Sono di più i punti che ci uniscono di quelli che ci distinguono.
La mia posizione di partenza è molto più simile a quella di Cucinotta; la sovranità è certamente in assoluto, in astratto se volete, una condizione prepolitica; purtroppo la realtà non sempre si conforma ai nostri principi e quasi mai si piega ai nostri desideri; quindi si, la difesa dei valori sanciti nella nostra Costituzione, la riconquista dello spirito costituente del 48, possono oggi essere intepretati come obiettivi politici...di parte: la parte dei Sovranisti Costituzionali. Credo che si possa essere concordi su questa visione comune.
E se la sovranità fosse posseduta da chi vuole cederla? Il ragionamento di Cucinotta porta dritti dritti alla conclusione che, se la maggioranza volesse cedere la sovranità, questo atto sarebbe legittimo. E qui sta l'errore, perché invece sarebbe un atto illegittimo, contrario alla Costituzione vigente. Dunque chi volesse cedere la sovranità, con la Costituzione del 48 in vigore, compirebbe un atto di alto tradimento. Così come chi volesse ripristinare la sovranità nazionale una volta che questa fosse stata ceduta.
Questa contraddizione deriva dal fatto di non capire che una costituzione è un trattato di pace interno che pone fine, temporaneamente, al conflitto politico. Chi oggi vuole difendere la Costituzione del 1948 deve trattare chi vuole cedere la sovranità in favore di una nuova sovranità europea come un nemico, un traditore, e questi traditori sono tra noi, sono anch'essi italiani. La sovranità nazionale, dunque, non è un dato pre-politico, bensì il risultato di una battaglia politica, tutta interna alla nazione, tra chi vuole conservare in vita lo Stato italiano e chi invece vuole terminarlo per aprire la strada, nel migliore dei casi, a una sovranità europea, e nel peggiore a una condizione in cui la nostra Patria viene ridotta al rango di colonia.
Coloro che vogliono cedere la sovranità dovrebbero almeno essere posti davanti al rischio di dover affrontare una guerra civile, da vincere. Invece troppi difensori della sovranità nazionale e della Costituzione continuano ad agire come ingenui, credendo che questa benedetta sovranità nazionale sia qualcosa che esiste in quanto esiste la nazione italiana. Ma le cose non stanno così, perché le nazioni non sono entità pre-esistenti alla volontà politica della maggioranza di un popolo di farsi Stato. Senza questa volontà, e senza la vittoria contro chi vuole l'estinzione della nazione italiana, non può esserci nessuna nessuna sovranità italiana. Dunque la sovranità non è un dato pre-politico, ma è oggi il cuore della battaglia politica.
Potrà tornare ad essere un dato pre-politico solo il giorno in cui i traditori saranno stati sconfitti e internati alla Maddalena, e noi potremo stare tranquilli, per un po', che non possono rialzare la testa.
Se possiamo concordare che la sovranità costituzionale non sia semplicemente una condizione prepolitica per i motivi espressi da Fiorenzo, se ancora possiamo concordare con Vincenzo che non bisogna cadere nell' economicismo esasperato, pur tuttavia se esiste una condizione prettamente prepolitica questa non può che essere la sovranità monetaria.
Scusa Fiorenzo se sono brutale, ma davvero a questo punto non capisco cosa osti a che tu decida di iscriverti al FSI, visto che mi pare che il tuo punto di vista coincida con quello di Rossano, come tra l'altro tu stesso tieni a precisare. Per quanto invece mi riguarda, farò un post apposito su fb che magari se vuoi leggerai. Una cosa ci tengo però a precisare, io sostengo la lotta sovranista, e quindi risulta particolarmente sgradevole sentirsi dire che chi la pensa come me, crede che la sovranità nazionale sia scontata. Se tu mi attribuisci un'opinione, dovresti avermi sentito sostenerla, ma io dico tutto l'opposto, anzi non solo penso che la sovranità sia in pericolo, ma che già oggi in misura significativa c'è stata sottratta. Tanto ritengo la situazione rischiosa e l'obiettivo fondamentale che invito a un'alleanza di tutti coloro che ci stanno. Forse dovreste essere voi sovranisti costituzionali che dovreste farvi qualche domandina, visto che pur di aggregare alla rivendicazione sovranista la socialdemocrazia in cui voi credete, non esitate a selezionare i vostri alleati rifiutando quelli che socialdemocratici non sono, ad esempio me stesso, visto che non potrei mai definirmi tale. Il risultato è come sappiamo lo 0, %, come anche i risultati delle elezioni locali hanno mostrato (in Trentino stiamo allo 0,13%). Rossano con cui ho scelto di evitare ogni polemica a Casale Monferrato, usa una metafora particolarmente infelice, considera i sovranisti, cioè le persone che si considerano sovraniste, dei mattoni, quindi a livello di oggetti, che verrebbero valorizzati dal progetto edilizio del grande architetto (Stefano D'Andrea forse?). Vorrei dire a Rossano che non esiste un'unica testa pensante, mettiamo assieme i mattoni che abbiamo nella nostra cantina, e decidiamo di comune accordo che tipo di casa costruire, sarebbe ben strano che ognuno non porti i suoi mattoni ma faccia da mattone, mentre qualcun altro e solo lui avrebbe diritto a progettare.
