lunedì 27 aprile 2015

Il Generale Hodges, comandante dell’esercito in Europa, ha visitato l’Ucraina e ha annunciato...

Il Generale Ben Hodges,
comandante dell’esercito USA in Europa
...che gli addestratori americani vi si recheranno ufficialmente, non più ufficiosamente come ora.

Torno sul post di ieri (Come gli USA preparano la guerra - Pandora TV) per fare qualche considerazione. Guardate il video, o leggete il testo, prima di continuare.

George Friedman, consigliere politico del Dipartimento di Stato americano, sostiene che gli USA hanno intenzione di creare un "cordone sanitario attorno alla Russia" schierando "blindati, artiglieria nonché altro materiale bellico in Polonia, Romania e Bulgaria".

Per aiutarvi a seguire il discorso vi piazzo qui una bella cartina politica dell'Europa (attuale):


Tra le molte cose interessanti che Friedman dice ce n'è una che mi ha colpito, ed è la constatazione che tutta l'Europa dell'est ha, nei confronti della Russia, un sentimento molto diverso da quello esistente negli stati dell'Europa dell'Ovest. L'Europa, e dunque l'Unione Europea, di fatto vive la relazione con la Russia con stati d'animo completamente diversi: all'est con sentimenti di paura, retaggio di quasi mezzo secolo di occupazione sovietica, ma anche di vicende storiche pregresse; all'ovest con relativa tranquillità, anzi addirittura con interesse sul piano commerciale. 

L'Ucraina, in questo momento, è il campo di battaglia. Per la Russia la neutralità dell'Ucraina è una questione di vita o di morte, mentre per gli USA è uno strumento di pressione, la cui funzione è molteplice: avere il pretesto per dislocare truppe nell'Europa dell'est; mantenere la Russia sotto pressione; soprattutto tenere d'occhio la Germania, il grande timore degli USA essendo una possibile saldatura di interessi economici e geopolitici tra la Germania e la Russia, le uniche nazioni che, unendosi, potrebbero metterne in gioco il ruolo di potenza globale.

Il problema, secondo Friedman, è che la Germania non ha ancora scelto la sua vocazione geopolitica, e questo rende molto difficile immaginare gli scenari possibili nei prossimi decenni. L'unica cosa certa, ancora secondo Friedman, è che l'accumulo di tensioni lungo il confine tra le due Europe, quella dell'est e quella dell'ovest, è un elemento foriero di sviluppi che potranno mettere a rischio la convinzione degli europei di vivere in sicurezza. 

Nella cartina sono indicate, in giallo, le nazioni dell'UE che non fanno parte dell'eurozona. In tre di esse (Bulgaria, Romania, Polonia) il generale Hodges ha annunciato il pre-dislocamento di "blindati, artiglieria nonché altro materiale bellico". Gli USA, aggiunge Friedman, non hanno più una "relazione" con l'UE, ma con le singole nazioni: la Francia, la Romania e via dicendo. L'UE, sul piano delle relazioni geopolitiche, non esiste ("Non c'è alcuna Europa con cui si possa avere una relazione").

Riassumendo: l'Europa dell'est e quella dell'ovest vivono in modi completamente diversi la relazione con la Russia; Gli USA giocano la loro partita imperiale avendo come obiettivo quello di impedire una saldatura di interessi tra la Germania e la Russia; La Germania non ha ancora deciso, ma lo farà; Gli Stati occidentali dell'UE sono ostaggi delle decisioni della Germania, oltre che suoi debitori.

Ora, se la vogliamo mettere sul piano dei ragionamenti geopolitici, quale può essere l'interesse degli USA? Quello del permanere della Germania in una posizione di forza nei confronti degli Stati dell'Europa dell'ovest, oppure quello di una dissoluzione dell'eurozona (di conseguenza dell'UE) che, però, potrebbe avere l'effetto indesiderato di rompere le indecisioni tedesche spingendo la Germania verso un'alleanza strategica con la Russia?

E' più chiaro, adesso che vi ho esposto i ragionamenti di Friedman, perché la teoria della razionalità dei mercati non riesce a spiegare tutto? Ne riparleremo.

6 commenti:

  1. Dice: "noi non abbiamo più una relazione con l’Europa", non è forse in quel "più" che si concentra l'evidenza che l'UE è già adesso uno zombie?

