mercoledì 26 novembre 2014

CLN 2.0 - Appunti per l'incontro del 6 dicembre 2014

Quelle che seguono sono alcune mie personali considerazioni in vista dell'incontro nazionale dei movimenti no-euro promosso dal coordinamento della sinistra contro l'euro. Desidero precisare che parlo a titolo personale, essendomi dimesso qualche giorno fa dal direttivo di ARS ed essendo anche uscito da questa associazione. Nulla di grave, sia ciò ben chiaro, poiché continuo a ritenere quella dell'ARS un'ottima piattaforma, forse la migliore in circolazione, ma in questo momento preferisco muovermi nella più assoluta libertà, principalmente come blogger e come umile operaio delle Brigate Sovraniste per la Costituzione, delle quali sono al momento il "Grande Vecchio" detentore del potere inutile.

L'incontro del 6 dicembre vuole essere un primo momento di confronto tra tutti i movimenti no-euro che aderiranno. Tra i movimenti no-euro vi sono, ovviamente, anche i movimenti espressamente sovranisti, i più importanti dei quali, per numero di militanti e/o autorevolezza, sono la stessa Sinistra no-euro, l'ARS, Riscossa Italiana e i CIPS.

Per come lo intendo personalmente, il sovranismo è un campo politico che pone al primo punto della propria scala di valori i principi della democrazia rappresentativa, dello statalismo inteso come obbligo per lo Stato di operare come agente attivo e redistributore della ricchezza, nonché le libertà individuali e civili riconosciute dalla Costituzione italiana del 1948. Per i sovranisti la triade "Popolo-Stato-moneta pubblica" rappresenta l'elemento invariante di qualsiasi tecnica implementativa, e dunque noi sovranisti preferiamo enunciare gli obiettivi della nostra visione politica piuttosto che concentrarci sulle tecniche per raggiungerli, pur riconoscendo l'ovvio dato di fatto che nessuna "tecnica" è neutrale, e dunque esse devono essere valutate in funzione della loro efficacia in vista del raggiungimento degli obiettivi politici che ci poniamo.

Il liberismo, degenerazione del pensiero liberale, è il nemico politico dei sovranisti. Il pensiero liberale, a sua volta, è un avversario politico che porta sulle sue spalle la responsabilità storica di essere degenerato in liberismo. Analoghe ma non identiche considerazioni i sovranisti svolgono in merito alle degenerazioni della tradizione socialista.

Per quanto detto, il sovranismo può essere definito come la sintesi del meglio della tradizione socialista e liberale, la quale può realizzarsi solo attraverso l'esistenza di uno Stato democratico che agisca attivamente in senso redistributivo e sia garante delle libertà politiche e civili di tutti i cittadini e della loro uguaglianza davanti alla legge.

Essere semplicemente contro l'euro, pertanto, non è condizione sufficiente per potersi definire sovranisti, pur essendo evidentemente una condizione necessaria. Ciò nonostante potrebbero sussistere, in questa fase, le condizioni per un'alleanza di scopo (che qualcuno ama chiamare CLN 2.0) tra forze solamente anti-euro, dunque liberali ma non liberiste, e i sovranisti. Credo che la possibilità di una tale alleanza dipenda soprattutto, per non dire esclusivamente, dalla capacità di tenuta del fronte euroliberista.

A questo proposito mi piace proporre un esempio paradossale ma chiarificatore, sotto forma di una domanda: chi è stato il principale artefice della nascita del CLN nel 1943?