Caro Vincenzo, evito di rispondere sulle questioni secondarie (perché non sto con il FSI etc.) anche perché l'ho spiegato molte volte, a te anche di persona. Veniamo alla questione centrale, la sovranità.
Ti chiedo, amico Vincenzo: sai di chi sono le donne? Certo che lo sai, ma lo dico ugualmente per chi legge: le donne sono di chi se le sa prendere. Banale vero? Altrettanto banale è l'enunciato che la sovranità è di chi se la sa prendere.
Il punto è che qualcuno che possiede la sovranità c'è sempre, e qui il discrimine non è solo la nazionalità o il colore della pelle, ma soprattutto la classe sociale. Non è una questione peregrina. Anche prima del 1943 c'era chi deteneva la sovranità in Italia, ed erano gli agrari e gli industriali che usavano il PNF come strumento politico. Pensi forse che oggi in Italia non ci sia nessuno che detiene la sovranità? Certo che c'è, sono le classi eredi di quelle che vollero il fascismo: la grande industria e la finanza, in primis, sostenute dalla media industria del nord che oggi si trova bene con l'euro (dopo la grande repressione di Monti).
E' qui che noi due NON siamo d'accordo, cosa se permetti lecita e anche interessante. Per questo, quando ho relazionato al primo incontro delle 50 sfumature, ho tenuto a precisare che c'è una differenza sostanziale tra sovranità nazionale e sovranità popolare, la prima essendo il classico nazionalismo, la seconda il sovranismo costituzionale.
Per questo affermo convintamente che la sovranità è molto di più di un quadro neutrale, all'interno della quale "dopo" si possono dirimere le questioni interne alla nazione. La sovranità nazionale, essendo espressione dei ceti industriali e finanziari, fa scelte del tutto diverse da quelle che farebbe la sovranità popolare espressione del mondo del lavoro. Ad esempio la sovranità nazionale è cosmopolita, liberoscambista e anti statale, la sovranità popolare non è cosmopolita né liberoscambista e soprattutto è statalista. Ti sembrano questioni secondarie queste?
Rossano ha parlato di social-democrazia, ovviamente intendeva socialismo+democrazia. Non sei d'accordo perché sei un collettivista? Ottimo, allora dillo, non è una vergogna.
Infine trovo poco interessante discutere sulle analogie usate da Rossano. Un'analogia serve per spiegarsi e non va mai presa alla lettera, men che mai forzata oltre l'intendimento in termini comunicativi di chi l'ha usata.
Quanto ai risultati, sia del FSI che di tutto l'universo sovranista costituzionale, oltre a non essere questa l'occasione per parlarne non posso che ricordarti l'analogia poc'anzi proposta: la sovranità è di se la sa prendere. Se non ne siamo stati capaci vuol dire che ce l'hanno altri. Amen per ora.
Certamente non cambierò le mie idee perché sono condivise solo da una minoranza. Al massimo mi pongo il problema di farmi capire meglio. Laddove, per "meglio", non intendo "addolcire la pillola". Il popolo lavoratore la vuole la sua sovranità? Se la conquisti lottando contro le classi borghesi e finanziarie, e vincendo la battaglia. Da che mondo è mondo "vae victis"!
