sabato 10 novembre 2018

Un'ipotesi frattalica: i tentativi di defezione dalla lega delio-attica

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L'ipotesi frattalica, introdotta nel dibattito pubblico da Luciano Barra Caracciolo (LBC) alla fine del 2012 con un post dal titolo UNA PRECISAZIONE E UN'IPOTESI "FRATTALICA", è un'intrigante strumento di analisi della realtà contemporanea. Si tratta, però, di uno strumento da usare con cautela e, soprattutto, con la consapevolezza che la ricerca delle omotetie storiche può far emergere scenari interpretativi da una molteplicità di prospettive. LBC, ad esempio, individua un'omotetia nella corrispondenza tra i fatti relativi alla seconda guerra mondiale e la contemporaneità rilevando come, oggi come allora, si stia riproponendo uno scontro tra le due sponde dell'atlantico. In questo post non intendo criticare questa omotetia, la cui forza interpretativa è notevole, ma prenderne in considerazione un'altra. Il metodo rimane quello suggerito da LBC, ma l'aver scelto una differente omotetia mi consente di osservare la contemporaneità da una prospettiva diversa, che non è solo quella dello scontro tra gli USA e l'UE, bensì quello duplice tra gli USA e l'UE, da un lato, e quello tra gli Stati che compongono l'UE.

Chi conosce la Storia comprenderà subito come, dal punto di vista del solo confronto USA-UE, questa seconda omotetia potrebbe descrivere uno scenario analogo ma non identico a quello individuato da LBC, perché anche in quel caso la guerra tra Atene e Sparta si risolse in favore di quest'ultima grazie al determinante intervento dei persiani di Ciro il giovane. Se però concentriamo la nostra attenzione sul doppio confronto, sia quello USA-UE che quello interno all'UE, allora l'omotetia che vi propongo si rivela di grande interesse perché vi troviamo replicate, con sorprendente corrispondenza, le stesse dinamiche politiche che stanno scuotendo sia la Nato che l'Unione Europea.

Nella cartina sono evidenziate le poleis che tentarono di secedere dalla Lega Delio-Attica, una costruzione politica emersa dopo la fine delle guerre persiane nel 479-478 a.c. con al centro la città di Atene che, specialmente nella seconda guerra persiana, era stata determinante nel difendere la Grecia dal tentativo di conquista dei persiani.


La Lega Delio-Attica era una costruzione politica, un vero grande (per l'epoca) impero marittimo. In più occasioni diverse città tentarono di uscirne per ragioni di convenienza economica, ma la reazione di Atene, supportata o quanto meno non ostacolata da tutte le altre poleis, fu sempre spietata; soprattutto quando a ribellarsi fu l'isola di Melo, nel pieno della guerra contro Sparta.

«Tra i numerosi motivi di defezione, primeggiavano il mancato versamento del "contributo", il rifiuto di consegnare le navi e la renitenza al servizio armato, quando toccava. Gli Ateniesi procedevano con inflessibilità; perciò le loro pretese pesavano intollerabili su gente che, non avvezza e meno disposta a durar fatiche, si vedeva costretta da un'energia ferrea a subire le privazioni e le miserie di una guerra continua. Anche per altri e diversi motivi gli Ateniesi esercitavano il comando non più circondati dal consueto favore. Non partecipavano infatti in parità di condizioni alle campagne: per loro era immensamente più facile piegare i ribelli. Ma di questo stato di cose si rendevano responsabili gli alleati stessi: per la loro renitenza al servizio armato, la maggior parte di essi, per poter restare a casa, si lasciava imporre il pagamento di una somma pari in valore alle navi non corrisposte. In tal modo cresceva la potenza navale degli Ateniesi, che vi impegnavano i fondi derivati dalle varie contribuzioni, e gli alleati quando accennavano a un tentativo di rivolta, si trovavano in guerra senza preparazione né esperienza.» (Tucidide, Guerra del Peloponneso, libro I, 99)

