giovedì 22 gennaio 2015

Com'è andata a finire...

Padrone che batte servo
Ricordate il post di qualche giorno fa in cui denunciavo il fatto che, nella mia scuola, un migliaio di persone fossero costrette al freddo nonostante una convenzione (regolarmente onorata) tra il CONSIP e l'azienda che aveva vinto il bando per il riscaldamento prevedesse una temperatura di 20°C?

Adesso fa caldo!

Naturalmente è stato necessario che gli studenti scioperassero e manifestassero.

Cosa dimostra questa vicenda?

Semplice!
Facile!
Ovvio!
Elementare!
Scontato!
Banale!
Sincopato!

Chi non si difende se lo prende nel culo, e deve pure pulirlo (non il culo... l'attrezzo).

D'altra parte, signori miei, ogni tanto bisogna pure ricordarselo il dato fondamentale:

La differenza tra il servo e il padrone è che quest'ultimo preferisce morire piuttosto che vivere da servo.

C'è altro da aggiungere?

Non credo.

Ognuno tragga le sue conclusioni.

5 commenti:

  1. Giusto, ma stai guardando una singola storia a lieto fine. Però sei abile ;-), scrivi: "Chi non si difende se lo prende nel culo" nulla aggiungendo della vasta casistica di chi si difende.

    Ad ogni modo sì, bisogna almeno provarci a ribellarsi ... altrimenti il finale è scontato.

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  2. Ovviamente non sto invitando alla ribellione esplicita, sempre e quali che siano i rapporti di forza. Ma la ribellione, anche quando non vi sono possibilità, può vivere nei cuori. Il "servo" deve essere ribelle, pronto a cogliere ogni opportunità e/o momento di debolezza del "padrone". Non può, il "servo", agire come il "padrone", che ha la sola alternativa: "o padrone o morto", e dunque, se non muore, è "padrone"; e ciò per la ragione che il "servo" non è stupido come il "padrone".

    L'alternativa del "servo" è: "o libero o servo, ma comunque vivo". In definitiva la lotta di classe è tra i "padroni" e i "servi ribelli". Gli altri sono spettatori.

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  3. Grazie per la precisazione. Scusami la schiettezza, la metafora è buona ma il "ma comunque vivo" a me sembra troppo ottimistico. Potrei aggiungere dei links ma preferisco di no, credo non sia necessario.

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  4. Il servo non è un ribelle. Quando il padrone dà segni di debacle, è pronto ad accoltellarlo alla schiena, Ma siccome servo era e servo rimane, si mette immediatamente alla ricerca di altri padroni. Non lo si può trattare alla pari senza metterlo in un profondo imbarazzo e senza destare in lui forte inquitudine e diffidenza.

    Quando il servo è un vero ribelle, egli è un aspirante padrone.

    L'alternativa al binomio servo-padrone, facce della stessa medaglia, è l'individuo (interioremente) libero, sottospecie di cui da sempre si contano pochi esemplari (Marx ne era uno). Le loro idee funzionano a condizione che a farle camminare siano altri uomini liberi, degradandosi altrimenti a strumenti di potere, cioè piegati al paradigma logico-valoriale che accomuna l'ampia progenie dei servi e dei padroni (o meglio dei servi-padroni).






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  5. Epilogo positivo.
    Protestare contro i fatti che incombono è limitante. Proporre fatti diversi E protestare contro quelli degli altri è proattivo
    (che si metta insieme una protesta comune è già qualcosa....)

    AP

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