mercoledì 13 febbraio 2019

La secessione in corso...

Molti italiani non si stanno accorgendo che è in corso una secessione; altri, quando glielo si fa capire, ne sono addirittura contenti. E' il risultato di un'operazione culturale e politica iniziata a partire dall'inizio degli anni 90, cominciata con l'emergere della Lega di Bossi (per chi ha qualche annetto: ampiamente pubblicizzata su tutti i media) e, dall'inizio del nuovo secolo, con la costruzione della narrazione neo-borbonica. Entrambe queste operazioni sono state pianificate e sostenute da ambienti euro-atlantici quando ancora regnava l'armonia tra le élites del mondo occidentale.

E' necessario che io vi espliciti alcune pietre miliari della mia visione del mondo.
  1. Le persone normali sanno, di politica ed economia, esattamente quello che gli viene raccontato dai giornali, dalla televisione e, a un livello lievemente più colto, dall'industria culturale attraverso la creazione di mitologie.
  2. I giornali, le televisioni, tutta l'industria culturale, sono nelle mani delle élites.
  3. Le élites sono divise, in lotta fra di loro e solo marginalmente preoccupate di tenere a bada le masse, che controllano tramite giornali, televisioni, industria culturale.
  4. In circostanze ordinarie le élites battagliano al loro interno seguendo delle regole, che nei tempi che ancora stiamo vivendo consistono nel fatto di vincere le elezioni.
  5. In circostanze straordinarie le élites rompono le regole esistenti e passano alla guerra, anche questa sottoposta a regole, sebbene diverse.
  6. Nelle fasi disastrose della storia ogni regola viene infranta e conta solo chi vince.
  7. La probabilità che emergano nuove élites dal basso, realmente indipendenti da quelle già esistenti, crescono al crescere del livello dello scontro all'interno delle élites già esistenti.
Il momento che stiamo vivendo è di passaggio, tra la fase 4 e la fase 5. Siamo ancora più vicini alla fase 4 che alla fase 5, ma le cose possono cambiare rapidamente. Lo scontro principale all'interno delle élites si svolge dentro il campo di quello che chiamiamo "il mondo occidentale", principalmente tra l'impero angloamericano (USA, Inghilterra, Canada, Australia, Nuova Zelanda e rispettivi dominions)  e l'Unione Europea, in un contesto nel quale il mondo occidentale è a sua volta impegnato in un confronto geopolitico con altri due mondi: la federazione russa e la Cina.

In questo gioco, grande e complesso, devono essere inquadrati tutti gli altri conflitti regionali, da quelli che riguardano il mondo islamico alle convulsioni in Africa, passando per il Caucaso e il Sud America. Il ben definito - geograficamente e culturalmente - luogo che chiamiamo Italia è al centro della Storia del mondo, come accade da un paio di millenni in qua, purtroppo ancora una volta - come accade da cinque secoli in qua - in veste di comprimario. E' anche un luogo, l'Italia, che per un secolo e mezzo ha goduto anche di una definizione politica, uscita però estremamente indebolita dall'esito dell'ultimo conflitto mondiale. In sintesi mi sento di affermare che l'Italia, nello scontro che si è aperto all'interno delle élites del mondo occidentale (a sua volta impegnato in un confronto geopolitico più vasto) è un vaso di coccio in mezzo a vasi di ferro.

Lo scontro interno al mondo occidentale attraversa pertanto un'Italia che possiede una sovranità debole, cosicché le sue élites nazionali sono divise tra due campi: da una parte gli europeisti, dall'altra una coalizione tra due forze eterogenee una delle quali, la Lega, ancora indecisa se essere una fedele alleata del campo angloamericano (che si nasconde sotto la veste del populismo) o tornare sui suoi passi e allearsi con gli europeisti. Non è una situazione nuova, basta pensare ai mesi che precedettero l'entrata in guerra nella prima guerra mondiale quando abbandonammo la triplice alleanza (con Austria e Germania) per entrare in guerra al fianco della triplice intesa (Francia, Russia, Inghilterra).

