Dunque Matteo Renzi ha alzato la voce: «Le idi di gennaio tra Matteo Renzi e Jean-Claude Juncker: "Non mi faccio intimidire, l'Italia non è telecomandata dall'Ue"»
Si tratta di una novità importante, da analizzare con attenzione. Badate, non è uno dei tanti siparietti cui l'informazione ha abituato i cittadini, questa è veramente una cosa grossa, a prescindere dai risultati che Renzi otterrà. Se non otterrà niente, ciò significherà che non ha la forza di opporsi, ma capire perché ci stia provando, cosa c'è dietro, è fondamentale.
L'euro è uno strumento per disciplinare i lavoratori, su questo siamo d'accordo. Chi non lo è può esimersi dal commentare. Per i corsi di recupero si rivolga qui, quo e qua.
Il capitalismo italico ha fatto buon uso di questo strumento (ultima riprova), ha incassato il risultato ma comincia a sospettare che un'ulteriore compressione dei salari gli si possa ritorcere contro. Anche perché la vera posta in gioco, prima ancora del contenimento della dinamica salariale, è, ed è sempre stata, una partita politica, fin dai tempi del "chi comanda in fabbrica" negli anni settanta. Ora i "padroni italici" comandano in fabbrica, eccome! Ci sono riusciti grazie all'alacre lavoro svolto dall'internazionale del Capitalismo, con la quale hanno stretto un patto d'acciaio di cui l'euro è il suggello.
C'è però un piccolo problema: gli "alleati" adesso presentano il conto. Hai voluto la libertà di circolazione? Hai voluto l'euro? Hai voluto il Trattato di Lisbona sovraordinato - de facto - alla Costituzione? E adesso queste sono le regole del gioco, per cui se le tue banche falliscono arrivano i giusti e virtuosi che se le pappano, e tu non conti più una beneamata fava.
E' una partita politica, solo politica, perché gli squilibri di bilancio causati dall'euro sono stati sistemati dall'uomo in loden, i lavoratori hanno abbassato la cresta e, meraviglia delle meraviglie, non riescono a darsi una rappresentanza, pertanto la partita politica si gioca senza di loro, che è come se non esistessero. Cosa vuoi di più?
Per capire come può evolvere la situazione occorre porsi una domanda: riusciranno i nostri eroi, i "padroni italici", a strappare condizioni accettabili? Lo scenario che gli si prospetta è agghiacciante, ed è questo: essere il proletariato del Capitalismo globalizzato! Privatisi, per loro scelta, del controllo sullo Stato nazionale, entro i cui confini dovevano sopportare la fastidiosa democrazia, i "padroni italici" non controllano più un territorio all'interno del quale potevano estrarre valore in tutta tranquillità, potendosi difendere dalla concorrenza internazionale con le frontiere, ma devono fare i conti con forze di mercato enormemente più grandi di loro. Per di più, beffa finale, ben protette da Stati nazionali che, o non hanno mai devoluto la sovranità ad entità globali (USA, Russia, Cina...), oppure hanno finto di farlo e adesso vengono a dettargli legge in casa (Germania).
Matteo detto "il guelfo" protesta, ma la risposta, a muso duro, gli arriva a stretto giro di posta: «Pierre Moscovici duro con l'Italia: "Ha avuto più di tutti sulla flessibilità ma critica la Ue"».
Servono alleati, sia esterni che interni. Quelli esterni non possono che essere gli USA, cioè la grande finanza anglosassone; quelli interni non possono essere, ovvio, i lavoratori (che non esistono), ma è ormai problematico costruire un blocco sociale imperniato sulle PMI, massacrate dalla difesa a oltranza della moneta unica. Non resta che il bluff, cioè una mobilitazione delle masse giocata su due fronti: la Lega di Salvini (l'istanza islamofoba) e il M5S (l'istanza civica), la cui alleanza "per cambiare le cose" viene spesso invocata sui social dagli umili&fessi. Ma è una strada in salita, perché all'orizzonte si staglia il referendum confermativo che rischia di far saltare i giochi e naufragare, di conseguenza, il Partito della Nazione. Cioè la carta su cui punta il guelfo per avere un saldo controllo del paese con opposizioni che continuino a tenere i lavoratori in scacco e, forte di ciò, sedersi al tavolo delle trattative per offrirsi al miglior offerente tra la finanza anglosassone e i padroni dell'Europa di oggi, quel capitalismo renano che tanto piacque a Romano Prodi.
Si ripropone la contrapposizione politica dell'800, periodo nel quale la classe proletaria non esisteva ancora. Contrapposizione che vedeva impegnate l'aristocrazia finanziaria ( la destra ) e la borghesia industriale ( la sinistra ). Ma hai voglia a farlo presente ai vari imprenditori/professionisti che ora a "sinistra" ci sono loro.
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