Preambolo
Oggi mi ha taggato su FB un'amica, bella e intelligente ma anche "possibilista" (#eccesemocapiti) segnalandomi questa intervista a Mario Seminerio (Deficit della furbizia: il treno Renzi sta per sbattere contro il muro della realtà), economista e animatore del blog Phastidio.net. Lo slogan del blog (che è di orientamento liberista) recita schumpeterianamente: "Andrà molto peggio, prima di andare meglio". Mario Seminerio, per capirci, è quello che nel 2013, due anni dopo Monti, scriveva questo articolo: La strada per l’Italia è in salita, ma uscire dall’euro non è la soluzione.
La bella possibilista, sconvolta dalla conclusione di Seminerio («Unica alternativa “coerente”, anche se di pura fiction: uscire dalla moneta unica ed attendere fiduciosi che vada un po’ meglio non prima che vada assai peggio, al limite dell’evento bellico. O forse oltre»), ha anche aggiunto una domanda: "che ne dici Fiorenzo Fraioli! Seminerio e' stato uno dei nostri relatori a Verona. Ma Altiero Spinelli con tutto cio' c'entra poco!!"
Sul momento ho risposto così: "Vedo che comincia a serpeggiare qualche dubbio. Certo, se aveste collegato il cervello quattro o cinque anni fa... ma in ogni caso, se vuoi cominciare a capire il casino in cui ci troviamo leggiti questo riassunto"
Ho continuato a pensarci tutta la giornata, oscillando tra l'idea di essere veramente cattivo o un pizzico clemente. Ovviamente ho deciso di essere cattivo.
Cara bella possibilista, tu ovviamente sei di sinistra. Sempre lo fosti e sempre lo sarai, ma ti chiedo: sei putacaso comunista? Vabbè, domanda inutile, lo so che non sei comunista; magari lo fosti in gioventù, chissà, ma oggi certamente no. Oggi sei di sinistra. E va bene, mica si deve essere per forza comunisti per dichiararsi di sinistra, perbacco. Però scusa, bella possibilista, vorrei farti un'altra domanda:
sei socialdemocratica?
Dai, dimmelo che sei socialdemocratica! E che diamine, sei di sinistra e neanche socialdemocratica vuoi essere? Però scusa, tu lo sai cosa significa essere socialdemocratici?
Son Diego e ti spiego.
Come certamente saprai, la socialdemocrazia nasce a Bad Godesberg nel 1959. Qui ti linko il documento approvato al successivo congresso di Bad Godesberg della SPD nel 1964, che a pagina 6 recita: "La politica economica, sulla base di una moneta stabile, deve assicurare la piena occupazione, accrescere la produttività ed aumentare il benessere collettivo.".
Sei d'accordo vero? Peccato che ci sia un problemuccio: "sulla base di una moneta stabile, deve assicurare la piena occupazione" è un ossimoro!!! Poi ci sono un sacco di belle parole, di quelle che ti piacciono tanto, ma il punto è lì, in quella frasetta apparentemente condivisibile: una moneta stabile che deve assicurare la piena occupazione. Ed è proprio per avere questa bella moneta stabile, che doveva assicurare la piena occupazione, che siamo andati come oche giulive verso l'euro e l'Unione Europea. Ma adesso Seminerio ci parla di «Unica alternativa “coerente”, anche se di pura fiction: uscire dalla moneta unica e attendere fiduciosi che vada un po' meglio non prima che vada assai peggio, al limite dell'evento bellico. O forse oltre.». E tu, che sei intelligente oltre che una bella possibilista, cominci a preoccuparti, fino al punto di chiedere a questo antipatico di Fraioli che ne pensa.
Penso che una moneta stabile, cioè una bassa inflazione, sia incompatibile con la piena occupazione. Punto.
Questo a prescindere da altre pur gravissime considerazioni, come l'assenza di una politica fiscale unica, che la Germania non vuole perché implica meccanismi di trasferimento automatici di risorse dalle nazioni più produttive a quelle meno produttive; una necessità assoluta, già prevista nel rapporto Werner del 1970. Hai letto bene: 1970. Se sapeva. Leggilo, ti aprirà gli occhi.
La ragione per cui una moneta stabile, cioè una bassa inflazione, è incompatibile con la piena occupazione, è che quando il lavoro è abbondante i lavoratori possono, più facilmente, pretendere e ottenere aumenti salariali. Questa circostanza innesca una rincorsa salari prezzi che danneggia soprattutto i possessori di grandi capitali. Questi, infatti, preferiscono una bassa inflazione che gli permetta di tesaurizzare il capitale in attesa del momento opportuno per investirlo con profitto. Come vedi, cara amica possibilista, è una specie di tiro alla fune. Te lo spiego meglio con le parole suggerite da Sergio Cesaratto:
"L'inflazione per gli economisti eterodossi (e non solo) è un tiro alla fune (espressione di Albert Hirschman): i salari nominali aumentano,e i prezzi pure, e via dicendo. Ma fino a quando il tiro alla fune dura, in genere i lavoratori vincono, mollano un po', ma poi il padrone deve mollare ancora di più e via dicendo. Se c'è inflazione vuol dire che i lavoratori se le stanno giocando. Come fa il padrone a vincere? attraverso politiche restrittive, giustificate dal voler diminuire l'inflazione cattiva (con gli applausi di Amendola-Napolitano e Lama), fa diventare disoccupati un po' di lavoratori che così devono abbandonare il gioco. Facile capire l'esito. Il gioco alla fune rapidamente finisce, li'inflazione non c'è più (o è molto più bassa), la disoccupazione è alta, i salari reali cominciano a diminuire poiché basta poca inflazione a cui non si reagisce più per determinarne un trend decrescente."