Nell'Unione Europea si è appena formata una nuova Triplice Alleanza tra Francia, Germania e Spagna, alla quale si opporrà inevitabilmente un'Intesa tra i suoi avversari. L'Inghilterra e l'America di Trump sono già della partita, mentre non sappiamo ancora come si posizionerà l'Italia. Siccome siamo ancora al tempo della politica, cioè nella fase in cui le élites competono attraverso elezioni, i prossimi appuntamenti elettorali saranno cruciali, sebbene le elezioni all'orizzonte non siano politiche ma amministrative, con in più l'appuntamento europeo; fatta salva la possibilità di una caduta del governo con l'indizione di nuove elezioni. Né alla triplice Alleanza, né all'Intesa, sta particolarmente a cuore preservare la nostra unità nazionale, con il che il destino della Patria è in balia degli accordi che verranno stipulati tra i due campi, oppure sortirà dall'esito di uno scontro più feroce combattuto anche sul campo, Dio non voglia.

Ma tutto questo le masse non lo sanno, né vogliono saperlo. Hanno così buon gioco i giornali, le televisioni e l'industria culturale nel diffondere in modo sempre più intenso informazioni improntate alla pura evasione, ovvero incentrate su questioni marginali gonfiate ad arte, come è facile verificare quotidianamente. La ragione è che le masse devono essere tenute fuori dal dibattito, quindi dal confronto sui temi concreti, perché è in corso una partita molto più importante che si svolge segretamente tra le divise élites nazionali e i due schieramenti del campo occidentale. Le nostre élites sono divise non solo perché, da brave borghesie compradore, si scannano per il privilegio di continuare a sfruttare un popolo in gran parte docile e ingenuo, ma anche per il fatto che il controllo del partito di maggioranza relativa è saldamente nelle mani degli angloamericani, mentre il partito da sempre schierato sul fronte europeista è in crisi terminale, insieme coi vari cespugli di sinistra che lo hanno appoggiato per decenni. Il pallino è così nella mani della Lega, al cui vertice è stato designato un attore di straordinaria capacità comunicativa come Matteo Salvini. E' la Lega che deve scegliere da che parte stare, se con la Triplice Alleanza o con l'Intesa, e ovviamente ne approfitta per manovrare nel massimo interesse della fazione di borghesia compradora nazionale che rappresenta. Da ciò discendono le altrimenti incomprensibili contraddizioni della sua linea politica: polemizza con l'asse carolingio ma al contempo chiude alla Russia, tema quest'ultimo che sta a cuore agli angloamericani; è al governo con un partito che attacca la Francia di Macron ma dichiara la sua fede nell'Unione Europea; ciancia di un'alleanza sovranista europea ma si fa sbattere la porta in faccia dagli alleati più fedeli degli angloamericani, che usano il "sovranismo" in funzione anti-UE.

Nel frattempo la Lega gioca la carta dell'autonomia differenziata che, se da un lato le permette di rinsaldare la sua presa sul nord Italia, dall'altra è una carta - pur sempre reversibile - da giocare sul tavolo delle trattative segrete, qualora la fine dello Stato unitario faccia parte di un accordo che lasci alla triplice Alleanza il nord Italia e agli angloamericani la parte di penisola proiettata nel Mediterraneo.

E le masse? Bè, a parte il tradizionale tradimento dei chierici noto a una modesta frazione di contemporanei - che verrà raccontato dagli storici tra qualche secolo - niente di nuovo. Il potere reale, in questo paese, resta nelle mani del Vaticano, che è troppo distratto dal suo bimillenario compito diplomatico sullo scenario mondiale per occuparsene direttamente, cosicché continua a delegarne l'amministrazione degli affari correnti alla spregevole borghesia compradora nazionale.

Addendum:


6 commenti:

  1. Ciao Fiorenzo alcune considerazioni da una persona curiosa di quello che è accaduto nel passato e che cerca sempre di porsi delle domande che difficilmente nella storiografia ufficiale trovano risposta.

