martedì 1 gennaio 2019

Un abisso particolarmente significativo

Prima di cominciare un piccolo disclaimer. Come sapete sono coinvolto nel dibattito sull'euro quasi fin dall'inizio, cioè da quando se ne è cominciato a parlare fuori dei circoli degli addetti ai lavori. Ero a Chianciano il 22/23 ottobre 2011, quando conobbi il senatore Bagnai col quale, un anno e mezzo più tardi, nacque un dissidio insanabile. A distanza di anni ignoro ancora le sue ragioni ma conosco benissimo le mie.

Il senatore Bagnai ci sta regalando, da almeno un anno a questa parte, delle soddisfazioni impagabili. Nel post di oggi, dal titolo "Le illusioni (ottiche) perdute" il senatore si lancia in un excursus rievocativo del suo lungo impegno nella critica all'euro, e lo fa con dovizia di link ad articoli scritti in passato. A un certo punto il nostro scrive:

"Quanto alla "non particolare brillantezza" (diciamo così) dei miei interlocutori "de sinistra", questa risaltò in tutto il dibattito che ne seguì (qui un punto saliente, e qui un abisso particolarmente significativo, soprattutto col senno di poi, che per me era stato come di consueto il senno di prima...)."

Colpito dal passaggio "qui un abisso particolarmente significativo" sono andato a rileggermi il post, datato 22 luglio 2012 dal titolo "Caro Emiliano ti scrivo". "Emiliano" è Emiliano Brancaccio, che i lettori di questo blog hanno potuto apprezzare in un post di qualche giorno fa in occasione di un confronto con Olivier Blanchard, capo economista del FMI dal 2008 al 2015.

Link: Si dimette Olivier Blanchard, il capo economista che ha «rivoluzionato» l’Fmi (il sole24ore 14-05-2015)

L'accusa a Brancaccio:

«La tua difesa dell’euro ha seguito le strade consuete: “un altro euro è possibile”, e “fuori dall’euro sarebbe la catastrofe”»... «“Un altro euro è possibile” è un vicolo cieco per un fatto banale: se si fosse voluto un altro euro, lo si sarebbe fatto fin dall’inizio.»

Il Nostro prosegue con una lunga sfilza di ulteriori accuse, argomentate in modo più o meno condivisibile, ma il punto che qui ci preme sottolineare è che ascrive alla ben nota prudenza di Brancaccio, nell'esprimersi, secondi fini che, a suo dire, ne farebbero un certo sostenitore dell'euro e quindi un nemico e un traditore degli italiani. Lui, invece, è uno che non la manda a dire, parla chiaro. Anche lievemente vittimista:


Infine la chicca finale (29 aprile 2014): «D'altra parte, rendetevi pur conto di una cosa che vi ho sempre detto: nel mondo del dopo, come nel mondo del prima, non c'è spazio per chi dice la verità, perché quello di dire la verità è un vizio pericoloso per il potere e un bisogno insopprimibile per il singolo. Chi volesse distruggere una mia eventuale carriera politica non avrebbe da far altro che leggere le tante discussioni accese che ho avuto su questo blog, fare un bel copia e incolla e pubblicarlo con un titolo fantasioso. » (Zingales e "oni": l'ora si avvicina...)

Ora non è che io queste cose le scopra adesso, sono anni che le so (sono un bagnaiologo di chiara fama) ma il fatto di ricordarle oggi ha qualche ragione. Si tratta, in effetti, della necessità di rovinare una carriera politica, ma non la sua. Di Bagnai, in tutta franchezza, non dovremo preoccuparci politicamente più di tanto perché il Nostro si è messo, da solo, in un cul de sac: non può tornare indietro con quelli della prima ora, che oggi sono i veri sovranisti, perché troverebbe la porta chiusa; ma questa porta non gli sarà aperta nemmeno dalla cricca liberale, che non gli perdonerà mai l'aver detto la verità e averla detta bene, anzi molto bene.

E questo sì che è un abisso particolarmente significativo!

La carriera politica che è assolutamente necessario distruggere è quella di Salvini, il nuovo simpatico avatar della cricca liberale più compromessa con il disastro dell'adesione all'euro che, dopo aver puntato su Matteo Renzi e aver fallito per gli evidenti limiti del personaggio, ha pensato bene di scommettere su Salvini. Le caratteristiche psicologiche e comunicative degli avatars che questa cricca seleziona sono in effetti comuni a entrambi i "Matteo"; in questo caso c'è anche la coincidenza del nome. Tra l'altro, entrambi sono molto vicini a Silvio Berlusconi, che non avrà più i voti di un tempo ma continua a controllare una bella fetta dell'editoria, non solo televisiva. Questa cricca ha davanti a sé un bivio dal quale dipartono due strade che, però, intende percorrere da padrona quale che sia quella che si troverà costretta a scegliere. Proverà a restare nell'euro ma, dovesse uscirne per qualsiasi ragione, si prepara comunque a dominare la scena politica. Pronta, ove ciò fosse nel suo interesse, anche a rompere l'unità nazionale.

