La storia dell'associazione per il partito democratico non è unica e si ripeterà ad ogni occasione possibile; in pratica è quello che sta già accadendo con la battaglia no euro. Il fatto non è aver avuto ragione, ma che le tue ragioni vengono stravolte e rigirate a favore di chi fino a quel momento è stato un tuo antagonista. Ragioniamoci su.
Simone hai delle ragioni in ciò che dici. Anche perché certamente i nostri "nemici secondari" (leghisti e compaglia brutta) certamente hanno a loro favroe i rapporti di forza e mediatica. Quindi rincunciare completamente alla battaglia sull'euro? Su quello non sono d'accordo.A questo proposito, cito un breve passo di Antonio Gramsci in cui scrive (cit. "I quaderni del carcere"):
"Ci può e ci deve essere una 'egemonia politica' anche prima della andata al Governo e non bisogna contare solo sul potere e sulla forza materiale che esso [il governo] dà per esercitare la direzione o egemonia politica[…]Un gruppo sociale può e anzi deve essere dirigente già prima di conquistare il potere governativo (è questa una delle condizioni principali per la stessa conquista del potere); dopo, quando esercita il potere e anche se lo tiene fortemente in pugno, [quel gruppo sociale] diventa dominante ma deve continuare ad essere anche dirigente”.
Cosa c'entra questo con il nostro discorso? Come possono queste brevi ma significative parole di Gramsci essere riferite ai giorni nostri? Gramsci afferma che un gruppo che si autodefinisce “rivoluzionario” deve avere come principale obiettivo quello di cercare di esercitare “egemonia politica e culturale”, al di là di un esercizio reale e contingente del potere. Questo vuol dire “creare” parole d’ordine, al di là dei limitati mezzi, per cercare di porli alla pubblica opinione.
Non fare questo, accettando e subendo il fatto che qualunque slogan e qualunque lotta politica possa essere strumentalizzata dal mainstream, vorrebbe dire rinunciare a ogni battaglia. Perché non è solo la questione dell’Euro, come è facilmente comprensibile, che può essere strumentalizzata dai poteri dominanti. Cosa succederebbe se domani la Lega decidesse di essere anche contro l'Unione Europea e, come in parte sta già facendo, contro la Nato?
Questo però, fortunatamente, non può e non deve impedire a continuare ostinatamente a cercare di raccontare la verità dei fatti e, appunto, a creare "egemonia". Anche perché, sempre rifacendosi al metodo gramsciano, è possibile ridefinire completamente concetti apparentemente simili (come quelli di Salvini a proposito dell’Euro), ricreandoli e rendendoli del tutto irriconoscibili ed originali, attraverso un vero e proprio incorporamento all’interno del proprio discorso e ragionamento.
La storia dell'associazione per il partito democratico non è unica e si ripeterà ad ogni occasione possibile; in pratica è quello che sta già accadendo con la battaglia no euro. Il fatto non è aver avuto ragione, ma che le tue ragioni vengono stravolte e rigirate a favore di chi fino a quel momento è stato un tuo antagonista. Ragioniamoci su.
RispondiEliminaSimone hai delle ragioni in ciò che dici. Anche perché certamente i nostri "nemici secondari" (leghisti e compaglia brutta) certamente hanno a loro favroe i rapporti di forza e mediatica. Quindi rincunciare completamente alla battaglia sull'euro? Su quello non sono d'accordo.A questo proposito, cito un breve passo di Antonio Gramsci in cui scrive (cit. "I quaderni del carcere"):
RispondiElimina"Ci può e ci deve essere una 'egemonia politica' anche prima della andata al Governo e non bisogna contare solo sul potere e sulla forza materiale che esso [il governo] dà per esercitare la direzione o egemonia politica[…]Un gruppo sociale può e anzi deve essere dirigente già prima di conquistare il potere governativo (è questa una delle condizioni principali per la stessa conquista del potere); dopo, quando esercita il potere e anche se lo tiene fortemente in pugno, [quel gruppo sociale] diventa dominante ma deve continuare ad essere anche dirigente”.
Cosa c'entra questo con il nostro discorso? Come possono queste brevi ma significative parole di Gramsci essere riferite ai giorni nostri? Gramsci afferma che un gruppo che si autodefinisce “rivoluzionario” deve avere come principale obiettivo quello di cercare di esercitare “egemonia politica e culturale”, al di là di un esercizio reale e contingente del potere. Questo vuol dire “creare” parole d’ordine, al di là dei limitati mezzi, per cercare di porli alla pubblica opinione.
Non fare questo, accettando e subendo il fatto che qualunque slogan e qualunque lotta politica possa essere strumentalizzata dal mainstream, vorrebbe dire rinunciare a ogni battaglia. Perché non è solo la questione dell’Euro, come è facilmente comprensibile, che può essere strumentalizzata dai poteri dominanti. Cosa succederebbe se domani la Lega decidesse di essere anche contro l'Unione Europea e, come in parte sta già facendo, contro la Nato?
Questo però, fortunatamente, non può e non deve impedire a continuare ostinatamente a cercare di raccontare la verità dei fatti e, appunto, a creare "egemonia". Anche perché, sempre rifacendosi al metodo gramsciano, è possibile ridefinire completamente concetti apparentemente simili (come quelli di Salvini a proposito dell’Euro), ricreandoli e rendendoli del tutto irriconoscibili ed originali, attraverso un vero e proprio incorporamento all’interno del proprio discorso e ragionamento.