D'altra parte, che le cose in Europa stiano così ce lo dimostra lo stesso Trattato fondamentale dell'UE, allorquando all'art.119 comma 2 recita: "Parallelamente, alle condizioni e secondo le procedure previste dai trattati, questa azione (vedi comma 1) comprende una moneta unica, l'euro, nonché la definizione e la conduzione di una politica monetaria e di una politica del cambio uniche, che abbiano l'obiettivo principale di mantenere la stabilità dei prezzi e, fatto salvo questo obiettivo, di sostenere le politiche economiche generali nell'Unione conformemente al principio di un'economia di mercato aperta e in libera concorrenza."
Interessante anche il comma 3, che recita: "Queste azioni (vedi comma 1) degli Stati membri e dell'Unione implicano il rispetto dei seguenti principi direttivi: prezzi stabili, finanze pubbliche e condizioni monetarie sane nonché bilancia dei pagamenti sostenibile".
Ma siccome non si può svalutare (prezzi stabili, cioè inflazione bassa), né si può fare deficit (obbligo di finanze pubbliche e condizioni monetarie "sane") forse adesso puoi capire meglio le parole di Stefano Coniglio:
Che poi è lo stesso concetto espresso dal comunista Luciano Barca, padre del Fabrizio Barca del PD, che il 12 dicembre 1978, subito dopo il discorso di Giulio Andreotti che perorava l'ingresso dell'Italia nello SME, dichiarò : “Europa o non Europa questa resta la mascheratura di una politica di deflazione e di recessione anti operaia”. Se l'argomento comincia ad appassionarti (d'altra parte fai politica, non dirmi che ti annoi) posso suggerirti anche un mio articoletto del 2014: Cosa dice il segretario generale?
Al limite dell'evento bellico. O forse oltre.
Fai bene a preoccuparti, bella possibilista. Si preoccupano perfino Renzi e l'ex compagno Padoan! A proposito: lo sapevi che negli anni 70 il ministro era "compagno"? No vero? E allora leggiti queste paginette, scritte dal venticinquenne Pier Carlo sull'edizione gennaio-febbraio 1975 di "Critica Marxista". Tra l'altro, guarda un po' che scriveva il giovane Pier Carlo nelle conclusioni:
Sensazionali le conclusioni:
Ce la vogliamo dire una cosa? E digiamola! L'Europa, sta scritto nero su bianco nei trattati, è stata la risposta per risolvere il tiro alla fune in favore del capitale! Come stiano ora andando le cose lo vedi da sola: l'Europa ci chiede di prezzare sul mercato i nostri titoli pubblici, e ci ha già imposto il bail-in dopo aver portato il sistema bancario nazionale al fallimento con la politica deflazionista di Monti:
Se vogliamo salvarci da ciò, ci dice l'Europa, allora dobbiamo accettare un super ministro del tesoro, il quale ovviamente farà la politica scritta nei trattati (l'obiettivo principale di mantenere la stabilità dei prezzi), che ci imporranno il rispetto del Fiscal Compact secondo i ferrei criteri della centralizzazione dei controlli sulla finanza pubblica, così come è nei desiderata tedeschi. Come Angela Merkel ha potuto annunciare al Bundesbag: sebbene "I nostri più stretti alleati, i francesi, si oppongono, e così altri paesi".
Hai capito, bella possibilista, qual è la posta in gioco? Ti sorprendi se perfino un liberista come Seminerio parla di situazione "Al limite dell’evento bellico. O forse oltre"?
"Ma Altiero Spinelli, in tutto ciò, c'entra poco" - sostiene la bella possibilista
Immagino tu voglia dire che Altiero Spinelli ha scritto tante belle pagine appassionate, di quelle che conquistano i (vostri) cuori! E perché, non sono belle e appassionate le pagine del congresso socialdemocratico di Bad Godesberg o quelle del Trattato fondamentale dell'UE? Ma sai, il diavolo si nasconde nei dettagli (oltre che vestire Prada). Ti ho già mostrato qualche passaggio criminale, per gli interessi dei lavoratori, di entrambi, ma permettimi di fare lo stesso con Altieruccio bello tuo.