Ebbene, la mia tesi è che il principale artefice della nascita del CLN sia stato il feldmaresciallo Kesserling! Senza l'efficace difesa che Kesserling seppe approntare contro le forze anglo-americane comandate dal generale Clark, coadiuvato dalla squadra navale agli ordini del generale Alexander, i tedeschi sarebbero stati travolti e l'Italia in gran parte liberata in poche settimane. Apparentemente una gran bella cosa, ma se le cose fossero andate così non ci sarebbe stata la resistenza, il ruolo del CLN sarebbe stato del tutto marginale (se pure fosse riuscito a sopravvivere come entità politica), e il contributo dei patrioti italiani inesistente. Fu proprio l'accanita resistenza dei nazifascisti ad aprire gli spazi, politici prima che militari, nei quali seppero inserirsi i capi della resistenza. Se ciò non fosse accaduto, e i tedeschi fossero stati travolti con facilità, noi non avremmo avuto la nostra Costituzione. La quale non fu una concessione degli angloamericani, bensì la conquista, pagata a caro prezzo, di quella parte del paese che prese parte attiva alla lotta contro il nazifascismo.

Ebbene, oggi la situazione è simile. Per quanto paradossale ciò possa apparire, una rapida disgregazione dell'euro favorirebbe quelle forze politiche che, pur avendone riconosciuto più o meno onestamente (ma alcune in modo strumentale) l'insostenibilità, non hanno alcun interesse a che la gran parte del popolo italiano sia coinvolto in questa nuova guerra di liberazione. In tal caso l'ipotesi della formazione di un CLN 2.0, del quale dovrebbero far parte non solo i sovranisti ma tutti i movimenti no-euro (purché non fascisti), perderebbe di significato. La prospettiva di una rapida e vicina fine della moneta unica favorirebbe infatti un riposizionamento delle attuali forze politiche sistemiche, anche attraverso disgustosi trasformismi. Ai sovranisti non resterebbe altra scelta se non quella di tentare di costituire in fretta e furia un fronte sovranista che potrebbe partecipare con scarse possibilità alle prossime, in questo caso vicine, elezioni politiche.

Lo scenario alternativo è quello in cui gli euroliberisti riescano, come i nazifascisti nel 1943, a evitare il tracollo. E poiché il terreno di scontro non è militare ma economico, ciò implica che vi sia, nei prossimi mesi, se non una ripresa almeno una tenuta dell'economia italiana. Ma questo non dipende in alcun modo da noi, né per la parte maggiore da Draghi; dipende invece dalla stessa Germania che potrebbe attuare, nei prossimi mesi, una manovra espansiva mirata a rilanciare le sue importazioni principalmente dall'Italia e dalla Francia. Che tale scenario sia realistico, però, mi sembra un'ipotesi piuttosto improbabile. Non c'è oggi, in Germania, un feldmaresciallo Kesserling!

Pertanto sono propenso a considerare valide le visioni che prospettano una prossima uscita dell'Italia dall'eurozona. Tra quanti reputano questa prospettiva probabile c'è Sapir, un cui articolo in questi giorni è stato rilanciato da diversi blog.

Stando così le cose la prospettiva di un CLN 2.0 si allontanerebbe, mentre diventerebbe di assoluta urgenza cominciare a ragionare sull'ipotesi di un fronte sovranista che si ponga l'obiettivo minimo di raggiungere il quorum alle prossime elezioni. Se questo obiettivo dovesse essere mancato, la vittoria dei gattopardi sarebbe totale.

13 commenti:

  1. Caro Fraiolo, come ti avevo predetto mesi fa hai finalmente lasciato quella cosa pagliaccesca dell'ARS.
    Sì ho capito, li apprezzi, li stimi e gli vuoi sempre tanto bene, fatto sta che li hai mollati come ampiamente previsto.

    Ora dopo averti predetto la fine che avresti fatto con Bagnai, dopo averti preannunciato che saresti uscito dall'ARS, ti informo che dovrai cambiare idea una terza volta.

    Il sovranismo e l'uscita dall'euro sono veicolabili solo dalla destra più becera.
    La strada politica per la ribellione contro il sistema delle oligarchie è un'altra e meno male che forse qualcuno sta cominciando a intraprenderla.

