Mi ha colpito un passaggio di un articolo di Maurizio Blondet, dal titolo "Budapest con Varsavia contro la UE: veto alle sanzioni", nel quale si parla di «un progetto di legge (del nuovo governo uscito dalle elezioni - n.d.r.) per liberare i poveri debitori polacchi dal peso dei mutui in franchi svizzeri: una geniale idea di banche straniere (fra cui Unicredit): “Così pagherete meno interessi, dicevano ai polacchi quando i mutui in zloty esigevano, che so, il 12 per cento. Peccato che siccome il franco svizzero s’è rivalutato dell’85% sulla moneta nazionale, di altrettanto è cresciuto il capitale da restituire dai debitori. Il ministro competente ha proposto: benissimo, le banche accettino il pagamento in FrCH, ma al valore che avevano al momento della contrazione del mutuo…Da quel momento S&P ha trovato che “il nuovo governo polacco indebolisce l’indipendenza di istituzioni-chiave come la corte costituzionale e le emittenti pubbliche”».
Questo vuol dire, se quanto affermato da Blondet corrisponde al vero, che le banche straniere (fra cui Unicredit) dipendono dalla forza politica della Germania per contrastare questo provvedimento del governo polacco in difesa degli interessi dei suoi cittadini. Temo che questo sia esemplificativo della condizione in cui si trovano i capitali dei paesi periferici, presi nella stretta tra il subire i diktat, accettando così i tagli ai bilanci pubblici e l'austerità che generano recessione e crescita delle sofferenze bancarie, e la necessità dell'aiuto e della protezione del grande capitale tedesco, senza il quale andrebbero incontro a perdite immediate e catastrofiche. In pratica il capitale dei paesi periferici, primo su tutti quello italiano, è ostaggio del suo "alleato", il grande capitale renano. Il solo che ha (forse) la forza di impedire che inizi la corsa alla rinegoziazione dei crediti elargiti negli anni in cui internazionalizzarsi era cosa buona e giusta.
Siamo, ancora una volta, alleati della Germania. A quando l'otto settembre? Renzi sarà Badoglio?
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