mercoledì 16 agosto 2023

Il gommunismoh

Erich Mühsam

«Il gran male di cui l'umanità va liberata è la tendenza a compiacersi delle formule consacrate, che equivale poi alla mancanza di fiducia nella propria coscienza. Una volta emancipata dalla credenza cieca e passiva nelle formule, la sapienza dell'uomo potrà manifestarsi liberamente. Ma allora essa lotterà ancora per innalzarsi dalla scienza imparaticcia alla saggezza animata dalle pulsazioni della vita. - Erich Mühsam»

Sui social, ma anche nella vita reale, si incontra un gran numero di persone che ascrivono al gommunismoh l'origine ideologica degli attacchi alle libertà e alla dignità dei cittadini. Se possiamo pensare che, sui social, molti di essi siano profili falsi direttamente gestiti e organizzati dal nemico di classe, il capitalismo, lo stesso non può dirsi delle persone in carne e ossa che incontriamo tutti i giorni. Vi è la diffusa chiave di lettura, che possiamo disprezzare ma non ignorare, secondo cui il problema sia ascrivibile all'invadenza dei poteri statali impregnati di ideologia gommunisdah. A sostegno, un gran numero di manipolatori, i cosiddetti "influencer", alimentano un neorevisionismo storico alla cui base c'è la tesi secondo cui il gommunismoh altro non sia che il frutto di un piano di lunga durata partorito da centrali massoniche con l'obiettivo di sottomettere ogni singolo cittadino a un potere nascosto che dissimula la sua vera natura nascondendosi dietro l'ideologia gommunisdah. La conseguenza logica di questa rilettura dei fatti storici è quella di rappresentare le destre identitarie e nazionaliste come baluardo alla deriva totalitaria, e le sinistre globaliste come complici del Piano.

I pochi che si oppongono, continuando a ribadire la totale alterità della storia del movimento dei lavoratori rispetto al capitalismo, sono trattati come ingenui ingannati dai poteri occulti e, soprattutto, all'oscuro dei fatti che emergono dalle numerose ricostruzioni dei cenacoli gnostico-massonici che avrebbero concepito e guidato la realizzazione del Piano. Come è ovvio che sia, in questo revisionismo trovano ostello anche tutti quei movimenti che si richiamano al tradizionalismo cattolico, da sempre ostili all'illuminismo e ai cambiamenti introdotti a valle del Concilio Vaticano II. In buona sostanza questo neorevisionismo storico riesce a far presa strumentalizzando la natura dualistica delle masse semicolte, avide di una rappresentazione capace di operare una demarcazione netta tra il bene e il male. E' così sufficiente, ad esempio, ricordare che Lenin visse a lungo in Inghilterra e fu aiutato da esponenti della classe alta di quel paese, ad esempio Engels, per dimostrare a queste menti semplici la veridicità inconfutabile di tali ricostruzioni.

Ci troviamo davanti a una inintelligibile confusione e all'impossibilità di un dibattito che tenga conto della natura complessa, caotica e contradditoria del flusso degli eventi storici. Che si invochi la "coscienza infelice della borghesia" o si ricordi l'aspro conflitto fra lo stalinismo e il trozkismo, tutto è inutile: la diffamazione in danno della gloriosa storia del movimento dei lavoratori, inveratasi nei movimenti socialisti e comunisti, continua a diffondersi. Sembra che nulla possa fermarla, al punto che molti socialisti e comunisti sono tentati dal fare concessioni al neorevisionismo nella speranza di costruire alleanze capaci di arginare, almeno in parte, l'evoluzione della società verso un modello ultra gerarchico e transumano. A mio parere questa postura non è sbagliata in modo assoluto, dacché è vero che gran parte di coloro che prestano orecchio alle tesi neorevisioniste sono ingannati e dunque in buona fede, ma essa è in anticipo sui tempi. Vi è cioè uno sfasamento temporale che rende l'adozione di tale strategia una mossa sicuramente perdente poiché essa presuppone, per avere un minimo di efficacia, l'esistenza di organizzazioni socialiste/comuniste anche piccole, ma coese e impermeabili alle infiltrazioni degli agenti del neorevisionismo. Tali organizzazioni, al momento, non ci sono o sono misconosciute, per cui il  primo passo da fare è quello di farle nascere o crescere, e conoscere.

Si tratta di farsi strada nella fitta boscaglia del neorevisionismo, a colpi di machete ideologico e senza la minima illusione che da questa selva oscura si possa uscire senza una consapevolezza lucida e profonda della vera natura del nemico di classe, il capitale. In un video recente ho ricordato uno degli errori concettuali che maggiormente ostacolano una visione lucida dello stato delle cose, e cioè che il capitale non è, non è mai stato e mai potrà essere il frutto dell'accumulazione di risparmio, singolo o collettivo, stante il fatto che la sua vera origine è la rapina, non il commercio o l'imprenditoria, sempre perseguita con la forza delle armi e dell'inganno.

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