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La polemica con Alberto Bagnai, innescata da una frase lievemente imprecisa che mi riguardava (comunque rimossa), non può continuare sul suo blog, come egli mi fa chiaramente capire nell'ultima replica che termina con la frase: "E comunque ora ti cancello". Poiché l'invadenza non è un dato del mio carattere tolgo il disturbo e vengo a scrivere qui, sul mio blogghettino seguito da quattro gatti. Prendo comunque atto della rimozione della frase incriminata, probabilmente sfuggita dalla tastiera in un momento di foga. Una cosa che, talvolta, capita anche a me, specialmente post coenam...
Spero che in futuro, putacasomai dovesse esserci ancora un confronto tra me e Alberto Bagnai, questo possa svilupparsi sul piano dialettico e non degli insulti gratuiti. Anche perché, se come economista mi sopravanza di sette volte sette lunghezze, quanto a capacità di ferire con le parole troverebbe pane per i suoi dentini. Rilevo, per altro, una strana a/simmetria tra la frequenza con cui mi ha citato insultandomi, e il fatto che, bontà sua, non ritiene di dover spendere tempo a confrontarsi con me. Ora delle due l'una: o il sottoscritto è una voce ininfluente, e allora non si capisce perché ogni tre passi mi tira in ballo, oppure ciò che faccio conta qualcosa, e allora si potrebbe dialogare. La risposta è nella sua coscienza ed è quella giusta.
...che scrive: "Finalmente si è capito cosa è successo. Finalmente, spero, la questione sarà chiusa. Sono anni che vi seguo e vi ammiro tutti e due. Passiamo ad altro. Mi raccomando niente pesci di aprile! Grazie."
Premessa
La polemica con Alberto Bagnai, innescata da una frase lievemente imprecisa che mi riguardava (comunque rimossa), non può continuare sul suo blog, come egli mi fa chiaramente capire nell'ultima replica che termina con la frase: "E comunque ora ti cancello". Poiché l'invadenza non è un dato del mio carattere tolgo il disturbo e vengo a scrivere qui, sul mio blogghettino seguito da quattro gatti. Prendo comunque atto della rimozione della frase incriminata, probabilmente sfuggita dalla tastiera in un momento di foga. Una cosa che, talvolta, capita anche a me, specialmente post coenam...
Spero che in futuro, putacasomai dovesse esserci ancora un confronto tra me e Alberto Bagnai, questo possa svilupparsi sul piano dialettico e non degli insulti gratuiti. Anche perché, se come economista mi sopravanza di sette volte sette lunghezze, quanto a capacità di ferire con le parole troverebbe pane per i suoi dentini. Rilevo, per altro, una strana a/simmetria tra la frequenza con cui mi ha citato insultandomi, e il fatto che, bontà sua, non ritiene di dover spendere tempo a confrontarsi con me. Ora delle due l'una: o il sottoscritto è una voce ininfluente, e allora non si capisce perché ogni tre passi mi tira in ballo, oppure ciò che faccio conta qualcosa, e allora si potrebbe dialogare. La risposta è nella sua coscienza ed è quella giusta.
La vexata quaestio
Nell'ultima replica Alberto Bagnai mi rimprovera, per l'ennesima volta, una presunta contiguità con quanti sostengono la tesi di un'uscita da sinistra dall'euro. Sul punto bisogna chiarirsi, perché quando Bagnai sostiene che questa posizione «serve solo a offuscare il "peccato originale"... di essere partiti con un certo ritardo, cercando di azzoppare con l'accusa di leghismo chi invece è partito prima e ha ottenuto dei risultati» dice una cosa che è talmente evidente da non poter essere contestata. E infatti non l'ho mai fatto, e lo sfido a dimostrare il contrario! Tra i suoi tanti followers non avrà difficoltà a trovare quanti potranno confermare questa mia affermazione. E' così, e carta canta! (nota: sempre che si prendano in considerazione i miei scritti e i miei interventi video, non il fatto che vada in giro a riprendere questo o quell'altro!)
