sabato 1 novembre 2014

Beati gli ultimi (perché saranno i primi?)

Link correlato: Fabio Frati - peccati di parole, opere ed omissioni [Brigate Sovraniste per la Costituzione]

Dunque ci sono stati degli scontri di Roma tra gli operai dell'AST e la polizia. Ecco un video che documenta il momento culminate, allorché i manifestanti spintonano un esiguo cordone di poliziotti e questi reagiscono con rudi manganellate.


Rosario Rappa
Tra i feriti c'è anche Rosario Rappa, segretario della Fiom Cgil Sicilia. Se si guarda il video con obiettività saltano agli occhi alcuni fatti:
  1. un gruppo di manifestanti che regge uno striscione devia in direzione di un esiguo schieramento di poliziotti
  2. il resto del corteo sembra preso di sorpresa, tant'è che resta indietro di qualche metro
  3. un più nutrito gruppo di poliziotti entra in scena accerchiando l'avanguardia
Il tutto si vede bene in questo spezzone rimontato al rallentatore.


Se ne ricava l'impressione di un'azione preordinata da parte dei vertici della FIOM, forse bisognosi di accreditarsi presso i lavoratori "lievemente incazzati" dopo che, per anni, gli stessi vertici sono stati incapaci di elaborare una visione di ciò che sta accadendo che andasse oltre le semplici (e pur sacrosante) istanze rivendicative.

Maurizio Landini
Ecco, ad esempio, cosa dichiarava Maurizio Landini ancora nel novembre del 2012 (grassetto aggiunto): "Dopo 20 anni di un’Europa fondata solo sulla moneta senza avere lavorato per costruire una Europa vera, sociale e del lavoro, fondata su regole fiscali comuni, l’Europa rischia semplicemente di esplodere. Io non sono tra quelli che sarebbero contenti se l’Italia uscisse dall’euro. Forse sbaglierò, ma continuo a pensare che ci sarebbe il rischio di pagare un prezzo troppo alto per le persone che noi rappresentiamo se tale questione non si affronta in modo diverso, ma è indubbio che la situazione come oggi rischia di esplodere anche noi non lo vogliamo.
Ci sono allora, delle scelte da fare perché le cose che non funzionano sono che la finanza fa quello che gli pare, ma allora bisogna intervenire, ci vuole un nuovo intervento pubblico e ci vuole anche una nuova forma democratica che estenda davvero le forme di democrazia e di partecipazione in Europa. Penso che sia un errore avere accettato e votato il pareggio di bilancio, credo che sia un errore votare il Patto di Stabilità perchè mai come adesso penso che ci sia bisogno anche di un intervento pubblico per affrontare questa situazione e definire un nuovo modello sociale."

Anche due anni prima (gennaio 2011), davanti ai cancelli di Mirafiori in occasione del referendum, Landini dimostrava di non avere la minima idea della situazione. Non una parola sull'euro e sull'Unione Europea, ma il solito refrain: il padrone che vuole sfruttare gli operai (e questo è vero) ma nulla sul perché il sindacato passava da una sconfitta all'altra. E infatti a Mirafiori i "SI" alle modifiche contrattuali volute da Marchionne furono il 56% dei votanti!

Ancor oggi nulla autorizza a pensare che Maurizio Landini, che giustamente denuncia con parole di fuoco la carica della polizia, sia pur sorvolando sul fatto che questa è stata innescata dagli stessi sindacalisti che presumibilmente reggevano lo striscione, abbia compreso il quadro politico ed economico nel quale sono iscritte le ripetute sconfitte del mondo del lavoro.

Eppure, complici i media, Landini sembra assurgere al rango di icona della resistenza degli operai. Quasi che un leader dalle idee obiettivamente confuse sia, in fondo, il male minore che le élites finanziarie che li controllano si augurano di incontrare sulla loro strada.

Noi tutti vogliamo bene a Maurizio Landini, ne apprezziamo la passione e contiamo sulla sua onestà, ma è un dato oggettivo il suo ritardo nel comprendere la situazione, e cioè che la crisi devastante dell'economia italiana, e dei paesi della periferia dell'europa, è l'ovvia conseguenza del trattato di Maastricht. Ci auguriamo che Landini sappia colmare, al più presto, questo ritardo, anche perché ci dispiacerebbe moltissimo dovergli rispondere come Totò a Peppino.

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