    Sarebbe da spiegarlo anche al povero Pasquinelli che è rimasto malissimo per le critiche affettuose ma molto definitive di Brancaccio.

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  2. Caro ID, hai l'abitudine di parlare di cose che non sai. Per tua informazione condivido gran parte delle analisi di Bagnai e la quasi totalità dei documenti di ARS. Poi ognuno ha il carattere che ha.

    Quanto all'ARS, non sono uscito perché non ne condivido il progetto, ma per altre ragioni. Forse... forse per quello che ho in mente è più opportuno non essere iscritto. Per altro continuo a sentirli e li frequenterò anche in futuro, e non è detto che, quando opportuno, decida di rientrare (o magari entrare in un bel fronte sovranista).

    Stammi bene e non pontificare su cose che non conosci. (p.s. più tardi mi collego con alcuni soci di ARS per una bella chiacchierata politica).

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    1. Hai lasciato l'ARS, questi sono i fatti.
      Salutami tanto il feldmaresciallo, mi raccomando.

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  3. Ma c'è un programma per il 6 dicembre o un volantino?

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  4. Sí ci vorrebbe il programma perché se scopro che parla Barra Caracciolo vengo col reggipalle che me le fa cascare ogni volta.

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  5. Se vieni vuol dire che le palle le hai davvero. Palesati però, perché togliersi il divertimento di un sano confronto dialettico?

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    1. Ma io invece di palesarmi pago, sai?
      A Sollevazione ho versato trecento euro in due anni e anche ad altri movimenti.
      Scommetto che a un Pasquinelli o agli altri che hanno "percepito" gliene frega più delle offerte che dei palesamenti, tu che dici?
      Tu piuttosto, se il tuo capitale non si esaurisce nel virile possesso delle palle (il cui valore come sai col tempo, ahimè, diminuisce al contrario di quello del capitale finanziario), comincia a sganciare invece di stare lì a chiacchierare di miracolistiche uscite dall'euro che non significano una mazza.

      No, a Firenze non vengo perché ho capito che è solo uno spippettamento more mentula canis; vi faccio notare che sul sito di Riscossa Italiana per adesso nemmeno se ne parla, come potete notare

      http://www.riscossaitaliana.it/

      Andrà a finire che "perderanno l'aereo" come Fassina a Verona, mi sa...

      Al bel convegno organizzato da Sollevazione (casinisti ma che ci mettono davvero il cuore - a fine convegno Pasquinelli parlava in privato con Brancaccio ed era disperato per il mancato appoggio. Diceva Moreno a Emiliano, con pesantissimo accento umbro che faceva vieppiù tenerezza: "Ma allora tu non capisci il senso della nostra iniziativa". E Emiliano sorridendo con affetto ma nella postura di chi si accinge a levarsi rapidamente di torno alla napoletana: "Ma no, l'ho capito, l'ho capito"); al convegno di Sollevazione ho apprezzato Brancaccio e Ferrero quindi andrò in quella direzione tenendo presente che la svolta della sinistra, se davvero ci sarà, avverrà quando Civati si deciderà a passare il Rubicone.

      Allora vedrete che le nostre posizioni troveranno molti punti di convergenza purché si resti lontano dalla Lega (e dai suoi economisti) e da Casa Pound.

      P.S.: Mi raccomando Roberto, abbiamo capito che hai le palle, ma ogni tanto fai lo sforzino e sgancia eh?

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  6. Oh, guarda, sono un sovvenzionatore seriale e compulsivo di qualsiasi cosa si muova in campo sovranista.
    Anche il buon Fiorenzo ha usufruito del mio buon cuore, ma da signore qual è ha devoluto il tutto alla sua ex Associazione.
    E attualmente mi rendo ben conto di averlo fatto a fondo perduto.

    Concordo con te sul fatto che la riunione sovranista fiorentina si risolva in una inutile passerella di chiunque abbia idea di attaccarsi l’etichetta sovranista al petto e dal quale non nascerà ovviamente nulla.