    Notevole il richiamo agli anni '30 e l'ammissione che il nodo fondamentale si trova in Germania. Ridarle egemonia in Europa in presenza della recessione mi pare estremamente difficile, ma la tengono anche sotto scacco con la rabbia (anche giustificata) del sud europa che possono rivoltarle contro nel caso prenda qualche decisione sgradita.

    Non dimentichiamoci neppure il south stream diventato ora turkish stream che sta entrando prepotentemente anche nella trattativa con la Grecia. Guarda caso tirano fuori ora (che strana coincidenza), dopo anni e anni, il genocidio armeno. Di nuovo viene sfruttata cinicamente una grave questione per gli scopi geopolitici di una delle parti.
    Mi pare che ciò che emerge è che anche in questa questione turca gli attori in gioco sono da un lato l'internazionalismo, che ipocritamente parla ancora di diritti umani per irretire il popolo di sinistra (e non solo), dall'altro lato il tradizionalismo che cerca di irretire chi vuole una politica autonoma (chiamiamoli magari "sovranisti" ma giusto per fare il paragone con noi). Prendiamo amaramente atto che manca di nuovo una parte politica che sia contraria all'internazionalismo contiguo all'egemonia statunitense ma non bigottamente tradizionalista.

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    1. Direi che la Germania ha l'egemonia in Europa proprio GRAZIE alla crisi!

      Una nota sulla tua osservazione secondo cui il sovranismo (suppongo ti riferisca a quello italiano) sconta un "sentiment" bigottamente tradizionalista. IMHO hai ragione. Ci vorrebbe una frazione sovranista che, oltre a sostenere i principi costituzionali ed economici del sovranismo, ponga l'accento anche sui negletti (in questo ambiente) diritti civili.

      Per essere e soprattutto (ahimè) essere stato un gaudente libertino, questa "radiazione di fondo" moralista mi inquieta un po'.

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    2. Ovviamente la Germania ha l'egemonia grazie alla crisi ma la situazione è in stallo. Deve questa egemonia anche al bisogno degli USA di impedirle la svolta ad est, tuttavia i nostri consumi potranno sostenere sempre meno la sua economia e le pressioni per una svolta ad est saranno sempre più forti. Anche per questo, secondo me, si sta militarizzando quella zona di europa, per controllare la Germania.

      Per quanto riguarda il sovranismo non so se ci siamo capiti quindi riformulo. A me sembra che si stia ripetendo un copione in varie parti del mondo che vede contrapposti internazionalisti e tradizionalisti, questi ultimi vicini a posizioni sovraniste. In italia vediamo la lega (che invita pure Dugin). In Turchia, caso che citavo e per di più importante per il turkish stream, mi pare di assistere ad un fenomeno non dico identico ma grossomodo analogo. Se non sbaglio l'occidentalizzazione passò per il riformatore Kemal Ataturk, vedo che se cerco con google "Erdogan"+"Ataturk" saltano fuori un sacco di articoli (qualcosa di più l'avevo letta ma non ricordo dove). Erdogan invece mi pare che si appoggia in parte ai tradizionalisti in funzione antiglobalista. Tutte queste questioni sono collegate fra loro, frenare ogni pulsione autonoma del vassallo Turco come di quello Germanico. Spero di non aver scritto troppe sciocchezze, in caso chiunque mi può correggere.

      Vedo comunque riproporsi lo schema secondo cui l'unico antiglobalismo possibile sembra essere quello che si richiama al tradizionalismo. Non so se sia una contrapposizione antitetico-polare quindi la chiamo solo contrapposizione, ma non riesco a vedere come uscire da questa contrapposizione e la cosa mi preoccupa perché tale schema rischia di espandersi progressivamente. L'unica sarebbe l'emergere di un movimento che potremmo definire di sovranismo laico, cosa che purtroppo non vedo se non in forma fortemente minoritaria, ma chissà.

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    3. io penso che in luogo di "tradizionalismo" sia bene usare "sovranismo nazionalista". Cosa ben diversa dal "sovranismo popolare". Il sovranismo nazionalista si rifà alle democrazie liberali nei quali la concezione di popolo eterogeneo o portatore di istanze plurime e a volte divergenti si sostituisce quella del "cittadino", generica figura uniformata ai bisogni nazionali. Ovvio che poi il bisogno nazionale viene a coincidere ( ancora una volta ) alle esigenze delle "elites".