Tuttavia il fatto che molti (ma non tutti) stiano utilizzando la carta dell'uscita da sinistra per le ragioni (giustamente) lamentate da Alberto Bagnai, non significa che questa non abbia fondamento. Sarò ancora più chiaro: non solo la tesi dell'uscita da sinistra è fondata, ma addirittura ne esistono molte! La qual cosa, conoscendo la particolare capacità della sinistra nel dividersi, non dovrebbe sorprendere...
Non basta. Esiste anche una posizione simmetrica: l'uscita da destra. E anche questa è una cosa talmente evidente da non poter essere contestata. Non mi risulta, per il momento, che esistano sostenitori dell'uscita da destra che facciano uso di ciò per «offuscare il "peccato originale"... di essere partiti con un certo ritardo...», ma non pongo limiti alla provvidenza. Questo è uno strano paese.
La situazione è dunque la seguente: che si debba uscire dall'euro è un passo che molti riconoscono come necessario. Che molti stiano tentando, a sinistra, si salvare la faccia è un fatto incontestabile. Che lo stesso avverrà presto anche tra i "governativi", è cosa alla quale dovremo far buon viso a cattiva sorte, se vogliamo sperare in una qualche forma di pacificazione nazionale.
Il problema è che, mentre a destra ci sono due forze già presenti in parlamento, la Lega di Salvini e Fratelli d'Italia, che hanno preso posizione sul tema, ciò non è ancora avvenuto a sinistra, dove al massimo si possono ascoltare esternazioni di singoli o osservare l'agitarsi di piccoli movimenti dal basso, che però hanno ben poco peso.
Siamo così giunti alla vexata quaestio, la ragione politica che sta dietro al mio litigio con Alberto Bagnai. Io penso, e questa se permettete è un'opinione legittima, che sarebbe cosa di gravità inaudita, dagli effetti duraturi, una transizione fuori dall'euro senza che, dal basso, si formino nuovi partiti capaci di approdare in parlamento con una rappresentanza significativa.
Per questa ragione quando Alberto Bagnai mi chiese di scrivere due righe che descrivessero in che modo io pensassi si dovesse divulgare il suo Tramonto dell'euro, sostenni la necessità di agire in tal senso. Ora, al netto del litigio esploso causa stress di Alberto Bagnai, e continuato per colpa del mio carattere (d'altra parte sono, come dice Bagnai, un po' "arcaico"), nulla avrebbe impedito che io lavorassi per questo mio obiettivo pur continuando ad aiutarlo nella sua divulgazione. Cosa che ho anche fatto per molto tempo, e posso dimostrarlo per tabulas, anche dopo aver ricevuto pesantissimi insulti. Ma sia, transeat!
Quello che, invece, mi è molto dispiaciuto, e 'l modo ancor m'offende, è stato il misurare l'estrema ostilità che Alberto Bagnai ha manifestato verso tutti i movimenti dal basso, ma proprio tutti! Movimenti formati da persone di diverso valore, spesso confuse, ma tutte animate da buona volontà e dal sincero desiderio di tornare all'impegno politico attivo. Persone che, pur esponendo talvolta tesi strampalate (vogliamo parlare dei cosiddetti "signoraggisti"?) hanno bisogno, eventualmente, di essere formate, non trattate come inutili quando non addirittura dannose. Come se solo chi vive ai piani alti della società abbia il diritto di organizzarsi politicamente, anche quando dicono fesserie non meno clamorose dei signoraggisti! Ne vogliamo parlare?
Certo, Alberto Bagnai può giustamente obiettare che una persona come lui non può perdere tempo con persone che non capiscono nulla e, per sovrappiù, non hanno alcun potere. Questo è giusto e comprensibile, ma quello che non può fare lui, perché ciò costituirebbe una poco efficiente allocazione delle risorse, possono farlo molti altri che non sanno agire ai suoi livelli. E dunque, perché tanta animosità? Cosa avrebbe impedito, ad esempio, che io continuassi a dargli una mano, anche stando nell'ombra (anzi: soprattutto stando nell'ombra), mentre continuavo ad agire politicamente dal basso, come per altro ho continuato e continuo a fare?
