lunedì 20 gennaio 2020

Fondamenti di lotta di classe - la borghesia cotoniera

Della serie: fatevi il vostro cazzo di euro ma a noi ci pagate! Prima vedere denaro poi cammello lavorare!

Perché se tu, maledetto borghese cotoniero, per costruire il tuo cazzo di ponte mi devi dare comunque il 50%, meglio ancora: sempre e comunque 50 pezzi d'oro, a te fare l'accordo col borgomastro per 90 pezzi d'oro non ti conviene più. E l'euro lo smonti tu!!!



In estrema sintesi


9 commenti:

  1. Che senso ha arrendersi dopo 11 anni (nel 2009 nasce il blog di D'Andrea, Appello al Popolo), dopo 8 anni (nel 2012 nasce l'associazione ARS), dopo 4 anni (nel 2016 nasce il partito FSI)?
    Nel video si parla delle regionali dell'Umbria, ma io penso che bisognerebbe collocarsi nei tempi storici, non in quelli della cronaca politica.
    Facciamo una analogia, che come tutte le analogie è al contempo ingannevole e portatrice di qualche verità: l'analogia è quella fra due ideologie, il sovranismo costituzionale (arcaico, socialista, democratico, statalista, dirigista, ecc.) e il marxismo. Quanti decenni passarono prima che le riflessioni di Marx si concretizzassero in qualche cosa che avesse un impatto sulla realtà storica? Come insegna Costanzo Preve, anche solo il marxismo (che è cosa diversa dal pensiero di Marx) fu codificato, elaborato e sistematizzato in un ventennio (1875-1895) da Engels e Kautsky.

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    1. Qui il punto NON è che dopo otto anni non abbiamo preso il potere, ma prendere atto che le cose vanno male, anzi malissimo. Trincerarsi dietro illusioni messianiche (tra millanta annos venceremos) è comunque una sciocchezza perché, ammesso (e non concesso) che venceremos, magari facendo le scelte intelligenti venceremos tra metà di millanta annos. Invece, con la foglia di fico delle aspettative messianiche, ogni discussione e dibattito sono stati mortificati. Col risultato che, semmai venceremos, sarà tra dieci volte millanta annos. E tutto questo perché? Per uno che, avendo assunto un ruolo in particolari circostanze, ha scelto di conservarlo ad ogni costo a dispetto degli evidenti fallimentari risultati?

      Io mi sono rotto i cabasisi e, da qualche tempo, non ho più voglia di tacere. Non di solo Illo/Pasquinello/Quaquarotto/Rinaldino, aka banda "io so io e voi non siete un cazzo" si deve discutere. La parola d'ordine, in questo momento, è una: REVISIONISMO.

      Un'epoca è finita.

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    2. Anche perché va bene avere pazienza ma nel lungo periodo siamo tutti morti perdavvero.

      È allora o diventa un hobby e mi ci autorealizzo a prescindere.... Oppure bisogna che prima di morire almeno qualche risultato cominciamo a vederlo.
      Se no sempre morire senza combattere è... e allora meglio passare il tempo che rimane a gozzovigliare piuttosto che a pianificare campagne immaginarie.

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  2. Sono molto scettico sull'alternativa che proponi, forse perché non ho compreso quale sia. Dici che bisogna in qualche modo agitare il popolo? Che occorrono scioperi e movimentazione? E se non serve la forma-partito in questa fase (perché, se capisco bene, servirà solo quando il popolo sarà più maturo politicamente), allora quale tipo di azione si può porre in essere in questa fase, a parte lo stare a guardare?

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    1. Io non metto in discussione la forma partito, ma quello che fa il partito. Ma ne riparleremo. Intanto dovrebbe essere chiaro, per essere sintetici, che il cuore del problema non è la lotta fra gli italiani e le altre nazioni europee, o l'impossibile lotta contro l'impero americano, ma quella contro la borghesia nazionale cotoniera. Insomma uscita da sinistra, e non necessariamente dall'euro (si vedrà se e quando conviene ai lavoratori) ma dalla condizione di sudditanza di classe. Per restare all'esempio dei video di oggi, se la borghesia cotoniera trovasse non conveniente per essa stipulare il contratto col borgomastro del nord, potrebbe essere la prima a voler rescindere quel contratto e accontentarsi del 50%. Ma deve essere costretta a farlo, anche col sabotaggio della produzione.
      Ti tremano i polsi? Ti risulta che si possa essere liberi senza combattere? L'ho detto e lo ripeto: alle attuali condizioni del lavoro il sabotaggio è cosa buona e giusta. E si può fare in tanti modi, l'importante non è tanto compiere azioni illegali che possano scatenare reazioni repressive, ma coagulare il consenso anche con azioni a bassa intensità che danneggino i cotonieri. Ne butto una sul momento: si lancia la proposta di disdire tutti gli abbonamenti alle pay-tv (e la si sostiene con una lunga campagna), e ovviamente ce ne sbattiamo i cabasisi delle lacrime sui posti di lavoro persi. Non c'è guerra senza morti e feriti, nemmeno quella di classe.

