venerdì 16 febbraio 2018

Il bail-in elettrico

Come sapete, con il termine bail-in si intende un meccanismo per cui, in caso di fallimento di una banca, i costi vengono accollati agli azionisti, ai sottoscrittori di obbligazioni e ai correntisti.

Sono lieto di annunciarvi che tale dispositivo è stato esteso anche ai contratti elettrici. E non è una bufala (fake-news per i diversamente italiani).
In figura è riportata la mia ultima bolletta, e in tabella i costi in percentuale sul totale delle singole voci:


Come vedete, il 38,7% della bolletta è relativo ai consumi effettivi, tutto il resto è costituito da oneri di gestione e tasse. Sono soldi che il venditore di energia elettrica deve ai suoi fornitori, che sono le società di produzione e trasporto dell'energia e il fisco. In sostanza il venditore è un'impresa che ha dei fornitori, ai quali deve pagare la merce e i servizi che acquista con gli incassi derivanti dai consumi degli utenti finali. Immaginate di avere un'utenza in un'abitazione chiusa, per cui il vostro consumo elettrico sia zero. Ebbene, anche in tal caso voi dovrete pagare gli oneri di sistema e le tasse su questi, che il venditore rigirerà ai suoi fornitori e al fisco.

Ma cosa accade se un numero crescente di clienti dell'impresa di vendita è moroso? Ovviamente l'impresa accusa una perdita. Si chiama rischio di impresa, ed è ovvio che debba essere così. Tuttavia la delibera  dell'Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) e la sentenza del Consiglio di Stato, di fatto, distribuiscono il rischio di impresa tra le società di vendita e i clienti finali: i profitti sono privati ma le perdite si socializzano!

I clienti finali sono così equiparati ai soci di una cooperativa, ma solo per coprire le perdite. Immaginate, per fare un esempio al limite, che N-1 dei clienti di un'impresa di vendita diventino morosi, ad eccezione di voi. Il risultato è che vi arriverà una mega bolletta, sulla quale saranno caricati tutti gli oneri di sistema e le tasse degli N-1 morosi. E' una situazione limite, ovviamente, ma serve per rendere il senso dell'operazione. Uno scenario simile, ma plausibile, potrebbe manifestarsi nel caso di una grave crisi economica. Immaginate che, dopo le elezioni, il governo d'emergenza e del Presidente che si formerà con i voti dei transfughi di tutti i partiti, decida di applicare una stretta fiscale per fronteggiare una crisi bancaria. In conseguenza di ciò migliaia di imprese chiuderebbero, diventando così morose, e saranno gli altri clienti, le famiglie che non possono chiudere, a farsi carico dei mancati incassi delle imprese di vendita.

Di chi è la colpa di un provvedimento così manifestamente ingiusto e vessatorio per i cittadini? Ovviamente di nessuno: L'Arera è un'autorità indipendente, e il Consiglio di Stato non ha fatto altro che applicare la legge. Quale legge? Quella che ha aperto la strada alle privatizzazioni.

Cari cittadini, avete voluto la bicicletta liberale? Adesso pedalate...


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