    1)Purtroppo il nostro Paese si porta appresso un peccato originale difficile da liberarsene, anzi impossibile finchè gli storici ufficiali saranno i guardiani della narrazione e propaganda delle potenze estere. L'Italia purtroppo non nasce per volontà degli Italiani, se non di una sparuta minoranza, ma bensì per volontà di potenze estere, Francia ed Impero di sua maestà Britannica, ed è strettamente connessa con l'inizio dei lavori del Canale di Suez, che fa del Mediterraneo il punto di congiunzione fra l'Oceano Atlantico e l'Oceano Indiano, dove passavano e passano una parte consistente delle merci e delle materie prime del commercio mondiale. Basta guardare la collocazione geografica del nostro Paese, una protuberanza che si estende sul Mediterraneo, per capire che chi controllava e controlla questo Paese, controlla una parte consistente dei traffici marittimi. Ecco perchè per l'Inghilterra e la Francia è sempre stato di vitale importanza controllare e catturare la nostra classe dirigente per piegarla ai loro interessi. Emblematico è il periodo che precede l'ingresso dell'Italia nel primo conflitto mondiale, dove noi senza tanti pudori cambiammo alleati per combattere una guerra contro i nostri interessi e a favore degli anglo/francesi.Così nei momenti cruciali della storia giungono sempre utili alcune morti improvvise. In quel caso il Generale di capo di Stato maggiore Pollio ferreo sostenitore della triplice alleanza. Poi i franchi francesi e le sterline inglesi oliarono bene le rotative dei nostri giornali e attivarono le mosche cocchiere come quel Gabriele D'Annunzio. Nonostante fummo determinanti per la vittoria dell'Intesa, alla conferenza di Versailles fummo trattati come un Paese sconfitto, mentre gli anglo/francesi si spartirono le spoglie dell'impero Ottomano con il suo Petrolio.
    Segue....

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  2. Continua.......
    Sempre rimanendo in tema della prima guerra mondiale riporto il pensiero dello storico Franco Cardini:
    "Ma se l’Italia di Salandra avesse mercanteggiato meglio e in più direzioni, e se alla corte di Vienna il pregiudizio antitaliano della cerchia di Franz Conrad von Hötzendorf non avesse prevalso, le mire irredentistiche della demagogia interventista italiana avrebbero potuto svilupparsi in altre direzioni (in effetti, i nazionalisti corradiniani erano originariamente filogermanici). Vero è che al riguardo esistevano tradizioni solide, anche letterarie: ma è non meno vero ch’esse erano state sostenute e talora sopravvalutate “dall’alto” mediante un tambureggiare mediatico che aveva ipertrofizzato ad esempio l’irredentismo trentino e giuliano-dalmata mettendo in ombra o non valorizzando affatto – anche dati i rapporti del Piemonte sabaudo e poi con il regno d’Italia con Francia e Inghilterra – le voci di rivendicazione d’italianità che provenivano ad esempio dalla riviera ligure di Ponente (ch’era pur la patria di Garibaldi…), dalla Corsica, da Malta. Le cancellerie tedesca ed austriaca avevano pur provato a suscitare questi interessi, come suggerire all’Italia la possibilità di rimettere in discussione, dopo la vittoria della Triplice, di estendere il suo dominio coloniale – ereditando l’intesa con il sultano – alla Tunisia allora francese e all’Egitto allora britannico. Il re d’Italia era pretendente formale per via di eredità dinastica alle corone di Cipro e di Gerusalemme: rivendicando quel ruolo, e una volta ottenuta dalla Sublime Porta la delega di governo egiziana, l’Italia avrebbe potuto succedere a Sua Maestà Britannica come padrona del controllo sul Canale di Suez. Piena egemonia sul Mediterraneo centrale da Nizza a Taranto e su tutto il litorale nordafricano da Tunisi a Gaza, compresi Canale di Sicilia, Malta e Suez: non era forse una posta ben più appetibile del controllo sull’Adriatico attraverso il possesso di Trieste, come da Parigi e da Londra si prometteva a Roma, tanto più che una certa egemonia della potente flotta militare e mercantile italiana non solo sull’Adriatico stesso, bensì anche sull’Egeo, sarebbe stata assicurata dalla parnertship dell’Italia con le alleate Austrungheria e Turchia?"
    Mi sembra abbastanza chiaro che la prima guerra mondiale l'abbiamo combattuta più per gli interessi di Francia ed Inghilterra rispetto ai nostri.
    segue......

