lunedì 5 gennaio 2015

Dilettante allo sbaraglio (#DAR)

Vabbè, ce provo pure io. Negli ultimi due giorni sul sito dell'innominabile sono apparsi due interessanti articoli nei quali, utilizzando il database BIS (Bank for Internazional Settlements), sia un lettore laureato in fisica che (successivamente) Illo di pirsona pirsonalmente, hanno prodotto dei grafici che illustrano molto bene il processo di rientro dai crediti tra banche del centro e della periferia europea.

Sono andato a sbirciare per vedere come sia organizzata l'interfaccia di consultazione del database e l'ho trovata abbastanza amichevole. Ho pensato che possa essere di qualche utilità illustrarne brevemente il funzionamento per cui, dopo essermi esercitato ricavando quattro serie di dati relativi alle esposizioni lorde dei sistemi bancari di Germania, Francia, Italia e Spagna, cioè le quattro maggiori economie dell'eurozona, ho realizzato un breve video che espone il funzionamento dell'interfaccia. Successivamente, partendo dai dati estratti, ho sommato i risultati trimestre per trimestre, ottenendo una singola colonna. A partire da quest'ultima ho ricavato i numeri indice (con base=100 nel 1° trimestre del 1999) relativi all'indebitamento complessivo dei sistemi bancari dei paesi scelti (Germania, Francia, Italia e Spagna), producendo questo grafico.


Nel video qui sotto vi mostro come ho utilizzato il database BIS. A seguire alcune personali considerazioni sui dati.


Considerazioni personali


Come è ormai universalmente noto, ma solo oltre i confini di Piddinia, l'ingresso nell'euro ha generato un clima di fiducia che ha favorito la crescita dei prestiti bancari all'interno dell'eurozona. La ragione è semplice: la moneta unica azzerava il rischio di cambio, ovvero il rischio che una somma X prestata a un'istituzione finanziaria privata estera venisse restituita in valuta svalutata. Questa "rassicurante" circostanza ha reso i mercati finanziari esteri, per ogni istituzione finanziaria dei paesi dell'eurozona, meno rischiosi, e dunque ha favorito comportamenti poco prudenti che hanno generato squilibri eccessivi. Questi si sono ripercossi sulle singole contabilità nazionali, a dimostrazione del fatto che siamo europei a parole ma nazionalisti quando si tratta di quattrini. Oggi l'Europa è attraversata da una linea invisibile (ma insuperabile) che divide i paesi nelle cui contabilità nazionali (private) si sono accumulati debiti, da quelli che sono a credito.

Tutto questo è ben noto, e non vale la pena che mi dilunghi quando c'è chi lo spiega meglio di me. Nel mio piccolo vorrei però focalizzare l'attenzione non sugli squilibri tra creditori e debitori, bensì sulla crescita complessiva delle esposizioni lorde delle banche europee. Per farlo ho scelto le quattro più grandi economie dell'eurozona (Germania, Francia, Italia e Spagna, due delle quali sono creditrici e due debitrici).

Ho utilizzato i numeri indice, dopo aver sommato (primo grafico) i dati per tutti e quattro i paesi scelti. Posta pari a 100 l'esposizione lorda dei loro sistemi bancari nel gennaio 1999, si vede chiaramente come questa salga costantemente a partire dall'avvento dell'euro, mantenendo più o meno lo stesso trend di crescita fino al 1° trimestre 2008. A quel punto il totale delle liabilities del quartetto in osservazione (nel seguito: banda dei quattro) era cresciuto del 241% rispetto al primo trimestre 1999.

Nello stesso periodo (qui i dati) il rapporto debito/PIL della Spagna scendeva dal 62,4% al 36,3%; quello dell'Italia scendeva dal 113,1% al 103,3%; quello della Francia saliva dal 58,9% al 65,2%; quello della Germania saliva dal 61,3% al 65,2%.

