mercoledì 26 novembre 2014

Mai visti tanti comunisti tutti insieme (parte 2)





Premessa necessaria


Era il 24/25 gennaio 2009, ed io ero a Chianciano per assistere, nella sala convegni dell'albergo Boston, al secondo incontro nazionale di un nascente movimento1 che si riconosceva nelle analisi delineate in un documento redatto da Marino Badiale e Massimo Bontempelli.

Quello stesso giorno gli scissionisti di rito vendoliano si riunivano al Palamontepaschi per sancire il divorzio dalla maggioranza di Rifondazione Comunista, guidata da Paolo Ferrero,

Ero al termine della mia parabola grillina, giunta al culmine un anno prima. La crisi, innescata dal fallimento di Lehman-brothers, se stava inducendo molti di noi ad incamminarsi lungo un percorso di rielaborazione critica e radicale, allo stesso tempo spingeva altri su posizioni moderate. In quei giorni, nella mia ingenuità, nutrivo la speranza che il partito della rifondazione comunista, liberatosi degli scissionisti di rito vendoliano, potesse avviarsi a diventare il nucleo di un'aggregazione di opposizione radicale. Come pure speravo che qualcosa di buono potesse venir fuori dalla presenza di una pattuglia di attivisti grillini, tra i quali alcuni che conoscevo e frequentavo da anni, in particolare Leonello Zaquini e Franco Dell'Alba.

Il tempo ha dato ragione a quanti, già allora, interpretavano la crisi innescata dal fallimento di Lehman-Brothers come un fatto epocale. Non era ancora chiaro il ruolo che, nell'incubazione e nel drammatico prolungarsi della crisi, aveva e avrebbe giocato l'Unione Europea, ma già allora Moreno Pasquinelli e Leonardo Mazzei ne coglievano le dimensioni e la drammaticità. In particolare, Moreno Pasquinelli parlava esplicitamente di una crisi di dimensioni tali da trasformare il ceto medio in una forza sovversiva, con l'enorme rischio di uno sbocco reazionario e sciovinista.


Roma, 22 novembre 2014: La sinistra e la trappola dell'euro


Un po' d'acqua è passata sotto i ponti. I protagonisti del convegno del 2009 hanno avuto ragione e il successo dell'iniziativa sta lì a dimostrarlo. D'altra parte è inevitabile che, in politica, qualcuno abbia ragione e molti altri torto, sebbene da ciò non consegua che chi ha avuto ragione l'abbia anche vinta. 

Il tema principale dell'incontro di Roma doveva essere il tentativo di "stanare" Paolo Ferrero, ancora arroccato in difesa del suo teorema del dentifricio2, come pure cercare di capire quali potranno essere le prossime mosse nel PD, ragione per la quale era molto atteso l'intervento di Stefano Fassina, purtroppo assente per cause di forza maggiore. Ebbene, mentre la prospettiva di una spaccatura del PD resta indeterminata, nonostante gli esiti del voto regionale, non vi sono più molti dubbi sul fatto che Paolo Ferrero, con la parte di RC che lo sostiene, non intende rinunciare al teorema del dentifricio. Il dettaglio rivelatore è nella puntualizzazione, operata da Ferrero, sulla natura  "sovranista" dell'aggregazione di sinistra auspicata da Leonardo Mazzei. Per Ferrero tale aggregazione dovrebbe essere "antiliberista", al che Mazzei gli ha risposto che il fatto che questa sarebbe "antiliberista" è scontato, e che non serve neppure dirlo.


1 - nota: il sito è stato hackerato, per cui compaiono scritte pubblicitarie che saranno rimosse al più presto
2 - "Io penso tutto il male possibile di quest'Europa fatta sui trattati di Maastricht e quant'altro. Il punto che abbiamo oggi è che oggi il dentifricio è fuori del tubetto, non è più dentro. Noi non stiamo più nella discussione se dobbiamo far uscire il dentifricio oppure no, il dentifricio è fuori, siamo nell'euro!" [Paolo Ferrero - video 19'08''] 

Nessun commento:

Posta un commento