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  3. continua

    2) E' la prima volta che, almeno dalle guerre Napoleoniche, troviamo schierate in una alleanza inedita l'asse Franco/Tedesco. Ed è la prima volta che l'Inghilterra si trova contro questo asse. Nelle guerre Napoleoniche era alleata della Prussia, nella prima guerra mondiale era alleata con la Francia, così come nella seconda.

    3) In questo momento storico per l'eterogenesi dei fini, per costruire il sogno degli Stati Uniti d'Europa, rischiamo di spaccare il nostro Paese in due, ma non è la prima volta.
    Basti pensare all'armistizio 1943, che altro non fu che una resa incondizionata, dove l'Italia s'impegnava anche a non processare tutto quel personale civile e militare che durante il conflitto collaborò con gli alleati. Il disposto combinato dell'armistizio con il comportamento del governo Badoglio, del Re e dei capi di Stato maggiore che abbandonarono l'esercito al suo destino e alle inevitabili ritorsioni tedesche, altro non provocò che la divisione dell'Italia in due. Il sud agli Angloamericani, e il nord ai tedeschi. Se ripercorressimo, con una mente sgombra dalla propaganda antifascista, gli eventi che si susseguirono in quei giorni, il sospetto che ci fu un accordo fra gli anglo americani e i tedeschi per spartirsi l'Italia è molto forte. Il sud Italia in particolare la Sicilia serviva agli alleati per una eventuale campagna sui Balcani ( il ventre molle) per fermare l'avanzata delle armate di Stalin. Il nord Italia con la sua pianura padana, il suo triangolo industriale e con tutti gli italiani che furono costretti ad andare a lavorare per la macchina bellica tedesca, fornivano le risorse necessarie per permettere a Hitler di proseguire la sua guerra contro Stalin.

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  4. Il problema è che se le Elites occidentali attualmente in guerra fra loro ,prima o poi troveranno un accordo, questo sarà sicuramente alle nostre spalle e a nostre spese, Campoformio docet.
    La domanda da porsi, ma i nostri intellettuali, quelli che dicevano "noi facciamo parte di una Elites", sono consapevoli di questo aspetto? Non vorrei che fossero vere le parole di Costanzo Preve, quando diceva che una volta la classe intellettuale era mediamente più intelligente del Popolo, adesso per la prima volta nella Storia è più Stupida. Se poi aggiungiamo che ci sono altissime probabilità che essa sia già stata catturata dai due contraenti in lotta momentanea fra loro, ma che prima o poi troveranno un accordo a nostre spese, non ci restano nemmeno più le lacrime per piangere.