“Ci sono delle realtà che non sono quantificabili. L’universo non è i miei numeri: è pervaso tutto dal mistero. Chi non ha il senso del mistero è un uomo mezzo morto. La vita non è degna di essere vissuta, se non è vissuta per qualcun altro. Io appartengo all’unica razza che conosco, quella umana”. A. Einstein
Mi sembra di capire che sia importante stabilire se è vero che "i mezzi prefigurano i fini", o se invece, a proposito di mezzi, esistano eccezioni, quali compromesso, mediazione, tregua, alleanza, cartello, lista etc. che non intaccano i fini.
Secondo me i compromessi fra "sovranisti per ragioni di sopravvivenza" si possono anzi si devono fare, non trascurando però che per qualcuno la sopravvivenza spirituale possa venire prima della pagnotta...e non trascurando nemmeno, ma è qualcosa di più sottile, che per qualcuno la sopravvivenza spirituale possa dipendere dall'identificazione con le proprie idee sulla spiritualità (se è vero che l'autenticità spirituale è trascendentale, libera cioè dalle identificazioni anche sottili dell'ego: "sono un idealista, più spirituale di te!").
Sebbene in presenza di un processo democratico, quando regolamentato da una Costituzione come la nostra, la battaglia politica spesso preveda una condivisione politica ideale complessiva, nella fase attuale di dominio ordoliberista a volte sembrano coincidere i punti di vista di classi diverse, come sembrano avvicinarsi i destini di professori pariolini con quelli dei proletari del Tuscolano.
Non ci sono problemi per me a lottare insieme a qualcuno che condivide con me SOLO l'analisi concreta della situazione concreta (fuga per la pagnotta) e confidare che un giorno la mia visione politica complessiva, nel lungo termine, prevalga sulla sua, qualora fossimo chiamati a decidere di un nuovo assetto di potere, conseguenza delle battaglie passate vinte assieme.
Con qualche cautela: se progetto una fuga da un campo economicida devo fare attenzione a chi lo dico e con chi mi metto a scavare il tunnel.
Forse oggi il punto della battaglia comune è condividere il livello delle proprie "ragioni di sopravvivenza", le quali si possono intendere in senso democratico e di classe oppure in senso liberista-individuale ed elitario, tipo la cadrega per pochi pre-scelti, o sgomitare più forte. Per correttezza intellettuale devo menzionare, fuori da queste due ipotesi, la presunta attività di poche unità di eroici guastatori-dissimulatori fra le linee nemiche, ma di quello che non si conosce si può solo tacere.
La classe media piccolo borghese che teoricamente ha margini di sopravvivenza più ampi della massa strainculata dall'euro forse prima di dividersi su quello che farà della riconquistata sovranità deve trovare e usare un linguaggio che spieghi in basso come agisce dall'alto la lingua sottile ordoliberista nell'umettare gli orifizi, perlopiù proletari.
Secondo me per fare questo gli intellettuali sovranisti che condividono la condizioni di "poco o non ancora inculati" devono trovare, prepoliticamente, ciascuno per se, il giusto equilibrio tra i valori umani, che trascendono le classi sociali, e i valori delle categorie intellettuali usate per edificare le teorie e dottrine economiche e sociali, magari chiedendosi “dove trova, la mente, l'energia per affermare la propria verità?”.
A integrazione del mio commento precedente...che non so se mi sono capito.
Di seguito mi stavo riferendo alla battaglia comune per la riconquista della sovranità: "Sebbene in presenza di un processo democratico, quando regolamentato da una Costituzione come la nostra, la battaglia politica spesso preveda una condivisione politica ideale complessiva...".
L'altro sottinteso era che il mezzo per riconquistare la sovranità è il metodo democratico, esplicito nella Costituzione quando indica come essa vada difesa dagli attentati dei traditori, compresi i sottoscrittori di trattati internazionali che, implicitamente, sottraggono la sovranità al Popolo Lavoratore e la cedono alla Finanza.
Ok, premetto che non so come risolvere il paradosso di fini che contraddicono i mezzi, come nel caso di una volontà popolare maggioritaria che un giorno (democraticamente) possa andare contro la volontà maggioritaria del Popolo che ha scritto la nostra Costituzione.
