La crisi del M5S è inarrestabile. Chi mi frequenta sa che lo avevo previsto, sebbene non in questa misura né con tanta rapidità. Pensavo che si sarebbe ridotto ad uno zoccolo duro, non che si sarebbe annichilito. E invece: complici la malattia di Casaleggio, l'insipienza di Grillo, una demenziale selezione dei vertici e, last but not least, un posizionamento sui temi politici del momento - dall'euro alla questione della sovranità nazionale - che definire ondivago e confuso è poco, il M5S si è semplicemente suicidato. Riposi in pace.
Chi se ne spartirà l'eredità? In politica il vuoto viene riempito in fretta, soprattutto se incombono emergenze che valgono la tutela di enormi interessi. Ci siamo dimenticati dei debiti target2 parcheggiati presso la BCE? Ora, che la razionalità economica non sia la sola misura del mondo e della $toria lo hanno capito anche dalle parti di Pescara, ma quando alla tutela di enormi interessi commerciali e finanziari si aggiunge la salvaguardia di un processo politico pluridecennale come la costruzione europea, viene spontaneo supporre che le contromisure non possano essere solo quelle della tecnica monetaria, per altro nemmeno dispiegate del tutto per la contrarietà degli idioti di Dusseldorf.
La parola, dunque, passa alla Politica. Il problema è costituito dal fatto che gli euristi hanno bisogno di tempo, perché la sospirata ripresa non arriva (né può arrivare, come noi happy few ben sappiamo). Ma per comprare tempo serve una vittoria elettorale, in Italia, prima del temuto terremoto oltr'alpe per mano di Marine Le Pen. Ecco dunque che i voti in libera uscita dal M5S sono un boccone pregiato, sia che vadano ad ingrossare il partito dell'astensionismo, sia che finiscano con l'essere catturati dal PD renziano o da altri.
Il punto è allora il seguente: tolti i voti che andranno all'astensionismo, e i pochi che resteranno al M5S, chi riuscirà a beneficiare del riflusso del movimento dei grilli? Per rispondere a questa domanda servirebbe un'analisi seria della composizione sociale, culturale e politica dell'elettorato grillino, che probabilmente nemmeno esiste, ma credo di non sbagliare se affermo che lo sfaldamento del M5S apre una possibilità al successo, sia pur limitato, di un'offerta politica nuova di natura sovranista. Questa "finestra di opportunità" non durerà a lungo: una volta che i voti del M5S si saranno ricollocati, sarà molto difficile riconquistarli alla causa del sovranismo.
Servirebbe dunque uno scatto di opportunismo politico, ma la mia sensazione è che in troppi si stiano cullando nella contemplazione della propria "particulare teoria"; sia questa di natura economica (MMT) o una teoria dell'azione (ARS), o altro.... ... ... ...
Ecco, l'ho fatto! Ho criticato l'ARS, pubblicamente! Posso farlo? Certo che posso farlo, perché sono tornato ad essere un battitore libero.
« Or ti piaccia gradir la sua venuta:
libertà va cercando, ch'è sì cara,
come sa chi per lei tessera rifiuta. »
Chi se ne spartirà l'eredità? In politica il vuoto viene riempito in fretta, soprattutto se incombono emergenze che valgono la tutela di enormi interessi. Ci siamo dimenticati dei debiti target2 parcheggiati presso la BCE? Ora, che la razionalità economica non sia la sola misura del mondo e della $toria lo hanno capito anche dalle parti di Pescara, ma quando alla tutela di enormi interessi commerciali e finanziari si aggiunge la salvaguardia di un processo politico pluridecennale come la costruzione europea, viene spontaneo supporre che le contromisure non possano essere solo quelle della tecnica monetaria, per altro nemmeno dispiegate del tutto per la contrarietà degli idioti di Dusseldorf.
La parola, dunque, passa alla Politica. Il problema è costituito dal fatto che gli euristi hanno bisogno di tempo, perché la sospirata ripresa non arriva (né può arrivare, come noi happy few ben sappiamo). Ma per comprare tempo serve una vittoria elettorale, in Italia, prima del temuto terremoto oltr'alpe per mano di Marine Le Pen. Ecco dunque che i voti in libera uscita dal M5S sono un boccone pregiato, sia che vadano ad ingrossare il partito dell'astensionismo, sia che finiscano con l'essere catturati dal PD renziano o da altri.
Il punto è allora il seguente: tolti i voti che andranno all'astensionismo, e i pochi che resteranno al M5S, chi riuscirà a beneficiare del riflusso del movimento dei grilli? Per rispondere a questa domanda servirebbe un'analisi seria della composizione sociale, culturale e politica dell'elettorato grillino, che probabilmente nemmeno esiste, ma credo di non sbagliare se affermo che lo sfaldamento del M5S apre una possibilità al successo, sia pur limitato, di un'offerta politica nuova di natura sovranista. Questa "finestra di opportunità" non durerà a lungo: una volta che i voti del M5S si saranno ricollocati, sarà molto difficile riconquistarli alla causa del sovranismo.
Servirebbe dunque uno scatto di opportunismo politico, ma la mia sensazione è che in troppi si stiano cullando nella contemplazione della propria "particulare teoria"; sia questa di natura economica (MMT) o una teoria dell'azione (ARS), o altro.... ... ... ...
Ecco, l'ho fatto! Ho criticato l'ARS, pubblicamente! Posso farlo? Certo che posso farlo, perché sono tornato ad essere un battitore libero.
« Or ti piaccia gradir la sua venuta:
libertà va cercando, ch'è sì cara,
come sa chi per lei tessera rifiuta. »
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