Questo non è un post populista.
Durante il convegno organizzato da “EuNews” e dal suo think tank “OnEUro” (a Firenze il 22 novembre 2014) Yanis Varoufakis, ministro delle finanze greco, ha rilasciato questa intervista a Daniele Della Bona e Matteo Bernabè:
Durante il convegno organizzato da “EuNews” e dal suo think tank “OnEUro” (a Firenze il 22 novembre 2014) Yanis Varoufakis, ministro delle finanze greco, ha rilasciato questa intervista a Daniele Della Bona e Matteo Bernabè:
Il testo dell'intervista è disponibile qui.
In my honest opinion il nocciolo dell'intesta è in questa affermazione: «Una cosa è dire che non avrebbe mai dovuto essere fatta (l'eurozona - n.d.r.), un’altra è dire che dovremmo smantellarla. Ciò a causa della “dipendenza dal percorso” come si dice in economia. Se tu cammini nella stessa direzione, in una certa direzione e provi a invertire la direzione, il percorso alle tue spalle non c’è più e tu cadi da un dirupo.».
Yanis propone di "cambiare verso" all'Europa senza necessariamente rivedere i trattati, ma sfruttandone i margini interpretativi. Inutile dire che si tratta di un artificio formale, essendo quella di Yanis una proposta squisitamente politica. Ciò emerge, in modo evidente, nel prosieguo del suo discorso (grassetto e colore aggiunti): «Quindi, dovremmo provare a sistemare le cose se possiamo: possiamo farlo attraverso una federazione, tutte le idee su un’unione politica sono così antidemocratiche e letteralmente così dittatoriali e autoritarie che non vogliamo percorrerle. Quindi la questione è: c’è qualcosa che possiamo fare all’interno dei confini di un accordo di questo tipo che può distendere questa crisi?».
Qui la parola veramente importante è "federazione", contrapposta a "unione politica", giudicata così problematica da generare idee "così antidemocratiche e letteralmente così dittatoriali e autoritarie che non vogliamo percorrerle". Ora attenzione: Yanis afferma che prima si deve addivenire ad un accordo che vada nella direzione di abbandonare la chimera dell'unione politica per ripiegare su quella, meno vincolante, di federazione, e che solo dopo, "all’interno dei confini di un accordo di questo tipo", diventerebbe possibile domandarsi cosa fare.
E' vero che Yanis ha fatto queste affermazioni prima che Syriza vincesse le elezioni, ma i primi provvedimenti del nuovo governo greco mi inducono a ritenere che possano essere considerate ancora valide. Ciò significa che Tsipras non si appresta solo a trattare una semplice riduzione/dilazione del debito greco, ma vuole condurre un gioco molto più ambizioso, il cui esito sia l'abbandono del progetto di unione politica e l'assunzione di una prospettiva federalista. Ovvero, detto in termini divulgativi, questo matrimonio non s'adda fare ma possiamo continuare ad essere fidanzati. Questo significherebbe una riduzione drastica dei poteri della Commissione sugli Stati, e la riconquista, da parte di questi ultimi, di ampi spazi di manovra. Sarebbe la fine dell'esorbitante potere del clan germanico sul resto d'Europa.
Non solo! Yanis chiarisce che, nell'ambito del nuovo assetto federativo, i trattati dovranno essere interpretati in modo più flessibile. Ad esempio suggerisce (grassetto aggiunto): «Secondo punto riguardante il debito pubblico: la BCE non può monetizzarlo – se potesse monetizzarlo, in un altro mondo, con trattati diversi, sarebbe una bella cosa e potrebbe farlo domani. Qui si tratta di una cosa che può essere fatta all’interno del Trattato di Maastricht, io credo che si possa fare. Il Trattato di Maastricht e il capitolo sulla BCE proibisce alla BCE di “stampare moneta” per comprare titoli ma non le proibisce di prendere in prestito moneta, quindi la BCE potrebbe emettere titoli propri e utilizzare gli introiti per onorare la parte di debito in eccesso secondo i parametri di Maastricht di ogni stato membro dell’Eurozona.».
