Sostiene Giuseppe Timpone, in un articolo di oggi 21/01/2016 su investireoggi.it, che Renzi cadrà, e che sarà sostituito da un governo tecnico guidato, forse, da Tito Boeri.
Secondo Timpone, il rapporto di fiducia tra la Commissione Europea e Matteo Renzi è irrimediabilmente incrinato, al punto che sarebbero già iniziate le manovre per la sua rimozione nonché le contromisure di Renzi. A riprova, Timpone evidenzia alcuni fatti, ad esempio "il crollo dei titoli bancari e alcuni scricchioli avvertiti ieri persino dai BTp", e la sostituzione del nostro ambasciatore a Bruxelles, Stefano Sannino, con un fedelissimo del premier, Carlo Calenda.
Ma ascoltiamo Timpone: «La vera novità delle prossime settimane sarà questa: il governo Renzi dovrà recarsi a Bruxelles con il cappello in mano, altrimenti non arriveranno dalla Commissione quei segnali distensivi su "bad bank", conti pubblici e Ilva, necessari ad evitare uno scontro ancora più duro e dalle conseguenze potenzialmente nefaste per la nostra economia. Tuttavia, arrivati a questo punto, sembra abbastanza improbabile che l'Europa, alias la Germania, abbia intenzione di sedersi al tavolo delle trattative con Renzi. Il premier italiano è ormai "morto" per Berlino, anche se chiaramente arriveranno nei prossimi giorni smentite e parole di stima e di rispetto per le sue posizioni e per l'Italia.»
Il quadro delineato da Timpone sembra credibile, ma trascura un particolare: il referendum costituzionale del prossimo settembre. Un'eventuale caduta di Renzi può rappresentare un rischio notevole per i sostenitori della riforma costituzionale. Al contrario, se il confronto tra Renzi e la Commissione dovesse prolungarsi, senza però giungere alle estreme conseguenze, ciò avrebbe l'effetto di rafforzare Matteo Renzi e, di conseguenza, la probabilità che la riforma costituzionale passi.
Proprio questa combinazione, io credo, è la carta migliore nelle mani di Matteo Renzi, il quale non per caso ricorda, ogni due per tre, che "l'Italia ha fatto le riforme".
Tutto dipende dall'Europa, "alias la Germania" come scrive Timpone. Ovvero, mi permetto di aggiungere, da come questa sarà capace di intendere il suo ruolo di guida dell'UE. La mia convinzione profonda è che a prevalere, in Germania, sarà una concezione di sapore imperiale, e a riprova cito la richiesta di fondi da devolvere alla Turchia per fronteggiare (ci dicono) l'emergenza immigrati, ben tre miliardi di euro. Cosa c'è, in questa richiesta e nel modo in cui viene posta, di diverso dalle pretese di fornire truppe all'impero, che un tempo si rivolgevano agli Stati vassalli? Certo, non vengono chieste truppe, ma soldi, visto che l'occidente le guerre le fa con i soldati degli altri, ma la sostanza è la stessa: la Germania (il centro) decide la politica estera, gli Stati vassalli (tra cui l'Italia) forniscono, pro quota, le risorse.
Se le cose stanno così, allora Renzi avrà bisogno di ben altro che non il consenso interno che gli deriverebbe da una decisa opposizione alle richieste dell'Europa, sebbene questo lo aiuterebbe molto nel portare a casa la riforma costituzionale. Ma è proprio la definitiva approvazione della riforma costituzionale la dote che egli potrebbe offrire a un eventuale potente alleato in funzione anti tedesca!
E infatti, intervistato dal direttore del Sole24ore Roberto Napolitano, alla domanda:
«Pretendere un cambiamento di politica europea in favore della crescita è giusto. Ma lei ha le alleanze per poter alzare la voce?»
Matteo Renzi risponde così:
«Io non alzo la voce. Alzo la mano. E faccio domande. È giusto un approccio tutto incentrato sull'austerity quando i populismi sono più forti nelle zone svantaggiate e di crisi economica? È giusto avere due pesi e due misure sull'energia? È giusto procedere a zig-zag sull'immigrazione? Mai alzato la voce a Bruxelles. Su questi punti in tanti pensano che le cose debbano cambiare. La sfida oggi è costruire una serie di proposte, come l'Italia – ritornata grande grazie alle riforme – può e deve fare. Nessuna polemica, solo proposte. Gli alleati non mancano, glielo garantisco.»
La domanda è: chi sono questi alleati, che possono appoggiarlo nel tener testa alla Commissione Europea?
Purché porti a casa il risultato sulla riforma costituzionale, per la quale, nella stessa intervista, Matteo Renzi giunge a dichiarare: "per il referendum andremo casa per casa"!
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