mercoledì 8 gennaio 2020

Il tradimento dei Somaristi - 1

Il primo episodio della serie "IL TRADIMENTO DEI SOMARISTI".



Il 13 ottobre 2012 i Magazzini Popolari di Casalbertone organizzarono un dibattito tra Alberto Bagnai, al tempo economista e autore del libro "Il Tramonto dell'euro", Alfonso Gianni (referente economico di SEL), e Paolo Ferrero (segretario nazionale di Rifondazione Comunista). Titolo: "La crisi spiegata a chi la paga!".
Dal momento che la Storia, come canta la Mannoia, dà torto e dà ragione, ho pensato di realizzare una rilettura di uno dei video che girai quel giorno. C'è chi ha vinto e chi ha perso, come pure chi ha avuto ragione e chi torto, e in questo caso l'intersezione dell'insieme dei vincitori di oggi con quello di chi aveva ragione quel giorno è l'insieme vuoto. Una circostanza drammatica, che dà conto dell'altrettanto drammatica situazione in cui versa l'Italia.
Ripartire da ciò che è accaduto in questi ultimi anni durante i quali ha preso forma un bisogno profondo di ritorno alla politica, che è stato, ancora una volta, intercettato e deviato in direzioni sbagliate e funzionali al gattopardesco fine di cambiare le apparenze per mantenere la sostanza del dominio di classe, è un dovere e un piacere.

Presto il secondo episodio della serie.

7 commenti:

  1. devo dire che mi sono quasi commosso ad ascoltare Ferrero con la consapevolezza della situazione che ho adesso.

    Questo video lo ricordo bene perchè lo guardai anch'io sul sito di Bagnai....al tempo lo seguivo costantemente, pur senza idolatrarlo.

    Oggi mi riconosco in gran parte in quel che dice Ferrero, ma nel 2012 ogni frase che usciva dalla sua bocca mi sembrava un tergiversare. Un modo per divincolarsi dalla vera questione (uscita dall'euro) e allungare il brodo in politichese.

    E la questione mi sembrava chiara e semplice come la faceva Bagnai. A me, avvicinatomi alla macroeconomia grazie a Bagnai e convinto che il discorso iniziasse e finisse con quella.

    Rendermi conto che già 8 anni fa c'era qualcuno nel panorama politico italiano che aveva inquadrato la situazione correttamente, mi fa anche deprimere.
    Perchè io, ma credo altri, questi 8 anni li ho passati a maledire la sorte per l'assenza di un politico che dicesse queste cose apertamente.
    C'era già....l'ho anche ascoltato....e non l'ho capito.
    Ho speso 4-5 anni a fare il goofyleso.


    PS: Tra l'altro voglio ricordare che la tattica proposta da Ferrero è stata poi ripresa successivamente da Barra Caracciolo quando si immaginava un possibile programma di politica economica per una possibile coalizione di governo "sovranista".
    Cosa che sembrava aver dato ispirazione ad alcune delle numerose promesse da marinaio di Salvini e Di Maio in campagna elettorale.



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    1. Mi associo al tuo mea culpa, anche a me in quel giorno di metà dicembre del 2012 "ogni frase che usciva dalla sua bocca mi sembrava un tergiversare. Un modo per divincolarsi dalla vera questione (uscita dall'euro) e allungare il brodo in politichese".

      Vedrai che l'accoglienza che sarà riservata a questo video, come pure a quelli che seguiranno della serie, sarà di ostilità anche da parte del mondo che si pretende "veracemente sovranista". Solo che ho deciso di rompere gli indugi e di tirar fuori dalla scarpa tutti i sassoloni. Il secondo episodio della serie sarà ancora su Bagnai, e sarà devastante credimi, poi si parlerà del resto.

      Mi sono veramente, ma proprio veramente rotto il cazzo.