Non so nemmeno se dopo Maastricht si starebbe meglio con gli Usa, Putin o la Ciiiina, ma se la nostra Costituzione dice che la volontà popolare è sovrana allora oggi, qualora una forza liberista volesse democraticamente cedere la sovranità italiana al pilota automatico e antistatale del mercato e delle multinazionale, per non incorrere nel reato di alto tradimento, dovrebbe PRIMA riconquistare la sovranità, mettendo in discussione la costituzionalità dei trattati europei sottoscritti dai piddini e POI, stracciati quelli (e arrestati i piddini), avere con sé la volontà della maggioranza degli italiani per stracciare la Costituzione e farne una nuova.
Secondo me è sicuramente importante porsi il problema delle alleanze intorno a una forza autenticamente sovranista ma l'ambiguità di forze come Syriza, Ukip, M5s, Fn, Lega...che promettono una cosa e poi i loro mezzi (linguaggio, valori e ideali) prefigurano altro, non ci dà gli argomenti decisivi, cioè facilmente comunicabili e da contrapporre a quelli della propaganda, per poter dire che sotto sotto non abbiano un piano segreto, come è spesso il B. Prima che la loro (non più sedicente) volontà sovranista sarà sconfessata (o meno) c'è da d'aspettare la Troika o il Popolo che non può e vuole più aspettare, essendo noi ignari dei calcoli interni a quei partiti, forse patrimonio per gli storici (scoprendo gente tenuta per le palle, gatekeepers, giocatori di videopoker, cadregari etc.).
In questo marasma ci potrebbero essere anche provocatori, come forze apertamente anticostituzionali rispetto a quello che faranno DOPO, e magari hanno più seguito dei sovranisti costituzionali, ma continuare a parlare con loro e di loro sottrae energia e tempo alla costruzione di un soggetto democratico rivolto al Popolo Sovrano.
Scusa se sotto linko gli ingrati sollevatari; è a proposito del fatto di come da anni continuiamo a discutere sul cavallo, su quale si dovrebbe saltare, domare e lisciare, non avendone uno nostro.
Nel caso verrà pubblicato il commento in itinere, rileggendo la copia correggo: "...non ci dà gli argomenti decisivi, cioè facilmente comunicabili, PER DIRE che sotto sotto..."
Sono di più i punti che ci uniscono di quelli che ci distinguono.
RispondiEliminaLa mia posizione di partenza è molto più simile a quella di Cucinotta; la sovranità è certamente in assoluto, in astratto se volete, una condizione prepolitica; purtroppo la realtà non sempre si conforma ai nostri principi e quasi mai si piega ai nostri desideri; quindi si, la difesa dei valori sanciti nella nostra Costituzione, la riconquista dello spirito costituente del 48, possono oggi essere intepretati come obiettivi politici...di parte: la parte dei Sovranisti Costituzionali.
Credo che si possa essere concordi su questa visione comune.
E se la sovranità fosse posseduta da chi vuole cederla? Il ragionamento di Cucinotta porta dritti dritti alla conclusione che, se la maggioranza volesse cedere la sovranità, questo atto sarebbe legittimo. E qui sta l'errore, perché invece sarebbe un atto illegittimo, contrario alla Costituzione vigente. Dunque chi volesse cedere la sovranità, con la Costituzione del 48 in vigore, compirebbe un atto di alto tradimento. Così come chi volesse ripristinare la sovranità nazionale una volta che questa fosse stata ceduta.
EliminaQuesta contraddizione deriva dal fatto di non capire che una costituzione è un trattato di pace interno che pone fine, temporaneamente, al conflitto politico. Chi oggi vuole difendere la Costituzione del 1948 deve trattare chi vuole cedere la sovranità in favore di una nuova sovranità europea come un nemico, un traditore, e questi traditori sono tra noi, sono anch'essi italiani. La sovranità nazionale, dunque, non è un dato pre-politico, bensì il risultato di una battaglia politica, tutta interna alla nazione, tra chi vuole conservare in vita lo Stato italiano e chi invece vuole terminarlo per aprire la strada, nel migliore dei casi, a una sovranità europea, e nel peggiore a una condizione in cui la nostra Patria viene ridotta al rango di colonia.
Coloro che vogliono cedere la sovranità dovrebbero almeno essere posti davanti al rischio di dover affrontare una guerra civile, da vincere. Invece troppi difensori della sovranità nazionale e della Costituzione continuano ad agire come ingenui, credendo che questa benedetta sovranità nazionale sia qualcosa che esiste in quanto esiste la nazione italiana. Ma le cose non stanno così, perché le nazioni non sono entità pre-esistenti alla volontà politica della maggioranza di un popolo di farsi Stato. Senza questa volontà, e senza la vittoria contro chi vuole l'estinzione della nazione italiana, non può esserci nessuna nessuna sovranità italiana. Dunque la sovranità non è un dato pre-politico, ma è oggi il cuore della battaglia politica.