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    4. Credo che sia necessario puntualizzare il significato dei termini onde usarli con precisione. Il sovranismo è un movimento politico italiano nato da tre/quattro anni, di chiara ispirazione Costituzionale, statalista in senso keynesiano, ad orientamento socialista e laico. Insomma un fenomeno politico recente e tipicamente italiano.

      Associare il sovranismo ad altre esperienze politiche, lontane nel tempo e nello spazio, mi sembra veramente un azzardo. Ci possono essere elementi che ispirano "suggestioni interpretative" come quelle che hai proposto, ma direi di rimanere con i piedi per terra, ben ancorati ai fatti e alle piattaforme programmatiche.

      Il termine "sovranismo" viene usato, da un po' di tempo, anche da forze di natura "tradizionalista", ma si tratta con tutta evidenza di forzature dettate da esigenze di marketing, quando non addirittura di squali tentativi di infiltrazione. Il massimo che si può dire dei sovranisti è che sono, alcuni di essi, un po' moralisteggianti, ma ti ricordo che la Costituzione del 1948 è progressiva, nel senso di aspirare ad una progressiva democratizzazione della società.

      Infine la Lega: non è un partito sovranista, sebbene stra-parli di sovranità monetaria. La Lega è liberista, indipendentista, ha un "sentiment" autoritario che trasuda da ogni dichiarazione dei suoi esponenti. Possono (forse) essere temporanei alleati di complemento nella battaglia per la fine dell'euro, ma non sono sovranisti. Non so neppure se li si possa definire "tradizionalisti": IMHO sia i vertici che la base mi sembrano animati da una doppia morale pubblica/privata. Infine sono infettati da elementi dichiaratamente fascioliberisti.

      In definitiva: la tentazione di collegare fatti ed eventi che si svolgono su scale diverse e in luoghi e tempi distanti è presente in tutti noi, ma tieni sempre a mente che, procedendo in questa direzione, la complessità interpretativa aumenta in modo esponenziale. Lo si può fare ma, sempre, con grande cautela.

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    5. Giusto, è un fenomeno italiano legato alla costituzione e giuste anche le altre precisazioni. Io mi chiedevo solo se molto di ciò che accade (incluso il fenomeno lega e tradizionalismo pur con tutte le tue corrette precisazioni) non fosse, almeno in parte, la declinazione italiana di un fenomeno più grande che nasce da spinte autonomiste disgregative della (an)globalizzazione. Spinte che rischiano di restare intrappolate in una contrapposizione esiziale.

      Poi "collegare fatti ed eventi che si svolgono su scale diverse e in luoghi e tempi distanti" anche se "la complessità interpretativa aumenta" penso che sia necessario, anche brancolando nel buio fra "suggestioni interpretative" come purtroppo faccio io che altro non posso. Questo perché, usando una "suggestione ingegneristica", siamo fuori non solo dalla regione lineare ma forse anche da quella in cui valgono approcci perturbativi, i vari fatti non possono essere analizzati separatamente per poi ricomporli con una sovrapposizione degli effetti. Allora dobbiamo azzardare, magari chi ne sa più di noi ci risponde con maggiore chiarezza e competenza ma per sempre nei suoi "umani" limiti.

      Tornando al tema di questo post, la militarizzazione in corso in Europa è forse figlia delle stesse spinte che hanno tirato fuori la questione (terribile e drammatica) del genocidio armeno semplicemente per infastidire la costruzione di rapporti Russia-Turchia che stanno per intrecciarsi con quelli Europa-Grecia? Io penso di sì ma i dettagli non saprei dirli perché non conosco né la storia russa né quella turca. Non so cosa abbia detto esattamente Putin pochi giorni fa alla commemorazione insieme ad Hollande e delle fonti mainstream non mi fido affatto. La Merkel pare abbia prontamente condannato il genocidio, certo come si fa a non condannarlo ma parla proprio lei che sta massacrando i greci ed il testo del sud europa? Tanto loro il north-stream lo hanno già.

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