domenica 6 dicembre 2015

Guru & Gurulli

Il problema non sono i guru, ma i gurulli!


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15 commenti:

  1. Secondo me, nel tuo discorso c'è una certa confusione tra settarismo e leaderismo.
    Nella parte iniziale, parli del leaderismo, ma poi ad un certo punto finisci con l'assimilarlo al settarismo più correttamente definito, quando ti riferisci a un certo pensiero calato dall'altro che pensa di essere risolutivo.
    Eppure, secondo me, non solo si tratta di due cose differenti, ma direi che siano due cose quasi opposte.
    Il leaderismo è a mio parere un frutto dell'ideologia in cui viviamo, che domina prima di tutto nei grandi partiti che raccolgono oggi la quasi totalità dei consensi elettorali.
    Pensa soltanto al PD che si è trasformato dietro il suo nuiovo leader, apparentemente mettendo da parte tradizioni che in varie forme risalgono a tanti decenni di storia di quell'area politica.
    Ora, se una certa persona fosse arrivato alla conclusione che prima che un problema politico, vi sai un problema ideologico, e pensa di avere elaborato una certa via d'uscita all'ideologia dominante, come potrebbe immaginare di fare avanzare questa sua tesi se non attraverso una certa dose di settarismo? Il settarismo è nell'inizio di un nuovo movimento una difesa direi lecita se non addirittura necessaria per non essere fagocitati dal pensiero dominante.
    Tale settarismo sarà quasi sempre aiutato da un leader che abbia carisma, ciò è un elemento ineliminabile della psiche umana, e non v'è ragione di lamentarsi. Detto ciò, sarebbe tuttavia assolutamente necessario che anche fosse dietro le quinte, questo leader o preferibilmente un gruppo di leaders, avesse un gruppo di consultazione, di gente che pensa e pensa bene, ma che magari non ha l'appeal pubblico che essi hanno.
    Insomma, una vera setta non è mai un gruppo attorno ad un unico leader. Lasciando da parte il M5S che infatti non credo proprio che sia costruito sul pensiero e il comando di Grillo, che pure fa da leader ufficiale, gli altri due casi da te citati non li definirei proprio delle sette, sono il passatempo di qualcuno che evidentemente ha bisogno di giocare il ruolo del leader per vivere. Giustamente, tu dici che il problema è dei g(u)rulli, ma la madre dei gurulli come sappiamo, è sempre incinta, fattene una ragione.
    Se io ti dicessi che questi tre casi che hai citato soffrono al contrario di ciò che tu apparentemente pensi, della mancanza di un retroterra ideale, di un vero fondamento filosofico, mi potresti in tutta sincerità darmi torto?
    Il leaderismo si nutre in fondo proprio della mancanza di idee forti, è frutto di una politica improvvisata ed approssimativa,

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    1. Il tuo è un paralinguaggio, nel senso che pare un linguaggio, ma non lo è; è anche un metalinguaggio, nel senso che si capisce a metà. L' altra metà la capisci solo tu.

      Della serie: quanno ce vo' ce vo'.

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    2. Caro Fiorenzo,
      innanzitutto una osservazione di carattere generale. La lingua è un patrimonio comune e nessuno se ne può arrogare il possesso e dare pagelle agli altri. Da questo punto di vista, tu avresti potuto dire che non capisci ciò che scrivo, sostenendo che parliamo in lingue diverse, ma tra due adulti che scambiano tra loro opinioni la tua pretesa di stabilire la proprietà del mio linguaggio è priva di giustificazione alcuna.
      Nel merito, scrivo per un uso pubblico da decenni, sono autore di libri, capitoli di libri, di un blog che tengo ormai quasi da sette anni, sono frequentatore di fb, sono ovviamente coprotagonista di dibattiti e semplici scambi di opinione in ambiti di varia natura, insegno.
      Nella mia lunga vita, ho subito le critiche più feroci e non me ne lamento perchè dovute principalmente alla natura radicale del mio modo di pensare, ma mai, dico mai, mi era prima capitato di subire critiche per mancanza di chiarezza (veramente, ho al contrario ricevuto complimenti per la mia chiarezza).
      Mi chiedo perchè mai una persona, apparentemente affabile come te, non trovi di meglio per argomentare contro le mie tesi che accusarmi di oscurità lessicale.
      Non dico, bada bene, che non potrei avere scritto dei passaggi poco chiari, ma in tal caso, sarebbe stato opportuno che tu me li segnalassi.
      Ti sottrai invece ad una critica che per quanto esplicita, non mi sembrava offensiva.
      Direi che con questa tua risposta, hai dimostrato come si possa essere settari anche da soli, malgrado l'insistenza a dipingerti come vittima dei tuoi trascorsi che qui hai riportato.
      Alla fine, non è che a me importi granchè di cosa pensi tu del mio linguaggio, ma penso che anche tu hai diritto a qualcuno che ti dica come stanno le cose, penso che te lo dovevo. Buona fortuna!