Potrà tornare ad essere un dato pre-politico solo il giorno in cui i traditori saranno stati sconfitti e internati alla Maddalena, e noi potremo stare tranquilli, per un po', che non possono rialzare la testa.
Se possiamo concordare che la sovranità costituzionale non sia semplicemente una condizione prepolitica per i motivi espressi da Fiorenzo, se ancora possiamo concordare con Vincenzo che non bisogna cadere nell' economicismo esasperato, pur tuttavia se esiste una condizione prettamente prepolitica questa non può che essere la sovranità monetaria.
RispondiEliminaScusa Fiorenzo se sono brutale, ma davvero a questo punto non capisco cosa osti a che tu decida di iscriverti al FSI, visto che mi pare che il tuo punto di vista coincida con quello di Rossano, come tra l'altro tu stesso tieni a precisare.
RispondiEliminaPer quanto invece mi riguarda, farò un post apposito su fb che magari se vuoi leggerai.
Una cosa ci tengo però a precisare, io sostengo la lotta sovranista, e quindi risulta particolarmente sgradevole sentirsi dire che chi la pensa come me, crede che la sovranità nazionale sia scontata. Se tu mi attribuisci un'opinione, dovresti avermi sentito sostenerla, ma io dico tutto l'opposto, anzi non solo penso che la sovranità sia in pericolo, ma che già oggi in misura significativa c'è stata sottratta. Tanto ritengo la situazione rischiosa e l'obiettivo fondamentale che invito a un'alleanza di tutti coloro che ci stanno.
Forse dovreste essere voi sovranisti costituzionali che dovreste farvi qualche domandina, visto che pur di aggregare alla rivendicazione sovranista la socialdemocrazia in cui voi credete, non esitate a selezionare i vostri alleati rifiutando quelli che socialdemocratici non sono, ad esempio me stesso, visto che non potrei mai definirmi tale. Il risultato è come sappiamo lo 0, %, come anche i risultati delle elezioni locali hanno mostrato (in Trentino stiamo allo 0,13%).
Rossano con cui ho scelto di evitare ogni polemica a Casale Monferrato, usa una metafora particolarmente infelice, considera i sovranisti, cioè le persone che si considerano sovraniste, dei mattoni, quindi a livello di oggetti, che verrebbero valorizzati dal progetto edilizio del grande architetto (Stefano D'Andrea forse?). Vorrei dire a Rossano che non esiste un'unica testa pensante, mettiamo assieme i mattoni che abbiamo nella nostra cantina, e decidiamo di comune accordo che tipo di casa costruire, sarebbe ben strano che ognuno non porti i suoi mattoni ma faccia da mattone, mentre qualcun altro e solo lui avrebbe diritto a progettare.
Caro Vincenzo, evito di rispondere sulle questioni secondarie (perché non sto con il FSI etc.) anche perché l'ho spiegato molte volte, a te anche di persona. Veniamo alla questione centrale, la sovranità.
EliminaTi chiedo, amico Vincenzo: sai di chi sono le donne? Certo che lo sai, ma lo dico ugualmente per chi legge: le donne sono di chi se le sa prendere. Banale vero? Altrettanto banale è l'enunciato che la sovranità è di chi se la sa prendere.
Il punto è che qualcuno che possiede la sovranità c'è sempre, e qui il discrimine non è solo la nazionalità o il colore della pelle, ma soprattutto la classe sociale. Non è una questione peregrina. Anche prima del 1943 c'era chi deteneva la sovranità in Italia, ed erano gli agrari e gli industriali che usavano il PNF come strumento politico. Pensi forse che oggi in Italia non ci sia nessuno che detiene la sovranità? Certo che c'è, sono le classi eredi di quelle che vollero il fascismo: la grande industria e la finanza, in primis, sostenute dalla media industria del nord che oggi si trova bene con l'euro (dopo la grande repressione di Monti).
