Dove si sostiene che la deflazione è un pericolo molto maggiore dell'inflazione, e si congettura sul ruolo della Lega Nord come leva politica per favorire soluzioni autoritarie in caso di rapido manifestarsi di una crisi deflazionistica.
Ritengo che comunque vada una crisi improvvisa sia meglio dell'attuale mortorio col quale finiremmo per svendere settori strategici licenziando e privatizzando a fuoco lento e per pezzi. Almeno la deflazione darebbe una scossa e lì dentro i vari gruppi politici, per quanto difficile sia, potrebbero giocarsela.
Per ora mi pare che lega ed altri personaggi li stiano utilizzando come spauracchio per far concentrare i voti di chi ancora non si astiene sul partito della nazione che tanto vorrebbero creare. Tuttavia vedo che non nomini nella tua lista il M5S, per quanto in parte organico anch'esso al sistema forse è eterogeneo quanto basta da rendergli difficile un eventuale collaborazionismo troppo sfacciato, un po' come Syriza (che mi pare però migliore di M5S) che non può tradire tout court le sue promesse che certo non sono il socialismo.
So che questo è il tuo disaccordo con Pasquinelli, un punto dolenteche io colgo l'occasione per stuzzicare un po'.
Guarda Giovanni, se non ci sarà una crisi non si uscirà dall'euro, puoi metterti l'animo in pace. Se la crisi ci sarà, si manifesterà per forza di cose come una crisi da deflazione, come conseguenza di una crisi bancaria. In tal caso aspettati un'impennata del tasso di disoccupazione, chiusure generalizzate di imprese, licenziamenti anche nel pubblico impiego e una rabbia sociale montante. Questo è la deflazione, e la deflazione è questo.
Si apriranno due scenari: uscire o non uscire. Se ESSI decideranno di uscire, allora la Lega Nord potrà giocare la sua carta federalista; se ESSI decideranno di non uscire sarà il fascismo. In entrambi i casi il soggetto è "ESSI", mentre "NOI" non ci siamo.
Abbiamo perso, non ci sono dubbi. Questa certezza non basta a farmi desistere.
Ovvio che "se non ci sarà una crisi non si uscirà dall'euro", è la stessa cosa che ho scritto sopra. La crisi arriverà comunque, quindi meglio prima che dopo.
Che in questa fase non fosse possibile far nulla in fondo lo abbiamo sempre saputo tutti, nessuna novità. Forse tu speravi di convincere qualcuno dei tuoi piddini preferiti di turno, pazienza.
Tutto dipenderà da un lato da chi riuscirà a mettersi alla testa del malcontento popolare e dall'altro dalla reazione della alta borghesia italiana. Se una parte di essa deciderà di smarcarsi potrebbe esserci una spaccatura, un simile contrasto (o almeno presumo che sia simile nella mia ignoranza dei fatti) interno alla dirigenza russa nell'era Eltsin finì a "democratiche" cannonate sul parlamento e io mi aspetto di tutto ormai.
Questo evento lo citai, anche se con un altro livello di consapevolezza, in un commento su tempesta-perfetta ai tempi della polemica sul manifesto firmato da Bagnai. Ma il paragone mi sembra ancora attuale.
Ritengo che comunque vada una crisi improvvisa sia meglio dell'attuale mortorio col quale finiremmo per svendere settori strategici licenziando e privatizzando a fuoco lento e per pezzi. Almeno la deflazione darebbe una scossa e lì dentro i vari gruppi politici, per quanto difficile sia, potrebbero giocarsela.
RispondiEliminaPer ora mi pare che lega ed altri personaggi li stiano utilizzando come spauracchio per far concentrare i voti di chi ancora non si astiene sul partito della nazione che tanto vorrebbero creare. Tuttavia vedo che non nomini nella tua lista il M5S, per quanto in parte organico anch'esso al sistema forse è eterogeneo quanto basta da rendergli difficile un eventuale collaborazionismo troppo sfacciato, un po' come Syriza (che mi pare però migliore di M5S) che non può tradire tout court le sue promesse che certo non sono il socialismo.
So che questo è il tuo disaccordo con Pasquinelli, un punto dolenteche io colgo l'occasione per stuzzicare un po'.
Guarda Giovanni, se non ci sarà una crisi non si uscirà dall'euro, puoi metterti l'animo in pace. Se la crisi ci sarà, si manifesterà per forza di cose come una crisi da deflazione, come conseguenza di una crisi bancaria. In tal caso aspettati un'impennata del tasso di disoccupazione, chiusure generalizzate di imprese, licenziamenti anche nel pubblico impiego e una rabbia sociale montante. Questo è la deflazione, e la deflazione è questo.
RispondiEliminaSi apriranno due scenari: uscire o non uscire. Se ESSI decideranno di uscire, allora la Lega Nord potrà giocare la sua carta federalista; se ESSI decideranno di non uscire sarà il fascismo. In entrambi i casi il soggetto è "ESSI", mentre "NOI" non ci siamo.
Abbiamo perso, non ci sono dubbi. Questa certezza non basta a farmi desistere.
Ovvio che "se non ci sarà una crisi non si uscirà dall'euro", è la stessa cosa che ho scritto sopra. La crisi arriverà comunque, quindi meglio prima che dopo.
RispondiEliminaChe in questa fase non fosse possibile far nulla in fondo lo abbiamo sempre saputo tutti, nessuna novità. Forse tu speravi di convincere qualcuno dei tuoi piddini preferiti di turno, pazienza.
Tutto dipenderà da un lato da chi riuscirà a mettersi alla testa del malcontento popolare e dall'altro dalla reazione della alta borghesia italiana. Se una parte di essa deciderà di smarcarsi potrebbe esserci una spaccatura, un simile contrasto (o almeno presumo che sia simile nella mia ignoranza dei fatti) interno alla dirigenza russa nell'era Eltsin finì a "democratiche" cannonate sul parlamento e io mi aspetto di tutto ormai.
Questo evento lo citai, anche se con un altro livello di consapevolezza, in un commento su tempesta-perfetta ai tempi della polemica sul manifesto firmato da Bagnai. Ma il paragone mi sembra ancora attuale.