Perle ai pirla - Dal Manifesto di Ventotene
- I democratici non rifuggono per principio dalla violenza; ma la vogliono adoperare solo quando la maggioranza sia convinta della sua indispensabilità, cioè propriamente quando non è più altro che un pressoché superfluo puntino da mettere sull’«i», sono perciò dirigenti adatti solo nelle epoche di ordinaria amministrazione, in cui un popolo è nel suo complesso convinto della bontà delle istituzioni fondamentali, che debbono essere solo ritoccate in aspetti relativamente secondari. Nelle epoche rivoluzionarie, in cui le istituzioni non debbono già essere amministrate, ma create, la prassi democratica fallisce clamorosamente. La pietosa impotenza dei democratici nella rivoluzione russa, tedesca, spagnola, sono tre dei più recenti esempi. In tali situazioni, caduto il vecchio apparato statale, colle sue leggi e la sua amministrazione, pullulano immediatamente, con sembianze di vecchia legalità, o sprezzandola, una quantità di assemblee e rappresentanze popolari in cui convergono e si agitano tutte le forze sociali progressiste. Il popolo ha sì alcuni fondamentali bisogni da soddisfare, ma non sa con precisione cosa volere e cosa fare. Mille campane suonano alle sue orecchie. Con i suoi milioni di teste non riesce ad orientarsi, e si disgrega in una quantità di tendenze in lotta fra loro.
- La metodologia politica democratica sarà un peso morto nella crisi rivoluzionaria.
- Il principio secondo il quale la lotta di classe è il termine cui van ridotti tutti i problemi politici, ha costituito la direttiva fondamentale specialmente degli operai delle fabbriche, ed ha giovato a dare consistenza alla loro politica, finché non erano in questione le istituzioni fondamentali; ma si converte in uno strumento di isolamento del proletariato, quando si imponga la necessità di trasformare l’intera organizzazione della società. Gli operai, educati classisticamente, non sanno allora vedere che le loro particolari rivendicazioni di classe, o addirittura di categoria, senza curarsi del come connetterle con gli interessi degli altri ceti; oppure aspirano alla unilaterale dittatura della loro classe, per realizzare l’utopistica collettivizzazione di tutti gli strumenti materiali di produzione, indicata da una propaganda secolare come il rimedio sovrano di tutti i loro mali. Questa politica non riesce a far presa su nessun altro strato, fuorché sugli operai, i quali così privano le altre forze progressive del loro sostegno, o le lasciano cadere in balìa della reazione che abilmente le organizza per spezzare le reni allo stesso movimento proletario.
- Con la propaganda e con l’azione, cercando di stabilire in tutti i modi accordi e legami fra i singoli movimenti che nei vari paesi si vanno certamente formando, occorre sin d’ora gettare le fondamenta di un movimento che sappia mobilitare tutte le forze per far nascere il nuovo organismo che sarà la creazione più grandiosa e più innovatrice sorta da secoli in Europa; per costituire un saldo stato federale, il quale disponga di una forza armata europea al posto degli eserciti nazionali; spezzi decisamente le autarchie economiche, spina dorsale dei regimi totalitari; abbia gli organi e i mezzi sufficienti per far eseguire nei singoli stati federali le sue deliberazioni dirette a mantenere un ordine comune, pur lasciando agli stati stessi l’autonomia che consenta una plastica articolazione e lo sviluppo di una vita politica secondo le peculiari caratteristiche dei vari popoli.
Vuoi che ti dica cosa penso di Altieruccio Spinellucci? Ti accontento: un fascista! Non sono sicuro se a sua insaputa...
Verso l infinito e oltre!
RispondiEliminaNaturalmente la "bella possibilista" s'è data. Benché sollecitata su FB (visto che "Lei" mi aveva chiesto cosa ne pensassi) adesso latita. Meglio così, vuol dire che non sa come rispondere.
EliminaPrepariamoci a un periodo in cui tutti noi (di tutte le parrocchiette) che abbiamo attaccato l'euro e l'UE saremo evitati come la peste. Cosa ti aspetti, che ci dicano "bravi"? Non è da questa gente che possiamo aspettarci il minimo riconoscimento. Anzi, ben presto dopo il crollo si affolleranno a dire che loro, ah sì loro erano sempre stati critici, anzi no contrari, ma che dite, FEROCEMENTE CONTRARI!!!!!
Sono merde. L'importante è non calpestarli.
Una persona di mia conoscenza ebbe con un piddino, che mi accusava di esprimere odio immotivato verso la UE, uno sfogo simile:
Elimina"Le sue sono parole d amore! Io ti sento lamentarti del tuo precariato...e ti compatisco...nel senso latino del termine: piango con te.
non preoccuparti questa guerra la combatteremo anche per te. Ben sapendo che quelli come te saranno i primi a farci fuori non appena ne avranno possibilità!"
Dopo sta iniezione equina di informazioni "controintuitive", la bella possibilista è sotto shock. Ne avrà almeno per un paio di mesi e quando si riavrà forse prenderà i voti (non è che ci mostri una foto di sta tipa, giusto per farci capire quanto è possibilista?)
RispondiEliminaDubiti del mio senso estetico?
EliminaNo, curiosità "intellettuale".
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