E' qui che noi due NON siamo d'accordo, cosa se permetti lecita e anche interessante. Per questo, quando ho relazionato al primo incontro delle 50 sfumature, ho tenuto a precisare che c'è una differenza sostanziale tra sovranità nazionale e sovranità popolare, la prima essendo il classico nazionalismo, la seconda il sovranismo costituzionale.
Per questo affermo convintamente che la sovranità è molto di più di un quadro neutrale, all'interno della quale "dopo" si possono dirimere le questioni interne alla nazione. La sovranità nazionale, essendo espressione dei ceti industriali e finanziari, fa scelte del tutto diverse da quelle che farebbe la sovranità popolare espressione del mondo del lavoro. Ad esempio la sovranità nazionale è cosmopolita, liberoscambista e anti statale, la sovranità popolare non è cosmopolita né liberoscambista e soprattutto è statalista. Ti sembrano questioni secondarie queste?
Rossano ha parlato di social-democrazia, ovviamente intendeva socialismo+democrazia. Non sei d'accordo perché sei un collettivista? Ottimo, allora dillo, non è una vergogna.
Infine trovo poco interessante discutere sulle analogie usate da Rossano. Un'analogia serve per spiegarsi e non va mai presa alla lettera, men che mai forzata oltre l'intendimento in termini comunicativi di chi l'ha usata.
Quanto ai risultati, sia del FSI che di tutto l'universo sovranista costituzionale, oltre a non essere questa l'occasione per parlarne non posso che ricordarti l'analogia poc'anzi proposta: la sovranità è di se la sa prendere. Se non ne siamo stati capaci vuol dire che ce l'hanno altri. Amen per ora.
Certamente non cambierò le mie idee perché sono condivise solo da una minoranza. Al massimo mi pongo il problema di farmi capire meglio. Laddove, per "meglio", non intendo "addolcire la pillola". Il popolo lavoratore la vuole la sua sovranità? Se la conquisti lottando contro le classi borghesi e finanziarie, e vincendo la battaglia. Da che mondo è mondo "vae victis"!
“Ci sono delle realtà che non sono quantificabili. L’universo non è i miei numeri: è pervaso tutto dal mistero. Chi non ha il senso del mistero è un uomo mezzo morto.
RispondiEliminaLa vita non è degna di essere vissuta, se non è vissuta per qualcun altro.
Io appartengo all’unica razza che conosco, quella umana”. A. Einstein
Mi sembra di capire che sia importante stabilire se è vero che "i mezzi prefigurano i fini", o se invece, a proposito di mezzi, esistano eccezioni, quali compromesso, mediazione, tregua, alleanza, cartello, lista etc. che non intaccano i fini.
Secondo me i compromessi fra "sovranisti per ragioni di sopravvivenza" si possono anzi si devono fare, non trascurando però che per qualcuno la sopravvivenza spirituale possa venire prima della pagnotta...e non trascurando nemmeno, ma è qualcosa di più sottile, che per qualcuno la sopravvivenza spirituale possa dipendere dall'identificazione con le proprie idee sulla spiritualità (se è vero che l'autenticità spirituale è trascendentale, libera cioè dalle identificazioni anche sottili dell'ego: "sono un idealista, più spirituale di te!").
Sebbene in presenza di un processo democratico, quando regolamentato da una Costituzione come la nostra, la battaglia politica spesso preveda una condivisione politica ideale complessiva, nella fase attuale di dominio ordoliberista a volte sembrano coincidere i punti di vista di classi diverse, come sembrano avvicinarsi i destini di professori pariolini con quelli dei proletari del Tuscolano.
Non ci sono problemi per me a lottare insieme a qualcuno che condivide con me SOLO l'analisi concreta della situazione concreta (fuga per la pagnotta) e confidare che un giorno la mia visione politica complessiva, nel lungo termine, prevalga sulla sua, qualora fossimo chiamati a decidere di un nuovo assetto di potere, conseguenza delle battaglie passate vinte assieme.
Con qualche cautela: se progetto una fuga da un campo economicida devo fare attenzione a chi lo dico e con chi mi metto a scavare il tunnel.
Forse oggi il punto della battaglia comune è condividere il livello delle proprie "ragioni di sopravvivenza", le quali si possono intendere in senso democratico e di classe oppure in senso liberista-individuale ed elitario, tipo la cadrega per pochi pre-scelti, o sgomitare più forte.
