo, e mettere in discussione quello che tu dici è molto difficile, non solo per me, ne sono sicuro , ma allora, non dovrebbe esserci un disavanzo commerciale dell'Italia nei confronti della Germania: importiamo bmw e contemporaneamente esportiamo euri(o)

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    1. Questo è il conto finanziario per il 2017.

      Financial account
      Three types of investment (direct investment or FDI, portfolio and other investment) consolidate the financial account along with (net) financial derivatives and reserve assets. Assets and liabilities are interpreted as net values (net acquisition of assets, net incurrence of liabilities). Accordingly, the net financial account is interpreted as net lending to the rest of the world when positive, and net borrowing from the rest of the world when negative.

      Come vedi l'Italia è in attivo, cioè presta più soldi di quanti ne chieda in prestito. Ovviamente quei soldi li dà in cambio di qualcosa, cioè assets. Ad esempio azioni di BMW. H.W.Sinn lamenta il fatto che ciò avvenga grazie agli interventi della BCE che fanno sì che la concorrenza tra sistemi economici nazionali sia falsata. Ad esempio, se gli interessi sui nostri titoli di stato fossero maggiori i fondi pensione tedeschi avrebbero ottimi utili acquistandoli. In tal caso il nostro surplus di conto finanziario evaporerebbe, i pensionati tedeschi starebbero più tranqui e i beni reali tedeschi (ad esempio le azioni di BMW) non potrebbero finire in mano nostra.

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