Qualcuno potrebbe argomentare che "se un uomo ha un carattere, allora ha un cattivo carattere". Lo diceva Sandro Pertini. Chi meglio di me può capire questa spiegazione? Penso che ormai sia chiaro quanto sia "reattivo", ma una cosa è andar fuori di testa per qualche tempo, ben altro è incaponirsi in un'ostilità preconcetta e senza scampo. E ancor peggio è seminare confusione. Questa è un'accusa grave, ne sono consapevole, per cui argomenterò.
Chi sono i "marxisti dell'Illinois"?
Questa di definire così i compagni del Movimento Popolare di Liberazione è stata una delle più grandi genialate di Alberto Bagnai. E' così bella che gli stessi "marxisti dell'Illinois" sono stati al gioco e spesso si autodefiniscono così. Il problema è che Alberto Bagnai, di solito così attento nell'uso del linguaggio, usa questo meraviglioso neologismo alla penis canis. Accade così che "marxisti dell'Illinois" siano chiamati anche molti "de sinistra" con i quali i veri marxisti dell'Illinois polemizzano con estrema durezza e per le stesse ragioni di Alberto Bagnai. Perché tutto ciò? Semplice distrazione, o intento offensivo? O, peggio, una lucida strategia comunicativa che obbedisce a un obiettivo di natura politica? E' così difficile da capire che, con il perdurare di questo atteggiamento, i marxisti dell'Illinois si siano dati quest'ultima spiegazione?
E' normale, io credo, che i marxisti dell'Illinois, come pure altri movimenti dal basso di ispirazione e tradizione socialista, abbiano un'idea del modello di società che dovrà emergere dalla fine dell'euro un po' diversa da quella di Fratelli d'Italia e, ancor più, della Lega! Sto parlando, è ovvio, dei "marxisti dell'Illinois original", non dei vari Ferrero, Landini e compagnia di giro! Perché alla proposta di Borghi di introdurre una flat tax si risponde con un cinguettio, mentre i "marxisti dell'Illinois original" vengono non solo derisi, ma addirittura spacciati per quello che non sono? E ciò accade, si rifletta, non su un blogghettino di provincia come il mio, ma sul più prestigioso blog di economia politica oggi attivo in Italia! Come si fa a non pensar male? Caro Alberto Bagnai, tu che capisci tante cose più di me, me lo sai spiegare?
Chi sono io?
Alberto Bagnai domanda: "perché uno onesto come te si fa megafono di chi trucca i dati?". La risposta è banale: perché esiste il piano delle proprie opinioni e quello del diritto/dovere di cronaca politica! Chi sono io, ma anche chi sei tu Alberto Bagnai, per decidere chi dice il giusto e chi il falso? Un blogger politico, come io mi considero, ha il dovere di portare alla conoscenza di tutti gli aspetti salienti del dibattito, come pure il diritto di dire la propria. Punto. Forse che, nel periodo in cui ti ho seguito con la telecamera, ho dato voce solo a te? E non è forse vero che tu, Alberto Bagnai, sei diventato popolare, mentre di altri il ricordo si sta perdendo? Su questa storia dacci un taglio perché non c'è trippa per gatti.
Ora quello che io penso, nel mio piccolo e con riserva di sbagliarmi (sempre con la mia testa), lo si può capire leggendo questo piccolo blog seguito da quattro gatti. E lo posso sintetizzare in breve: fuori dall'euro, fuori dall'Unione Europea, pacificazione nazionale. Cioè uniti si vince! Adesso, che stiamo ancora con la corda al collo, e dopo, quando ci saremo liberati. Ove per "uniti" non si intende che di notte tutti i gatti sono neri.
Capisco che Alberto Bagnai non abbia tempo per seguire uno che fa sub-divulgazione, per altro di cose che spesso ha appreso da lui. Lo capisco e non me ne cruccio. E allora provo ad aiutarlo. Caro Alberto, guardati questo video (tratto dal post "Blitz sovranista"), nel quale in quattro minuti mi sono preso il piacere di "rettificare" quelli che, come giustamente sostieni, propugnano l'uscita da sinistra per «offuscare il "peccato originale"... di essere partiti con un certo ritardo...».
A Libero Vichi...
...che scrive: "Finalmente si è capito cosa è successo. Finalmente, spero, la questione sarà chiusa. Sono anni che vi seguo e vi ammiro tutti e due. Passiamo ad altro. Mi raccomando niente pesci di aprile! Grazie."