Per correttezza intellettuale devo menzionare, fuori da queste due ipotesi, la presunta attività di poche unità di eroici guastatori-dissimulatori fra le linee nemiche, ma di quello che non si conosce si può solo tacere.
La classe media piccolo borghese che teoricamente ha margini di sopravvivenza più ampi della massa strainculata dall'euro forse prima di dividersi su quello che farà della riconquistata sovranità deve trovare e usare un linguaggio che spieghi in basso come agisce dall'alto la lingua sottile ordoliberista nell'umettare gli orifizi, perlopiù proletari.
Secondo me per fare questo gli intellettuali sovranisti che condividono la condizioni di "poco o non ancora inculati" devono trovare, prepoliticamente, ciascuno per se, il giusto equilibrio tra i valori umani, che trascendono le classi sociali, e i valori delle categorie intellettuali usate per edificare le teorie e dottrine economiche e sociali, magari chiedendosi “dove trova, la mente, l'energia per affermare la propria verità?”.
Il prossimo incontro lo chiamerò : "n sfumature di sovranismo + 1"
RispondiEliminaA integrazione del mio commento precedente...che non so se mi sono capito.
RispondiEliminaDi seguito mi stavo riferendo alla battaglia comune per la riconquista della sovranità: "Sebbene in presenza di un processo democratico, quando regolamentato da una Costituzione come la nostra, la battaglia politica spesso preveda una condivisione politica ideale complessiva...".
L'altro sottinteso era che il mezzo per riconquistare la sovranità è il metodo democratico, esplicito nella Costituzione quando indica come essa vada difesa dagli attentati dei traditori, compresi i sottoscrittori di trattati internazionali che, implicitamente, sottraggono la sovranità al Popolo Lavoratore e la cedono alla Finanza.
Ok, premetto che non so come risolvere il paradosso di fini che contraddicono i mezzi, come nel caso di una volontà popolare maggioritaria che un giorno (democraticamente) possa andare contro la volontà maggioritaria del Popolo che ha scritto la nostra Costituzione.
Non so nemmeno se dopo Maastricht si starebbe meglio con gli Usa, Putin o la Ciiiina, ma se la nostra Costituzione dice che la volontà popolare è sovrana allora oggi, qualora una forza liberista volesse democraticamente cedere la sovranità italiana al pilota automatico e antistatale del mercato e delle multinazionale, per non incorrere nel reato di alto tradimento, dovrebbe PRIMA riconquistare la sovranità, mettendo in discussione la costituzionalità dei trattati europei sottoscritti dai piddini e POI, stracciati quelli (e arrestati i piddini), avere con sé la volontà della maggioranza degli italiani per stracciare la Costituzione e farne una nuova.
Secondo me è sicuramente importante porsi il problema delle alleanze intorno a una forza autenticamente sovranista ma l'ambiguità di forze come Syriza, Ukip, M5s, Fn, Lega...che promettono una cosa e poi i loro mezzi (linguaggio, valori e ideali) prefigurano altro, non ci dà gli argomenti decisivi, cioè facilmente comunicabili e da contrapporre a quelli della propaganda, per poter dire che sotto sotto non abbiano un piano segreto, come è spesso il B.
Prima che la loro (non più sedicente) volontà sovranista sarà sconfessata (o meno) c'è da d'aspettare la Troika o il Popolo che non può e vuole più aspettare, essendo noi ignari dei calcoli interni a quei partiti, forse patrimonio per gli storici (scoprendo gente tenuta per le palle, gatekeepers, giocatori di videopoker, cadregari etc.).
In questo marasma ci potrebbero essere anche provocatori, come forze apertamente anticostituzionali rispetto a quello che faranno DOPO, e magari hanno più seguito dei sovranisti costituzionali, ma continuare a parlare con loro e di loro sottrae energia e tempo alla costruzione di un soggetto democratico rivolto al Popolo Sovrano.
Scusa se sotto linko gli ingrati sollevatari; è a proposito del fatto di come da anni continuiamo a discutere sul cavallo, su quale si dovrebbe saltare, domare e lisciare, non avendone uno nostro.
http://sollevazione.blogspot.com/2014/12/perche-credete-matteo-salvini-e-non_17.html
Nel caso verrà pubblicato il commento in itinere, rileggendo la copia correggo: "...non ci dà gli argomenti decisivi, cioè facilmente comunicabili, PER DIRE che sotto sotto..."
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