L'analogia tra la Lega Delio-Attica, la Nato e la nascente (politicamente) Unione Europea è molto forte. Come nella Nato e nell'UE, nella Lega Delio-Attica le poleis aderenti mantenevano la loro identità, e quindi le loro istituzioni interne, mentre erano soggette ad un vincolo che le indeboliva nella stessa misura in cui, al contrario, Atene si arricchiva. Il meccanismo che, all'epoca, produceva la concentrazione dei capitali sul Pireo, era costituito dal fatto che le poleis, tenute a contribuire alla flotta militare, avevano convenienza a delegare la costruzione delle navi al ben più attrezzato cantiere del Pireo piuttosto che costruirle per proprio conto. In pratica costruire le navi per conto proprio era più costoso che lasciare che a farlo fosse la stessa Atene. In tal modo quest'ultima cominciò a rafforzare il proprio complesso militar-industriale, crebbe di popolazione - i meteci attratti dai traffici del Pireo e tuttavia privi di diritti politici - e grazie a tale ricchezza incrementò il suo peso politico all'interno della Lega Delio-Attica. Ciò avvenne, in particolare, dopo le repressioni dei tentativi di secessione dell'isola di Taso, ricca di miniere d'oro, e dell'isola di Samo, sulla quale era inizialmente custodito il tesoro della Lega Delio-Attica, a seguito dei quali Atene si impossessò sia delle miniere che del tesoro. 

La domanda che dobbiamo porci è perché, ad ogni tentativo di una polis di secedere dalla Lega Delio-Attica, nessuna di esse trovò la solidarietà e l'appoggio delle altre. La risposta è semplice: in tutti i casi le poleis tentarono di secedere da quello che interpretarono come un accordo economico, e agirono di conseguenza trascurando il dato ben più rilevante che si trattava di abbandonare un'alleanza di natura politica. Un errore particolarmente pacchiano fu quello della classe politica dell'isola di Melo che tentò la secessione addirittura nel pieno della guerra del Peloponneso, e infatti ne pagò duramente le conseguenze.

Lo scenario odierno replica questo pattern, duplicandolo. Infatti se da un lato assistiamo al tentativo di alcuni paesi di prendere le distanze dall'UE, nello stesso tempo è l'UE a traino franco-tedesco che tenta di staccarsi dalla Lega Delio-Attica esistente: la Nato.

Nell'ambito dei tentativi di secessione dall'UE l'errore di affrontare il problema solo dal punto di vista economico, salvo il tentativo in extremis di cercare alleanze esterne, è stato fatto, ironia della sorte, proprio dalla Grecia, che infatti non trovò alcuna solidarietà all'interno dell'UE. L'Inghilterra, invece, si è mossa in modo del tutto differente affrontando il problema sul piano politico.  Oggi è la volta dell'Italia, in cui l'attenzione politica sembra tutta concentrata nello sforzo di strappare decimali di punti di deficit. 

Vi è però una differenza sostanziale tra i tentativi di staccarsi dalla Nato e quelli di staccarsi dall'UE perché la trasformazione di quest'ultima in un'entità politica è appena agli inizi, sebbene le voci sull'ipotesi di costruire un esercito europeo si facciano sempre più frequentiCosì stando le cose il cuore del confronto con l'Europa non è sui decimali di deficit, ma è di natura politica nella sua essenza più pura: quella militare. Resta il fatto che la vera Lega Delio-Attica alla quale siamo legati è la Nato, l'UE essendo solo in procinto di trasformarsi da alleanza economica in alleanza politica.

Scrive Giuseppe Masala sulla sua pagina FB: «Messer Donaldo s'è preso 48 ore di tempo prima di rispondere a Macron sull'Esercito Unico Europeo per difendersi da USA, Russia e Cina. Il buon Donaldo dice: "Prima ci pagate il conto" poi sottolineiamo che ci avete insultato e che non siamo più amici e poi fatevi il vostro esercito (sott'inteso, #StateSereni). Chi non capisce che è in atto uno scontro geopolitico enorme all'interno dell'Occidente, da una parte Francia, Germania e paesi vassalli e dall'altra parte USA, UK e Italia? Questo governo potrà sbagliare tutto (e non è così) ma l'aver rifiutato di entrare nella follia assurda dell'Esercito Unico Europeo bilancia qualsiasi errore.»

In conclusione: siamo già vincolati da un'alleanza politico-militare, quella con gli USA, da cui l'UE vuole staccarsi tuttavia sotto la guida dell'asse franco-tedesco. L'Italia si muove su un sentiero strettissimo dal quale non può prescindere se il confronto tra USA e UE non giunge ad una qualche forma di inevitabile sistemazione - stante il fatto che un confronto militare è oltre l'orizzonte dell'immaginabile. La via d'uscita verso la quale si potrebbe tendere è quella di staccarsi dall'UE per ottenere, nell'ambito dell'alleanza con gli USA, un ruolo rinnovato e rinforzato di potenza regionale proiettata sul mediterraneoL'incontro di Palermo dei prossimi giorni, in cui si discuterà della sistemazione della Libia, è un appuntamento di cruciale importanza, del quale sarà necessario decodificare ogni più nascosto significato. 

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