Non è un caso allora che il premier Renzi, chiaramente riferendosi alle posizioni tedesche, abbia dichiarato "Dovranno scendere a compromessi e quei compromessi rafforzeranno anche la nostra linea". La linea che vedo delinearsi, anche alla luce delle vicende quirinalizie che hanno visto l'affievolirsi della fronda interna al PD e una sostanziale accondiscendenza di Forza Italia, è quella di una netta battuta d'arresto nel processo di unione politica fondata sul mercato unico, in favore di un ritorno, sia pure graduale e mascherato alle opinioni pubbliche (per quanto possibile nell'era di Internet), al mercato comune. Un assetto che non escluderà concessioni alle richieste USA di ulteriori passi in avanti su temi come il TTIP e la creazione di un'area di libero scambio euro-atlantica, ma che restituirà spazi di manovra agli Stati nazionali.
Non si tratta, evidentemente, di una linea che i movimenti sovranisti potranno accettare con grande entusiasmo, ma è comunque una via d'uscita dal vicolo cieco nel quale siamo finiti. La Grecia, la piccola Grecia, e la negletta sinistra che ha appoggiato la linea di Tsipras (anche quella italiana? Ne dubito, ma vedremo) stanno, nei fatti, proponendo una via d'suscita onorevole alle classi dominanti euriste. La responsabilità di accettare questo compromesso, oppure di respingerlo, è nelle mani degli euristi. Dio abbia pietà di loro, e di tutti noi, se la giocata di Syriza verrà rifiutata.
Mi dispiace doverlo segnalare, ma purtroppo l'intera riflessione è un castello di carte che, essendo basato s'un duplice equivoco, si dimostra l'ennesima conferma (al pari dell'episodio del delegato austriaco, da lei riportato qualche giorno fa) dell'impossibilità di costruire un unico spazio politico democratico per popoli che parlano lingue diverse.
RispondiEliminaLa traduzione di memmt.info è del tutto inaffidabile. Varoufakis non dice, infatti,
«[…] possiamo farlo attraverso una federazione, tutte le idee su un’unione politica sono così antidemocratiche e letteralmente così dittatoriali e autoritarie che non vogliamo percorrerle. Quindi la questione è: c’è qualcosa che possiamo fare all’interno dei confini di un accordo di questo tipo che può distendere questa crisi?»,
ma [corsivo mio]
«Now, we can't* do this through federation, we can't do this… —all ideas about political union are so antidemocratic, so virulently dictatorial and authoritarian, we don't want to touch those. So, the question is: is there anything we can do, within the confines of the current arrangements, that would stem these three crises?»,
*[qui l'equivoco in cui è caduto il traduttore di memmt.info è un po' piú giustificabile, perché Varoufakis, com'è comune, in questo contesto, nel parlato informale anche dei madrelingua britannici, non pronuncia la t. «Can't» resta, ciò nonostante, distinguibile da «can» grazie alla vocale, che nella pronuncia britannica (parzialmente adottata da Varoufakis, che, nonostante un po' di sostrato fonetico greco, parla un ottimo inglese, a differenza di molti politici) non è la stessa nelle due parole (nel primo caso, vagamente assimilabile alla nostra a; nel secondo, a metà strada tra questa e la nostra «e aperta»). Per rendersene conto, basta confrontare con attenzione quel «can['t]» col «can» della frase precedente («So, we should try to fix it, if we can», a 3' 30'')]
cioè
«Orbene, non possiamo farlo con una federazione, non possiamo farlo… [qui sembra voler enumerare un'altra opzione, ma s'interrompe e cambia frase; n.d.t.] —tutte le idee [forse sottinteso: piú note; n.d.t.] s'un'unione politica sono cosí antidemocratiche, cosí virulentamente dittatoriali e autoritarie, che non vogliamo considerarle [mia dubbia interpretazione del verbo; letteralmente: toccarle; n.d.t.]. Perciò, la domanda è: c'è qualcosa che possiamo fare, nei limiti degli accordi vigenti, che arginerebbe queste tre crisi?»