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  2. Non sono così convinto che a quei tempi Bagnai sapesse delle posizioni assunte da Prc in materia di unificazione europea, implicherebbe avere una coscienza politica che onestamente analizza e decide, piuttosto che la sua dichiarata appartenenza alla sinistra mai specificata nei suoi fondamenti; per lui era sufficiente sapere che qualunque posizione non prevedesse l'uscita dall'euro rendeva piddini, cioé del pd, e, forzando non poco, de lasinistra.

    Se potessi forzare a mia volta, se fossimo in presenza di uno spregiudicato aspirante cooptato dalla politica, direi che lui si muoveva già allora, in accordo con quel gongolante di Borghi, ben sapendo a quale approdo aspirare;
    quindi dissimulando quando continuava a dire che le sue nobili narici non tolleravano lapolitica, dal basso.

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  3. Un caro amico che non cito mi chiede in privato: «Per Ferrero intendi la prevalenza della politica sui tecnici?»

    Questa è stata la mia risposta:

    «Questo è ovvio. Il punto interessante di quell'incontro è che quello è stato il giorno in cui inizia la deriva del mondo no-euro verso una collocazione di destra. Ferrero esamina le tre opzioni sul tappeto:

    1) uscita unilaterale
    2) +Europa
    3) dissoluzione concordata (manifesto di solidarietà europea)

    e le demolisce tutte e tre. La prima è impossibile, la seconda non la vuole nessuno, la terza non la vogliono i paesi (e le borghesie) vincenti. Aggiungo che non la vogliono neppure le borghesie perdenti, finché possono scaricare i costi sui lavoratori.

    Da ciò, secondo Ferrero, la necessità di una quarta opzione, anch'essa al momento impraticabile perché implica quello che lui chiama "monocolore di Rifondazione", ma che ha almeno, a mio avviso, il pregio di indicare un orizzonte di lotta, e quindi un nemico, che è ben individuabile nella nostra borghesia cotoniera aka Confindustria.

    Pertanto la lunga lotta epocale di cui si parla anche nel "xxx-partito no euro cazzuto-xxx" [nota: vedete come sono discreto? Chi mi scrive in privato non viene mai citato, né lascio indizi per identificarlo. Il minimo sindacale della correttezza.] è, prima di tutto, una lotta contro la Confindustria, una prospettiva questa del tutto oscurata dai deliri, per fare un esempio, alla Amodeo, ma anche di Barnard e tanti altri che hanno privilegiato la postura della lotta contro i poteri finanziari globalisti, dimenticando con troppa facilità il nemico interno, la Confindustria. Con grande piacere di quest'ultima, che infatti sotto sotto non lesina appoggi a chiunque faccia qualcosa per allontanare i sospetti da essa.

    A questo approccio B&B si sono prestati con entusiasmo, evocando il concetto sdrucciolevole di "interesse nazionale". L'importante, al solito, è accusare fantomatici nemici esterni, i quali in realtà fanno semplicemente il loro gioco, come lo farebbero anche se ci fosse in Italia un monocolore del "xxx-partito no euro cazzuto-xxx".

    Ma il vero nemico è sempre dentro di noi, è la Confindustria, e la vera colpa di B&B e comunelle varie (vedi Messora) è di essersi prestati a questo tipo di narrazione, ne siano stati consapevoli o meno (è il caso, suppongo, del Messora).

    D'altra parte, prendersela con i lontani poteri globalisti è ben meno pericoloso che accusare esplicitamente la Confindustria. Per dire: se tu cominciassi a farlo, la tua carriera in XXX ne sarebbe compromessa.

    E mi dispiace, ma mi sono davvero stancato. Da adesso in poi, nel mio piccolo, ce ne sarà per tutti.

    Un caldo abbraccio.
    »

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  4. http://www.comunismoecomunita.org/?p=2812

    Una vecchia critica di Costanzo Preve a Ferrero (con, nei commenti, annesse critiche di altri alla posizione di Preve). Per arricchire la discussione.

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