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  5. Se una Elite la chiamiamo Welfen e l'altra Waiblingen, e che poi ricordiamo che il nome di Welf divenne Guelfo, e quello di Weibling, Ghibellino e che questi furonourono ambedue partiti imperiali ( quindi Elite dell'anno 1000) ed inoltre quello che prese il nome di Guelfo, sostenne i vari pretendenti della casa di Baviera, e l'altro, che prese il nome di Ghibellino, portava sugli scudi Federico II giungiamo alla conclusione che siamo ritornati indiedtro di MILLE ANNI.
    Soltanto più tardi, i Guelfi si sarebbero schierati, non più dalla parte di un Imperatore, ma da quella del Papa .Vediamo che in origine vi erano due Elite consimili di stampo imperiale e da Wikipedia apprendiamo che:
    "In Italia tradizionalmente guelfi furono i comuni di Perugia, Milano, Mantova, Bologna, Firenze, Lucca, Padova; famiglie guelfe furono i bolognesi Geremei, i genovesi Fieschi, i milanesi Della Torre, i riminesi Malatesta, i ravennati Dal Sale e le dinastie di origine obertenga come i ferraresi Este e alcuni rami dei Malaspina.
    Tradizionalmente ghibellini, cioè filoimperiali e filosvevi, furono i comuni di Pavia, Asti, Como, Cremona, Pisa, Siena, Arezzo, Parma, Modena. In Italia famiglie ghibelline furono i bolognesi Lambertazzi e Carrari, i comaschi Frigerio e Quadrio, i milanesi Visconti, gli astigiani Guttuari, i toscani conti Guidi e gli Ubaldini di Arezzo, i ferraresi Torelli-Salinguerra, i forlivesi Ordelaffi, i fiorentini degli Uberti e Lamberti, i pisani Della Gherardesca, i trevigiani Da Romano, i senesi Salimbeni e Buonconti, i marchesi Aleramici del Monferrato, e le dinastie di origine obertenga come i Pallavicino e alcuni rami dei Malaspina.
    Molto frequenti furono comunque i cambi di bandiera, per cui città e famiglie tradizionalmente di una parte non esitarono, per opportunità politica, a passare alla fazione opposta e l'Italia è una Nazione che celebra nel Medioevo la sua divisione più che la sua unificazione."
    Quindi niente di nuovo sotto il sole. Possiamo anche dire che esistevano due mondi diversi l'Italia del NORD gravitante verso la Francia e la Sassonia e una Italia del SUD gravitante verso i Paesi musulmani del Mediterraneo. Queste due parti dell' Italia hanno convissuto , strano a dirsi , molto bene fra loro fino alla folle idea dell'Unità Nazionale.Mai conosciuto il problema del Mezzoggiorno prima dell' U.N. Non è un caso come ha ricordato Gosmin che la nostra U.N. sia un opera favorita dagli interessi franco-inglesi.
    Ora viene la domanda fondamentale : Ma gli Italiani quando cominceranno a farsi gli interessi nazionali in modo autonomo ? La risposta è tragica.... MAI!!
    Questo perchè fare gli interessi nazionali significa entrare in competizione con le altre nazioni e sottommetterle. Siccome lo abbiamo già fatto e pure molto bene con l'Impero di Roma ci siamo tolti lo " sfizio" del comandare. Poi duemila anni di papato hanno piegato definitivamente la tempra guerriera che era rimasta nel popolo. Oggi il nostro motto è " Io speriamo che me la CHIAVO"
    Con questa battuta sessualmente scorretta,inserita in miei concetti politicamente e moralmente scorretti vi augurio come al solito
    Buona Vita.

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  6. Quello che è sicuro è che un Paese dove un terzo della popolazione lavora e finanzia i servizi anche per i restanti due terzi (che non hanno possibilità di lavorare in modo decente) non può stare assieme.
    Soprattutto se quel terzo di popolazione è concentrato geograficamente in alcune aree delimitate.

    Divergenze economiche così enormi non possono che tradursi in fratture politiche.

    Basti vedere e confrontare i "residui fiscali" dei secessionisti ricchi con quelli dei loro equivalenti europei: Catalani Bavaresi ad esempio. È già loro malsopportano "costi" di unità nazionali nemmeno paragonabili a quelli delle 3 regioni italiane.

    Con in più il danno che oggi il sud, affossato nei redditi, non è nemmeno più "utile" come domanda interna.

    Non voglio dare colpe o meriti. Solp dire che se vogliamo stare insieme dobbiamo riprenderci questo Paese.
    Se no la secessione è inevitabile e a queste condizioni (permanenza nella UE) forse, per il nord, diventa tristemente il male minore.
    Data per assodata l incapacità di ribellarsi ai padroni stranieri.

    Come dicevi tu Fiorenzo alle volte i sudditi vivono meglio di chi lotta per la propria libertà. E dobbiamo vivere tutti mentre solo pochi di noi desiderano la libertà.

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