Ciò appurato, si può costatare non solo il fatto che Varoufakis non proponga la costituzione d'un'Europa federale (e non sarebbe questa, d'altro canto, il vituperato «piú Europa» di cui tanti cianciano, e di cui io stesso, fino a prima della crisi e prima di legger Bagnai, convintamente cianciavo, senza rendermi conto delle implicazioni?) come quadro giuridico in cui attuare le misure da lui proposte, ma soprattutto quanto contraddittoriamente antidemocratiche e inquietanti queste ultime siano, nel comportare il conferimento d'enorme e ulteriore libertà di manovra alla BCE e alla BEI, senza che queste siano prima soggiogate a un potere politico democratico.
Se la sua traduzione è quella corretta allora non posso che darle pienamente ragione: tutto il mio post è un castello di carta fondato su un equivoco. Per altro, mi permetta di evidenziarlo, anche se la traduzione di memmt.info fosse stata corretta, quella sostenuta nel mio post sarebbe comunque stata da intendere come un'ipotesi piuttosto audace.
EliminaCiò perché ho talmente voglia di scorgere una via d'uscita politica dall'impasse europea che mi attacco a qualsiasi segnale positivo. Questa volta, se la sua traduzione fosse quella corretta, mi sarei comportato come il marito di cui parlava Rinaldi qualche giorno fa, il quale (il marito n.d.r.) rientrando in casa e trovando la moglie a letto con due uomini la giustificava dicendo che lo faceva per essere sicura della sua gelosia, e quindi del suo amore.
Ironia della sorte ho anche definito il post, in premessa, come "non populista". Vado a farmi un piatto di fettuccine e una porzione di agnello al sugo, ben innaffiati da ottimo vino, per riprendermi da questa meschina figura. Hasta la vista!
p.s. se incontri il traduttore della memmt, fagli una "lieve" carezza da parte mia.
Naturalmente quanto sopra se e solo se la tua traduzione è corretta e quella di memmt sbagliata. Perché se così non fosse ogni elucubrazione su un percorso di devitalizzazione dell'UE, attraverso la sua trasformazione in una federazione sarebbe possibile. O no?
EliminaVorrei aggiungere (scusami ma la gaffe mi brucia) che a mio avviso una proposta di trasformazione dell'Unione in una Federazione andrebbe letta come un processo che veda, al suo esito, la fine della moneta unica e la sua sostituzione con altre forme di cooperazione. Per intenderci, un ritorno al mercato comune europeo.
EliminaOvviamente, ciò implicherebbe la fine del potere della commissione, con il ritorno agli Stati del potere di ultima parola sulle proprie politiche. In definitiva, nelle parole di Yanis avevo letto un accenno a tutto ciò. Chi vivrà vedrà, ma è certo che capirsi, quando non si parla la stessa lingua, è lievemente complicato...
Eheheh! :-) Si figuri, il mondo è messo cosí male che andiamo tutti a caccia di spiragli di luce.
EliminaLa «meschina figura» direi che l'abbia fatta il traduttore di memmt.info, piú che lei (anche se l'esperienza degli ultimi anni dovrebbe averci insegnato ad andare sempre alla fonte)*. Non vorrei accanirmi perché si tratta pur sempre di volontari che (al contrario di me) si danno da fare per farci uscire da quest'inferno, ma, quando si decide di trascrivere o tradurre le parole d'una persona, ci si assume una grande responsabilità (a maggior ragione in campo politico); tradurre infedelmente le altrui parole (ancorché involontariamente, per ignoranza) è una grave slealtà: se non si è all'altezza del compito, è meglio astenersi, in questi casi.
