Simone Perotti |
Mi incuriosisce il Perotti, no non sto parlando del Perozzi di Amici miei ma del Perotti intervistato da Byoblu. Uno che, a sentirlo parlare, si è fatto da solo i vestiti che indossa, gli occhiali eleganti, la barca con cui naviga, che scrive libri come "Adesso Basta – Lasciare il lavoro e cambiare vita” e “Ufficio di scollocamento”. E che ha un blog sul FQ, dove proprio oggi ha pubblicato un articolo dal titolo "Io non sono un ‘gilet giallo". Leggetelo, ci troverete perle come queste:
- «Non vale accettare le regole dell’avversario per poi lamentarsi di aver perduto contro di lui. Questa massa col gilet giallo è la ex aspirante classe media, quelli come noi. Hanno accettato di giocare al gioco sbagliato, fin da principio, come noi. Lavorare, acquistare oggetti per la gran parte inutili e dannosi, sprecare, inquinare, ammassarci in grandi città, disinteressarci del collasso del pianeta, ridurre a zero le relazioni sociali, impedirci qualunque tempo della riproduzione spirituale, esistenziale, devoti solo alla crescita, al denaro, all’ambizione verso modelli plastificati.»
- «Occorre rifiutare le regole del consumo per come sono state codificate; occorre vivere altrove, diversamente, facendo tutto il possibile da sé; occorre uscire dai grandi canali di comunicazione, smettere le vie del traffico e dell’affollamento; occorre ridurre il consumo di energia, autoprodurla, scaldarsi, cucinare, gestire i propri rifiuti diversamente; occorre scampare l’obbligo del lavoro totalizzante, utilizzare il tempo per vivere in modo differente; occorre preoccuparsi individualmente delle sorti del pianeta, il serial-killer che sta sfasciando la porta mentre noi siamo distratti a parlare di decreto sicurezza, e che presto lo renderà vano perché verremo spazzati via; occorre avere il coraggio di immaginare un’altra vita, propria, autosufficiente per il possibile. »
Già, come dargli torto? Le abbiamo viste tutti queste donnette anzianotte col gilet giallo, persone che spendono e spandono le loro ricche pensioni per "acquistare oggetti per la gran parte inutili e dannosi, sprecare, inquinare...", ma anche quei lavoratori che invece di "vivere altrove, diversamente, facendo tutto il possibile da sé" si ostinano a vivere nelle piccole città della Francia provinciale per poi fare tutti i giorni, ossessivamente, avanti e indietro per andare a Parigi. E neanche per farsi una salutare e rilassante passeggiata, che fa bene anche allo spirito, ma addirittura per andare a lavorare!
Ha ragione il Perotti, e bene ha fatto Byoblu a intervistarlo. Ci ricorda, il Perotti, che non dobbiamo accettare un tale stile di vita, «Quello della massa prona, che accetta con una firma tutto il contratto, clausole letali incluse» perché schiava del consumismo.
«Non imbocchiamo quell’autostrada, prendiamo una via laterale. Dovunque ci porti sarà meglio che a quell’impatto.»
Ma dove ci porterà quella «via laterale» se, invece di «preoccuparsi individualmente delle sorti del pianeta, il serial-killer che sta sfasciando la porta mentre noi siamo distratti a parlare di decreto sicurezza, e che presto lo renderà vano perché verremo spazzati via» la prendiamo tutti insieme, in massa?
Non so a voi, ma a me viene in mente un gigantesco ingorgo... e poi bisognerà farci un'autostrada.
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