    Però in attesa che il Civati di turno raddrizzi la barra della nave tutta a sinistra, qualcuno deve cercare di recuperare i naufraghi sparsi sulla rotta. E allora ben vengano le iniziative di ARS, MPL, di Fiorenzo e compagnia bella.

    Perché qui non si tratta di uscire da euro, trattati e sistema liberista. Il sistema si fa e di disfa da solo. Ne io ne tu ne nessuno di quelli che frequenta questi blog potrà nulla.

    Qui si tratta di essere “pronti” per il dopo, per quando questo sistema si feudalizzerà nella maniera in cui non sarà più mascherabile mediaticamente. E allora se la nostra massa critica sarà consistente potrà contrastare la marea nazionalista. Perché quando il popolo ( quello ignorante, ma è l'unico che c'è attualmente ) si incazza, lo fa quasi sempre da destra, perché è più facile e addio internazionale socialista.

    E allora per ogni persona che convinco, tolgo una persona dalle mani di Casa Pound, dalla Lega.

    Forse la mia analisi è semplicistica, forse tu hai più esperienza politica di me, io sono più idealista è te più pragmatico.

    Io parto da qui e mi adopero perché si sia pronti in futuro.

    Poi magari hai ragione tu e noi perdiamo solo tempo

    Un saluto

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  7. ma ho letto bene si vuole rifare la sinistra in questo paesi con Civatti e Ferrero e la sua idiota disobbedienza dei trattati? Si dice che a Francoforte stanno tremando tutti ehhh ehhhh

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  8. id, visto che tu predici il futuro, non è che mi diresti anche come andrà a finire con una certa mia amica?

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    1. Da mo' che avresti dovuto stringere, ormai è diventata una cosa irrimediabilmente platonica.
      Lei era ben disposta ma tu esitavi, temporeggiavi... alla fine le amiche gli hanno detto che era segno di poco consistente "sostanza" per cui lei si è rivolta al tuo migliore amico che non si è fatto pregare.

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    2. guarda che io mi riferivo all'amicizia (e che avevi capito...)

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  9. Buongiorno a tutti.
    Ritengo la riunione dei sovranisti del 6 dicembre un passaggio inevitabile per uscire definitivamente dal mondo internettaro e distinguere una volta per tutte quali sono gli interlocutori con cui si può dialogare. Sarà una passerella? Noi ci impegneremo affinchè non lo sia. La questione che solleva Fiorenzo sull'antiliberismo è da questo punto cruciale. Il pensiero sovranista non può essere solamente collegato alla questione dell'euro, ma deve avere un respiro più ampio ed indirizzato alla radice del problema che è l'impianto neoliberista dell'Unione Europea e la sua deriva totalitaria. Questo sarà il tampone passa-non passa. L'uscita dall'euro verrà gestita dalla destra? Certo. Probabilmente dalla destra di Renzi e Berlusconi. Siamo tutti consapevoli che nessuno in questo momento ha i numeri per riuscire a gestire una transizione che potrebbe avvenire anche molto presto. L'uscita dall'euro è imminente come del resto un nuovo terremoto finanziario e geopolitico. (il petrolio a 68 dollari è un attacco vero e proprio alla Russia).Tutti si stanno preparando. Aspettare i cattivi disobbedienti Ferrero o gli attendisti Brancaccio? Magari per appoggiare un bel partito degli invertebrati Civati-Fassina-Cuperlo-Tsipras? Ho i conati di vomito. Ci vuole troppo coraggio. Se questa è l'alternativa che vogliamo costruire...mi ritiro sui monti come fecero i nostri nonni, anche perchè (mettiamocelo bene in mente), in caso di passaggio all'Italicum, la via democratica si riduce alla cruna di un ago. Un caro saluto dai monti (in senso geografico) al Grande Vecchio.

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