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  3. A proposito di forme di resistenza, perché è 'na guera, riflettevo proprio oggi delle mani della borghesia cotoniera sui media.

    Alla fine anche a mia madre è entrato il tarlo del "Salvini vittima/eroe" che rischia la galera per difendere la sovranità sulle nostre coste...mi cadono le palle...perché, in un certo senso, come dargli torto?

    Per me si dovrebbe boicottare la BCyV a partire dai suoi strumenti di propaganda, denunciando l'organicità tra la volontà della proprietà e la manifesta non autonomia intellettuale dei suoi giornalisti ed editori, smascherandone la loro natura di camerieri (con tutto il rispetto per chi fa questo mestiere non sotto i tavoli). Incalzerei anche le radio, ci sono padroni ordoliberisti anche lì, perché quando da lì commentano la cronaca politica è percepibile la stessa religione del nostro tempo in azione.

    Stasera sul Tre parlavano di Amazon che sta ammazzando i negozianti, grazie ad automi mossi da un algoritmo che sudano, scorreggiano e bestemmiano come noi ma riescono a fare una consegna, dopo aver parcheggiato in seconda fila, in 3 minuti.
    Giggino aveva promesso e poi fatto un decreto per migliorare le loro condizioni economiche e di sicurezza, ma i costi di questo non si sono scaricati su Amazon ma in basso sulla filiera della distribuzione subito dopo la multinazionale, padroni e padroncini dei trasporti. Boicottare Amazon sarebbe un bel segnale, soprattutto se fatto insieme ai fattorini.

    A proposito di revisionismo.
    In un certo senso quello democratico è un meta-metodo, e implicitamente revisionista; aperto, cioè, grazie al libero confronto, alla possibilità nel tempo di riconoscere i limiti e l'inefficacia di un certo metodo, mappa concettuale o paradigma, ma lasciando invariata la visione che delimita il campo preso in considerazione (in effetti il metodo econometrico che tenga fuori la lotta di classe dalla sua analisi c'ha cacato er cazzo).
    Finché un metodo riconosce, risalta e tutela i valori che ispirano una certa visione vuole dire che funge.



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  4. PS. nello scusarmi per la sintassi traballante del mio precedente commento approfitto per mettere un link che svela intrecci interessanti sul teatrino della politica dove il banco (BCyV) vince sempre.

    https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/ldquo-fabio-volo-non-era-autorizzato-mi-scuso-nome-radio-224900.htm

    https://it.wikipedia.org/wiki/Radio_Deejay

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  5. inter nos :) un balsamino per l'anima suabbella :)

    Poiché l'alba si accende, ed ecco l'aurora,
    poiché, dopo avermi a lungo fuggito, la speranza consente
    a ritornare a me che la chiamo e l'imploro,
    poiché questa felicità consente ad esser mia,

    facciamola finita coi pensieri funesti,
    basta con i cattivi sogni, ah! soprattutto
    basta con l'ironia e le labbra strette
    e parole in cui uno spirito senz'anima trionfava.

    E basta con quei pugni serrati e la collera
    per i malvagi e gli sciocchi che s'incontrano;
    basta con l'abominevole rancore! basta
    con l'oblìo ricercato in esecrate bevande!

    Perché io voglio, ora che un Essere di luce
    nella mia notte fonda ha portato il chiarore
    di un amore immortale che è anche il primo
    per la grazia, il sorriso e la bontà,

    io voglio, da voi guidato, begli occhi dalle dolci fiamme,
    da voi condotto, o mano nella quale tremerà la mia,
    camminare diritto, sia per sentieri di muschio
    sia che ciottoli e pietre ingombrino il cammino;

    sì, voglio incedere dritto e calmo nella Vita
    verso la meta a cui mi spingerà il destino,
    senza violenza, né rimorsi, né invidia:
    sarà questo il felice dovere in gaie lotte.

    E poiché, per cullare le lentezze della via,
    canterò arie ingenue, io mi dico
    che lei certo mi ascolterà senza fastidio;
    e non chiedo, davvero, altro Paradiso.

    abbraccio la sua delusione, condizione direi universale con approdi soggettivi :)
    la funambola

    https://www.youtube.com/watch?v=cl4rf5yg7J0

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