Questa cricca è il cosiddetto "partito tedesco", al quale fa ombra il "partito inglese" dei cinque stelle, ed ha dunque l'urgente necessità di recuperare il gap emerso dal voto del 4 marzo. Vi faccio notare un paio di assonanze simboliche.
  1. Come Benito Mussolini fu prelevato da Campo Imperatore per porlo a capo dell'Italia del nord, allo stesso modo il Salvini è stato prelevato dall'abisso del 3% nel quale era sprofondato e tirato su con una campagna mediatica di straordinaria efficacia.
  2. Lo sbarco in Sicilia di Beppe Grillo nellottobre 2012 evoca quello degli alleati nel luglio del 1943. 
Non sto dicendo che Salvini sia un fascista, ma che è appoggiato dalla stessa cricca liberale che aprì le porte a Mussolini appoggiando la sua marcia su Roma. Tra Mussolini e Salvini resta una differenza decisiva: il primo era un vero politico, Salvini è un avatar. Il che presenta vantaggi e svantaggi. Ad esempio Salvini può essere gestito molto più facilmente di quanto avvenne con Mussolini (vantaggio) ma ciò costringerà la cricca liberale a mantenere una centrale di controllo avatar in servizio permanente effettivo (svantaggio). In questa centrale il Bagnai non potrà mai entrare, per i motivi poc'anzi ricordati, ma questo forse è ciò che desidera veramente: perché correre rischi avendo a che fare col potere vero? Meglio limitarsi al lavoro di contabile, molto meglio.

Quali rischi, direte voi. Bè, spero vi sia chiara una cosa: sia che si continui con gli aggiustamenti, manovra dopo manovra, sia che si ponga fine alla scelta politica più importante e disastrosa dal dopoguerra ad oggi uscendo dall'euro, non ci aspettano tempi tranquilli. Avete presente lo stadio Flaminio a Roma? Ecco, lo vedo bene come serraglio per oppositori il giorno in cui una misura del genere fosse necessaria. Tra l'altro lo stadio non è lontano dai Parioli, i cui abitanti (alcuni) potranno dilettarsi a riconoscere facce note con un buon binocolo. Non è forse vero che il PCI se la fece nelle mutande quando ci fu il colpo di Stato di Allende in Cile?

Ma perché tirare in mezzo il povero Bagnai se il vero obiettivo è Salvini? In fondo, siamo onesti, a Bagnai deve essere riconosciuto il merito di aver aperto il dibattito e di averlo mantenuto su livelli di buona qualità, nonché di frizzante e vivace polemica, il che non guasta. Il fatto è che il punto debole di Salvini è proprio l'endorsement con Bagnai, e più in generale con la corte dei miracoli dei no-euro che gli si è messa in scia. L'obiettivo politico che nel mio piccolo perseguo è quello di interrompere l'ascesa nei consensi di Salvini, ascesa che è un cruciale interesse della cricca liberale italiana che teme l'influenza del M5S in quanto emanazione di centrali estere che sfuggono al suo controllo, e sostanzialmente non interessate ai suoi miserevoli interessi di bottega. Che sono sempre gli stessi, dall'unità d'Italia in poi: sfruttare gli italiani agganciandosi a centri di potere esteri. Con la sola eccezione, concedetemelo, del periodo giolittiano, allorché a questa classe di industrialotti guerrafondai e affaristi furono un po' limate le unghie.

Non se ne abbia dunque Bagnai, se leggerà queste righe. Non solo siamo felici che si sia ben sistemato - e lo informiamo del fatto che anche noi conduciamo un'onesta e serena esistenza da bischeri di paese - ma addirittura siamo sinceramente preoccupati che egli, vaso di coccio che viaggia in compagnia di vasi di ferro, non ne subisca per ciò danno.

Tuttavia è essenziale sfatare il mito del Salvini sovranista, grazie al quale questo avatar è riuscito a rimpinguare i consensi raccolti con una vergognosa campagna securitaria, sfruttando inoltre con estrema abilità le paure suscitate dai più dementi federalisti favorevoli all'immigrazione incontrollata, al gender, alla femminilizzazione di una società che si è giustamente difesa da questo tentativo di ribaltarne gli archetipi millenari. Ma la miserevole cricca liberale non si è fermata nemmeno davanti all'auto tradimento e, pur di rioccupare lo spazio politico che le stava sfuggendo di mano, si è rivoltata contro le posizioni che essa stessa aveva fatto sue quando sosteneva il PD.