Carissimo, sono ben a conoscenza del "grido di dolore che da tanti blog d'Italia si leva verso di noi", ma devo purtroppo deluderti. Una collaborazione tra me e Bagnai non sarà più possibile. Il fatto è che io sono ciociaro, una terra in cui è sedimentato un archetipo antichissimo, frutto di una terribile tragedia. Questa.
A pochi chilometri da casa mia (e da Ceprano - n.d.r.) sorgeva un tempo una città, Fregellae, che nel 125 a.c. fu distrutta dai romani per essersi opposta alla loro prepotenza, a dispetto del fatto che quando Annibale era sceso in Italia (212 a.c.) fosse rimasta fedele a Roma subendo l'assalto dei Cartaginesi. Ebbene, sai cosa fecero i romani? Non solo la distrussero, ma sparsero sale sulle sue rovine (lo fecero solo con un'altra città: Cartagine), e inoltre, dopo la conquista, ne massacrarono gli abitanti, bambini e donne incinte comprese, e gozzovigliarono tra i loro corpi ancora caldi. I pochi sopravvissuti furono deportati a Roma e ridotti in schiavitù.
Che c'entra Fregellae con Bagnai? C'entra, perché l'archetipo che si è sedimentato in questa terra, dopo quei tragici fatti, è quello del rispetto. Il rispetto lo si deve a tutti, anche ai nemici. Ciò perché il nemico deve essere sconfitto, non distrutto. La distruzione del nemico è un atto inumano, che noi ciociari rifiutiamo.
Chi ci manca di rispetto, con noi ha chiuso. Bagnai, che è fiorentino (e trapiantato ai Parioli) mi ha mancato di rispetto. Dunque si potrà dialogare, polemizzare, mai più collaborare.
Sono "arcaico", lo so.
Rovine di Fregellae |
Che c'entra Fregellae con Bagnai? C'entra, perché l'archetipo che si è sedimentato in questa terra, dopo quei tragici fatti, è quello del rispetto. Il rispetto lo si deve a tutti, anche ai nemici. Ciò perché il nemico deve essere sconfitto, non distrutto. La distruzione del nemico è un atto inumano, che noi ciociari rifiutiamo.
Chi ci manca di rispetto, con noi ha chiuso. Bagnai, che è fiorentino (e trapiantato ai Parioli) mi ha mancato di rispetto. Dunque si potrà dialogare, polemizzare, mai più collaborare.
Sono "arcaico", lo so.
Caro (permettimi) Frajoli non ho pensato/sperato a una vostra collaborazione, ognuno di voi ha un carattere che la rende impossibile (Bagnai lo ammette, una volta sono rimasto scottato, un poco, anch'io). Però alla fine, in sostanza, l'impressione che mi rimane è che vi ammirate e rispettate tutti e due, sia pure con gradi e modalità diverse, (battute un pò irrispettose, ma non credo offensive, a parte). Nel mio piccolo continuerò a seguirvi e apprezzarvi, come faccio da anni. (Non sono io che faccio un favore a voi, ma voi a me). Grazie. P.S. Mi piacerebbe conoscerti di persona, .. se passi per Pescara, o io per Frosinone! Ciao.
RispondiEliminaChi è stato morso dalla lucertola ha paura anche della serpe... o era il contrario? Boh! Quando passo per Pescara ti cerco e se famo 'na bottiglia. Buona Pasqua.
EliminaMi farebbe veramente piacere, magari invitiamo anche Bagnai, se c'è, se vuole, se non ha ... altri impegni (adesso mi banna anche a me!). Ciao, grazie, contraccambio gli Auguri.
EliminaAlle volte un po' di autoironia aiuta.
RispondiEliminaCapisco che tutti abbiamo le nostre convinzioni,intese come bisogno di certezze, l' importante è non prenderle troppo sul serio.
Certamente fa pensare come persone che hanno lo stesso obiettivo possano cedere a distruttiva litigiosità; spesso basta un nemico comune per unire e sodalizzare, se non basta vuol dire solo che i nemici e/o gli obiettivi sono diversi.