Non ho intenzione d'andare a commentare su memmt.info perché, per suffragare i miei severi giudizi, dovrei addurre altri esempi, e (conoscendomi) finirei per correggere tutto il testo, cosa che non ho né tempo né voglia di fare, anche a causa della mia lentezza.
Potrei sbagliarmi, perché non ho approfondito l'argomento, ma non mi sembra che una federazione possa essere (per definizione) un ritorno al mercato comune e un'auspicabile restituzione di sovranità agli stati nazionali europei, come dice lei. Non sono forse gli Stati Uniti (e il Brasile, e il Messico, e la Germania) una federazione? Nelle parole di Varoufakis, federazione e «unione politica» sono (giustamente) sinonimi. Non è, d'altronde, questo, che s'intende, quando si parla di «Stati Uniti d'Europa»? Credo, piuttosto, che lei voglia intendere confederazione (ciò che gli stati nordamericani furono, prima d'unirsi).
Continui cosí: la leggo con piacere da tempo (piú o meno da quando Bagnai presentò il Tramonto dell'euro a Napoli con Brancaccio), anche se non intervengo mai. (Continuo a darle del lei perché ho circa una volta e mezza l'età dei suoi studenti).
Buon appetito!
*Quante delusioni ho avuto dal Fatto quotidiano (o meglio, dal suo sito)! Per esempio, quando riportarono, riprendendo pedissequamente Reuters, che Marine Lepen volesse far gruppo con Alba dorata, mentre nell'intervista in francese aveva detto l'esatto opposto. E pensi che ho riscontrato casi analoghi anche quando, per esempio, la fonte era in italiano, ma magari un po' lunghetta da leggere; la sciatteria, probabilmente causata dal lavoro sottopagato e straordinario, regna sovrana.
A me piace questo blog perchè il suo "gestore", a differenza di alcuni suoi grotteschi "colleghi" che applicano a se stessi il dogma dell'infallibità, sa ammettere civilmente quando sbaglia, evitando diprodursi in sconce quanto risibili peripezie sofistiche per non ammettere l'errore (noi continueremo imperterriti a seguirlo e a stimarlo, anche perchè lui fa, mentre molti di noi, io per primo, si limitano a stare alla finestra)
EliminaComunque, se la traduzione di memmt.info fosse corretta, il discorso non avrebbe senso, dal momento che -- come giustamente ha sottolinato da chi mi ha preceduto -- quando si parla di Europa unita si fa riferimento ad una federazione di Stati e non certo ad una fusione di Stati in un unico mega-Stato europeo..
A conti fatti, pertanto, dovendo accreditare la traduzione che dà alle parole del ministro ellenico un qualche senso compiuto, Varoufakis propone qualcosa di ancor più assurdo e irrealizzabile del "più Europa" (interpretare "diversamente" i trattati!)..
@Demetrio, ho inteso in senso "lasco" l'espressione "federazione" (dando per scontata la correttezza della traduzione di memmt) perché veniva usata in (apparente, a causa dell'errore del traduttore) opposizione con l'espressione "unione politica". Cioè, visto che Yanis stigmatizzava con tanta forza l'unione politica, in base all'errata traduzione ho inteso che con il termine "federazione" egli volesse riferirsi a qualcosa di meno vincolante di un'unione politica. Ovvio che se i due termini sono stati usati con significato equivalente allora avete ragione tu e Artorius.
EliminaChe faccio? Cancello il post? Faccio un video in cui mi genufletto chiedendo perdono e invocando la clemenza dell'Altissimillo? Fateme sape'...:-)
Nella nuova europa di stati federali ci sará spazio per delle semi-monete federali come gli FT-coins di Varoufakis?
RispondiEliminahttp://bastaconleurocrisi.blogspot.it/2015/02/i-ft-coins-di-varoufakis.html?m=1