Post-disclaimer: qualcuno potrà chiedersi se io parli in nome e per conto di qualcosa di organizzato oppure a titolo personale. Ebbene, la seconda che ho detto. Se, e quando, ci sarà qualcosa di organizzato, questo blog entrerà un letargo. Ci si potrà altresì chiedere "ma allora consideri i 5 stelle meno pericolosi della Lega, sebbene li definisci 'emanazione di poteri esteri'? Sì, ritengo i 5 stelle meno pericolosi, soprattutto nella prospettiva di salvare almeno l'unità nazionale."

7 commenti:

  1. Se per politico vero s'intende uno che fa quello che dice perché lo pensa allora non vedo molta distanza tra Mussolini socialista, sebbene finanziato da confindustria per mazzolare gli operai del biennio rosso, e Salvini sovranaro, sebbene patriota padano e avatar di industriali brianzoli.
    Non dico che “avatar” non sia un sostantivo appropriato nel secondo caso ma che “vero” sia un aggettivo molto generoso nel primo.

    Forse un refuso oppure non ho capito a chi ti riferisci qui: “le paure suscitate dai più dementi federalisti (S)FAVOREVOLI all'immigrazione incontrollata...”

    RispondiElimina
  2. Concordo, l'argine piu'solido, anche perchè governativo, alla deriva autonomista delle regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, pienamente appoggiata dalla Lega, è rappresentato dal movimento 5 stelle. Almeno, questo è quello che emerge dal dibattito riportato dai vari media locali del Nord

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Nel breve periodo forse è così, ma in un'orizzonte temporale più lungo non sottovaluterei la pericolosità di una Lega stabilmente sopra il 50% in tutto il nord Italia, soprattutto in un contesto sociale di gente educata per decenni a disprezzare il proprio paese, con una Costituzione ridotta a carta straccia e istituzioni occupate in pianta stabile da persone che continuano a ripeterci che la sovranità è un'utopia. Perfino il Signor Presidente della Repubblica, al quale invio un rispettoso e deferente saluto, crede in quella sovranità che pure è scolpita nel primo articolo della nostra Costituzione, alla quale mi risulta peraltro che abbia giurato fedeltà al tuonare di 21 colpi di cannone. L'unico argine rimasto è costituito da un movimento non-movimento guidato da avatar il cui primo proposito per il 2019, pensa te, è di ridurre il numero di parlamentari; se a questa miseria umana guidata da osceni interessi è affidata la tutela dell'unità nazionale, io non la vedo molto bene.

      Elimina
    2. Indubbiamente nel breve periodo , e poi resta da vedere con quale determinazione, di certo l'eventuale autonomia è pro euro e pro UE, cioè l'ultima carta da giocare per rimanere agganciati al core Nord Europeo e mollare il resto dell'Italia al proprio destino di inesorabile declino. Salvini non è altro che un avatar che serve per l'immediato, per il presente, non per il futuro.

      Elimina
  3. Signor Fraioli una premessa : mi creda non voglio assolutamente importunarLa,ma
    voglio raccontarle una storia.
    Quando frequentavo l'Università,feci la conoscenza con una bella ragazza romana ,che però era un poco strana.Questa stranezza dipendeva,come mi raccontò lei stessa di avere una madre che faceva la mignotta per vivere.Mi disse che però non era stato sempre così,perchè prima erano ricchi e vivevano in lussuose case e avevano anche un villa a San Felice Circeo . In sostanza erano dei signori temuti,rispettati e riveriti. Poi causa speculazioni sbagliate ,debiti e altri guai finanziari finirono sul lastrico. Il padre fuggi in un paese dell'America Latina con l'amante. Sua madre per vivere e non andare a fare la serva nelle case degli antichi ammiratori decise di farsi mignotta.Quando chiesi a questa mia amica che opinione aveva della madre, mi rispose :Quando eravamo ricchi e lei una signora ero orgogliosa di lei. Oggi lo sono ancora di più,perchè non si è data per vinta e ha sempre amato la VITA.
    Conclusioni? Chi ha cervello per intendere intenda.
    Ossequi signor Fraioli.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lei mi sembra alludere alla possibilità che ci salveranno le mignotte. In effetti le mignotte le abbiamo già, resta da vedere se ci salveranno. Ossequi anche a Lei.

      Elimina
  4. Perchè escluderlo ? In fin dei conti i Vangeli sono 5 e non 4,anche se il quinto non viene mai menzionato, ed è il famoso Vangelo di Maria Maddalena , scritto in lingua copta verso la metà del II secolo a partire da un proto-testo greco.
    Ma rimaniamo sul faceto. Qualche mese fa una mia amica mi diceva che quello che non sopporta nei verdegiallo al governo è che sono " Una manica di incompetenti"
    Io che non sono mai stato un politically-correct le ho risposto : Sai cara ,ma perchè credi che noi uomini andiamo a mignotte? Vuoi mettere l'esperienza loro contro la tua inesperienza ? Vedi sono d'accordo con te.
    Buona Vita.

    RispondiElimina