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    3. Caro Vincenzo hai ragione, e non mi resta che chiederti scusa. Il fatto è che ieri ho avuto un'accesa discussione con un auto razzista che mi ha letteralmente "svalvolato". E quando svalvolo divento aggressivo e iper reattivo. Ci sei andato di mezzo, e me ne dispiace profondamente. Che dire ancora? Perdonami.

      p.s. all'auto razzista poco è mancato che gli mettessi le mani addosso. A distanza di ore, e dopo un buon sonno, sono ancora piuttosto nervoso, ragion per cui rimando a più tardi una vera discussione del tuo commento.

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    4. Un paterno sberlone ogni tanto.
      La prossima volta pensa all ultimo farmaco diventato a pagamento grazie alla gente che questi soggetti votano e troverai lo slancio.

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    5. @Vincenzo
      M'inserisco - ed in parte intrometto, cosa per cui chiedo venia a priori - a proposito del suo primo commento. Io non l'ho trovato poco chiaro, bensì poco curato: nella forma, che è anche sostanza - segnatamente, un fatto di rispetto verso chi legge. Per carità, un appunto pedante, da parte mia! Ma dato il curriculum che lei può vantare, un modesto lettore come me si fa pretenzioso... Ed infatti il suo secondo commento l'ho letto con ben altro piacere, anche per come era scritto. Per dirla con Totò, è la somma che fa il totale! Non me ne voglia... Saluti!

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    6. Parliamo allora di leaderismo e settarismo. Non sono, evidentemente, la stessa cosa, perché si può essere leader senza che vi siano connotati di settarismo, mentre se c'è settarismo è sempre riconoscibile un leader verso il quale tutti gli sguardi sono rivolti. Il leader di un movimento o partito settario lo si riconosce, oltre che da ciò, anche dal fatto che il suo ruolo non è contendibile secondo modalità che siano date per scontate, ovvero che siano considerate ordinarie dalla massa degli aderenti. Se mettere in discussione la leadership di Grilleggio nel M5S suscita tanto clamore (come sempre avviene quando ciò è ipotizzato), se non esistono congressi ordinariamente previsti, e svolti con procedure al di sopra di ogni sospetto, allora siamo in presenza di settarismo. Ovviamente con un leader (in questo "strano" caso duplice: Grilleggio).

      Che le idee del M5S siano condivisibili o meno, per le ragioni su esposte io lo considero una setta. Coerentemente con la mia idea di democrazia (rappresentativa) nel 2009 me ne allontanai.

      Degli altri due casi, il para-movimento bagnaiano e l'ARS, si può dire quanto segue.

      Nel caso del para-movimento bagnaiano, gli elementi settari sono così evidenti che mi astengo dal discuterli.

      Nel caso dell'ARS, gli elementi settari non sono di pubblico dominio, ma sono ben noti a chi è dentro. Un osservatore accorto, però, avrebbe notato che ho affermato, nel video, di essermi astenuto, dopo l'uscita, per più di un anno da ogni polemica. Un comportamento anomalo, e incomprensibile per chi dovesse uscire da un movimento "normale", cioè non settario. Con il tempo molte cose si capiranno meglio. Magari mi sono sbagliato, e ne sarei felicissimo, ma non credo. Purtroppo.

      Nel video ho inteso parlare, con tutta evidenza, di settarismo (che implica il leaderismo), e non di due cose diverse (di leaderismo prima e di settarismo poi) come ha erroneamente inteso il Cucinotta. Poiché ero rientrato a casa piuttosto nervoso, davanti al suo superficiale e affrettato commento (come ha notato Alessandro Vichi) mi sono innervosito e gli ho risposto in modo censurabile. Ho chiesto scusa, giustamente, a Cucinotta, sperando che egli voglia accorgliele.