Osservando l'andamento delle liabilities, la domanda che mi sono immediatamente posto è: perché queste sono cresciute in maniera così abnorme nel giro di soli 18 mesi (dal 3° trimestre del 2006 al 1° trimestre del 2008), passando da un valore indice di 239 a un valore indice di 341? Per quel poco che so di economia, la propensione al credito dovrebbe dipendere dalla fiducia, o no? E come mai la fiducia delle istituzioni finanziarie della banda dei quattro (Gr, Fr, It, Sp) è cresciuta anche dopo l'esplosione della bolla dei subprime negli USA nell'estate 2007? Le possibili spiegazioni sono, a mio avviso, due:
  1. Errori clamorosi dei responsabili della BCE
  2. Un GomBloDDo
O forse entrambe. Quel che è certo è che l'aumento delle liabilities è stato posto in capo, in ultima analisi, agli Stati nazionali, attraverso la crescita dei depositi TARGET2. Vale a dire: le istituzioni finanziarie della banda dei quattro hanno continuato a prestare, ma cautelandosi chiedendo alla BCE di farsi garante. Si è scelto, insomma, di guadagnare tempo nella speranza che la crisi di panico originatasi negli USA si attenuasse. Come è finita lo sappiamo.

Con il manifestarsi della crisi, a partire dal 1° trimestre del 2008 (si veda il grafico), le liabilities della banda dei quattro sono diminuite. L'andamento è segnato da una prima rapida discesa (1° trimestre 2008 - 1° trimestre 2009), seguita da una relativa stabilizzazione (fino al 2° trimestre 2011). Da quel momento inizia un'ulteriore ripida discesa (fino al 2° trimestre 2012), cui ha fatto seguito una nuova relativa stabilizzazione, che è la fase odierna. E' interessante notare come la seconda forte discesa delle liabilities coincida con l'arrivo di Mario Draghi alla guida del board della BCE (16 maggio 2011), nonché con l'esplosione dei saldi TARGET2.

Per capire meglio ho prodotto una versione più completa del grafico:


La linea rossa indica il numero indice del dato aggregato della banda dei quattro. Le altre i numeri indice dei singoli componenti. Questo grafico ci dice subito una cosa importante: mentre per la Spagna l'indice resta stabile dopo la brusca caduta del 2008-2009, per gli altri tre paesi nel 2011 vi è una seconda rapidissima discesa. Per altro non della stessa misura per tutti: la caduta più brusca si ha per l'Italia, seguita dalla Germania e dalla Francia che si equivalgono. Si noti pure che, nel caso dell'Italia, la prima brusca discesa è shiftata temporalmente rispetto agli altri tre paesi.

In sintesi, si sono avute due fasi di rientro dalle esposizioni lorde, seguite da due fasi di relativa stabilità, l'ultima delle quali è quella che stiamo vivendo. L'impressione che ne ricavo è un'analogia con il guidatore di un'automobile che, avendone perso il controllo, tenta di rimettersi in carreggiata agendo a tratti sul freno, onde evitare una sbandata catastrofica. Rispetto al massimo raggiunto dall'indice, l'esposizione complessiva della banda dei quattro è oggi maggiore del 150% rispetto al 1999, dopo il massimo del 241% raggiunto nel 1° trimestre 2008. Si è dunque più o meno a metà strada per il rientro, almeno dal punto di vista dei banchieri.

Nel frattempo la partita politica si dipana. L'esito dipenderà, in fin dei conti, da due fattori:
  1. La capacità di sopportazione del popolo lavoratore
  2. La capacità delle forze politiche che si oppongono all'UE di organizzarsi
E siccome le rivolte non sono prevedibili (altrimenti non sarebbero rivolte) resta da lavorare sul piano politico. Ad esempio sondando cum grano salis le reali intenzioni di quanti si stanno riposizionando, in primis il M5S e pezzi del PD (forse). Il rischio maggiore essendo, come sempre in politica, quello di cadere vittime di inganni.

Post scriptum: se vi è piaciuto ditelo ai vostri amici, se non vi è piaciuto fatevi li pikki vostri.

1 commento:

  1. Sarebbe interessante conoscere la percentuale di questa esposizione alla quale non e' possibile applicare la lex monetae. E quanto potrebbe essere traslato in altra legislazione con il piano ERF. Tolti questi si puo' fare una misura temporale sulla sopravvivenza della moneta unica

    RispondiElimina