      Nota: L'unico errore che riconosco di aver fatto, nell'esprimere il mio punto di vista, è quello di aver ricordato solo l'elemento relativo agli sguardi tutti rivolti verso il leader, omettendo di ricordare almeno quello, non meno importante e decisivo, relativo alla non contendibilità del suo ruolo. Tuttavia parlavo a braccio, e a mio parere il senso del discorso era chiarissimo.

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    7. Brevemente, ad Alessandro Vichi, dico che c'ha colto benissimo, quel mio intervento non è certo il mio migliore, ed è vero che un po' mi sono fatto contagiare dallo stile spesso approssimativo del web, altrove c'avrei posto ben più cura prima di licenziarlo. In ogni caso, ti ringrazio dell'attenzione che hai voluto riservarmi.

      Ringrazio poi Fiorenzo per le scuse che mi ha voluto rivolgere e che certamente accetto con piacere.
      Nel merito della questione, registro che siamo sempre distanti nelle nostre opinioni.
      Il caso secondo me più emblematico è quello di goofynomics.
      Che ci sia un leader è sicuro, credo che non ci sia nessuno che possa negarlo.
      Ora, credo che tutti converremo che se per un caso del tutto improbabile, Bagnai decidesse di tornare nel privato, abbandonando ogni suo ruolo pubblico così esposto come quello che ha avuto in questi ultimi anni, l'esperienza Goofynomics sarebbe conclusa, non vedo chi potrebbe minimamente surrogarlo in quel gruppo.
      Non riesco quindi a capire in che senso tu parli di settarismo, è evidente che noi intendiamo cose differenti in proposito.
      Le sette storicamente note erano infatti organizzaizoni sì molto verticistiche, ma mai veramente affidate per la loro stessa sussistenza ad un unico leader. Il fatto di essere setta rendeva il ruolo del capo quasi pleonastico proprio perchè la sostanza dell'essere setta stava in principii condivisi all'interno dell'organizzazione e ben distinti dai principii dominanti nel resto della società circostante.
      Se i valori sono così ben definiti, essi determinano gran parte delle decisioni che si devono collettivamente assumere.
      Del resto, mai ho sentito di una setta che chiuse i battenti perchè il loro leader non era più disponibile, fosse anche stato per il suo decesso.
      Insomma, per come intendo io una setta, essa si qualifica come tale in base al sentirsi separata dagli altri per motivi ideali quasi sempre espliciti, e non certo definita così in base allo sbavare dietro al capo come vedo ad esempio in modo palese su goofynomics.
      E' chiaro che se tu concepisci goofynomics come una setta ed io come la coda bavosa che viene disegnata dietro il passaggio del capo, non ci metteremo mai d'accordo. In questo senso, io considero che la colpa suprema di Bagnai è nel non aver costruito nulla che gli sopravviverà, proprio perchè non ha costruito neanche una setta, solo un gruppo di adoratori francamente del tutto inutili.
      Penso che potremo sopravvivere anche con queste differenze su talune questioni lessicali.

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    8. Gentile Vincenzo,
      passo volentieri al 'tu' per non esser da meno. E ti ringrazio per lo stile col quale hai accolto la mia modesta critica; oltre a dirti che su Illo, ossia Bagnai (il cui 'spirito', hegelianamente inteso, continua ad aleggiare, non c'è niente da fare!...), mi trovi d'accordo, nonché piacevolmente colpito per l'acume della tua interpretazione del relativo fenomeno (... paranormale? Chissà!...). Congedandomi, tiro un bel respiro rinfrancante... Ah, che bello poter discutere, dissentire - qui, a differenza di altrove - senza metaforici spargimenti di sangue... su grembiuli rossi (Illo dixit)!
      Con un certo gaudio, Alessandro

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    9. Caro Vincenzo Cucinotta, prescindendo dalla discussione sul significato del termine "setta", che trovo francamente marginale rispetto all'oggetto della discussione, devo però prendere le distanze dall'espressione "coda bavosa", da te usata con una dose eccessiva di acrimonia.

      Definire qualcuno "membro di una setta" è un attacco, ma dargli della "coda bavosa" è un'offesa, dalla quale prendo decisamente le distanze. Si può entrare a far parte di una setta per le più diverse ragioni, ad esempio perché si è rimasti ammaliati da un'idea o da un personaggio, e questa è una cosa che è capitata a tutti nella vita. Chi è senza peccato scagli la prima pietra.

      Tra i bagnaiani ci sono molti miei amici, con i quali ho mantenuto rapporti cordiali a dispetto della diversità di opinione in merito al loro guru. Il quale guru, a sua volta, ha sempre e comunque il mio rispetto, nonostante egli non sia sempre stato rispettoso della mia persona, ma io sono fatto così. Lo attacco ma non lo odio, lo critico ma non lo disprezzo (giammai!), dunque non offendo né lui né i suoi ammaliati seguaci. Certo, qualche "presina per il culo" me la concedo, ma... est modus in rebus.

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  2. Ricevo da Andrea Spernanzoni due commenti, che copio&incollo più sotto. Andrea Spernanzoni è il proprietario di questa pagina Fb, nella cui sezione "about" si ricava che è di Macerata. Altro non è dato sapere.

    Per una volta, e solo per questa volta, riproduco qui i suoi commenti, con la preghiera di passare da un ottico onde fornirsi di un buon paio di occhiali che gli permettano di leggere l'intestazione: QUESTO NON E' UN BLOG PER ANONIMI.

    Seguirà la mia replica, una tantum finché il buon Spernanzoni non provvederà a completare il suo profilo pubblico. Se ciò non avverrà, per me l'ottimo Spernanzoni cesserà di esistere come commentatore.

    Commento n°1: "Fiorenzo, con la MMT sei un attimo fuori strada. Probabilmente non la conosci o non sei aggiornato. Se esiste un movimento che ha ripudiato il proprio 'guru', questo è il movimento MMT. Faccio notare che la MMT in Italia si è ramificata, quasi da subito, in vari gruppi autonomi, che conservano curiosamente un minimo comun denominatore: l'esigenza di rendersi indipendenti ad ogni costo da Barnard.... attraverso metodi che definirei quantomeno ingrati. Ho assistito a varie conferenze MMT durante le quali il nome 'Paolo Barnard' quasi non è stato citato e 'Il più Grande Crimine' intenzionalmente rimosso dalla 'scaletta' degli incontri."

    Commento n°2: "Fiorenzo, permettimi di rettificare sulla MMT. Se esiste un movimento in Italia che ha allontanato il proprio "guru"....quello è proprio la MMT !!! Barnard non viene quasi più citato, e nelle conferenze pubbliche il suo lavoro 'Il Più Grande Crimine' è stato rimosso dalla scaletta delle presentazioni. Il Movimento MMT fin dagli albori, si è scisso a livello nazionale in vari gruppi autonomi (es: Rete MMT, Democrazia MMT ecc....). Paradossalmente l'unico punto in comune che questi gruppi manifestano..... è l'esigenza di tenere alla larga il più possibile Barnard !!! "

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    1. La mia risposta ad Andrea Spernanzoni

      "Non la conosci o non sei aggiornato", esordice Andrea Spernanzoni. Cominciamo bene!

      Caro Andrea, nel video parlo di vicende che partono, come minimo, dal 2009. In questo lasso di tempo c'è di tutto, dalla mmt propagandata da Barnard (il guru) a quella de-barnardizzata che avete continuato a proporre come mirabilante soluzione tecnica per i problemi del paese. E infatti, nel video, parlo sia dei "guru" che delle teorie paragureidi.

      Ma il problema che ho inteso evidenziare non è tanto la validità di questa o quella interpretazione dei fatti o teoria del tutto, quanto piuttosto la deriva settaria. Ti chiedo: te la senti, onestamente, di negare che anche nei gruppi mmt de-barnardizzati ci siano elementi di settarismo? A me, sempre onestamente, non pare proprio. Se vuoi (dopo che avrai completato il tuo profilo) potremo parlarne. Fammi sapere. Ti ricordo, as usual, che "QUESTO NON E' UN BLOG PER ANONIMI.

      Un cordialissimo saluto. Fiorenzo Fraioli.

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    3. Grazie Andrea. Non trovo parole migliori per commentare la tua risposta. Grazie. C'è speranza.

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